Capitolo 7 - Aria di guerra

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Il viaggio continuò verso il nostro obbiettivo. Con noi vennero anche le guardie, in groppa ai cavalli alati che provai a cavalcare. Era come volare, ma in groppa ad un animale che era sorprendentemente intelligente perché sapevano usare la magia e parlare con noi attraverso il pensiero.

La sesta notte di viaggio ci fermammo per riposare ed io mi offrii per il primo turno di guardia. Appena mi appostai arrivò Mirel con un arco e delle frecce.
«Queste sono per te. Ci hai guidati bene oggi, e credo che lo farai anche più avanti.» poi me li porse.
«Ti ringrazio ma non era necessario.»
«Si che lo è. Tutte le regine devono allenarsi con l’arco.»
«Va bene ci proverò.» poi lei si inchinò e si diresse all’accampamento.
Dopo qualche minuto sentii muoversi qualcosa nel bosco, così andai a controllare. Era buio e non vedevo bene. Ad un tratto qualcosa di viscido mi circondò il polso e, senza pensarci due volte lo taglia con la spada e notai che era un serpente solo quando mi liberai della carcassa. Poi tornai all’accampamento. Era deserto. Riavviai il fuoco e mi sedetti accanto.
Ad un tratto sbucarono dalla boscaglia degli animali, circa una ventina e avevano tutti gli occhi rossi. Erano in maggioranza serpenti, ma c’erano anche falchi, condor ed altri animali. D’istinto impugnai la spada che si illuminò, ma la ignorai, troppo concentrata su quelle strane creature.
Un serpente mi attaccò tentando di mordermi. Io lo infilzai con la lama e mi preparai al prossimo attacco. Di colpo le creature restanti mi attaccarono contemporaneamente. Sgozzai un falco, poi un’aquila ed un altro serpente. Tre vipere mi si precipitarono contro, ma io li infilzai tutti e tre in un colpo solo. Combattei per qualche minuto fino a quando gli ultimi volatili rimasti non volarono via.

«Stupefacente!» gridò un soldato alle mie spalle mentre usciva dalla sua tenda. «Sono contento che tu sia la nuova Creatrice. Sei perfetta.» nel frattempo tutti i viaggiatori uscirono dalle tende e si guardarono intorno per capire cosa era successo. Subito Shon mi corse incontro.
«Cosa è successo? Mi sono svegliatto con urla di animali. Tu stai bene?» chiese confuso.
«Si, si. Sto bene. Ero tornata all’accampamento e queste bestie mi hanno attaccata.» dissi ancora incredula di aver ucciso tutti quegli animali da sola. Shon si voltò e si diresse verso i corpi inermi e li esaminò. Poi arrivarono anche Gabriel e Mirel.
«È opera di Rohot. Guarda gli occhi, sono stati posseduti e controllati.» disse Gabriel.
«Come? Non ho capito bene. Sono stati posseduti? Che significa?» chiesi.
«Vale a dire che un mago, molto potente, ha usato un certo numero dei suoi soldati per ucciderti. Ha usato il Girdania schelgra, il controllo delle menti, forse perché aveva paura che si sarebbero opposti al suo volere. Sta di fatto che era lui ad usarli.»
«Quindi ci ha trovati.» dissi allarmata.
«Si. ma non credo che si allontani molto dal suo castello. È già molto debole e poi ha anche dei prigionieri a cui solo lui sa tenere testa.»

Il giorno seguente continuammo il nostro viaggio.
Ci fu un nuovo attacco, questa volta, però, furono lupi, orsi e gufi i nostri avversari, tutti con gli occhi rossi. Non c’è l’avrei mai fatta senza l’aiuto dei miei compagni. Per la prima volta vidi l’orso bruno di Gabriel e la ferocia nel combattimento del drago verde di Shon.
Sembrava furioso contro il suo avversario. Shon sfidò un gufo in un attacco aereo che, però, durò solo alcuni istanti: lo afferrò con gli artigli e gli staccò la testa appena la toccò con le zanne.
A me toccò un lupo dal pelo scuro, quasi nero. Appena mi vide mi attaccò, ma lo fermai azzannandolo ad una zampa e, senza mollare la presa, lo buttai a terra di schiena. Sentii il suo sangue scorrermi lungo la lingua. Il lupo mi guardò con occhi sconvolti pieni di paura, poi diventarono da rossi fuoco a marroni caffè, il suo pelo mutò colore e diventò color cioccolato. In quel momento vidi tutte le sue sventure da quando aveva lavorato per il nostro eterno nemico, Rohot.

