Ali POV.
Ci mettemmo un sacco di tempo a decidere come volare. Jack Frost voleva prendermi per mano e lanciarsi così nell'aria, per tenere in mano il suo lungo bastone ricurvo. Io però non volevo volare sbilanciata e non volevo stare scomoda. Anche se imbarazzata fui d'accordo a volare sulla sua schiena. Posi le mani sulle sue spalle e le ritrassi un secondo dopo. Era più freddo del ghiaccio. In effetti vicino al collo e ai polsi la maglia era coperta di disegni bianco-azzurri di ghiaccio. Dopo un attimo di indecisione, dettato dal fatto che iniziavo seriamente a dubitare che fosse una buona idea, gli strinsi le mani sulle spalle e gli saltai sulla schiena. Credevo che l'avrei buttato a terra (e che poi avrebbe fatto qualche battutaccia sul mio peso) o che l'avrei appesantito, invece (dopo avermi chiesto se ero pronta) staccò i piedi da terra leggero come quando saltò la prima volta. Lo avevo osservato a bocca aperta, col vento che lo alzava come una foglia, e mi si era stretto il cuore, come ogni essere umano che invidia gli uccelli che sanno volare. Ora ero con lui. Piegò un attimo le ginocchia e l'ultima cosa che sentii fu una stretta allo stomaco, quella che si sente su giostre e altalene. Quando aprii gli occhi le montagne si dispiegavano davanti a noi, come in una foto da cartolina. Riconobbi i paesi, le strade, i boschi. Vidi anche casa mia. Stavo volando! Un paio di secondi dopo averlo realizzato, mi resi conto che non mi trovavo su un palazzo. Né su un aereo. Stavo volando con un ragazzo! Niente di più instabile, era lui quello che mi tratteneva dal cadere! Feci l'errore di guardare sotto di noi, e la stretta che avevo su di lui divenne così forte che probabilmente gli lasciai il segno.
-Puoi allentare un po' la stretta? Mi stai strozzando.-
Chiese, in effetti la sua voce era un po' flebile.
-Si scusa!-
Mi uscì un filo di voce che si trasformò in un urletto imbarazzante quando Jack Frost si fiondò verso terra. Per tenermi dovetti stringergli le braccia intorno al collo.
-Tanto non mi serve respirare... -
Mi sembrò di sentire. Lo ignorai: mi bastava il fatto che sapesse volare, per ora, prima di accettare anche quello che non gli servisse respirare. Scese a rotta di collo verso un fiume nascosto tra gli alberi. Ero sicura che l'avremmo trovato allegro e spumeggiante, invece era ghiacciato e silenzioso quando Jack Frost posò i suoi piedi nudi su una pietra lì accanto.
-Come ti senti?-
Mi chiese. Sembrava un po' preoccupato.
-È stato... Splendido. Ti prego rifacciamolo un'altra volta.-
Sorrise ma non disse altro. Mi girai verso il fiume.
-Non dovrebbe essere così. Ci sono passata salendo e era ancora tutto verde qua.-
Mi girai verso di lui. Aveva un'aria colpevole.
-Hem... Hai presente quando ti ho detto che io sono l'inverno? Bè, è una cosa più o meno vera...-
-Cioè?-
-Davvero non hai mai sentito parlare di me?-
Scossi la testa. Sembrava deluso, poverino.
-Io son quell'essere, diciamo così, che porta l'inverno. Le nevicate, le gelate. Cose così.-
Iniziai a ridere. Prima piano, incredula, poi sempre più forte. Ora si che sembrava offeso. Peccato che non riuscivo a fermarmi. Imbarazzante. Mi stavo tenendo il fianco, con le lacrime agli occhi, mentre Jack Frost aspettava pazientemente che finissi , appoggiato al suo bastone.
-Okay, scusa, questa è una delle cose più assurde che io abbia mai sentito. Certo, dopo quella volta che un mio amico mi disse di essersi vestito da banana a carnevale e essere stato inseguito dai cani del vicino per tre isolati.-
-Non sto scherzando.-
Poi, come se gli fosse venuta un'idea improvvisa, sorrise.
