Capitolo 30

172 8 0
                                    

Entriamo in una specie di antro-caverna con il soffitto piuttosto alto. La luce è scarsa, ma sono l'unica, come al solito, ad avere problemi a vederci. La torcia mi salva dal fare brutte figure con cadute rovinose annesse.

Quick si guarda in giro e con tono sprezzante dice rivolgendosi a Simon: "E dove diavolo sarebbe questo famoso cancello? Non c'è nulla qui."

Prima che Simon possa rispondere, come se potesse aver bisogno del mio supporto, dico: "Sei un idiota Quick! È ovviamente stato nascosto con un incantesimo." Non gli dico che so anche il punto preciso in cui si trova il cancello e che riesco a vederlo se mi concentro molto ed evito di essere distratta da altri fattori esterni. Come la sua fastidiosa presenza.

Lui mi guarda storto e poi interviene Simon: "Mak ha ragione. Di certo non potevo rischiare che qualcuno lo trovasse per caso. Una strega di fiducia ha fatto un incantesimo di occultamento."

Quick allora mi addita e con tono minaccioso: "E tu come facevi a saperlo?" Poi mi scruta dalla testa ai piedi, dubbioso e pensieroso.

Noto che a Simon si illuminano gli occhi colmi d'ira per la velata minaccia che traspare dal linguaggio del corpo del folletto, ma non interviene.
Io allora guardo Quick, rido e poi: "È semplice logica, cosa che a te ovviamente manca, ma chiunque nella posizione di Simon avrebbe cercato di nascondere un bene così prezioso." Non mi pare convinto, ma non me ne importa.

Poco dopo sentiamo un cigolio e il cancello si apre rivelando a tutti la sua presenza.
Entriamo dentro sempre in fila per uno e dopo un breve tunnel di dieci metri circa, arriviamo ad una parete su cui c'è una scala che risale nel buio verso l'alto. Di sicuro gli operai di Simon hanno fatto un bel lavoro.
Sempre in silenzio, cominciamo a salire.
Dopo una decina di minuti abbondanti, finalmente Simon apre una specie di botola. Si guarda intorno e poi ci fa cenno di raggiungerlo.
Usciamo tutti all'aria aperta, anche se non dà sollievo perché è come se ci fosse puzza di bruciato, ma non di legna, qualcos'altro non identificabile e poco piacevole.
E' notte fonda e la visibilità quasi nulla. Non ci sono rumori, né luci accese negli edifici nei dintorni, come se fossimo in una città fantasma.
Dopo aver richiuso la botola dietro di noi, in silenzio ci spostiamo vicino ad un muro di un edifico da un piano, apparentemente abbandonato.

Simon bisbiglia: "Ok, siamo dentro. Precisamente ci troviamo nella zona sud est della Dead Zone. Quick, è arrivato il momento di dirci dove trovare Daniel." Pur mantenendo la calma, traspare un leggero ringhio nella sua voce. Una minaccia non tanto velata.

Quick ruota le spalle e con un ghigno malefico sul volto, si decide a parlare: "Mmmh, le informazioni che ho raccolto non sono molte: pare che sia tenuto prigioniero nella zona nord ovest da un gruppo di mutaforma non bene identificati. Si dice che negli anni nella Dead Zone si siano formate delle specie di gang divise in due macro gruppi: i carnefici e le vittime. Non so però chi lo tenga prigioniero."

Interviene il taciturno B con tono frustrato: "Fantastico! Dobbiamo solo attraversare l'intera Dead Zone senza crepare, trovare Daniel e riportarlo indietro fino a qui. Un gioco da ragazzi..."

Simon interviene con tono deciso: "Non sarà facile, ma ce la faremo. Dobbiamo solo cercare di non farci scoprire il più a lungo possibile. Siamo in un'area inesplorata e non sappiamo cosa o chi ci attende, quindi dobbiamo stare tutti all'erta, altrimenti non ne usciremo vivi."

Detto questo, senza dare il tempo a nessuno di replicare, si avvia lungo la strada.

Dopo circa un'ora, troviamo un riparo in un altro edificio abbandonato e ci fermiamo per la notte. Decidiamo i turni di guardia e poi ci corichiamo. Non sono la prima quindi posso dormire un paio d'ore. Nonostante la tensione e la paura dell'ignoto che incute questo posto, mi addormento immediatamente.

The Bounty Hunter - Dead Zone (Vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora