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Sarà passata già mezz'ora da quando non vedo più Claudio ancheggiare nella pista del locale.

Cosa staranno facendo? Perché sono corsi in bagno? Mattia, che cazzo vuoi fare? Claudio, e tu? Tu sei fidanzato! Diamine! No, no, no.
Non può essere quello che sto pensando.
Non deve essere quello che sto pensando.

-''Senti, Camilla, puoi sostituirmi un attimo? Devo andare in bagno. Ci metterò poco.''
E gentilmente, una delle mie colleghe prende il mio posto al bancone.
Sono veramente un idiota.
Perché sto correndo anche io al bagno?
Perché voglio scoprire per forza cosa sta succedendo in questo momento lì dentro?
E, domanda più importante: sono sicuro di volerlo sapere?

Apro la porta dei bagni e lascio che si chiuda da sola alle mie spalle.
Sulla mia sinistra, nella terza porta, in fondo, vedo quello che non avrei mai voluto vedere.
E mi cade il mondo addosso.
Il cuore in frantumi.
La mia anima anche, forse.
Ed è la prima volta che mi succede.
È la prima volta che ho brividi, la prima volta che mi si gela il sangue vedendo ciò che ho davanti ai miei occhi in questo momento.
Non può essere.
Da lontano vedo Mattia in piedi, per terra di fronte a lui c'è Claudio, sembra che stia in ginocchio.
Un braccio di Mattia sembra che stia tirando i capelli di Claudio all'indietro.
Nessuno si accorge della mia presenza.
E resto fermo lì per cinque minuti buoni, con i pugni serrati, la pelle d'oca, bloccato poco più avanti alla porta di questi bagni.

E si sa, i bagni del Berfi's sono famosi solo per una cosa: le scopate occasionali di Mario Serpa.
E in quel momento a Mario sembra di vedere proprio quello. E vorrebbe spaccare tutto.

-"Forza Claudio..."
Dice Mattia, interrompendo i miei pensieri.
E dopo ciò sento dei gemiti, gli ansimi di Claudio.
Ed io non ci vedo più, quando è troppo è troppo.
E so perfettamente che fondamentalmente non ho neanche il diritto di stare qui, che in questo momento dovrei stare al bancone a soddisfare le ordinazioni dei clienti, ma è più forte di me.

Cammino a passi veloci, come se volessi arrivare più in fretta possibile da Mattia e allo stesso tempo cercare di mantenere la calma.
Istintivamente lo prendo per il maglione e gli stampo un pugno sul naso talmente forte da sentire un "crack" sulle mie dita.

-"Pezzo di merda! Sei uno stronzo! Pure lui ti volevi scopare? E tra l'altro qui? Mi fai schifo! E ti avevo anche chiesto il favore di non fare cazzate!"
E la rabbia prende il sopravvento.

-"Ma che cazzo fai Mario? Che cazzo stai dicendo? Non è come pensi.."
E Mattia si tiene una mano sul naso, per il dolore.

-"E te l'avevo anche detto che era fidanzato. Evidentemente da un orecchio ti entra e dall'altro ti esce."
Ed io non gli do ascolto, finché non interviene Claudio.

-"Ragazzi, per favore, qualcuno mi tenga i capelli, devo vomitare!"
Dice con una voce strozzata, ancora in ginocchio.

-"Tu non sai come stanno le cose Mario. Sei solo un bambino. Se invece di prendere a pugni il primo che ti passa tra le mani, chiedessi spiegazioni, sarebbe molto meglio per tutti, sai."
E rimette la sua mano sul ciuffo di Claudio.

-"E come starebbero le cose?"
Cerco di avere il sangue freddo, pronto ad ascoltare ciò che sta per dirmi Mattia.

Nel frattempo Claudio vomita, e, diamine, sta veramente male.
Non l'avevo mai visto in queste condizioni..

-"Claudio si è sentito male a causa del drink bevuto tutto d'un sorso. Poi neanche dopo due minuti si è buttato in pista e si è scatenato altamente. C'era da aspettarselo che si sarebbe sentito male. Quando l'ho visto correre, ho pensato che avesse bisogno di aiuto e dunque mi sono precipitato per soccorrerlo."
Ed io, mi pento subito del pugno che gli avevo dato in precedenza.
Claudio.. perdonami.
Sono un coglione.

-"Nient'altro? È successo solo questo?"
Chiedo, non sapendo cos'altro dire.

-"È successo solo questo."
Conferma Mattia.

-"Vabbè, prendilo come il pugno che dovevo darti quando ci siamo conosciuti per avermi fatto del male."
Dico, sicuro di me.

-"Beh, considerato il dolore, sarebbe stato meglio se me l'avessi dato anni fa."
Risponde, cercando di ironizzare sulla questione.

-"Ora fammi una cortesia: esci e vattene."
Abbasso lo sguardo, indicando col braccio e con l'indice della mano destra la porta dietro di me.

-"E Claudio?"
Chiede.

-"A Claudio ci penserò io. La mia mano starebbe molto meglio su quel ciuffo."
Accenno un sorriso.

E Mattia, senza battere ciglio, alza i tacchi e va via.
Ed io mi avvicino a Claudio, prendendogli il ciuffo tra le mani, per la prima volta.
Avevo ragione: la mia mano all'interno di esso sta da Dio.
È morbidissimo e profuma da morire.
E l'altra mano, va su e giù per la sua schiena, cercando di farlo stare meglio.
Noto che Claudio si irrigidisce, ma non si ritrae.

Quando la situazione sembra essersi placata e quando finalmente smette di vomitare, parlo.

-"Ehi, come stai?"
Chiedo. E voglio saperlo davvero. Perché mi interessa, mi interessa sapere se ora sta bene.

-"Mh, un po' meglio."
Sussurra con una voce calda, rivolgendomi un sorriso innocente.

-"Dannazione, Claudio."
Mi esce istintivamente dalla bocca.

Claudio si accascia contro il muro del bagno, con le ginocchia al petto, guardando me che nel frattempo sono ancora lì, in piedi di fronte a lui, quando dovrei già essere tornato a servire i clienti da un bel po'.

-"Cosa c'è?"
Mi afferra i pantaloni al punto della caviglia, ed io serro gli occhi.

-"Poteva succederti qualcosa di brutto, porca troia. Dovresti berli con più calma quei drink, lo sai che sono alcolici.."
E caccio parole a caso, perché non riesco a stare zitto in questo momento.

-"Mario..stai tremando."
Mi fa notare Claudio, accorgendomi che ho le mani serrate che scivolano lungo i miei fianchi e il corpo che, effettivamente, trema.

-"Sai com'è, sarà il freddo che c'è qui dentro."
Tento di giustificarmi, come se Claudio non mi conoscesse abbastanza.

-"Perché sei venuto ad aiutarmi?"
Mi chiede Claudio, implorante.

-"Torno a lavoro."
Io intanto cerco di andare via, ma Claudio mi afferra per un braccio e riesce a mettermi in ginocchio davanti a lui.

E ancora una volta, siamo noi.
Occhi dentro occhi.
Verde dentro nero.
Claudio dentro Mario.
Mario dentro Claudio.

E per la seconda volta mi chiede:
-"Mario...perché sei venuto ad aiutarmi?"

Ed io, non so per quale assurdo motivo, per la prima volta mi apro a lui, e lo dico.
Davanti a quegli occhi, dove è impossibile nascondersi, mentire.
"Perché non riesco a starti lontano, Claudio."

Salvami, ti salverò •Clario•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora