Capitolo 13

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Decido di andare prima a parlare con la guardia Fearie. Grazie a noi è riuscito a trovare Aria, la figlia della sua Regina, prima che morisse dissanguata per mano di Agrios. Se non l'avesse salvata, sarebbe stato giustiziato.
Cercherò di fare leva su questo aspetto per ottenere delle informazioni sul ladro.

Mi dirigo con la moto verso la locanda fuori città che funge come uno dei portali d'accesso verso il mondo Faerie.

Dopo circa un'ora sono all'interno del locale che è già pieno, nonostante l'ora mattiniera. È come sempre un tripudio di razze, colori, odori e profumi con i soliti umani che gironzolano come cagnolini bastonati, pronti a tutto pur di ottenere qualche vantaggio. O almeno credono di poterne ricevere, ma in realtà annullano la loro esistenza già infelice in partenza vista la loro razza d'origine, offrendosi come schiavi, servi o partner sessuali.
Nonostante vivano in un territorio Neutro, uno dei pochi ancora rimasti al mondo, non riescono a capire e concepire che possono costruirsi una vita senza rinunciare alla loro dignità. Pensano in questo modo di trovare delle scorciatoie per ottenere la vita eterna diventando vampiri, o presunti poteri di vario genere, servendo le razze a loro superiori. Il più delle volte finiscono però morti e abbandonati in qualche fossa comune senza neanche un nome che li identifichi e su cui i propri cari possano piangere il loro dolore.

Mi avvicino al bancone perché vedo il lacchè della guardia Fearie, lo gnomo Sid, servire qualche attendente assetato di birra.
Sembra stupito di vedermi, ma con un movimento della testa gli faccio capire che voglio parlargli in privato.
Riluttante, scende dalla padana che gli permette di essere visto da chi deve servire, dicendomi di seguirlo. Ci allontaniamo di qualche passo per andare in un punto della sala vuoto e distante da orecchie indiscrete.

Mi guarda con sguardo truce, cosa non facile dal basso del suo metro e venti di altezza: "Cosa vuoi?"

Incrocio le mani sul petto, poi inclino un poco in avanti il busto per avvicinarmi al suo volto solcato di rughe e con tono deciso dico: "Mister Simpatia è in forma vedo... Ho bisogno di parlare con il tuo capo."

Lui si gira e sputa per terra: "E perché mai lui dovrebbe voler parlare con te?"

"Tu fagli sapere che gli voglio parlare e poi ce la vediamo tra noi due!" Contemporaneamente lo afferro per il bavero della camicia e lo sollevo finché non è costretto a mettersi in punta di piedi per evitare di essere strozzato. "Intesi?"

"Mmmh, va bene, va bene. Mettimi giù."

Lo accontento ed inizia a tossire per riprendere un po' di fiato.

Insisto: "Allora?"

Si sistema la camicia sudata uscita dai pantaloni: "Sei fortunata. È qui proprio ora perché aveva degli affari da svolgere su questo piano d'esistenza. Lo trovi nella sala sulla destra." Detto questo si affretta ad allontanarsi per rifugiarsi dietro la sicurezza del suo bancone.

Mi faccio largo nella sala e poi vado verso destra. Lo individuo in fondo, seduto con la schiena rivolta al muro, intento a parlare con qualcuno che non vedo perché di spalle.
Mi dirigo verso di lui e poi mi siedo in un tavolo vicino al suo. Non ha girato la testa verso di me, ma so che mi ha visto. Gentilmente gli concedo il tempo necessario per finire la sua conversazione già in essere.
Dopo dieci minuti il suo ospite si alza e se ne va. A quel punto mi alzo anche io e prendo il suo posto di fronte all'algida guardia.

Sollevando il sopracciglio destro mi chiede con quel suo tono di voce che sembra quasi in procinto di cantare: "Makhaira, come stai? Spero non ci siano guai in vista."

Scoppio a ridere e poi: "Sto bene e tu? Tranquillo, nessun guaio in vista, ma avrei bisogno di informazioni, se mi puoi dare una mano."

"Sentiamo prima di cosa hai bisogno e poi vediamo se potrò aiutarti."

Mi sporgo più in avanti, minacciosa: "Non fare troppo lo schizzinoso con me, in fin dei conti se sei qui vivo e vegeto è anche per merito mio."

Lui sorride e annuisce: "Hai ragione... Forza, dimmi come posso aiutarti."

"Recentemente in città ci sono stati due furti che sulla carta sarebbero impossibili da realizzare. Un ladro o una ladra professionista, hanno rubato dei quadri di immenso valore. Vedendo il suo modus operandi, ho scoperto che è in attività da molto tempo e ha colpito un po' in tutto il mondo. Volevo chiederti se ne sai qualcosa e se è qualcuno con cui hai già incrociato la strada."

"Mmmh, sì, ho sentito che ha colpito di recente qui a New York. Ti posso solo dire che non è una fata, che è da decenni in attività e che non ha solo rubato qui, ma anche in Faerie nel corso della sua lunga carriera. Che io sappia fa colpi di alto profilo e praticamente impossibili ormai da più di trent'anni, ma nessuno sa di preciso chi sia o cosa sia. Venticinque anni fa le nostre vite, come dici tu, si sono incrociate perché ha rubato un grosso gioiello alla mia Regina. Non lo abbiamo pubblicizzato perché ancora ora non sappiamo come abbia fatto e nonostante le approfondite ricerche e indagini, è sparito con il gioiello che non abbiamo mai più ritrovato. La mia Regina ha cercato di insabbiare la cosa perché non ci abbiamo fatto una bella figura."

"Come fai a dire che non è una fata?"

"Abbiamo fatto approfondite indagini e non ci risulta essere uno di noi. Appartiene sicuramente ad un'altra razza del nostro piano d'esistenza, ma non si sa quale di preciso. Si dice però che sia un uomo, non una donna. È tutto quello che so."

"Non è molto, ma è già qualcosa. Se per caso ti giungesse alle orecchie qualche notizia utile, avvertimi."

Sempre con il suo tono mellifluo e ipnotizzante: "Ma certo Makharia, come desideri."

Mi alzo e me ne vado. Difficilmente si farà vivo per darmi qualche informazione utile, ma tentare non nuoce.

È arrivato il momento di sporcarsi un po' le mani per cercare di scoprire se qualcuno ha visto o incrociato di recente questo maledetto ladro invisibile.
Rimonto in moto e mi dirigo di nuovo verso la città.

È ora di andare a fare un bel giretto al mercato nero detto Black Hole, Buco Nero. Questo perché attira qualsiasi tipo di merce, dalle illegali armi automatiche bandite da anni, a incantesimi e fatture, fino agli schiavi umani. Si può trovare qualsiasi cosa, ma ovviamente è piuttosto pericoloso andarci perché è frequentato dalla peggior feccia della città e dintorni.

Viene definito buco nero anche perché sai quando entri, ma non sai se ne esci. Può infatti esercitare uno strano fascino sulle persone, un po' come il Paese dei balocchi di Pinocchio.
È, a onor del vero, sempre un'esperienza unica e totalizzante andarci.

The Bounty Hunter - Dead Zone (Vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora