Capitolo 11 - Soluzioni

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«Non sempre le cose vanno per il verso che vogliamo noi.» mi disse Tempest.
«Ma non dovevano andare così!» gli risposi in lacrime. Eravamo nella mia tenda, Il cavallo era accucciato accanto alla brandina, perché in piedi non ci stava. I soldati stavano smontando l’accampamento, ma la mia tenda sarebbe stata una delle ultime.
«Ci sono state molte morti, tra cui lui. So che ci tenevi molto, ti capisco. Anche io mi sentirei così se fossi deceduta tu. Quando ti ho visto rientrare nel bivacco ho gioito come non mai. Ma alla tua vista, alla vista dell'espressione che avevi in volto. Questo mi ha fatto capire che avevamo vinto, ma tu avevi perso.» disse posando il muso sulle mie gambe.
Rimasi in silenzio ascoltando i battiti del suo cuore. Da quando aveva cominciato a parlare, Tempest  mi era sempre stato accanto a confortarmi nei momenti in cui pensavo a lui.
«Elois!» mi chiamò Mirel da fuori la tenda.
«Che succede?» chiesi uscendo ed asciugandomi le lacrime in fretta. Teneva in mano il libro degli incantesimi che mi aveva chiesto indietro.
«Non ci crederai mai! Leggi qui.» mi disse entusiasta. Mi indicò una formula nel capitolo riservato alla Creatrice. Era l’incantesimo “Gervarel Dendrerisveglio mortale. Veniva chiamato così perché faceva tornare in vita le persone decedute, ma, se pronunciato sbagliato anche solo di un accento, poteva uccidere il mago che lo ha evocato, per questo non si usava molto.
«Non è certo l’incantesimo più innocuo, ma… quello che ho trovato.» disse Mirel.
«Okay. Proviamoci.» dissi infine.
«Aspetta un momento! Non dirai sul serio?! Sai, vero, che ti può uccidere!» mi fermò lei.
«Si, lo so. Ma voglio evocarlo. Voglio rimediare al mio errore.»
«Il tuo non è stato un errore! Ma un atto di coraggio. Al tuo posto non so quante persone avrebbero fatto lo stesso: uccidere la persona che ami.» tentò di farmi ragionare Mirel. Ma io avevo tutte le intenzioni di proseguire.
«Va bene, fa come vuoi. Almeno prima consultati con qualcuno più saggio, ad esempio la Creatrice.» e detto questo se ne andò. Rientrai in tenda e spiegai il fatto a Tempest.

Quando ebbi finito mi disse: «Ho capito che vuoi rivederlo a tutti i costi ma non è questo il modo. Mirel ha detto che sarebbe il caso di consultarci con qualcuno più saggio, perché non ti rivolgi al tuo drago?» all’improvviso mi ricordai di un modo per evocare il Dirka al di fuori della mente.

Mi misi davanti allo specchio e pronunciai Dirka daren ter me tara, ejonti haret kareila menos. E molte altre frasi. Finito di pronunciare quest’incantesimo lungo e complesso, l’immagine sullo specchio tremolò e divenne Nyx. La dragonessa era accucciata ma la sua testa arrivava circa all’altezza della mia.
«Ciao.» mi disse  inclinando la testa. Tempest si unì e la salutò.
«Vedo che hai un nuovo, vecchio amico. Ti chiami Tempest giusto?» gli chiese Nyx.
«Si, dragonessa. Ma dubito che io possa sapere il tuo nome, o erro?» rispose il cavallo.
«Non erri purtroppo. Per questioni di sicurezza, come ben sai, non posso rivelarti il mio vero nome. Comunque puoi chiamarmi semplicemente drago.» concluse lei.
«Vorremmo chiederti una cosa, se non ti dispiace.» mi intromisi io «Tu sai meglio di me cosa è accaduto la scorsa battaglia» deglutii «volevo sapere se si può rimediare con questa formula.» e gli allungai il manuale. Lei la lesse, e capendo cosa volevo fare mi guardò e disse «Solo tu sai quello che vuoi, ma chiediti: è la cosa giusta? Molte persone se ne sono andate, perché far tornare una sola persona? Non mi sembra giusto nei confronti dei cari degli altri caduti.»
«Ma lui è più importante degli alti!» ribattei con le lacrime agli occhi.
Lei mi sorrise: «La vittoria va a chi sa aspettare. Tienilo presente.» poi svanì e ritornò la mia immagine. Dopo alcuni istanti, mi girai verso Tempest e gli porsi il libro.
«Riportalo a Mirel, devo sistemare le mie cose.» lui lo prese, mi guardò commosso ed uscì dalla tenda.

Nyx aveva ragione, volevo farlo tornare troppo presto, e se aspetterò troverò una soluzione migliore. Forse.

~Revisionato

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