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  - Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano.


Sveglio alla buonora, Sasuke lanciò un ultimo sguardo all'appartamento tastandosi le tasche dei jeans per assicurarsi d'aver preso le chiavi di casa e il cellulare. Si chiuse la porta alle spalle e scese le scale in fretta.
Obito, in piedi dietro il bancone della caffetteria, stava disponendo i dolci all'interno del bancone frigorifero per alimenti.
"Buongiorno!"
L'uomo alzò lo sguardo confuso verso il ragazzo.
"E tu che ci fai qui a quest'ora? Oggi non è il tuo giorno libero?!" L'Uchiha maggiore allibito osservava il ragazzo.
Era strano che si presentasse lì alle 8:15 del mattino nel suo giorno libero.
"Devo uscire." Esordì scocciato. "Potresti darmi tre di quelli?" Indicò dei dolcetti di riso nella vetrata, mentre aggirava il bancone. Andò davanti alla macchinetta e preparò un caffè e poi un latte macchiato.
"Hai un appuntamento?" Sogghignò derisorio il maggiore, impugnando una pinza e afferrando i dolcetti di riso, disponendoli in un contenitore usa e getta.
"La cosa non ti riguarda." Sasuke rispose in modo neutro poggiando i soldi sul bancone. Afferrò il contenitore con i dolcetti e tornò a passo spedito da dove era venuto.
Obito frastornato osservò la banconota abbandonata vicino a sé.
"Deve uscire con il biondino!" Constatò, sistemando la banconota nella cassa e sorridendo divertito.


Il moretto salì le scale in fretta. Dispose la colazione sul tavolo della cucina, rilasciando poi un profondo sospiro. Lanciò uno sguardo fugace verso il corridoio e si sventolò le mani di fronte al volto percependo un caldo asfissiante.
"Calmati Sasuke!" Si disse sostando di fronte alla camera del coinquilino.
"Sii uomo! Hai accettato di trascorrere la giornata con quel Dobe! Prenditi le tue responsabilità!" Proseguì il monologo, continuando a sentire l'agitazione palpabile.
"Chi cazzo me lo ha fatto fare...!?" Si lagnò poggiando la mano sulla maniglia.
Cautamente aprì la porta e sbirciò all'interno della stanza: il buio regnava nella camera, accompagnato dal lieve respiro del ragazzo dormiente nel letto.
Con passo felpato l'Uchiha afferrò il cellulare, utilizzando lo schermo per illuminare il suo cammino ed evitare così una madornale scivolata con tanto di figura di merda, a causa del casino presente in quella stanza. Si avvicinò al letto, inquadrando la figura del biondino rintanato sotto il piumone.
"Ehi Dobe, sveglia!" Poggiò una mano sulla sua spalla, scuotendolo lievemente.
"Mmm...! Un mugolio infastidito si levò dalla coltre di coperte.
"Dobe, sveglia! Sei stato tu a dirmi che dovevo venire a svegliati alle 8:30!" Sbuffò l'altro scuotendolo appena. Già si stava stufando.
"Sì... Hai ragione...!" La voce di Naruto uscì incredibilmente assonnata.
Tenerissima a parere dell'altro.
"Sas'ke dammi una mano...! Non riesco ad alzarmi!" L'Uzumaki allungò un mano da sotto le coperte, tendendola verso l'altro.
A stento riusciva a connettere, troppo stanco per la nottata di lavoro appena trascorsa al nightclub.
"Vieni qua! Ti do una mano io!" disse l'altro armandosi di pazienza. Che poi... lo stesso Sasuke non sapeva da dove l'aveva tirata fuori. Afferrò il braccio ambrato e scostò il piumone con un gesto brusco, tirando il biondo verso di sé e costringendolo a mettersi in piedi.
"Ahh! Che freddo!" Urlò l'altro percependo il gelo nel preciso istante in cui quel Teme lo aveva brutalmente costretto ad alzarsi.
"Vedi di non fare troppe storie! E tirati su, non sei una piuma!" Ribatté il moretto, sostenendo ancora il corpo dell'Uzumaki.
"Ma chi me lo ha fatto fare!?" Esclamò il biondo.
"Mi stavo chiedendo la stessa cosa!" Ironizzò l'Uchiha. "Non fare il bambino! La colazione è già in cucina, poco fa sono sceso allo Sharingan a prenderla!"
Il temine "colazione" risuonò nelle orecchie del ragazzo biondo come il canto soave di un coro di angeli. Trovò immediatamente la forza per rianimarsi e raggiunse la cucina in compagnia del coinquilino.
"Grazie Sasuke, sei un tesoro!" Dolcemente si avvicinò al viso del moro, sporgendosi appena e lasciando collidere le loro labbra in un lievissimo schiocco.

