Capitolo 6 - Un desiderio da bambini

919 41 1
                                    

«Quindi se rivelo al nemico il tuo nome, lui può controllare sia me che te?» chiesi a Nyx.
«Esatto! Perciò attenta a non dirlo a nessuno. Che rimanga fra noi, intesi?»
«Certamente!» le risposi. Era tardi, dovevo già essere sul campo di battaglia.

Appena uscii dal castello evocai le ali e mi diressi alla pianura di Farel dove ci allenavamo.
«Scusate per il ritardo.» dissi appena atterrai.
«Nessun problema, Elois.» disse la Regina. «Prima di cominciare volevo regalarvi queste.» indicò un roccia su cui sopra c’erano due spade dorate, ricoperte dal fodero impreziosito con ricami colorati. Le prese in mano e ne diede una a ciascuno. Io e Shon le estraemmo senza esitare, e rimanemmo a bocca aperta: le spade erano identiche cambiava solo l’impugnatura: la mia aveva incastonata aceca una gemma di un colore rosso acceso, e all’interno sembrava che ci fosse una fiammella, invece, quella di Shon aveva la gemma di colore verde, limpido e all’interno c’era una foglia rigogliosa che sembrava vera, come la mia fiamma.
«Sono bellissime Regina.» la ringraziai.
«Le ho fatte fabbricare apposta per voi. Ma oggi non le userete nel combattimento. Adesso duellate solo con la magia. Ieri ve la siete cavata discretamente, perciò vi allenerete ancora. In guardia.»

La lezione cominciò e, come previsto, io ero in vantaggio.
Ero più che determinata a vincere quel giorno, per via di una scommessa fatto con Shon. Chi vinceva la mattaglia di oggi aveva diritto a un desiderio.
Dopo qualche ora di battaglia io sbagliai la direzione di un incantesimo, e mancai il mio avversario di poco. Lui scattò in avanti coperto dalla luce della fiamma rossa che avevo evocato, e mi bloccò con delle liane ad un albero vicino. Non riuscivo a muovermi. Chiamai Nyx per trasformarmi, ma non riuscii a mutare forma per via delle liane troppo strette. Shon evocò un ramo appuntito e lo avvicinò alla mia gola.
«Morta.» mi disse con un sorrisetto.
«Molto bravo, molto bravo. Adesso slegami per favore.» lo implorai.
«Forse potrei lasciarti li.» mi disse pensieroso con un sorrisetto compiaciuto.
«Non fare l’egoista Shon.» lo riprese la Regina. Lei alzò una mano e le liane caddero a terra. «Siete stati formidabili. Vi meritate un premio: giornata libera?»
«Ti ringrazio mia Regina.» rispose Shon.
«È un piacere. Andate pure.» disse infine lei.
Tornammo alle stanze. Ma prima che potessi salutare Shon, lui mi cinse la vita e mi baciò portandomi con la schiena al muro. Fu tutto così veloce che neanche mi resi conto.
«Devi ancora esaudire il mio desiderio.» mi disse a bassa voce. Poi mi prese in braccio, aprì la mia camera e mi portò nella stanza da letto. Mi appoggiò sul letto e mi fece sdraiare. Lui torreggiava su di me meentre mi baciava. Mi cominciò ad accarezzare i fianchi e a portare le mani sotto la mia maglietta per poi sfilarmela.

La mattina seguente mi svegliai: la luce entrava soffusa e mi sentivo stranamente felice. Mi ricordavo solo poche cose e sfuocate,ma non riuscivo a metterle nell’ordine cronologico giusto…
…mani che mi accarezzavano la schiena, poi il collo e le spalle. Movimenti strani, bizzarri, ma armoniosi…
Mi alzai dal letto e mi guardai intorno. Non c’era nessuno. Nell’altra stanza senti dei rumori come carta che si piegava, passi di persone. Così andai a controllare: per mio sollievo c’era Shon intento a leggere una lettera.
«Buongiorno.» disse alzando gli occhi dal foglio «Questa lettera l’ho trovata nella mia stanza prima, ne hai ricevuta anche tu una, ma non l’ho aperta. E’ della Regina. Sono preoccupato Elois.» all’udire delle parole presi la lettera e la aprii.
Era da parte di Nahim, mi diceva che era in pericolo e che dovevo radunare i Banchisi e partire per l’attacco alla fortezza di Rohot. Avevano scoperto il suo nascondiglio questa notte e lo avevano indebolito, ma l'aveva catturata. A quanto pare è diventato più potente e ha anche dei seguaci. Dovevamo partire subito. Diceva anche che aveva fatto spedire una lettera a ciascun Banchiso del villaggio e che sapevano di essere pronti.

"…raduna le tue forze Elois. E non arrenderti mai. So che puoi farcela. So che puoi portare te stessa e gli altri di Drindals fuori da questo disastro.
Con affetto e molta speranza, la tua amica
Nahim"

«Shon dobbiamo muoverci.» gli dissi appena finii di leggere.
«Per dove?» chiese confuso.
«Lo so io dove. Muoviti la Regina è in pericolo.» gli ordinai.
«La Regina? Ma…»
«…basta! Fai come ti dico. Dobbiamo radunare i Banchisi e prepararci alla battaglia.» lo interruppi.
«Come desideri, mia signora.» e detto questo uscì dalla camera.
Mi risciacquai, presi la spada e mi avviai al centro di Drindals. Trovai già tutti i Banchisi pronti per partire. Avevano i cavalli ed i carri allestiti con le cose più indispensabili per lo scontro. Tra i cavalli da portare in battaglia notai che c’era anche Tempest che, appena mi vide, mi corse incontro.
«Ciao cucciolo! E’ da molto che non ci vediamo.» lo salutai. Lui si avvicinò euforico affiancato da Mirel e Kira.
«Buongiorno Elois. Pronta per la battaglia?» mi chiese Mirel.
«Buongiorno. Pronta è dir poco Mirel. Dobbiamo salvare la Regina.»
«Già.» disse lei. «Avanti, sali su Tempest lo abbiamo curato e stagliato tutti i giorni. E adesso è perfetto come dovrebbe essere. Non è magnifico?»
«Si, lo è.» dissi accarezzando lo stallone.
«In marcia! Abbiamo una guerra da vincere!» disse lei. Poi si allontanò. Salii sul mio cavallo e mi diressi verso l’uscita della città. Lì trovai Gabriel e Shon cha mi aspettavano a cavallo.
«Sai tu dove andare.» mi disse Gabriel inchinandosi. «Sei tu la guida, ora.»
Mi girai verso la marea dei combattenti, pronti a mettersi in marcia.
«Pronti?» gridai alla folla. Come risposta ottenni un sonoro si! da parte dei partecipanti. Così, con il villaggio alle nostre spalle ci avventurammo nel bosco.

~Revisionato

AlididragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora