Lauren

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Per prima cosa era necessario trovare un posto dove dormire; gli hotel e i bed&breakfast erano troppo costosi, i motel e gli ostelli troppo sporchi. Dove andare? Pensarono di dirigersi direttamente al cafè "Le Toyman", ma erano nel cuore della notte e l'idea non li stuzzicava. Ma in fin dei conti, erano davvero stanchi? Avevano davvero bisogno di un tetto sotto cui riposare?
Dopo le ultime ore di tensione i ragazzi si sentivano euforici, l'adrenalina pulsava nelle loro vene fino al cervello, le ginocchia e le mani tremavano per la paura dell'ignoto e la testa era piena di pensieri e preoccupazioni. Avevano bisogno di dimenticarsi di tutto, per una notte, per qualche ora. In fondo non c'era fretta, la notte era ancora giovane e Parigi era una bella città, piena di bei locali. Uno dei quali fu il prescelto dalla comitiva.
La discoteca "Les Coleurs" sorgeva in un buio angolino della famosa Rue Oberkampf. All'esterno assomigliava ad un tranquillo pub parigino in stile liberty, con festoni di fiori bianchi che si riversavano sulle le scure finestre e pesanti lanterne appese fuori dal portone, che emanavano una fredda luce azzurrina. Ma all'interno abbandonava quell'aria calma e riservata per lasciare spazio alla frenesia e alle risate notturne.
Lunghi drappi di seta colorati pendevano dal soffitto accarezzando le guance delle dozzine di ragazzi danzanti. La musica era pulsante e ripetitiva, trasportava il pensiero e inibiva i sensi. Un vapore roseo occupava la sala e le sue spire volteggiavano dolcemente tra la folla.
Appena entrata Nina sparì oltre le tende, Brooke e Will cercarono un posto dove sedersi.
La Scozia sembrava lontana anni luce, l'ombra che avevano visto la prima sera, la strega, persino Chloe. Era tutto così distante.
I ragazzi si abbandonarono alla musica e ballarono per ore. La musica pulsava a ritmo con i battiti del loro cuore e li trasportava dolcemente sulle note morbide ma pesanti.
E solo quando Brooke, esausta, si lasciò cadere su un divanetto realizzò con orrore che anche Will era sparito.
Passato lo spavento pensò che probabilmente si erano persi tra la folla e che lui in quel momento stava ballando con qualche ragazza.
-Hai la gelosia in faccia.- una cinesina si avvicinò a Brooke -Il tuo ragazzo balla con qualcun'altra?- aveva i capelli nerissimi raccolti in una coda di cavallo, indossava un vestito rosso con un'ampia gonna e un paio di tacchi che la slanciavano parecchio data la sua statura. Guardava Brooke con una certa dolcezza, gli occhi verde smeraldo contornati di nero sembravano scrutarla nel profondo.
-Io sono Lauren, tu?-
Fecero amicizia in fretta, Brooke le raccontò di Will e Nina e che erano appena arrivati a Parigi. Lauren da parte sua disse che lavorava in un caffè vicino alla Tour Eiffel come cameriera, che abitava sul canale di Saint-Martin in un piccolo appartamento. Parlarono per molto tempo, Lauren era molto socievole e divertente, aveva sempre la battuta pronta ma anche un certo modo di parlare: dolce, morbido e caldo. Brooke si sentiva al sicuro e compresa come non si era mai sentita, nemmeno con Nina.

Nel frattempo Will veniva trascinato da una biondina alta e flessuosa sul retro del locale. Lei si aggrappava a lui baciandolo sul collo e poi su fino alla mandibola cingendogli le spalle e accarezzandogli i fianchi, ma poco prima di toccare le sue labbra si staccò di colpo. Will rimase intontito per qualche secondo prima di rendersi conto che lei se ne era andata senza dire una parola.
Il retro era buio, illuminato solamente dalla luce che filtrava da sotto la porta. Il fumo roseo scivolava sotto lo stipite e ricopriva buona parte del vicolo. Ombre scure e sfuggevoli volteggiavano davanti agli occhi del ragazzo confondendolo. Le risate e le urla provenienti dalla strada sembravano lontane e ovattate come la musica del locale.
-Mi dispiace- una voce chiara e cristallina proveniva da un angolo della strada -era carina, la ragazza- apparteneva sicuramente ad una donna, aveva un suono dolce e suadente. - Sei tu William Blossom?- Will indietreggiò verso la porta -Oh ti prego non andartene, non sarebbe molto educato- Il ragazzo si fermò, forse valeva la pena restare. -Cosa vuoi?- disse cercando di sembrare disinteressato. -Si tratta di Brooke, mi devi aiutare.-

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