“Era una ragazza che, da quando era stata catturata aveva sempre lavorato come soldato. Da qualche giorno si era addormentata, ed ora si è svegliata. Dormendo ha sognato di essere controllata, faceva tutto come se fosse un burattino. Fino ad adesso, quando l’avevo risvegliata da quel brutto sogno.”

«Grazie.» mi disse. Poi corse via nella foresta.
Mi concentrai sugli altri avversari e, fino a quando anche l’ultimo nemico fu sconfitto, placai la magia.

Il viaggio durò quasi due intere settimane. Attraversammo fiumi, laghi e pianure senza sosta. Infine trovammo la fortezza. Per nostra fortuna cercavano soldati così ci dividemmo: un gruppo capitanato da me e Shon che entrò nel castello mentre l’altro con come capi Gabriel e Mirel rimasero nel bosco in attesa dell’intervento. Tenendo conto che Rohot non conosceva il mio volto, ne approfittai.

«Chi vuole arruolarsi nell’esercito reale da questa parte.» gridò un soldato indicando un cancello
Ecco qual’era il trucco: dicevano che era l’esercito del re.
Entrammo in un atrio dove Rohot aspettava seduto sul suo trono. Era un uomo dai capelli e barba corti e scuri, e indossava un'armatura di un grigio opaco. Fermò il nostro gruppo e si avvicinò.
«Un gruppo numeroso.» disse con tono sorpreso «Conoscete le arti magiche?» subito mi venne da ringhiare come avviso da rivale, invece risposi: «Si, ma non siamo molto esperti.»
«Molto bene.» si girò, ci condusse in un corridoio e poi alle nostre stanze. Non feci neanche in tempo a guardarmi intorno quando un soldato fermò me e Shon.
«Il caporale vi convoca.» si voltò e fece cenno di seguirlo.
Ci portò in biblioteca dove Rohot ci attendeva.
«Vorrei sapere che tipo di arti magiche sapete usare voi ed il vostro gruppo.»
«Perché non ci mettete alla prova?» lo provocò Shon.
«Buona idea. Guardie, scortate questi ragazzi e il loro gruppo nel campo.» poi si voltò verso di noi «Ci divertiremo molto.» Le guardie ci portarono in un campo di battaglia dove si allenavano diverse persone. Appena Rohot entrò nell’arena i combattenti si girarono e si inginocchiarono.
«Combatterete contro i nuovi arrivati. Fatemi divertire.»

Erano troppi, ci avrebbero uccisi. Cinque guerrieri ci attaccarono: un ragazzo si scagliò su di me e lo evitai scattando in alto. Lui mi rincorse, io gli lanciai una sfera di fuoco e cadde a terra esanime.
Mi guardai intorno: stavamo vincendo, l’unico problema era che stavano entrando altri avversari nel campo, così feci l’unica cosa che non andava fatta ma che ci avrebbe salvati.
«Nyx aiutami, per favore!»
«Lo so. Stai tranquilla.»
Diventai il drago rosso e volai verso le porte da dove entravano i combattenti e soffiai una vampata di fuoco. Gli uomini bruciarono come fossero di paglia. In lontananza sentii gridi di disperazione.
«Non può essere! Non è possibile!» gridava Rohot. Velocemente mi accucciai in un angolo per riprendere le forze, ma fu inutile: Rohot scese dagli spalti su cui si era seduto e cominciò a correre nella mia direzione. Si trasformò e divenne la viverna che tanto mi assillava nei sogni: era lui. Lui mi tormentava. Lui mi faceva sentire impotente. In un batter d’occhio mi prese con le zampe posteriori e mi lanciò con una forza impressionante nel centro del campo; i combattenti si scansarono appena videro il corpo cadere.

~Revisionato

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