L'esperienza è una donna attenta. Solo chi l'ha conosciuta, merita fiducia.

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-L'esperienza è una donna attenta. Solo chi l'ha conosciuta, merita fiducia.



L'alba era appena sopraggiunta nella grande metropoli. Il cielo era tinto di un celeste tenue misto a infinite sfumature di rosa che mutavano in un giallo sempre più vivo, man mano che il sole sorgeva alzandosi lentamente, con grande pazienza pronto ad illuminare un nuovo giorno.

Già udibili erano i suoni tipici mattutini, gli uccelli cinguettanti e quelli che svolazzavano in cerca di cibo per sfamare i loro piccoli, le auto mobili di chi è già sveglio ed ha iniziato la propria routin giornaliera e dei mezzi urbani brulicanti già a lavoro.

Con un profondo sospiro Shisui si portò una mano alla fronte massaggiandola delicatamente. Si era svegliato prima del solito, preferendo disattivare la sveglia per non disturbare il compagno che ancora placidamente sdraiato a letto dormiva.

Bevette un sorso di caffè portando la tazza alle labbra percependo nuovamente quella fitta alla fronte, la massaggiò ancora un po' chiedendosi se fosse davvero il caso di ingerire un aspirina per placare quel dolore che gli attanaglia la fronte già da una buona trentina di minuti. Stava là, fermo all'altezza delle sopracciglia, che premeva e doleva fin dal suo risveglio e sembrava non voler cedere.

Quel dannato mal di testa era talmente fastidioso che non si era nemmeno curato di cercare le ciabatte abbandonate in giro per la camera da letto preferendo girare con indosso solo i calzini. Ma Febbraio ancora non era terminato e i suoi piedi percepivano il gelo del pavimento attraverso le calze, malgrado il riscaldamento acceso.

Abbandonò il davanzale della finestra, raggiungendo il bagno con lentezza, aprì la cassetta delle medicine, prese il pacchetto di aspirine raggiungendo il soggiorno. Con altrettanta calma si lasciò andare dietro il tavolo della cucina mandando giù l'aspirina insieme ad un sorso d'acqua. Massaggiò la fronte ancora un poco, pregando che facesse effetto il prima possibile, mentre fissava l'orologio.

"è ancora troppo presto..."

L'orologio segnava le 5:30 del mattino. Si, era decisamente troppo presto per qualsiasi cosa. Con un sospiro seccato Shisui tornò di fronte al davanzale della finestra. Non riusciva a non smettere di pensare al racconto di Itachi della sera prima.

"Quei due sono amanti...!" Si ripetè incredulo.

Nonostante Itachi lo avesse confermato, aveva assistito anche a quello scorcio di gelosia, tra l'altro mascherata malissimo da parte del suo datore di lavoro alla festa in maschera. Eppure ancora a stento riusciva a crederci.

"Quei due sono davvero amanti! Wow!" Continuava a ripeterselo, come se dirlo ad alta voce potesse cambiare qualcosa.

La cosa lo sconcertò.

Itachi lo aveva letteralmente pregato di tenere la bocca chiusa, sapeva che avrebbe mantenuto il segreto. Lo faceva sempre. Ma quella notizia lo destabilizzò più del previsto.

Si era sempre sentito stranamente anormale per l'essersi innamorato di suo cugino, ma adesso la cosa risuonava del tutto normale paragonata al fatto che il suo capo avesse come amante il proprio fratello.

"Dopo andranno pure a pranzo insieme!..." Si battè la mano sulla fronte non sapendo davvero cos'altro aspettarsi.

Era curioso, ma anche spaventato. Di cosa avrebbero parlato? Della causa? Dei rispettivi compagni di vita? Delle loro esperienze? Che stessero facendo fin troppa amicizia quei due? E se Itachi lo tradisse con il suo capo?

Allora di conseguenza anche il fratello del capo subiva il tradimento? Si domandò portandosi due dita sotto il mento dandosi del deficiente.

"No! é impossibile! Mi ama! Abbiamo fatto pure l'amore stanotte e mi ha detto Ti amo prima di addormentarsi...." Si lagnò. "Non può davvero tradirmi con la bella copia dell'amico di Harry Potter!"

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