È notte fonda, sono quasi le quattro del mattino e qui a Verona fa un freddo cane.
Ma tanto io sono abituato a questo freddo. E non parlo di quello che ti si appiccica sulla pelle fino a farti sbattere i denti, nè di quel freddo che ti permette di cacciare il fumo dalla bocca.
Parlo di freddo interiore. Del polo nord.
E, sapete cosa? Dentro me ci sono pinguini, foche e orsi polari, sempre pronti a ricordarmi perché io sia diventato così.Siamo sotto al mio portone, non vedo l'ora di infilarmi sotto il mio piumone.
Claudio sembra ancora scazzato, cerco di rompere il ghiaccio per evitare almeno quel freddo superfluo.
Anche Claudio ha parecchio freddo, si scalda con le sue stesse braccia.Quelle stesse braccia che vorrei che mi stringessero. Quelle stesse braccia che vorrei come cuscino. Quelle stesse braccia che vorrei mi proteggessero. Quelle stesse braccia che vorrei baciare.
Baciare forte, baciare immensamente.
Ma c'è sempre questa maledetta realtà pronta a ricordarmi che io non posso e che lui non vuole, perché io so che non vuole. Perché è fidanzato. Perché ama il suo uomo. Perché Claudio Sona non potrebbe mai stare con uno come me. Perché io e Claudio non ci sopportiamo.
Perché io e Claudio siamo...cosa siamo?
Amici? Conoscenti? Nemici?-"Fa un freddo cane!"
-"Tu dici? Non me ne ero accorto."
Mi prende in giro, come suo solito.-"Cretino."
Gli rivolgo un mezzo sorriso.E lui ricambia.
-"Vabbè, io torno a casa."
Sta per salire in macchina, quando di mia spontanea volontà, quasi inconsapevolmente, gli chiedo:-"Ma.. - Claudio si gira verso me - sbaglio, o prima hai detto a quel tipo che sono il tuo ragazzo?"
E mi guarda, mi scruta, ha una espressione indecifrabile in questo momento.
È arrabbiato? È preoccupato? È tranquillo? Ho detto qualcosa di sbagliato? Forse sono troppo paranoico? Forse dovevo semplicemente stare zitto?E Claudio non mi risponde, ma continua a guardarmi.
Allora io sussurro, di fronte a lui:
-"Io e la mia stupida boccaccia, maledetto!"
E smorzo un sorriso isterico.Mi giro e faccio per entrare nel cancello di casa mia, fino a quando Claudio mi prende per il polso e mi ferma.
La sua mano intorno al mio polso, è un qualcosa che mi spinge a tirare un lungo respiro che forma un enorme nuvola di fumo.
Mi tiene fermo davanti al cancello, senza dire una parola, appoggiando una sua mano sul mio volto.Non so cosa voglia da me.
Ma quella mano a contatto con il mio polso, mi destabilizza parecchio.
La morbidezza delle sue dita appoggiate sulla mia guancia.
I suoi polpastrelli gelati sulla mia pelle.
Ed io, anche se non lo sopporto gliela do vinta chiudendo gli occhi.
Perché non riesco a tenerli aperti, perché non resisto, perché mi fa veramente male sapere che voglio qualcosa di impossibile.
E lui, ancora in silenzio, mi accarezza lentamente.
Ho i brividi, ed il freddo non c'entra niente.
Mi fa schifo essere così debole sotto al suo tocco, al contempo mi spaventa.
Dopo qualche secondo avvicina il suo viso al mio ed io penso che ciò che sta per accadere sia sbagliato.
Assolutamente, tremendamente, fottutamente, perfettamente sbagliato.Baciami Claudio, baciami.
Dovrei urlare a me stesso di smetterla, dovrei convincere me stesso che io non posso volere quest'uomo.Avvicino contemporaneamente il mio viso al suo, sta per succedere fino a quando..
-"Razza di idiota. L'ho detto semplicemente per toglierti quel coglione dalle scatole. Figurati se io potessi stare con un bambino come te, che d'altronde neanche sopporto."
Ed ecco lo stronzo di turno che rovina quel momento che per un attimo avevo creduto fosse magico.
