Capitolo 31

152 13 3
                                    

SIMON

Provo terrore al pensiero di non trovare Daniel vivo, ma la cosa che più mi angoscia è la paura che possa succedere qualcosa a Makhaira mentre cerchiamo di salvarlo. Non me lo perdonerei mai e temo i forti sentimenti che ho per lei perché è qualcosa che non ho mai sentito prima.

Dopo i vari preparativi, finalmente siamo dentro in questo schifo di posto.
Lo stupido folletto lo farei fuori molto volentieri, mi urta davvero, anche perché non mi piace come guarda Mak e secondo me sospetta qualcosa su di lei. Non può però intuire che lei è un Nullo in alcun modo. Ho iniziato a fare le mie ricerche e risultano estinti da più di cento cinquant'anni anni. Poche persone possono quindi ricordarli.

Le ore scivolano via senza imprevisti e ad un tratto ci avviciniamo ad una piazza. Makhaira mi raggiunge e mi avverte di non proseguire. Anche il mio istinto mi sta dicendo che è una cattiva idea, ma non abbiamo altra scelta.
Di lì a poco succede l'impensabile.

Rimaniamo tutti bloccati da un incantesimo mentre fiumi di acido ci circondano. Sento che Mak è l'unica libera, data la sua immunità alla magia, e si sta operando per liberarci tutti.

Inizio a sudare e sforzarmi per liberarmi, ma nulla da fare. Poi sento un suo urlo di dolore. Non posso muovermi né fare nulla per aiutarla e questo mi distrugge l'anima.
Dopo un tempo che mi pare infinito, ma forse dura solo pochi minuti, salta sulla mia pedana per poi accasciarsi. La prendo al volo prima che cada nell'acido bollente e la porto in salvo.

Nel vicolo ci sono gli altri che parlano tutti insieme per lo shock e la paura della morte appena scampata.
Mak giace inerme tra le mie braccia.

Faccio un ruggito improvviso e tutti si calmano.
Poi con voce profonda e incrinata dallo spavento, dico: "Fate silenzio. Allontaniamoci da qui e troviamo un posto sicuro dove poter curare le sue ferite."

Nessuno protesta e poco dopo ci fermiamo al riparo di una veranda in una specie di cortile interno.
Metto al suolo Makhaira e Carl, altrettanto preoccupato per lei, si avvicina. Gli altri mantengono le distanze.

Carl con voce rotta dalla preoccupazione, mi chiede: "Come sta?" Poi si inginocchia sul lato destro.

Lo guardo e vedo la mia angoscia riflessa nei suoi occhi: "È una brutta ferita. Lo stivale si è sciolto mischiandosi con la pelle e le bende curative che abbiamo non saranno sufficienti. Potrebbe rimanere zoppa se non facciamo qualcosa." Nella migliore delle ipotesi...

Poco dopo si avvicina Quick che con sguardo furbo e divertito dice: "Beh, si dà il caso che possiedo una certa dose di magia curativa e potrei aiutarla, ad una condizione..."

Lo scruto dalla testa ai piedi e cerco di non azzannarlo, almeno non prima di aver sentito cosa ha da dire dato che la vita di Mak è più importante: "Su, parla."

Sorridendo si avvicina a noi: "Tutto quello che è appena successo è davvero interessante ed io sono curioso per natura... La guarirò se mi dirai che cos'è perché di certo non è una semplice umana!"

Ingoio l'accumulo di saliva e poi senza neanche rendermene conto mi trasformo nella mia forma guerriera, non del tutto uomo né animale, e mi scaravento su di lui. Lo prendo per la gola e lo sollevo in alto. Poi avvicino la mia faccia da cui spuntano enormi denti aguzzi e sussurro minacciosamente: "Lei ha appena salvato la vita a tutti e tu ora l'aiuterai e basta, senza chiedere nient'altro in cambio. Se non lo farai, morirai qui ed ora in questo sporco buco malfamato e il tuo corpo resterà a marcire dimenticato da tutti." Lo annuso sul collo dove vedo la vena pulsare: "Anzi, meglio, ti spezzerò le braccia e le gambe e poi ti getterò nell'acido... Tanto era comunque la morte che spettava a tutti noi. Qual è la tua risposta, folletto?"
Lui cerca di ingoiare, ma non può, data la gola serrata. Inizia anche ad avere un colore rossastro tendente al blu.
Poi comincia a sbattere gli occhi su e giù.

A quel punto si avvicina Carl che mi prende il braccio e dice: "Simon, credo che stia cercando di dire con gli occhi che sì, per lui va bene. Lo puoi lasciare ora."

Mollo la presa e il bastardo casca al suolo in ginocchio, poi inizia a tossire.
Senza dargli tregua gli urlo: "Muoviti Quick, o sei morto. Aiutala subito!"

Quick si alza, si avvicina a Mak, poi le toglie a fatica lo stivale aiutandosi con il coltello. In quel momento viene presa dalle convulsioni ed io e Carl ci precipitiamo per tenerle le braccia e la testa fermi.
Non oso neanche guardare lo stato in cui è ridotto il suo piede: una massa sanguinolenta dove a tratti si vedono le ossa sottostanti.

Quick inizia a salmodiare un'incantesimo e si concentra a più non posso passando le mani sulle ferite. Dopo dieci minuti abbondanti, il piede inizia a riformarsi e a rigenerarsi riacquistando la sua forma originaria.
Quick sta sudando per la fatica, ma ora la pelle è rosa. Dopo aver concluso, lo benda.

Si gira, mi guarda e dice: "Ho curato il piede e con le bende e ogni tanto un incantesimo di rafforzamento, già da domani dovrebbe essere in grado di camminare di nuovo. Per oggi però deve riposare, anche perché ha la febbre. Anche quella dovrebbe sparire tra qualche ora."

Lo guardo e mi rendo conto di aver trattenuto il respiro fino a quel momento terrorizzato che potesse morire o rimanere menomata per sempre. "Ok Quick, per ora ti sei guadagnato qualche ora in più di vita. Proseguiremo il più possibile e la porterò in braccio così potrà dormire."

Mi abbasso e la sollevo il più delicatamente possibile. In effetti è bollente, più di me, cosa assai strana per un umano.
Carl si avvicina per dirmi che anche lui la può portare se necessario.

Ho però un moto di possessione totale e quindi per tutto il resto della giornata me la tengo stretta. Sentire il battito del suo cuore che mano a mano diventa regolare e la sua temperatura abbassarsi mi tranquillizza e mi rilassa.

Dopo altre sei ore di cammino senza incidenti di sorta, nonostante il percorso articolato che è palesemente stato predisposto dagli abitanti di questo luogo ameno come una strada obbligata, finalmente esausti, ci fermiamo per la notte. Chissà dove ci stanno spingendo. Ormai sanno sicuramente che siamo qui.

Quella piazza era una trappola-allarme che probabilmente viene innescata da chi non sa il percorso sicuro da seguire, una volta entrato. Se sbagli sequenza, come un grosso computer, fai scattare il fiume di acido.

Nonostante la stanchezza, non riesco a chiudere gli occhi e mi tengo vicino Mak che per tutto questo tempo ha continuato a dormire rigenerando il suo corpo.
Ha ripreso anche un po' di colore sano sulle guance.

Dio, quanto sei bella. Non è che ha ragione Quick e mi hai stregato con qualche incantesimo?
La avvicino ancora di più abbracciandola. So che me ne sto approfittando perché se fosse sveglia mi avrebbe già tirato un pugno sul naso.

Credo proprio di amarti Makhaira e anche questa è una trappola da cui non saprò uscire, ma di fatto non voglio salvarmi.
Mi va bene così.

The Bounty Hunter - Dead Zone (Vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora