- Un consiglio è ciò che chiediamo quando già conosciamo la risposta ma vorremmo non conoscerla.
Il fine settimana giunse in fretta all'Akatsuki, il nightclub per cui Naruto lavorava come barista.
Il sabato sera il night era sempre stracolmo di gente. Come di consueto, i cameriere e le cameriere in tenuta super sexy mostravano i loro corpi perfetti per compiacere i clienti, mentre le ballerine si esibivano in balli mozzafiato. Nelle salette private era possibile assistere a spettacolini più spinti e accattivanti: ragazze completamente nude che mostravano le loro grazie; i transessuali, per la gioia dei clienti più eccentrici; uomini sexy, nudi e muscolosi per le donne più birichine. Si poteva anche trovare ogni sorta di ragazzo, dal genere Twink, ai super maschi per gli omosessuali.
La cosa che contraddistingueva l'Akatsuki era proprio la vasta gamma di spettacoli e dipendenti di cui era fornito.
Hidan, dall'alto del suo ufficio privato con vista sul locale, ammirava la sua creazione. Fin da ragazzo il suo sogno era diffondere l'erotismo e la sensualità nel mondo, senza discriminazioni. Del sesso amava tutto, dalle belle donne dai corpi morbidi, formosi e sensuali, agli uomini muscolosi e attraenti.
Riteneva il sesso come una forma d'arte, qualcosa di umanamente meraviglioso, esistente fin dalla notte dei tempi.
Si era sempre chiesto per quale motivo gli animali, con il loro istinto, si fossero sempre concessi certi desideri senza mai porsi limiti e costrizioni, mentre gli esseri umani tendevano a nascondere i loro desideri più repressi ritenendoli qualcosa di malsano.
Non ne aveva mai capito il motivo.
Adesso avrebbe diffuso lui il meraviglioso mondo della sensualità per le strade di Tokyo.
"Ma non ti stanchi mai a pensare solo al denaro?" Continuando ad osservare il suo meraviglioso locale si rivolse al comproprietario.
"Se non fosse per me avresti già mandato a puttane tutto con la tua mania di grandezza!" La voce di Kakuzu uscì dura e sprezzante.
"Voglio solo che la gente si diverta! Quando sono nel mio locale devono lasciarsi coinvolgere dal brivido del sesso! Assaporare l'erotismo! Provare nuove esperienze!"
"Meno male che mi occupo io delle assunzioni dei dipendenti!"
"Che vorresti insinuare?" Hidan si voltò repentino, cogliendo il senso nascosto della battuta.
"Che a te interessa ben poco dell'età dei dipendenti! Sai che possiamo assumere solo gente maggiorenne!"
"Certo che lo so!"
"E allora non assumere ogni bel faccino che ti viene a chiedere lavoro!"
"Tzé! Io non assumo ogni bel faccino che mi capita a tiro!"
"Allora che mi dici della ragazza di stamattina? Si vedeva lontano un miglio che non era maggiorenne! E tu da bravo idiota stavi per assumerla come cubista!"
Kakuzu continuava a contare l'incasso racimolato all'entrata.
Hidan tornò ad osservare il comproprietario del locale con interesse. Poggiato al bordo della finestra privata, che dava sul locale, si soffermò a osservare il corpo massiccio e scolpito dell'altro.
Trovava Kakuzu un tipo odioso, avido, taccagno, interessato solo al denaro. Eppure nessuno era mai riuscito ad eccitarlo come al contrario faceva quell'uomo.
Il fisico robusto, possente, le spalle larghe e muscolose, altissimo. Quell'uomo era quanto di più mascolino si potesse concepire, e Hidan lo sapeva bene.
Con fare sensuale, il minore raggiunse l'altro parandosi alle sue spalle, massaggiandole delicatamente. Passò le mani su quei muscoli possenti, percependo l'eccitazione crescere a dismisura.
Kakazu silenziosamente lo lasciò fare. Si era già fatto un'idea su come si sarebbe concluso quell'incontro.
L'albino sempre più lentamente lasciò scorrere le mani sul petto muscoloso dell'altro, sbottonando uno ad uno i bottoni della sua camicia. Lentamente aggirò la sedia e si mise a cavalcioni sulle gambe dell'altro.
"Che diavolo stai facendo?" La voce del moro uscì forte, quasi sprezzante.
Il minore stirò un enorme sorriso sadico, mentre prendeva entrambe le mani del compagno piazzandole sul suo sedere.
"Sai quanto io detesti fare il passivo! Eppure... tu sei l'unico in grado di farmi apprezzare una cosa degradante come l'essere sottomesso!"
"Senti, non ho tempo da perdere! Dimmi cosa vuoi e facciamola finita!"
"Scopami!" Rispose a pochi millimetri dalle sue labbra, baciandole subito dopo.
Fu un bacio bagnato, rozzo, volgare, i due uomini si baciavano continuando a lasciar giocare le loro lingue, sbarazzandosi poi degli abiti con foga.
Kakuzu afferrò i capelli albini di Hidan, strattonandoli con forza. Gli morse il collo, per poi costringerlo ad alzarsi sbattendolo letteralmente contro la scrivania. Sempre con fare prepotente, spinse il minore a pancia in giù contro il tavolo, godendo della visione del sedere dell'altro. Portò due dita alle labbra bagnandole frettolosamente. Passò sempre con rabbia sulla fessura dell'altro, tanto quanto bastava per inumidirla, dando il via a quell'amplesso, rude, quasi rabbioso.
Hidan, piegato a novanta contro la scrivania, percepiva il sesso dell'altro scavare dentro il suo corpo con forza crescente. I fianchi stretti da quelle mani possenti, mentre si spingeva in lui con ferocia. Era tutto così violento, ma gli andava bene così. Non era una donna e non voleva essere trattato come tale.
Percepì la mano di Kakuzu staccarsi dal suo fianco per andare ad afferrargli i capelli sulla nuca, stringendo forte, fino a raggiungere il suo orecchio.
"Se devi venire fallo! Non ho intenzione di accontentarti ancora per molto!"
L'albino sentì l'eccitazione triplicarsi. Portò una mano alla sua erezione stimolandola fino a svuotarsi, accorgendosi poi che l'altro stava uscendo dal suo corpo.
Allungò le mani portandole su quelle del maggiore. "Vienimi dentro!"
L'uomo dai capelli scuri, abbastanza lunghi e lasciati liberi dietro, inarcò un sopracciglio.
"Come vuoi." Rispose neutro.
Uscì appena un secondo, afferrò il collega per un braccio e lo sbatté sul tavolo, stavolta in posizione supina. Rientrò in lui, proseguendo l'amplesso fino a svuotarsi.
Si sfilò immediatamente, lasciando il collega steso su quella scrivania ancora travolto dalla sveltina. Poi si rivestì in fretta.
"Vado a controllare gli incassi del bar." Kakuzu uscì da quell'ufficio e si inoltrò tra la folla.
Hidan, ancora steso su quel tavolo, si lasciò andare ad un sorriso soddisfatto. Nessuno scopava come lui. Era fantastico! Il sogno erotico che aveva sempre desiderato!
"Sarai mio, contaci!" Si disse rimettendosi dritto e vestendosi anch'egli, prima di raggiungere il night gremito di clienti.
In piedi, dietro al bancone del night, un ragazzo biondo, di bell'aspetto, dai capelli tirati indietro, tenuti fermi da un'enorme quantità di gel, agitava lo shake intento nella preparazione di un cocktail per un tavolo. Indossava una camicia bianca arrotolata sui gomiti e un grembiule nero legato in vita.
Senza ombra di dubbio, quel ragazzo vestito in quel modo emanava fascino in tutti i sensi. Solo i suoi occhi tradivano il profondo turbamento che albergava nel suo animo.
Dal famoso bacio rubatogli dal coinquilino era trascorso qualche giorno, giorni passati ad autoimporsi di dover smetter di torturarsi, a chiedersi il perché di quel gesto. Si era poi dato dello stupido per l'ovvietà della risposta. Era un bacio dato per gioco. Nulla di serio. Senza significato.
"Delle volte penso di esser l'unico a questo mondo alla ricerca di una persona che mi ami realmente! Qualcuno che non voglia giocare con i miei sentimenti!"
Si disse tristemente, versando il contenuto nello Shake in un bicchiere insieme a del ghiaccio. Sistemò il bicchiere sul vassoio insieme alle altre ordinazioni e porse il tutto a un cameriere, con indosso uno slip bianco attillatissimo, che non lasciava spazio all'immaginazione.
Kiba dalla sua postazione vedeva lo sguardo triste dell'amico. Lavoravano insieme da appena due mesi, ma già iniziava a considerare quel ragazzo un caro amico. Era impossibile non affezionarsi a un bravo ragazzo come Naruto.
"Ehi Naruto! Tra non molto dovrebbe venire la mia ragazza! Cerca di sorridere un po'!" Attirò la sua attenzione.
Già da un paio di sera aveva quell'aria malinconica. Non avevano avuto modo di parlare, e da un lato non era nemmeno certo del fatto che il ragazzo volesse confidarsi con lui.
"Cosa?" L'Uzumaki si riscosse e si voltò verso il castano.
"Ricordi la mia fidanzata? Te ne ho parlato spesso! Tra non molto dovrebbe passare."
"Ma questo non è un locale adatto a una ragazza!" Il biondino strabuzzò gli occhi allarmato.
Da come la descriveva Kiba, la sua fidanzata sembrava così dolce e ingenua. In un locale come quello rischiava di cacciarsi nei guai.
"Non viene da sola. La accompagna suo cugino, un mio vecchio compagno di scuola. Ci conosciamo da tanto!"
"Quindi il cugino della tua ragazza è tuo amico?"
"Sì!" Ridacchiò il castano. "A primo impatto più sembrare antipatico, ma non è poi così male!"
"Ok...!" Rispose l'Uzumaki.
Di sicuro non poteva essere peggio di Gaara o Sasuke. Quei due in fatto di stronzaggine erano imbattibili.
"Perché mi cerco tutti i ragazzi più bastardi esistenti su questo pianeta?" Si chiese a bassa voce il biondo, continuando a lavorare.
Una ragazza dai lunghi capelli corvini, legati in una coda alta, camminava sorridente stringendosi amorevolmente al ragazzo accanto a sé. La sua frangia era perfettamente dritta e le copriva la fronte, dandole un aspetto dolcissimo; la pelle nivea; gli occhi chiarissimi, color ghiaccio. Indossava un abito di un tenue rosa cipria, stretto in vita con un cinturino nero che le enfatizzava la vita stretta e sottile. La gonna era ampia e sinuosa e rendeva il suo aspetto tanto delicato quanto elegante, mentre il corpetto aderente accentuava la rotondità del seno. Le scarpe nere a decoltè e con il tacco erano abbinate alla pochette, rendendo il suo look elegantissimo.
Il suo alto accompagnatore camminava con sguardo fiero lungo le strade di Tokyo. I capelli erano castani, lunghi e lasciati liberi, la pelle chiara, gli occhi color ghiaccio, il fisico atletico.
Ad occhio esterno era impossibile non notare la somiglianza, quasi eccessiva, nei lineamenti dei due giovani.
"Siamo arrivati?"
"Manca poco. Ma non sei stanca con quei tacchi?"
"No, non sono molto alti! Tranquillo!" La giovane tornò a sorridere rivolgendosi al ragazzo.
"Comunque non era necessario che ti vestissi così elegante! È un nightclub, non una serata di gala...!" Neji si rivolse con tono serio, quasi seccato, alla cugina, che sopraffatta dall'euforia non colse il tono del ragazzo.
"Voglio essere bella per Kiba!" La voce delicata, felice.
"Hinata, tu hai mai visto un nightclub?" Il ragazzo si rivolse nuovamente alla cugina.
"No!" Il tono sincero, un po' troppo innocente.
Neji sospirò, comprendendo in che razza di situazione stava andando a cacciarsi.
"Meglio se facciamo quattro chiacchiere prima d'entrare...!" Sospirò nuovamente.
Giunti nei pressi del night, l'atmosfera iniziava già ad assumere un aspetto diverso. Neji lanciò un'ultima occhiata sulla cugina prima d'entrare, per poi pagare il biglietto d'entrata per lui e la ragazza. Insieme entrarono nel locale.
Scesero la scala che portava al sotterraneo del palazzo e si addentrarono.
Una volta dentro notarono le luci soffuse, le ballerine semi nude, i cameriere e le cameriere aggirarsi per il posto in abiti succinti.
Hinata rimase per qualche attimo ad osservare il tutto ammutolita, percependo l'imbarazzo assalirla.
Sia Kiba che Neji le avevano spiegato com'era fatto un night, ma la realtà era ben diversa dall'immaginazione.
La ragazza si strinse maggiormente al braccio del cugino. "Andiamo da Kiba!" Affermò, voltando il viso altrove per mascherare il rossore sulle sue guance.
Insieme si addentrarono tra la folla dritti vero il bar, dove Kiba indaffaratissimo lavorava.
"Kiba...!"
Una voce dolce, delicata, a malapena udibile tra la confusione, attirò l'attenzione del ragazzo dai corti capelli castani. Distolse l'attenzione dal suo operato appena un attimo, notando una ragazza bellissima venirgli incontro, seguita dal suo vecchio compagno di scuola.
Sorrise spontaneamente vedendo la figura esile della sua ragazza.
Una volta uno di fronte all'altra, il ragazzo si sporse dal bancone per baciare le labbra della mora.
"Ti stavo aspettando!" Kiba ammirava la sua ragazza in quel bellissimo abito, così femminile e raffinato.
"Ha perso più di un'ora solo per scegliere il vestito!" Neji esordì, mettendo in imbarazzo la cugina. Salutò l'amico, ricevendo poi uno schiaffetto indispettito sul braccio dalla ragazza.
"Lo sospettavo...!" L'Inuzuka sorrise beffardo rivolto alla fidanzata, sempre più oltraggiata.
Naruto osservava tutto continuando a lavorare, notando l'aria di complicità presente tra i due.
"Hinata, Neji! Vi presento Naruto!" Sempre Kiba fece le presentazioni.
Il biondo educatamente stirò un enorme sorriso, ricambiato dalla ragazza, mentre al contrario il ragazzo dai lunghi capelli castani si limitò a squadrarlo da capo a piedi, rispondendo al saluto in modo quasi arrogante.
"Anche tu fai il barista allora."
-Mi rimangio quello che ho detto! Questo tizio è molto peggio di Gaa-chan e del Teme!- Rifletté decretando quanto detestasse Neji Hyuuga.
Kiba avrebbe tanto voluto seviziare quell'antipatico e il suo atteggiamento da bello e impossibile, ma non era il caso. L'indomani gli avrebbe fatto una bella lavata di capo.
"Quindi tu sei Naruto! Kiba mi ha parlato di te! Dice che sei davvero un bravo ragazzo!"
"Ti ringrazio!" Il biondino iniziava quasi a sentirsi in imbarazzo per le parole della mora.
La trovava davvero bella, poi somigliava tanto a Sasuke; a parte gli occhi chiari, erano molto simili. Sembrava quasi la sua versione al femminile.
Si insultò da solo mentalmente nel rendersi conto di star pensando nuovamente a quel Teme.
Hinata, dopo un primo momento d'imbarazzo, incuriosita prese ad osservare il night con occhio critico in ogni singolo dettaglio. Tutto sommato era davvero un bel posto, arredato bene. Le piacevano i colori chiari ed eleganti affiancati a colori più forti e accattivanti.
Continuando a scrutare il posto, il suo occhio cadde sulle cubiste che si esibivano in balli provocatori e sensuali, sentendosi profondamente in imbarazzo.
"Che ti prende?" Neji le si rivolse vendendo il suo viso paonazzo.
"Su! Vieni da me!" Al contrario, Kiba si era accorto di tutto. Invitò la sua fidanzata ad aggirare il bancone e raggiungerlo.
Ancora intimidita da quella gente seminuda, la ragazza raggiunse il castano, mantenendo lo sguardo basso, sotto gli sguardi curiosi di Naruto che non aveva capito un accidenti, coinvolto dal troppo lavoro.
La ragazza dai lunghi capelli corvini si avviò verso il retro del bancone e raggiunse il fidanzato. Lo strinse in un abbraccio apparentemente delicato, ma intriso di significato per il ragazzo.
"Neji, perché non vai a fare un giro? Hinata può restare qui con noi!"
"Sei sicuro? Non vi dà fastidio?" Lo Hyuuga maggiore, con tono sospettoso, si rivolte all'ex compagno di scuola.
"No, tranquillo!"
Neji ancora incerto assottigliò lo sguardo verso l'altro barista. "Ehi biondino! Sicuro che mia cugina non vi dia fastidio?"
Naruto irritato si voltò verso quell'antipatico. "Lei no di certo!"
Contemporaneamente la figura possente di Kakauzu, sbucato dal nulla tra la folla, si parò di fronte al bancone del bar e si avvicinò alla cassa.
"Come vanno gli incassi?" Domandò senza nemmeno salutare.
I due baristi non diedero molto peso alla cosa. "Bene!" Rispose il biondo, sempre meglio lui che quel pervertito di Hidan.
L'uomo afferrò buona parte dell'incasso e la infilò nella tasca del pantalone, lasciando loro solo una parte. Poi se ne andò veloce come era arrivato.
Poco prima di sparire si voltò verso la ragazza dai capelli corvini e l'abito rosa, che sostava dietro al bancone.
"I clienti non dovrebbero approcciarsi in maniera diretta con i baristi. Se desidera un incontro privato venga con me!"
La ragazza colta alla sprovvista, strabuzzò gli occhi un paio di volte. "Grazie per l'informazione!" Rispose.
L'uomo le lanciò un'ultima occhiata indagatrice, preferendo andar via.
"Forse è meglio se rimango qui!" Sbottò lo Hyuuga attirando l'attenzione di Kiba, per poi ordinare un cocktail.
Hinata, dopo quel piccolo scambio di battute con il capo di Kiba, preferì trascorrere la serata seduta a un tavolo con il cugino, raggiungendo il fidanzato solo quando ne aveva la possibilità.
Peccato solo che, essendo sabato sera, il locale era strapieno e l'Inuzuka pieno di lavoro.
La ragazza, accorgendosi della situazione, preferì tornare a casa con il cugino, lasciando il proprio ragazzo tranquillo.
L'idea che lavorasse in un luogo pieno di donne bellissime e in abiti succinti, senza contare le spogliarelliste, le dava fastidio, ma non poteva fare altrimenti.
Si avvicinò al fidanzato e lo salutò con un bacio, per poi andar via.
Suigetsu Hozuki, dopo aver trascorso un super sabato sera in compagnia di Sasuke Uchiha e qualche altro ex compagno di scuola per una bella rimpatriata, adesso si apprestava ad accompagnare l'amico completamente sbronzo a casa.
Quella sera era stata davvero memorabile per l'albino. Rammentare i vecchi ricordi lo rallegrava sempre. Sasuke si era dato alla sbronza, dopo che Karin si era messa a urlare rinfacciandogli quanto l'avesse trattata male in quel breve periodo in cui si erano messi insieme.
Adesso l'Hozuki era intento a caricare l'amico in macchina e iniziava quasi a pentirsi della sua idea.
"Suì, gira tutto...!"
"Ehi! Vedi di non vomitare nell'auto di mio fratello o quello mi fa a brandelli!"
Per tutto il tragitto fino alla casa del moro l'albino aveva sudato freddo, vedendo poi l'amico addormentarsi sul sedile.
Giunti a casa di Sasuke, Suigetsu parcheggiò l'auto e tentò di svegliare l'Uchiha. Con immani sforzi afferrò l'amico per il busto tentando di sorreggerlo.
"Dove siamo?" Sasuke parve svegliarsi.
"A casa tua! Cerca di riprenderti perché non penso di riuscire a trascinarti su per le scale...!" Rantolò reggendolo. Quell'antipatico sembrava così magro, eppure pesava!
"Can you heart my heartbeat?"
"I've got a feeling it's never too late"
"I close my eyes and see my self"
"Ma che cazzo canti?" Suigetsu, non riuscendo a capire che diamine stesse cantando Sasuke, decise di chiederglielo.
"Non interrompermi idiota!"
L'albino come risposta ricevette una mano piantata in faccia, seguita da un insulto.
"There'll be no more darkness"
"When you believe in yourself you are unstoppable"
"Where your destiny lies"
"Dancing on the blades, you set my heart on fire"
Salirono le scale, continuando ad ascoltare Sasuke cantare quella canzone smielata.
"Ma dove diavolo la trova certa roba assurda?" Si chiese sempre Suigetsu. Aprì la porta dell'appartamento del moro, mentre quello continuava a cantare.
"Don't stop us now, the moment of truth"
"We were born to make history"
"We'll make it happen, we'll turn it around"
"Yes, we were born to make history"
Una volta dentro, lo gettò sul divano a peso morto.
"Ma come cazzo fai a pesare così tanto ed essere secco come un manico di scopa?"
La voce di Sasuke si affievolì pian piano, smise di cantare e si addormentò.
L'albino si calò verso il viso dell'amico scrutandolo attentamente. Pareva dormire. Per sicurezza lo toccò, ma nulla. Lo strattonò un poco, ancora nulla.
"Dorme!" Constatò. "Meglio non fidarsi...! È Sasuke Uchiha, non un comune mortale!"
Afferrò il moretto per le spalle sbattendolo come una bambola di pezza. Ma quello continuava a ronfare come se niente fosse.
"Adesso ne ho la certezza! È andato!" Sorrise felice.
Stirò un immenso sorriso compiaciuto rammentando gli eventi avvenuti appena due giorni prima in casa sua.
*****
Due giorni prima.
Quello stesso pomeriggio l'albino convocò l'amichetto del suo coinquilino per farsi dare una mano. Malgrado fosse trascorso un mese abbondante da quando Sasuke e chiappette fatate vivevano insieme, il moro sosteneva che non fosse accaduto nulla.
Impossibile!
Decise di tornare al suo piano iniziale e piazzare in casa dell'amico una telecamerina per spiarli e godersi la loro vita da coinquilini.
Chissà, forse sarebbe riuscito anche a sbirciare il biondino in mutande?
L'Hozuki attese pazientemente il rientro di Deidara seguito da quel tizio bassino con i capelli rossi e quella strana faccia, sempre apatica e annoiata. Da quel che gli aveva raccontato il coinquilino, quel tizio era un mago della tecnologia.
Vista la sua scarsa predisposizione per qualsiasi aggeggio che richiedesse l'utilizzo di una buona dose di materia grigia, meglio affidarsi alle mani di un esperto.
Deidara arrivò a casa in compagnia del rossino, come previsto. Il loro arrivo non fu dei migliori. I due si erano fatti travolgere dal fuoco della passione e avevano cominciato a pomiciare in ascensore, giungendo all'ingresso dell'appartamento in condizioni a dir poco pessime.
La macchia di sperma sulla maglia del biondo era impossibile da non notare, per non contare tutto il resto: gli abiti in disordine, i capelli spettinati, i visi ancora arrossati.
Se non avevano scopato, ci erano andati molto vicini.
"Sasori... Finalmente! È da un'ora e mezza che vi aspetto!" Sputò velenoso, volgendo un'occhiata ammonitrice verso quella sottospecie di essere indefinito dai lunghi capelli biondi.
Ancora si chiedeva se fosse maschio divenuto femmina o femmina divenuto maschio. Un dilemma a cui non trovava risposta.
"Chiedi a Dei, gli è venuta voglia in ascensore... e l'ho accontentato!" Scrollò le spalle incurante, mentre il biondo allargava gli occhi arrossendo indispettito, pronto ad inveire verso l'altro.
"Quello che fate sono cazzi vostri! A me interessa soltanto che mi aiuti!" L'Hozuki se ne fregava, a lui interessava solo spiare l'Uchiha.
"Mi spieghi che ci devi fare con una microcamera?" Intanto il rosso si era accomodato e aveva tirato fuori dalla borsa che aveva con sé il portatile.
"Spionaggio!" L'albino rispose sorridendo, mostrando i denti appuntiti.
"E chi devi spiare? Quel tuo amico moro che sembra avere perennemente un palo piantato nel culo?" Il biondo, ancora un pochetto incazzato, si accomodò sul divano.
"Sì!" Rispose candidamente Suigetsu.
Sasori seccato preferì darsi da fare. "Dove la devi piazzare? Ho portato alcuni prototipi, ma poi tutto dipende da dove la devi posizionare!"
Suigetsu si concesse qualche istante per riflettere e si portò una mano sotto il mento.
"Potrei metterla in salotto...!" Rifletté ad alta voce. "E se si danno da fare in cucina? Gli Uchiha sembrano avere un debole per le cucine...!" Aggiunse. "E se si piazzano in bagno? O nella camera di Sasuke? O in quella del biondino?" Concluse il monologo sempre più indeciso.
Deidara assistette sconcertato, guardandosi attentamente intorno e chiedendosi se quel folle avesse piazzato qualcosa anche in casa loro.
"Se vuoi ho una microcamera in grado di spostarsi. Devi solo immettere il codice Wi-Fi e collegarla al tuo cellulare."
Il rosso tirò fuori dalla borsa una piccola scatolina. La aprì rivelando un minuscolo insetto.
"Sarebbe questa?"
"Sì. Sembra un comune piccolissimo insetto, ma può volare e spostarsi. Devi solo fare in modo che non la scoprano."
Il biondo osservava quel piccolo insetto curioso, avvicinandosi poi a Sasori.
"Non è che hai piazzato qualcosa di simile anche in camera mia?" Abbozzò un sorrisetto beffardo.
"Non mi servono questi sotterfugi per vederti nudo." Precisò con voce incolore, continuando a lavorare al PC.
*****
L'Hozuki lanciò un'ultima occhiata all'amico che si era rigirato sul divano, farfugliando frasi incomprensibili.
Era andato tutto secondo i piani. Sasuke si era sbronzato pur di non ascoltare Karin e le sue lamentele. A distanza di tre anni ancora gli rinfacciava la relazione andata male. Aveva abbassato le sue difese, dandogli la possibilità di piazzare la microcamera.
"Mi dispiace Sasu, ma devo assolutamente assistere al vostro nascente amore!" Si rivolse all'amico, per poi tirar fuori dalla tasca della giacca una piccolissima scatolina di plastica rigida.
Dalla scatolina tirò fuori il piccolo insetto robotizzato. Sasori gli aveva installato sul cellulare il programma necessario per comandare la cimice.
Inserì il codice Wi-Fi e attese che la microcamera si attivasse.
"Mmm... Do-dobe..."
Suigetsu sobbalzò udendo la voce del moro. Si voltò verso di lui lentamente, preoccupato dalla prospettiva che potesse svegliarsi.
"Mmm... Dammi un bacio Dobe...!" Farfugliò mentre dormiva.
L'albino rilasciò il respiro che aveva trattenuto inconsciamente. Se quel bastardo lo avesse scoperto...? Sarebbe dovuto fuggire in un'altra nazione, cambiando nome. Inarcò un sopracciglio e sorrise malignamente, rendendosi conto delle parole appena pronunciate da Sasuke.
"Allora ho ragione...!" Si compiacque.
Terminò gli ultimi controlli sulla microcamera e la sistemò in alto, su una mensola in mezzo alle foglie di un vaso di fiori finti, nella speranza che nessuno la notasse. Utilizzando il programma sul cellulare, fece qualche giro di prova, facendo spostare l'insetto finto in giro per la casa, poi la sistemò nuovamente al suo posto.
Si concesse un ultimo grande sorriso, facendo un selfie vittorioso con Sasuke dormiente al suo fianco.
"Questa la metto da parte per il giorno in cui gli rinfaccerò che io avevo ragione e lui torto!"
Al nightclub...
Anche per quella sera, la serata di lavoro per Naruto e Kiba si era conclusa. Erano già le cinque del mattino. I due ragazzi, dopo un'estenuante nottata di lavoro, si ritrovarono negli spogliatoi.
"La tua fidanzata è davvero bellissima! Hai buon occhio!" Naruto cambiandosi lasciò inconsciamente cadere lo sguardo sulle spalle di Kiba.
Possedeva un fisico stupendo.
"Grazie!" Il castano tirò fuori dalla borsa una maglia e la indossò. "Tu, invece, sei strano da un paio di sere!" Intraprese il discorso.
"Diciamo che sono successe delle cose..." La voce del biondo si affievolì. Stava ripensando a Sasuke.
"Se non vuoi parlarne non sei costretto."
L'Uzumaki sospirò. "Io e il mio coinquilino ci siamo baciati. La prima volta sono stato io, ma è stato per sbaglio!" Precisò, evitando lo sguardo dell'altro. "La seconda volta mi ha baciato lui, anche se non ne ho capito il motivo." Concluse.
Kiba rimase a fissare il ragazzo, non sapendo davvero cosa dire.
"Ma lui ti piace?" Chiese, notando il rossore imporporare il viso del biondo, sommato al malumore delle ultime sere e quell'espressione intristita.
L'altro annuì semplicemente. Negarlo era impossibile. Non faceva altro che pensare a quel Teme.
"Forse ti ha baciato perché anche tu gli piaci?" Azzardò l'Inuzuka non sapendo davvero cosa dire.
"Non credo proprio!" Il tono sprezzante di Naruto, seguito poi dal racconto del loro primo e secondo bacio.
"Wow amico...! Quel tizio è davvero un bastardo! Secondo me dovresti stargli alla larga!"
Kiba iniziava già a provare una certa antipatia per il coinquilino del biondo.
"Me lo ha detto anche Gaara...!"
"Il tuo amico con i capelli rossi?"
"Già!" Il biondino rispose aggrottando le sopraccigia.
Quando aveva raccontato al rosso del loro secondo bacio, quello si era incazzato parecchio. Forse anche troppo!
"Perché non lo ripaghi con la stessa moneta?"
"Cioè?"
"Anche tu trattalo come un passatempo! Bacialo anche tu alla sprovvista, come lui fa con te!"
Naruto puntò lo sguardo su Kiba fissandolo intensamente. Non era poi tanto sicuro di esserne in grado. "Ci proverò...! Se la cosa degenera mi troverò un'altra abitazione!"
Nonostante fossero amici da poco tempo, l'Inuzuka intercettò subito lo sguardo afflitto. Poggiò una mano sulla sua spalla in segno di conforto fraterno, sorridendogli appena.
"Parliamo d'altro!" Cambiò discorso teatralmente, riponendo la divisa nel proprio borsone.
"Come ti è parso Neji?"
"Odioso!" La sincerità espressa nella voce del biondo era impareggiabile.
Kiba scoppiò ridere, concordando. "E Hinata?"
"Hinata è adorabile! Tienila stretta, perché una ragazza così capita una volta sola nella vita!"
"Sai amico..." Il castano diede uno sguardo distratto al cellulare. "Ti confesso una cosa: Hinata è bisex!"
"COSA?" L'Uzumaki urlò quella piccola parola, rendendosi conto solo dopo dell'orribile figura.
"Già! Quando ci siamo messi insieme mi ci è voluto un po' per farglielo confessare...! Ma alla fine lo ha ammesso!"
Naruto colto dalla folgorazione allargò occhi e bocca. "Per questo arrossiva quando vedeva le ragazze nude!"
"A me non dà fastidio! Solo... non posso fare a meno di chiedermi se possa sentirsi attratta anche da qualche donna."
"Che ti voglia bene è evidente! E poi non mi pare una ragazza capace di tradire!"
"Questo lo penso anche io...!"
"Ma?" Naruto intuì che dietro quella risposta era nascosto qualcosa.
"Però che rimanga tra noi, intesi?" Kiba sollevò un dito accusatore verso il biondo, assumendo uno sguardo serissimo.
"Lo prometto! E tu non raccontare in giro di me e il mio coinquilino!" Aggiunse il biondo, giusto per far intendere che anche l'altro aveva un segreto da mantenere.
Il castano rilasciò un sospiro. "Confesso che mi piacerebbe fare qualcosa a tre... con Hinata e qualche altra ragazza. Ma non so se lei accetterebbe..."
"Perché non provi a chiederglielo?"
"La fai facile tu!"
In effetti Kiba non aveva torto. "Magari trova il momento opportuno...! Comunque sono dell'idea che se vuoi mantenere una bel rapporto con la tua ragazza, devi essere sincero!"
Il castano strinse le labbra pensieroso. Il biondo aveva ragione. "E tu non farti fregare da quel bastardo che vive con te!"
Notando l'ora, i due ragazzi si salutarono preferendo tornare a casa per concedersi un po' di riposo, in vista della domenica sera da trascorrere nuovamente a lavoro.
Risentendo della posizione scomoda in cui aveva dormito, Sasuke aprì stancamente gli occhi. Si ritrovò sul divano, rendendosi conto di essersi addormentato lì. Non ricordava però chi lo aveva riaccompagnato. Diede uno sguardo furtivo al cellulare, erano appena le 5 del mattino. Compiendo un piccolo sforzo si mise dritto e raggiunse la propria camera.
Tolse semplicemente i jeans e si gettò tra le lenzuola in boxer e maglietta. Si sentiva decisamente troppo stanco e intontito per mettersi a cercare il pigiama e indossarlo. Si riaddormento all'istante, ripromettendosi che l'indomani avrebbe chiamato Suigetsu per farsi raccontare com'era andata la serata. Non ricordava un accidenti.
Al suo risveglio, l'Uchiha sentiva la testa scoppiare. Un dolore forte, prepotente. Sentiva la testa pulsare dolorosamente. Molto lentamente si mise dritto e raggiunse il bagno. In casa regnava un gran silenzio. Subito dopo, sempre con molta calma, raggiunse la cucina.
Gli serviva un'aspirina. Il dolore era allucinante e pareva aumentare ad ogni istante. Si sforzò di resistere, recuperò un bicchiere e ci versò dentro un poco d'acqua. Gettò dentro il bicchiere anche l'aspirina e attese che si sciogliesse. Infine bevette tutto d'un sorso, accasciandosi poi seduto su una sedia con la testa abbandonata sul tavolo, in attesa che il mal di testa passasse.
Gli ci vollero una consistente manciata di minuti prima che postumi della sbornia lo abbandonassero. Adesso sentiva solo una gran fame. Era sveglio già da un po' e ancora non aveva fatto colazione. Alzò lo sguardo verso l'orologio da parete.
"Sono già le 12:00!" Era decisamente tardi, quasi mai si alzava a quell'ora.
Ancora intontito, si guardò intorno. Forse Naruto dormiva ancora. In affetti il fine settimana tornava tardissimo dal lavoro, perciò era anche plausibile il fatto che preferisse dormire, riposando per bene.
Nonostante fosse quasi ora di pranzo, Sasuke necessitava assolutamente di una buona tazza di caffè. Accese la macchina, inserì la cialda e attese pazientemente. Poi raggiunse il frigo, almeno qualcosina voleva mangiarla.
Poggiò la mano pallida e sottile sulla maniglia del frigo aprendolo. Due grossi contenitori pieni di cibo attirarono la sua attenzione.
"Ma questi non c'erano ieri!"
Ne prese uno tra le mani e lo aprì. Al suo interno trovò delle frittate di uova. Richiuse il contenitore e osservò la cucina nei minimi dettagli. In effetti i fornelli non erano pulitissimi. Si avvicinò alla lavastoviglie, che era stracolma di stoviglie sporche.
"Che quel dobe mi abbia preparato la colazione quando è tornato dal night?"
Un dolce calore si espanse nel suo petto. Quel biondino era un vero angelo e lui aveva avuto l'immensa fortuna di imbattersi in lui.
"Così mi vizia!" Si disse premendo le mani sul viso, per nascondere l'imbarazzo.
Per sdebitarsi, accese la lavastoviglie e lavò tutta quella roba. Probabilmente Naruto non lo aveva fatto a causa della stanchezza. Poi raggiunse la camera del biondino.
Dapprima sbirciò dal buco della serratura. Non vide nulla, la camera era immersa nel buio.
Cercando di far meno rumore possibile, Sasuke aprì la porta e sbirciò al suo interno. Notò la figura di Naruto dormire profondamente avvolto nelle coperte. Intravide i suoi capelli biondi e un piede sbucare da sotto la coperta. Si lasciò andare ad un lieve sorriso, preferendo lasciarlo dormire.
Raggiunse la cucina e mangiò con grande soddisfazione.
"Devo chiedere a Shisui di insegnarmi a cucinare!" Si ripromise.
Itachi cucinava bene, ma Shisui era un mago dei fornelli. Era un deficiente 365 giorni l'anno, il re degli idioti, ma in cucina non aveva eguali.
Il continuo vibrare del cellulare sul comodino risuonava nelle orecchie del giovane come un suono abominevole, qualcosa di estremamente fastidioso.
Afferrò lo smartphone di ultima generazione e controllò chi continuasse a tartassarlo di messaggi. Anche se lavorava in un posto non propriamente normale, almeno poteva permettersi di vivere decentemente. Trovò una decine di notifiche di alcuni social su cui era iscritto, qualche messaggio da parte di Sakura e una chiamata persa di Gaara.
Osservò l'ora riportata sul cellulare.
"LE 15:00!" Urlò mettendosi dritto immediatamente.
Era decisamente tardi. Non che fosse un tipo mattiniero, raramente si alzava prima delle 10 del mattino, ma il giorno prima aveva fatto davvero troppo tardi.
Quando era tornato, aveva trovato la porta della camera di Sasuke spalancata, mentre il moro dormiva ancora mezzo vestito. Gli si era avvicinato, percependo la forte puzza d'alcool.
"Si è dato alla pazza gioia ieri sera...!" aveva allargato gli occhi sconcertato.
Aveva richiuso la porta, per poi raggiungere la cucina. Stava bevendo un sorso d'acqua, quando gli era saltata in mente la folle idea di lasciare la colazione pronta per il coinquilino. Era Domenica e lo Sharingan era chiuso. Non amava il fatto che quel moretto pieno di sé mangiasse robaccia. Era già magrolino e pallido di per sé.
Dunque aveva preparato la colazione, andando poi a dormire più stanco che mai.
Si era svegliato decisamente troppo tardi. Si concesse un istante per stiracchiarsi, sistemandosi poi seduto sul letto. Ignorò le notifiche, avrebbe potuto benissimo controllarle più tardi. Diede un'occhiata ai messaggi di Sakura.
-Ehi Naru! Hai da fare di pomeriggio? Se sei disponibile, perché non ti unisci a me e Ino?-
-Ho chiamato anche Gaara. Dice che ha da fare.-
-Possiamo fare un giro in centro. Si sta avvicinando il Natale e le vie del centro in questo periodo sono splendide!-
-Fammi sapere. OK? Ci sentiamo dopo.-
Il ragazzo diede uno sguardo ai messaggi. In effetti non aveva nulla da fare, doveva solo premunirsi di arrivare a lavoro in orario. Diede uno sguardo all'ora.
"Sono già le 15:20! Forse è meglio rimandare l'uscita ad un'altra volta, non penso di riuscire ad essere pronto in tempo."
-Ehi Sakura! Mi dispiace, ma dovremo fare per un'altra volta.-
Rispose semplicemente al messaggio, per poi chiamare Gaara. Attese pazientemente che l'amico rispondesse alla chiamata.
"Finalmente ti sei degnato di rispondere!"
Il biondino, già seccato per conto suo, inarcò un sopracciglio di fronte al tono usato dal rosso.
"L'astinenza inizia a dare i suoi frutti!"
"Che vorresti insinuare?" Il rosso, punto nell'orgoglio, intuì il senso della frase.
"Nulla, nulla. Volevi chiedermi qualcosa?" Naruto sbadigliò alzandosi dal letto.
"Sì. Sono riuscito ad ottenere il numero privato del fratello di quello stronzo che vive con te!"
"Itachi?" Il biondo sgranò gli occhi. "Che ci devi fare con il numero del fratello di Sasuke?"
"Fa l'avvocato! E da qual che ne so, è anche molto bravo. Volevo solo qualche informazione su quel tizio."
"Ma io non lo conosco poi tanto! Ci siamo visti solo un paio di volte!" Naruto iniziava a sentirsi quasi a disagio.
"Ok... Proverò a chiamarlo più tardi." Gaara si abbandonò contro lo schienale del divano di casa sua, sospirando.
Non conosceva affatto quel tizio, ma se somigliava al fratello minore, anche solo in parte, doveva cercare di moderare i termini, essere garbato e ottenere un appuntamento per parlare privatamente e organizzare la difesa.
"Gaara? Che programmi hai per dopo?"
"Cercare di convincere quell'Uchiha ad occuparsi del mio caso, sperando riesca a fare bene il suo lavoro!" La voce gli usci fredda e seccata.
"Allora penso trascorrerò il pomeriggio qui in casa e poi andrò a lavoro!" Il biondo, ancor più scocciato, entrò in bagno, assicurandosi che Sasuke non lo sentisse.
"Occhio allo stronzo! Non vorrei provasse a molestarti!" Il rossino non si lasciò scappare l'occasione per ribadire la sua crescente preoccupazione nel sapere Naruto solo con quel bastardo patentato.
"Non sono un bamboccio! Adesso stacco, ci sentiamo più tardi!"
L'Uzumaki riattaccò la chiamata, uscendo dal bagno. Diede un'ultima controllata al corridoio non vedendo il Teme da nessuna parte.
"Che sia uscito?"
Attraversò il corridoio e raggiunse la cucina.
Sasuke era lì, seduto dietro il tavolo della cucina, sommerso dai libri, intento a scrivere qualcosa su un blocco per gli appunti.
"Buongiorno...!" Il biondo salutò sentendosi quasi in imbarazzo nell'averlo interrotto.
"Buongiorno!" Anche il moro ricambiò il saluto, alzando lo sguardo sul biondino, tornando poi a prestare attenzione ai libri universitari.
Naruto si avvicinò alla macchina del caffè e versò un po' del liquido nella tazza. Era tardissimo, vista l'ora avrebbe anche potuto passare direttamente al pranzo, saltando la colazione.
"Grazie per la colazione!" Sasuke ritenette opportuno ringraziare il biondo. Glielo doveva.
"L'ho fatto con piacere! Non devi ringraziarmi!"
Un grande e radioso sorriso adornò il viso del minore, sedendosi accanto al moro. L'Uchiha, folgorato da quello splendido sorriso, si lasciò andare ad un lieve stiramento di labbra, sentendo un dolce calore espandersi dal cuore lungo tutto il suo corpo.
Avrebbe voluto baciarlo di nuovo. Mordere quelle labbra piene, bearsi del dolce profumo emanato dall'altro. Ma non ne era poi così certo. Iniziava davvero a chiedersi se fosse il caso, se non si stesse approfittando dell'ingenuità di Naruto.
Dal canto suo, il biondino era felice per quella breve frase. Riusciva a leggere in quelle iridi nere come la notte, travolgenti e bellissime, la sincerità di quelle parole.
In vita sua non aveva mai visto degli occhi tanto scuri, capaci di intimidirlo, come se potessero realmente leggergli l'anima.
Ripensò al bacio che il moro gli aveva rubato pochi giorni prima, rammentando i consigli di Gaara e quelli di Kiba. Non era certo di riuscire a comportarsi da stronzo. Non lo aveva mai fatto in vita sua.
-C'è sempre una prima volta!- Si disse, ingoiando a vuoto nel sentire l'agitazione palpabile.
Socchiuse gli occhi avvicinandosi alle labbra sottili e chiarissime dell'altro, lasciando che combaciassero per un misero istante, mentre una serie di brividi si stagliavano per tutto il suo corpo, attanagliandogli le viscere.
Si staccò dalle labbra di Sasuke, sorridendogli dolce.
Sasuke, nel momento esatto in cui aveva sentito le labbra del biondino sulle sue, era andato in tilt. Riprese le sue facoltà cognitive nel sentire quel contatto venire meno dopo appena qualche secondo. Vide il dolce e lieve sorriso sul viso di Naruto, mentre la voglia irrefrenabile di assaltare nuovamente quelle labbra si faceva strada in lui.
-Al diavolo! Se non lo bacio adesso, rischio la sanità mentale!- Si disse tra sé, avventandosi nuovamente sul coinquilino.
Allungò la mano destra, stringendo i capelli biondi dell'altro tra le dita, avvicinandosi a quelle labbra e appropriandosene.
Intrufolò la lingua prepotentemente, assaporando il sapore dell'altro. Sapeva di latte e caffè. Dolcissimo.
Naruto, colto alla sprovvista, non fu capace di tirarsi indietro. Sentì l'altro baciarlo, impossessarsi delle sue labbra, non riuscendo ad opporsi. Inconsciamente era proprio ciò che agognava da tempo, non avendo il coraggio di chiedere.
I due ragazzi continuarono a baciarsi per minuti interminabili. Le lingue vagavano, l'una nella bocca dell'altro, alla ricerca della gemella, mentre le labbra rosse e gonfie continuavano a cozzare, incapaci di separarsi.
Sasuke continuava a tenere stretti tra le dita i capelli biondi dell'altro; al contrario Naruto aveva stretto la maglia del moro tra le mani, in modo da partecipare attivamente a quel bacio.
Durò a lungo, più di quanto potessero immaginare. I due ragazzi si staccarono a corto d'aria: i visi arrossati, gli occhi sgranati, le labbra gonfie e rosse, i petti che si alzavano e abbassavano in cerca d'aria.
L'Uzumaki sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di mettere a fuoco la situazione. Riuscì solo a percepire l'imbarazzo assalirlo.
"Vado in camera mia!" Fuggì come un fulmine. Era certo di essere arrossito come un deficiente, mentre il cuore pulsava incontrollato.
Si chiuse la porta alle spalle e prese delle profonde boccate d'aria poggiato alla porta.
"Non posso innamorarmi di lui! Non dopo appena un mese e mezzo di convivenza!"
Andava sempre a cacciarsi nelle situazioni più assurde.
Sasuke aveva visto fuggire il Dobe da sotto il naso, incapace di fermarlo. Si era lasciato travolgere dalle emozioni agendo d'istinto, senza riflettere.
"Che diavolo mi sta succedendo?" Si chiese poggiando una mano allo stomaco, sentendolo annodato come non gli era mai capitato in tutta la vita.
Era sempre stato un tipo abbastanza pacato e razionale. Non agiva quasi mai d'impulso, almeno non con le persone. Eppure quel dobe riusciva a scatenare in lui desideri, impulsi, che solitamente teneva a bada magistralmente.
"Non so più come comportarmi...!" Si disse volgendo lo sguardo verso gli appunti che fino a poco prima stava scrivendo.
Intanto...
Suigetsu quella mattina aveva deciso di collegare il portatile alla videocamera piazzata a casa di Sasuke. Sapeva come fare, Sasori gli aveva spiegato tutto nei minimi dettagli, installando il programma anche sul portatile dell'albino.
Per ore aveva atteso invano che succedesse qualcosa, ma nulla.
Solo nel pomeriggio, dopo che il biondino si era svegliato, le acque si erano mosse.
Lampante comandò il piccolo insettino affinché raggiungesse la cucina, andandolo a piazzare sul frigo, per poi attendere pazientemente. Assistette al breve scambio di battute tra i due finché...
"Ecco! Oddio, si baciano!" Urlò con voce un po' troppo alta, attirando l'attenzione di Deidara che stava beatamente limonando in camera sua con il rosso.
"DOVE? DOVE? Togliti, anche io voglio vedere, anche io!" Il biondo giunse nella camera di Suigetsu. Spinse malamente l'albino posizionandosi davanti al pc e ammirando i due ragazzi baciarsi con foga.
"Sembra si vogliano divorare!" Aggiunse.
"Io l'ho sempre detto che tra loro c'è feeling! Fin dal primo giorno!"
"Dei ti pare questo il modo di trattarmi?" Sasori giunse stancamente nella camera dell'Hozuki, seccato per l'essere stato mollato con un'enorme erezione tra le gambe.
"Shh! Taci! Qui sto assistendo all'alba nascente di un travolgente amore!"
Suigetsu commosso batté le mani verso il biondo. "Non avrei saputo trovare un paragone più azzeccato!"
I due rimasero ad osservare il tutto, emozionati come non mai, mentre Sasori sentiva che stava per venirgli l'ulcera nel sentire i commenti smielati del suo ragazzo.
Quel pomeriggio per Sasuke era stato senza dubbio il più incredibile, travolgente ed emozionante in vent'anni. Dopo quel bacio con Naruto, il biondo praticamente non si era più fatto vedere, se non prima d'andare via, intorno alle 18:00 del pomeriggio.
Gli si era avvicinato, posando un bacio a stampo sulla sua guancia, filando poi via come un fulmine.
Si morse un labbro ripensando alla sensazione delle labbra del Dobe. Tornò a prestare attenzione al libro di letteratura riguardante il periodo Edo. Per tutto il pomeriggio si era sforzato di studiare, continuando a perdere la concentrazione.
Abbassò gli occhi sul blocco degli appunti, frettolosamente afferrò la penna e tirò un profondo respiro, concentrandosi sulle emozioni che lo avevano travolto.
*
Un Bacio.
Da secoli il bacio viene considerato come la dichiarazione d'amore per eccellenza. Quel gesto che rende completo il sentimento stesso. Ma ci siamo mai chiesti cosa sia realmente un bacio?
È come una valanga, uno tsunami che ci travolge, confonde, stordisce. Ti rende incapace di pensare razionalmente. Assilla la nostra mente, la svuota e riempie allo stesso tempo, con quella sua miriade di emozioni, tanto forti e devastanti da sentire la cassa toracica scoppiare, lo stomaco dolere, annodato in una morsa.
È qualcosa che puoi prevedere, ma allo stesso tempo non riesci a controllare. Un desiderio che arriva quando meno te lo aspetti, con la persona più assurda e improbabile dell'universo.
Può trattarsi di semplice attrazione, un desiderio passeggero, facilmente soddisfacibile con il sesso. Ma quando quel desiderio si ripropone ancora e ancora, ed ogni volta sempre più forte, violento e travolgente, di cosa si tratta?
Che sia amore? Ma l'amore non dovrebbe essere contraddistinto dalle famose "farfalle" che tutti elogiano da decenni?
Allora cos'è? Me lo chiedo da giorni ormai...!
Sento solo questa forte emozione travolgente, che non so spiegare, tormentarmi continuamente. Questo assurdo desiderio amplificarsi con una facilità inaudita.
Tutto per colpa di un bacio.
*
I ragazzo si lasciò andare con la schiena contro lo schienale della sedia, quasi sfinito, domandandosi ancora cosa stesse accadendo.
Avrebbe dovuto parlare con il coinquilino, chiarire quell'assurda situazione, ma non era poi tanto certo di volerlo fare adesso. Prima doveva chiarire con se stesso.
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Tutto qui accade
Fanfiction(long scritta tra il 2017 e il 2021) Come sempre.. L'introduzione è un cruccio madornale per me! Avete presente quei momenti della vita quando ti rendi conto di essere giunto ad una svolta. Quando dopo aver affrontato le situazioni peggiori finalme...