Il vagone aperto faceva da finestra a campi soleggiati e notti scure, scopriva albe celesti e faceva entrare la pioggia in freddi pomeriggi dal cielo plumbeo. Erano giorni silenziosi, densi di stanchezza e soprattutto di sospetto. I tre ragazzi spesso passavano intere ore senza degnarsi di uno sguardo e a volte un'occhiata data di sfuggita valeva per un discorso intero. Nessuno rideva, ogni tanto qualche sospiro esasperato o un'affermazione sul tempo rompevano il silenzio, ma niente di più.
Erano stremati, stavano viaggiando senza sapere che cosa li avrebbe accolti una volta arrivati e non si fidavano più l'uno dell'altro. Brooke per prima era inquieta, incerta sull'improvvisa e non incidentale ricomparsa di Nina e delusa dal silenzio di Will su una cosa tanto importante come il ritorno di sua sorella.
Anche Will nutriva forti sospetti verso quella misteriosa ragazza dai capelli stravaganti che aveva la brutta abitudine di sparire troppo spesso. Quest'ultima, dal canto suo, non si curava minimamente delle paranoie degli altri due e sapeva di essere nel posto giusto finché era con loro.
Era il terzo giorno di viaggio quando, durante una delle numerose e interminabili pause del treno, avvenne quello che tutti e tre avevano sperato non avvenisse mai.
Si erano fermati in un freddo paesino deserto. Il cielo era grigio cenere e i tetti rossi spiccavano come fiamme tra le nuvole scure.
Will fischiettava un motivetto leggero e teneva il tempo battendo un piede su una delle casse di legno umidiccio.
Brooke era sdraiata in modo da far ciondolare la testa fuori dal vagone, i suoi capelli corvini sfioravano le rotaie e penzolavano avanti e indietro a tempo del fischiettio. Nel suo campo visivo entrò, uscendo da una baracca di mattoni scuri, un uomo piuttosto grasso con un giubbotto blu e un cappello verde, che camminava a testa in giù. Aveva il volto rosso e gli occhi sbarrati, muoveva la bocca. Brooke lo mise a fuoco e iniziò ad ascoltare quel che diceva, ma urlava in una lingua sconosciuta.
-Will!- il ragazzo si girò di scatto, confuso, erano quasi tre giorni ormai che Brooke non gli rivolgeva la parola.
-Dimmi.- esclamò con voce roca. - Credo che quel tizio stia venendo verso di noi-, disse lei con fare disinteressato. Will lanciò un'occhiata davanti a sé: un grosso omone caracollava nella loro direzione puntandogli addosso un rosso dito grasso e gesticolando.
-Oh no, no no, pessima cosa!- Will prese al volo gli zaini e ci ficcò dentro le cose che avevano sparso sul pavimento. - Ti conviene correre. In fretta!- prese per mano la ragazza e se la trascinò dietro.
Brooke lo guardò, mentre correva con tutta la forza che aveva in corpo: sul suo volto era comparsa una buffa smorfia e il vento gli scompigliava i riccioli dorati. Sorrise.
L'uomo non era abbastanza in forma per riuscire a stargli dietro, e ben presto si accasciò appoggiandosi al treno arrendendosi.
Intanto i due erano entrati nel paesino e ne percorrevano le strade acciottolate. Brooke rideva tanto da non sentirsi più i polmoni e ben presto si trovò a cercare la mano di Will, il quale gliela porse subito. Si fermarono in una piazzetta spoglia e spopolata, persino l'acqua della fontanella di rame che ne stava al centro scorreva lentamente senza fare alcun rumore.
Entrambi si sciaquarono il viso, e se ne pentirono poco dopo, sentendo l'aria gelida sferzargli le guance.
Caddero sul cemento e risero forte fino a quando gli occhi di uno non caddero in quelli dell'altro.
Ci fù un momento di sottile tensione, una piccola scossa elettrica attraversò l'aria intorno ai due ragazzi, poi Brooke si alzò scrollandosi la polvere dai vestiti.
Will rimase impietrito per un attimo prima di riuscire ad issarsi con fatica sulle proprie gambe e balbettare qualcosa riguardo a quanto facesse freddo.
Nessuno di loro aveva infatti pensato di finire in Russia al momento di fare le valigie, e adesso c'era urgenza di un cappotto.
Vagarono per le strette vie di quel gelido paesino in cerca di un negozio dove comprare l'occorrente, ma senza alcun successo.
-Nina! Che fine ha fatto Nina?- sbottò Will. Nella fretta di allontanarsi dal treno l'avevano persa di vista.
Brooke sospirò scocciata -ricomparirà, come fa sempre..- e continuò a camminare guardandosi intorno.
Poco più in là penzolava pigramente un'insegna a forma di boccale dal quale strabordava Della schiuma bianca. I due si guardarono: una locanda voleva dire cibo e calore, decisero quindi di entrarci.
-Wilkommen, setz dich!- li accolse un donnone con un gran sorriso e un'aria un po' brilla.
Ordinarono da mangiare e si sedettero ad uno dei tanti tavoli di legno intagliato. Brooke sorrise osservando Will accasciarsi sulla sua sedia di castagno, erano entrambi stremati e furono felici di potersi riposare godendo dell'accogliente tepore che abbracciava la locanda.
Poco più tardi, dopo che i due ragazzi ebbero finito di divorare il loro cibo, la porta del locale si aprì facendo entrare uno spiraglio di vento gelido che portò con sé una ragazza a loro ben nota. Questa di guardò intorno e vedendoli gli venne in contro.
-Vi avevo persi!- esclamò -e molte grazie per essere venuti a cercarmi..- disse poi con tono accusatorio.
Brooke aggrottò le sopracciglia e borbottò qualche vaga scusa. Nina prese una sedia e si accomodò vicino all'amica, che automaticamente si spostò di qualche centimetro.
Will si offrì di andare a pagare e si alzò, lasciando le ragazze da sole.
Dopo un lungo silenzio Brooke iniziò a parlare della questione "abiti caldi" e chiese a Nina se non avesse incontrato qualche boutique.
-Non la definirei boutique, ma ho visto un emporio venendo qui e sembrava abbastanza fornito.-
Una volta tornato Will si avviarono verso il posto in questione, preserò ciò di cui avevano bisogno e, bardati da testa e piedi, tornarono al treno sperando che non fosse già partito.
Quando arrivarono lo trovarono dove lo avevano lasciato e si sistemarono in un altro vagone, arredandolo con pesanti coperte di lana e sacchi a pelo.
Coperti più che a sufficienza, stanchi e sognando una doccia si addormentarono, mentre il treno ricominciava a muoversi verso alte e austere montagne i cui picchi bucavano il cielo scuro.
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Il Gatto Nero
AdventureBrooke è una ragazza indipendente che ama vagabondare nelle campagne vicino alla sua città. Ma sono ormai anni che cerca di scappare dalla sua famiglia e di girare il mondo. Un giorno però ci riuscirà e attraverso i suoi viaggi verrà a scoprire un s...