Capitolo 9 - Un nuovo membro al gruppo

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«Non essere così dura con te stessa. È una battaglia faticosa: pensavi di abbatterlo con un colpo di coda?» mi disse Nahim.
«No, ma pensavo almeno di farti evadere da li.» le risposi mortificata.
«Ci riuscirai, non perdere fiducia in te stessa.» mi rassicurò.
«Lo farò. Regal, rai onoret octa raila ter ot ire cortais.» “Regina, sono onorata di essere stata al vostro cospetto.”
«Durna ri.» “Grazie a te.”
Mi alzai dalla brandina e uscii dalla tenda. Raggiunsi il padiglione dove tenevano i cavalli e trovai Mirel che spazzolava Tempest.
«Buongiorno, ti trovo bene Elois.» mi disse lei.
«Ti ringrazio. Sono venuta a trovare Tempest.» le risposi.
«Allora te lo lascio.» mi diede la spazzola «Quasi mi dimenticavo. Abbiamo fermato una cavalleria proveniente dal castello. Purtroppo i cavalli dei rivali sono scappati prima che riuscissimo a togliere loro le selle e le briglie. Uno di loro è rimasto ferito, così lo abbiamo portato qui e lo abbiamo curato. È al recinto 45 se vuoi dare un’occhiata, c’è anche Shon.» detto questo si allontanò.
Mi volsi verso Tempest e lui alzò la testa in segno di saluto.
«Ciao cucciolo! Come stai? Ti va se andiamo a fare un giro? Magari andiamo al 45.» gli proposi mentre lo accarezzavo sul collo. Lui nitrì in segno di approvazione, così gli misi sella e briglie, lo portai fuori dal box e andammo al 45.

Si, lo ammetto: ero curiosa di vedere il cavallo nuovo. Ma mai quanto Tempest! Sprizzava entusiasmo da tutti i pori. Arrivati, Shon mi venne subito incontro.
«Come ti senti? Visto che bello stallone?» mi chiese euforico indicandomi il purosangue. Era molto alto ed aveva il manto simile al color cioccolato, ma leggermente più chiaro, le zampe robuste reggevano il suo busto massiccio. Era uno dei cavalli più belli e potenti mai visti. Sembrava un re con tutta la sua maestosità.
«È magnifico. Ma dove si sarebbe ferito?»
«Ha subito solo un graffio al fianco destro,» cominciò il veterinario mentre si avvicinava dopo aver visitato il nuovo arrivato «ma ora sta meglio. Domani potrà essere cavalcato: dobbiamo addestrarlo per bene se vogliamo tenerlo. Abbiamo subito troppe perdite di soldati e cavalli in questo periodo. Direi che il nuovo arrivato è stato come manna dal cielo!» concluse entusiasta. Aveva ragione, erano stati persi molti combattenti ed i loro destrieri.
«Come desiderate. Lo terremmo.. però chi lo monterà?» chiesi ai presenti.
«Io pensavo di consegnarlo a Shon, il suo è decaduto nell’ultima imboscata.» propose il medico.
«A me? Posso tranquillamente montarne uno della cavalleria a terra.» rispose lui.
«Non fare così! Accetta e basta. È un cavallo magnifico, e non puoi negarlo.» lo incoraggiai.
«Si, d’accordo. Ma io non so come addestrarlo, mentre qualcuno qui presente si!» disse fissandomi.
«Va bene, ho capito. Lo addestro io. Ma poi lo monterai tu, ho già Tempest io!» esclamai.

Il giorno dopo andai al recinto dove allenavano i cavalli e trovai Shon ed il nuovo arrivato.
«Buongiorno. Hai pensato come chiamarlo?» gli chiesi mentre prendevo le briglie del cavallo.
«Ci ho pensato tutta la notte: ho deciso di chiamarlo Dinar. Mi sembra quello giusto.»

Appena montai lo sentii già contrario a qualsiasi cosa volessi fare. Tirai leggermente in dietro le redini e lui abbassò il muso fino a terra, così da farmi allungare le briglie. Poi rialzò la testa ed io le recuperai appena in tempo prima che partisse al galoppo; corse per un paio di minuti, poi si fermò. Strinsi le gambe per farlo andare avanti, ma lui non si mosse. Allora passai all’azione.

«Non so se hai capito, ma io non ti voglio fare del male. Vorrei solo che tu mi facessi vedere quanto sei bravo nei movimenti. Dal galoppo di prima te le cavi bene in corsa.» gli trasmisi.
«Non è vero! Tu vuoi solo che io ti ubbidisca!» rispose lui con mia gran sorpresa.
«Puoi comunicarmi i tuoi pensieri? Com’è possibile?» gli chiesi sbalordita.
«Perché me lo chiedi? I vostri cavalli non lo fanno? Neanche quelli alati?» disse poi sbuffò.
«Si, loro si ma gli altri no.»
«Tutti gli animali possono parlarvi. Basta che stiate ad ascoltare. Siamo pur sempre esseri intelligenti come vuoi umani.» mi spiegò.
«D’accordo ci proverò. Ora torniamo a noi: perché non fai come ti dico? Non voglio che tu ti sottometta al mio potere, vorrei che collaborassi. Se non ti dispiace.»
«Collaborare? Non ho mai collaborato con un umano. Ma, dato che me lo chiedi con gentilezza lo farò. Voi non siete come i soldati dell’altro campo, voi non dite “fai come dico io o ti uccido”, vero? Mi piace questo posto.» così Dinar decise di essere cavalcato.

Nel resto della mattinata, cavalcare Dinar fu più semplice del previsto. Dopo le varie andature lo addestrai nel salto ostacoli...non era molto bravo. Alla fine della lezione lo riportai da Shon.

«Sei stata fantastica. E hai anche scoperto che può comunicare.» mi disse entusiasta.
«Si.» risposi «Se vuoi scusarmi, ora dovrei proprio andare.» Corsi fino alle stalle, sellai Tempest e lo portai fuori decusa e pronta a comjnicare mentalmente con ik mio cavallo..
«Sai, prima ho montato il cavallo nuovo; Shon ha deciso di chiamarlo Dinar. Gli ho spiegato le mie intenzioni e lui mi ha risposto. Vorrei sapere…perché tu non lo fai mai.» lui non rispose, ma mi guardò. Poi mi inviò informazioni confuse: animali che parlano agli uomini, incantesimi usati per questo scopo formulati da maghi esperti…

«Quindi potrei farti “parlare” come Dinar. Forse Mirel ne sa qualcosa, d'altronde è la più brava in fatto di incantesimi.»
Trovammo Mirel che spazzolava Kira; dopo averle spiegato il dilemma mi sorrise e ci condusse nella sua tenda nella quale ci mostrò un libro.
«È il mio libro degli incantesimi. Solo i maghi migliori lo ricevono.» lo aprì, e cercò una pagina specifica. «Queste sono le formule che ti saranno d’aiuto per il problema che mi hai descritto. Con la terza potresti risolvere qualsiasi problema come Sirio.»
«Cioè farlo parlare davvero?» chiesi stupita.
«Esattamente.» all’improvviso qualcuno chiamò Mirel. «Ti lascio pensare. Se vuoi tieni il manuale, io so tutti gli incantesimi a memoria!» mi sorrise e corse via.
«Allora.» cominciai «Che ne dici di poter parlare come Sirio?» chiesi a Tempest. Lui nitrì ed alzò la testa, poi toccò con il muso il libro. Intuendo quel che voleva, posai la mano sulla sua fronte e pronunciai la formula magica:

Majara dirkarai, Horento kati Majara kero sir, Darga la suro tar li anlem ingtar

La sua fronte si illuminò, poi la luce si spense il cavallo mi guardò. Un attimo ed il silenzio si interruppe.
«Ti ringrazio. Ti sono debitore.» disse Tempest. Rimasta senza parole lo abbracciai al collo con un sorriso megagalattico.

Nei giorni seguenti allenai lo stallone come fosse un umano. Potevamo togliere briglie e sella: eravamo in sintonia perfetta.
Un pomeriggio i Maghi Maggiori (cioè i consulenti della Creatrice), io e Shon ci riunimmo per definire un piano d’attacco al castello nemico. Il giorno seguente lo mettemmo in atto.

~Revisionato

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