3 GIORNI DOPO
MARIO.
Tre giorni.
Sono tre giorni che non ho notizie di Claudio.
Sono già tre giorni che non viene a casa mia, tre giorni che non viene nel locale.
Sono passati già tre giorni da quando ci siamo detti addio, da quando ci siamo detti di voler ritornare ad essere amici come prima.
Tre giorni e a me sembrano un'eternità.Sono a casa mia, nel mio letto a godermi il mio giorno di riposo e ripenso ancora a quello che siamo stati.
A come ci siamo desiderati.
A come ci siamo mandati via.
A come abbiamo litigato per aver fatto qualcosa di sbagliato, ma voluto dannatamente da entrambi.
A come io tremavo sotto il suo tocco, sotto al suo membro dentro di me.
A come mi sono sentito bene.Ma tu te ne sei andato Claudio, hai voluto lasciarmi qui, da solo, ancora una volta a combattere questa battaglia da solo con me stesso.
Ad avere paura della pioggia e dei sentimenti.
A non avere più voglia di amare.
Ti odio Claudio, davvero.
Mi fai pena, mi fai ribrezzo, mi fai schifo.
E, odio più me stesso perchè non riesco ad odiarti come vorrei.E così vengo distratto dai miei pensieri con un sms.
Vedo il suo nome sullo schermo.
Non può essere.
Così, all'improvviso.
Le mie dita tremano, faccio fatica ad inserire il pin.CLAUDIO SONA: Ti devo parlare. Ci vediamo stasera alle 22.00 a casa mia.
Cosa vuoi ancora da me, Claudio?
Le orecchie che fischiano, il cuore che batte, il tempo che si ferma.
Claudio.
Che faccio? Vado? Non vado?
No, fanculo. Non ci vado.
Non mi va di stare ancora male, non più.
Sai Claudio, sei proprio un coglione.
Ma mi manchi.
Mi manca la tua voce.
Mi mancano i tuoi occhi.
Mi mancano le tue labbra.
Mi manca il tuo corpo.
Mi manca il tuo cazzo dentro la mia anima.
Mi manca sentirti urlare il mio nome, sentirti debole.
Mi manca essere stretto da te.
Mi manchi Claudio, ma fai schifo.
Ma no, non verrò stasera.*quella sera stessa*
Fanculo.
Eccomi Claudio.
Ho ceduto.
Mi sono arreso a te e ora sono sotto casa tua, in macchina. Indeciso se scendere o no.
Hai le luci accese, le tende chiuse e vedo che cammini avanti e indietro aspettando che io bussi quel maledetto citofono e sentire cosa cazzo hai da dirmi.
Sono le 22.30, ma non importa.
Tu sei sempre lì che mi aspetti.
Tu sei pazzo.
Deve essere qualcosa di importante allora.
Sembri una furia, continui ansiosamente ad andare avanti e indetro e io mi trovo qui in macchina a guardarti. O meglio, guardare la tua ombra dietro alle tende.
È quasi divertente vederti in quel modo, al contempo pericolosamente bello. Mi mordo le labbra.
Le 23.00, un'ora di ritardo e tu non ti muovi da lì, nessuno mi ha mai aspettato in questo modo.
E va bene Claudio Sona, hai vinto.
Scendo dalla macchina e vado vicino al citofono, con il dito sospeso a mezz'aria.
E prima che ci ripensi, mi affretto a chiudere gli occhi e premere quel fottutissimo bottone.
L'ho fatto, ho bussato.
No, ora scappo.
Quando penso di ritornare immediatamente indietro, sento la sua voce dall'altra parte del citofono.-"Chi è?"
-"Ehi.."
-"...Chi è?"
Richiede Claudio.-"..Sono io!"
Rispondo io, scazzato.-"Io chi?"
Risatina ironica.-"Stocazzo."
-"...Mario?"
Si percepisce un filo di felicità nella sua voce.
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Salvami, ti salverò •Clario•
أدب الهواةMario è un ragazzo di 30 che lavora in uno dei locali più comuni della città veronese. È uno spirito libero che cerca di riempire i suoi vuoti portando in quei bagni chiunque. Mario è terrorizzato all'idea di innamorarsi per davvero. Ma con lui ci s...