-Cosa preferisci, una battaglia a palle di neve, un pupazzo o una bella nevicata?-
-Ovviamente l'ultima.-
Ero certa di aver scelto l'impossibile, invece il cielo iniziò a scurirsi. Le nuvole si addensarono per chilometri sopra di noi, sempre più scure man mano che si comprimevano. Sempre più pesanti, sempre di più, finché... Un fiocco di neve mi cadde sul naso. Un altro sull'occhio. In un paio di minuti la mia faccia era completamente ricoperta di neve. Non mi ero mossa di un centimetro, continuavo a stare con la bocca aperta e il naso all'insù. Fu Jack Frost a togliermi la neve dalla faccia.
-Ora credi in me?-
Jack POV.
Era sbalordita. La neve le era rimasta sulle ciglia folte e le si era sciolta sulle labbra, dove non avevo osato toglierla. Mi guardava fisso negli occhi, e io sapevo di aver guadagnato un altra persona che credeva in me. Non sarebbe più servita la magia del Cuore. Restò per un paio di minuti a fissare prima me, poi il cielo, poi di nuovo me. Poi iniziò a giocare nella neve. Sembrava una bambina. Tirò calci alla neve alzandone in aria cumuli interi, ridendo come una matta, poi la prese tra le mani e se la portò vicino al viso. Andò al fiume e ci camminò sopra, finendo poi per pattinarci. Prese ghiaccioli dagli alberi e li succhiò, poi si specchiò in una pozza grigiastra. Il tutto ridendo come se fosse la persona più felice del mondo. Alla fine si girò verso di me.
-Lo sai che io amo la neve? Mi hai fatto il regalo più bello del mondo, Jack Frost!-
-Chiamami Jack.-
Le dissi sorridendo. Un attimo dopo una palla di neve mi aveva colpito in piena faccia. Feci un paio di passi indietro. Nessuno aveva mai colpito me! Sbalordito, rimasi ad ascoltare Ali che rideva a crepapelle.
-Personificazione dell'inverno un corno!-
E continuò a ridere. Il mio sorriso divenne davvero malvagio. Feci una palla di neve enorme dal nulla e la sentii trattenere il respiro. Quando la lanciai cadde su su cumulo di neve. Purtroppo per lei, la palla la colpì lo stesso. Ormai vedevo solo gli scarponi che si agitavano e nonostante stessi soffocando dal ridere la aiutai ad alzarsi. Di nuovo la ripulii dalla neve. Quando gliela tolsi dalla faccia notai il suo sorriso. Troppo tardi, mi presi un'altra palla di neve in faccia. L'aveva nascosta dietro la schiena, la vigliacca. Iniziò una vera e propria battaglia, con fortini e file di palle di neve (che fui io a costruire per entrambi, non sarebbe stato giusto il contrario). Ovviamente vinsi, anche se devo ammettere che Ali non era male come giocatrice. Quando si arrese iniziammo a fare un pupazzo di neve che Ali chiamò Bubi, come il coniglietto di una sua amica. Disse che era il pupazzo di neve più bello che avesse mai fatto. In effetti con il mio aiuto era venuto una meraviglia. Era alto sui tre metri (avevo dovuto volergli intorno per i dettagli), ogni palla piena di ghirigori di ogni tipo. Al posto degli occhi aveva delle pigne. Dietro richiesta di Ali lo avevo ricoperto di ghiaccio, così sarebbe durato più a lungo. Splendeva, letteralmente. Era il tramonto, anche se con le nuvole che avevo portato sembrava notte.
-Devo tornare a casa...-
-Ora? Ma ci stiamo divertendo!-
Ecco la parte infantile di me.
-Jack, domani ho scuola.-
Mi riprese. Io feci un largo sorriso.
-Sai quale è la cosa che preferisco fare in assoluto? Far nevicare così tanto da chiudere le scuole.-
-Puoi farlo?-
Mi chiese con gli occhi che brillavano. Le feci l'occhiolino.
-Chiedimelo perfavore.-
-Ti scongiuro Jack.-
Chiuse le mani in segno di preghiera e fece gli occhi da cucciolo. In effetti gli occhi marroni che aveva facevano un effetto impressionante. Mi sentivo sciogliere. Io.
-Agli ordini.-
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Jack Frost Cuore Di Ghiaccio.
Fiksi PenggemarFinalmente in Italiano una fanfic di Jack Frost, il bellissimo protagonista di 'Le 5 leggende'! Ali è una ragazza normale, forse un po' sfigata e con un gran bel caratteraccio! Per caso si ritrova in uno dei luoghi protetti dal principe dell'inverno...