Che illuso. Però una cosa giusta l'ha detta: "razza di idiota".-"Mi fai veramente vomitare Claudio Sona, sappilo. Ti odio, ti odio con tutto me stesso. E se ti interessa saperlo, nemmeno io starei mai con un fanatico, altezzoso, egoista come te."
Gli sbatto quella frase in faccia con tutta la rabbia che avevo nel mio corpo, come se il mio odio nei suoi confronti si fosse duplicato, se non triplicato.E non mi sono mai sentito così, pesante, piccolo, fragile, debole..
Non ci siamo detti nulla di nuovo, eppure questa volta sembra diverso.-"Ah, quindi mi stai dicendo che, nonostante stasera ti abbia salvato, sono anche egoista? Complimenti Mario Serpa. Tu si che che sei un uomo che sa apprezzare i gesti delle persone."
Quelle parole mi feriscono, perché sono consapevole del fatto che forse ho usato degli aggettivi troppo forti, ma anche lui fa la sua parte.
-"Beh, non mi pare che ti abbia detto di salvarmi. Potevi anche non farlo!"
Maledico me e la mia boccaccia che non sta facendo altro che peggiorare la situazione.E gli occhi verdi di Claudio diventano più scuri, penso che stia per esplodere.
-"Beh, scusami tanto se avevo visto che eri messo male e che stavi per essere abusato sul posto di lavoro! Scusami tanto se cercavo di salvarti in un momento in cui tu non saresti stato nemmeno in grado di rialzarti da solo. Scusami se, per una volta, mi sono preoccupato per te."
E se le parole di prima mi hanno ferito, queste mi hanno colpito dritto all'orgoglio. Una pugnalata. Ma d'altronde, non potevo che aspettarmelo da Claudio.
-"E allora non me lo rinfacciare! Anzi fai così, la prossima volta stattene per i cazzi tuoi e lascia in pace me una volta per tutte."
Cosa sto dicendo? Perché lo sto dicendo?-"Ma vaffanculo Mario. Ti odio. Ti odio come non ho mai odiato nessuno fino ad ora."
Mi lascia il polso, tira un pugno sul ferro del mio cancello ed io sono seriamente spaventato per il fatto che a momenti potrebbe darmi uno schiaffo.
E non lo fermerei, perché me lo merito.
Ma non lo fa. Anzi, si gira per andarsene ed io come ultima risposta, alle quattro del mattino, con tutti i vicini che dormono, gli urlo:-"Ecco bravo, vattene. Corri pure dal tuo fidanzato, e tienitelo stretto finché non perderai anche lui. E per giunta, se tu mi odi, io ti detesto Claudio. Mi hai capito? Ti detesto!"
Marco per bene le ultime due parole, non si sa mai che non le abbia sentite.-"Certo che corro dal mio fidanzato, e ci corro anche volentieri. Tu invece resta sempre nel bar a scoparti chiunque e a dare il tuo cazzo a qualsiasi essere umano."
E nel frattempo mette in moto e corre via, lasciandomi davanti al mio cancello.
Entro e in casa e vorrei spaccare ogni cosa, perché sono arrabbiato.
Arrabbiato con Claudio, arrabbiato con me stesso.E tutte quelle parole urlate nel giro di pochi minuti hanno fatto veramente male. Una spada nello stomaco avrebbe fatto il solletico a confronto.
Lo odio. Lo odio con tutto me stesso. Lo odio come si odia la matematica. Lo odio come si odia l'1% di batteria del cellulare e non hai il caricabatterie a portata di mano. Lo odio come si odiano le persone che mangiano con la bocca aperta. Lo odio come si odia qualsiasi cosa al mondo.
E sinceramente odio di più me stesso perché nonostante io disprezzi così tanto quest'uomo, lo voglio.È un paradosso. Ma ho l'enorme bisogno di averlo. Ormai è diventata una questione di principio.
E Mario Serpa ottiene sempre ciò che vuole.
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Salvami, ti salverò •Clario•
FanfictionMario è un ragazzo di 30 che lavora in uno dei locali più comuni della città veronese. È uno spirito libero che cerca di riempire i suoi vuoti portando in quei bagni chiunque. Mario è terrorizzato all'idea di innamorarsi per davvero. Ma con lui ci s...