8. Luce

73 4 0
                                    

Luce.

La discussione con Mike mi ha frastornata. Ma sono sicura non quanto lui avrebbe voluto. Sono qui seduta sul mio letto intenta a pensare quello che è successo in poche ore. La mia vita si sta complicando. Guardo l'ora ed è tardissimo. Devo ancora vestirmi e correre a scuola. Mi vesto velocemente, mi sistemo i capelli, un velo di trucco e mi precipito a scuola. Per come ha avuto inizio la mia mattina, oggi si prospetta una giornata di m.... .

Non faccio altro che pensare a quello stupido sogno. Anche se ad essere sincera non sembrava proprio un sogno, sembrava più una situazione molto reale. Le sensazioni che ho provato mi sono arrivate fin sotto la pelle. Lasciandomi lì, inerme e insoddisfatta mi ha squarciato il cuore. Mi ha lasciato una ferita che non fa altro che sanguinare e fa male, quanto la sua mancanza. È come se andandosene avesse portato via con se una parte di me. Mi sento svuotata, e un po' lo odio, per avermi fatto questo. Dovrei anche riflettere su quello che mi ha raccontato Mike ma... è più forte di me, adesso non mi interessa molto quello che mi circonda.

Quel ragazzo mi ha travolta con la sua passione. Con questo ricordo, impresso prepotentemente nella mente e nel cuore, solo quando sento lo schiamazzo delle voci intorno a me, mi accorgo di essere arrivata a scuola. Non voglio attirare di nuovo l'attenzione su di me; quindi decido di dirigermi subito nell'aula della mia prossima lezione. Quando arrivo è ancora vuota, così posso prendere posto nell'ultima fila, così da non essere ne notata ne disturbata. Seguo le lezioni solo per non litigare con i miei, ma in questo momento non mi importa molto della scuola.

Dalla sera prima, dopo la litigata con mia madre ancora non l'ho vista; non credo che mi perdonerà molto presto. Sono consapevole di aver detto cose pesante e spiacevoli nei suoi riguardi, ma adesso ho cose più importanti alle quali pensare. Al suono della campanella, la classe, in pochi istanti si riempie. Nessuno sembra notare la mia presenza. Meglio così.

La lezione di matematica inizia. Non ho mai avuto problemi con questa materia, ma adesso quello che è sempre risultato naturale al mio cervello oggi sembra non comprenderlo. Non riesco a seguire.

Mi nascondo dietro a tutti e appoggio la testa sul banco. Una forza invisibile mi trascina con se nelle profondità.

Ecco di nuovo le sue mani possenti ed esperte sul mio corpo, la sua bocca che prepotentemente reclama la mia, e la divora letteralmente, il suo corpo stretto intorno al mio, la sua lingua calda e dolce che accarezza la mia; sento il suo cuore battere nel mio petto ed il mio battere nel suo. Hanno lo stesso ritmo e la stessa intensità. Le sue mani passano dal mio corpo a mio viso, fino ai miei capelli, che tira dolcemente. La sua lingua dalla mia bocca passa sul mio collo; mi riempie di baci. Arriva fino al lobo del mio orecchio. " Dimmi che sei mia..." Ci fissiamo negli occhi, ma mano a mano che passa il tempo lo vedo allontanarsi, svanire. La miei stesse grida mi riportano al mondo reale.

Alzo gli occhi. L'intera classe è intenta a guardarmi, con lo stesso sguardo con cui si guarda una matta. Ed è quello che sono diventata. Anche l'insegnante ha interrotto la lezione.

"Ehi Luce... stai bene!?" mi chiede.

Tutti quegli sguardi addosso a me è come se fossero coltelli, pronti ad assalirmi; non ci penso due volte; prendo velocemente le mie cose e scappo dall'aula; sento la voce preoccupata del professore in lontananza, "Torna qui!!!! " Ma sono già fuori nel corridoio. Non so bene se sto scappando o se sto rincorrendo qualcosa. O qualcuno!?

L'adrenalina mi spinge a non arrestare la mia folle corsa. Non vedo dove sto andando, vedo solo il suo volto, che ad ogni mio passo sembra allontanarsi di anni luce.

La mia folle corsa finisce nella maniera più brusca. Vado a sbattere contro qualcosa. O qualcuno!?

"Cazzo stai attento a dove metti i piedi..." Lo sto rimproverando.

Ma... commetto l'errore  più grande della mia vita; quando alzo gli occhi; il mio cuore si ferma.

Forse sono morta. Quello che sta davanti a me mi getta nelle profondità dell'inferno. Mi intrappola nelle sue spire, e non mi fa più tornare indietro.

Quegli occhi verdi mi strappano il cuore. Mi mozzano il fiato in gola. Rapiscono la mia anima. Non ho più via di uscita. Non c'è nulla che possa salvarmi. Non c'è nulla al quale possa aggrapparmi per non scivolare ancora più in profondità.

LE MIE DUE ANIME (Parte 1.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora