Jack Frost Cuore Di Ghiaccio.

Per Niente Umano.

Ali POV.

Jack Frost era un ragazzo davvero attraente. I suoi occhi azzurri avevano delle strane venature, come il disegno di un fiocco di neve, il suo mento era squadrato, le sopracciglia, più scure dei capelli, rendevano il suo sguardo ancora più intenso.

Si era voltato, dopo avermi intimato di andarmene, e camminava rigidamente verso gli alberi. Stava certamente morendo di freddo. Se non mi avesse trattata male gli avrei anche dato la mia giacchetta.

Dopo qualche suo passo mi decisi a seguirlo, più per curiosità che per rispondere al suo maleducato ordine. Che razza di personaggio.

-Dove stai andando?-

Gli chiesi.

-Ti sto allontanando dal Cuore, mi sembra ovvio.-

Sbuffai stizzita.

-Dov'è che hai detto che abiti?-

-Non l'ho detto.-

-Si, invece.-

-Non abito da nessuna parte.-

-Cosa sei, un senzatetto? È per questo che non hai le scarpe? E la giacca?-

-No, non lo sono.-

Sembrava stizzito.

-Okay.  Non hai parlato di Russia e.. America? Vivi li?-

-Ho detto che chiamo Burgess 'casa', ma non ho mai detto di abitarci.-

-Quella frase non ha senso.-

-Non ne ha per te, umana.-

Si girò con uno strano sorriso, quello che si fa quando un idiota non capisce uno concetto. Questo mi innervosí sul serio. In ogni caso, notai, più ci allontanavamo dal "Cuore" più Jack Frost si rilassava. Il suo passo diventò sempre più baldanzoso e la sua smorfia preoccupata era ormai stata sostituita da un sorriso mozzafiato. Era davvero figo.

-Perché hai i capelli bianchi? Sei albino? Non dovresti avere anche gli occhi rossi?-

Ora non sembrava più innervosito dalle domande, forse solo un po' a disagio. Si, a volte faccio questo effetto alla gente.

-Diciamo che c'entra con la mia invulnerabilità al freddo.-

-Sembrano fatti di neve e ghiaccio... Posso toccarli?-

Solo dopo un secondo mi accorsi di quanto dovesse sembrare strana la domanda.

-Lascia perdere.- Dissi e per deviare il discorso feci un'altra domanda.

Jack POV.

Era arrossita. Quella domanda per poco non aveva fatto arrossire anche me (cosa veramente difficile, di solito non mi imbarazzo facilmente) . Quella ragazza mi ricordava vagamente Dentolina.

-Quanti anni hai?-

Mi chiese. Domanda difficile. Optai per la completa onestà.

-Sui 318, più o meno.-

La guardai. Il suo sguardo passò prima dal sorpreso (probabilmente il mio tono di voce non era quello di un bugiardo, in quel momento) poi all'arrabbiato. Credeva la stessi prendendo in giro. Illusa.

-Non mi credi, eh. E cosa penseresti se ti dicessi che IO sono l'inverno?-

Le dissi, avvicinandomi. Fece un passo indietro.

-Tipo inverno personificato?-

Annuii.

-Mostramelo.-

Disse, lo sguardo tra il divertito, il curioso e lo scettico. Sorrisi e saltai in alto, molto in alto. Atterrai sul ramo più alto dell'albero accanto a noi, una ventina di metri più su. Osservai la sua reazione (un urletto strozzato) poi mi lasciai cadere all'indietro e svolazzai tra i rami, fino a tornare da lei. Era scandalizzata, il suo sguardo non aveva prezzo.

-Rifallo. Ma... Su quell'albero. Almeno sono sicura che non stai barando , magari con un cavo o che so io...-

Obbedii. Già da lassù potevo vedere il suo sorriso incredulo.

-Sai volare!-

Mi urlò quando tornai giù.

-Puoi insegnarmi?-

-No, spiacente, ma se vuoi posso farti fare un giro.-

Dissi sorridendo. Il suo sguardo divenne di nuovo sospettoso.

-Non mi fido di te, non ti conosco ancora. Mia madre mi dice sempre di non accettare passaggi dagli sconosciuti e sai, potresti farmi cadere.-

-Giuro sul mio onore di Guardiano che non lascerò che tu cada.-

-E mi sfracelli in un miliardo di pezzetti.-

-E ti sfracelli in un miliardo di pezzetti. Promesso.-

Misi una mano sul cuore.

Spuntò di nuovo il suo sorriso, ma aveva ancora lo sguardo sospettoso.

-Un giorno devi spiegarmi questa storia dei Guardiani.-

-Non ci crederesti.-

-Mettimi alla prova.-