Dopo un primo attimo di smarrimento, Sasuke si ridestò, accomodandosi al suo posto. Già da una settimana abbondante Naruto aveva preso l'abitudine di baciarlo castamente ad ogni buona occasione. Chi era lui per privarlo di tale piacere? Nessuno. In fondo anche lui apprezzava quei piccoli baci, seppur lievi.
"Per te ho preso un latte macchiato e dei dolcetti di riso. Spero ti piacciano." Intraprese, accomodandosi e cominciando a sorseggiare il suo caffè.
Gli occhi azzurri del biondino luccicavano come stelle. "Amo i dolcetti di riso!" Sorrise entusiasta. "Ma lo sai che per andare a correre dobbiamo mantenerci leggeri?"
Ecco che ricominciava con la storia di voler andare a fare jogging.
"Io non andrò a correre! Non suderò come un maiale." Sentenziò l'Uchiha, tornando a prestare attenzione al suo caffè ancora caldo.
"Sì invece! Tu verrai con me!" L'Uzumaki non demordeva. "Un po' di sport ti farebbe bene. Sei pallido e magrolino, sembri un bambino malato!"
"Ehi! Come osi darmi del bambino malto? Pensa per te Dobe! Almeno io usufruisco del mio tempo libero per leggere e studiare, mantenendo alto il mio quoziente intellettivo. Tu sei buono solo a sculettare e sparare stronzate da Dobe!"
Il biondo offeso spalancò la bocca in un urlo muto. "Io non sculetto!" Si difese. "E poi non è vero che studi! Passi il tempo su internet a cazzeggiare dietro a quelle centinaia di serie TV!"
Tese il braccio indicando il salotto, dove era custodita l'infinita collezione di film del Teme.
"Scommetto che l'unico sport che hai intrapreso in vita tua è il lancio del telecomando!" Aggiunse velenoso.
Punto nel vivo, Sasuke strinse le labbra aggrottando le sopracciglia. Detestava ogni sorta di sport esistente, tranne le maratone di film. Perché doveva trovarsi un coinquilino del genere?
"Chiudi il becco Usarontokachi o ti meno!"
"Ma fammi il piacere...! Scommetto che ti atterro con un mignolo!" Sbuffò in risposta, mostrando il dito piccolo della mano sinistra alzato a mo' di sfida.

Quello era il colmo. Sgranò gli occhi, mentre un sopracciglio nero e sottilissimo prese a tremare. Sasuke si avventò sul biondo mollandogli una sberla.
"Così impari ad aprire bocca!" Sentenziò alzandosi e dirigendosi verso la porta.
Naruto sconcertato si tastò la guancia ancora incredulo. Si voltò a rallentatore verso quello stronzo, sentendo l'insana voglia di picchiarlo.
Velocissimo si alzò facendo rovesciare la sedia sul pavimento. Si avventò sul Teme e strinse il braccio destro intorno al suo collo.
"Chi sarebbe l'idiota adesso, eh?"
"Ah! Mollami nanerottolo!" L'Uchiha si dimenava tentando di sfuggire alla presa dell'altro.
"Nanerottolo a chi?" Naruto, sempre più furibondo, teneva il Teme fermo, mentre quello, incapace di liberarsi, aveva preso a inveire.

Continuando ad agitarsi, per pura casualità, Sasuke mollò una gomitata sul fianco del biondo, che allentò la presa. Riuscì dunque a liberarsi.
Dolorante per il colpo, Naruto si piegò leggermente in avanti.
"Mai sottovalutare un Uchiha!" La superiorità ostentata dal Teme era improponibile.
Furioso come non mai, il biondo si rimise dritto e afferrò il braccio destro del moro. Rotolandolo verso dietro gli fece uno sgambetto. Sasuke si ritrovò con la faccia premuta sul pavimento e il braccio bloccato dietro la schiena, mentre il Dobe premeva un ginocchio sulla sua schiena.
"Mollami Dobe!" Urlava, la presa faceva male.
"Chi sarebbe quello da non sottovalutare?" Domandò ironicamente in risposta l'altro.
"OK! OK! Come vuoi!"
Soddisfatto l'Uzumaki mollò la presa sul moro sorridendo vittorioso. In men che non si dica, il ragazzo si ritrovò con la faccia spiaccicata sul pavimento, mentre quel Teme borioso troneggiava seduto a cavalcioni sul suo sedere bloccandogli la braccia.
"AH! Mi hai mentito bastardo!"
"Tzè! Ti sembro così arrendevole? Sasuke Uchiha vince sempre. Ricordalo!"
"Questa me la paghi Teme! Lo giuro!" Naruto, sempre più incazzato, prese a dimenarsi come un ossesso cercando di liberarsi.
"È inutile che ti opponi, tanto non puoi vincere...!" Sasuke sentiva il ragazzo agitarsi.
Riusciva a percepire quel sederino tondo e perfetto sfregare in modo osceno contro il cavallo dei pantaloni, eccitandolo.
Al contrario il biondo, travolto dall'ira, non si era reso conto di nulla. Voleva soltanto riuscire a liberarsi e fare il culo a strisce a quel maledetto. Approfittando di un attimo di distrazione da parte del moro, l'Uzumaki riuscì a ribaltare il Teme, che cadde con la schiena a terra battendo anche un po' la testa.
Furioso, sempre il biondino, salì a cavalcioni sul corpo del coinquilino, bloccandogli i polsi in una presa ferrea.
"Questa è la volta buona che ti picchio seriamente!" Esordì sentendo qualcosa di voluminoso e duro premere contro il sedere.
Chinò la testa verso il basso, notando la prominente erezione all'interno dei pantaloni del moro. Solo allora capì!
Imbarazzatissimo, con le guance in fiamme, Naruto sobbalzò mollando la presa sul coinquilino, rimettendosi in piedi.
Altrettanto imbarazzato, Sasuke chiuse le gambe a tempo di record, evitando in tutti i modi gli occhi azzurri indagatori dell'altro.
"Scusami, non so come spiegarlo." Si difese, non sapendo realmente cosa dire.
"Lasciamo stare. Perché non ti cambi e andiamo a correre?"
Il biondo preferì cambiare argomento. La cosa era già abbastanza imbarazzante, proseguire quel discorso sarebbe stato solo peggio.
"Ok...!" Sbuffò l'Uchiha, ancora troppo a disagio per la figuraccia appena fatta per controbattere.



*****
"Sono splendidi...!"
"Concordo in pieno!"
Intanto Suigetsu e Deidara, comodamente seduti dietro il tavolo della cucina, facevano colazione con il pc dell'albino aperto posto proprio di fronte a loro, osservando emozionatissimi il battibecco tra il moro e il biondo.
"Sono deficienti. Si piacciono e ancora se la tirano tanto. Perché non scopano e basta?!"
Sasori, seduto accanto a Deidara, ingoiò un boccone di riso, mantenendo la sua solita aria impassibile.
"Sono due giocherelloni!" Suigetsu stirò un gran sorriso sadico.
"Io li trovo adorabili!" Trillò il biondo. "Sembra una di quelle telenovelas spagnole che si trovano sul web!"
"Ma tu non devi andare a lavoro?" Sempre il rosso si rivolse al compagno.
"Sto andando!" Si difese l'altro.
"Ma perché questo è sempre a casa mia?" Solo allora l'Hozuki ritrovò le facoltà cognitive, ricordandosi di Sasori seduto al tavolo con lui che scroccava la colazione.
"Perché lo amo!" Prontamente Deidara rispose, chinandosi verso il fidanzato e baciandolo. Raggiunse poi il bagno.
Il rosso scrollò le spalle vittorioso, irritando l'albino.
"Mi sento usato!" Sbottò.
"Fossi in te starei zitto! Se il tuo amico ti scopre ti consiglio un biglietto di sola andata per qualche isola sperduta." Sempre il rosso indicò lo schermo del pc aperto.
Ostentando superiorità, Suigetsu tornò a dedicarsi alla sua colazione.
Se mai Sasuke lo avesse scoperto, nessuna isola sarebbe mai stata abbastanza sperduta per garantirgli la salvezza. Forse con un razzo di sola andata per Plutone avrebbe avuto qualche chance di salvezza.
*****



Una volta pronti, dopo aver preso la metro, raggiunsero un parco abbastanza tranquillo, nella zona ovest della città. Finalmente Naruto e Sasuke si apprestavano ad affrontare quella piccola oretta di jogging.
Giunti all'entrata del parco, il biondino eseguì alcuni esercizi di riscaldamento, sotto lo sguardo scettico del compagno.
"Fa come me Teme o rischi uno stiramento muscolare!"
L'altro continuava a fissarlo scettico, per poi eseguire gli stessi movimenti del biondo copiandolo.
A lavoro ultimato, il biondino cominciò a correre con passo calmo seguito dal coinquilino, che notando il ritmo lento della corsa si chiedeva cosa ci fosse di tanto faticoso.

Appena 10 minuti dopo Sasuke, già sfinito, si accasciò su una panchina chiedendo pietà.
"Non ce la faccio più...! Sono a pezzi!" Decretò il moro abbandonato sulla panchina.
"Non esagerare, hai corso per solo 10 minuti!"
"Basta! Io ho chiuso!"
Naruto si ritrovò a roteare gli occhi sbuffando, avvicinandosi all'altro.
"Tirati su Teme! Dai...! Solo per altri cinque minuti...!" Afferrò il moro per le braccia tirandoselo addosso, nella speranza di convincerlo a rimettersi in piedi.
"Sto sudando...!" Riprese a lagnarsi.
"Correre serve proprio a questo!" Controbatté l'altro.
"No...! Io non voglio sudare come un maiale! Sono delicato, mi ammalo facilmente...!"
"Piantala di far la vittima! Nemmeno ti avessi messo ai lavori forzati!"
"Tzè! Qua è peggio che stare ai lavori forzati!"
"Se la metti così, allora me ne vado!" Naruto provò a sfoderare un'altra tattica.
"Guarda che non ti trattiene nessuno!" Sasuke al contrario se ne fregava.
L'Uzumaki spalancò occhi e bocca sconcertato.
"Ed io che volevo darti anche una ricompensa!" Incrociò le braccia al petto.
"Che genere di ricompensa?" Adesso la cosa si faceva interessante.
"Alza le tue chiappette mosce da lì e vedrai!" Il biondino mostrò un immenso sorriso enigmatico.
"Mmm... Ok. E per la cronaca, il mio sedere è perfetto!"
"Ok...!" Rispose noncurante il biondo.
Con sforzi disumani, Sasuke si rimise in piedi e ricominciò a correre insieme al biondino iperattivo. Nonostante mancasse poco a Natale, quella mattina di metà Dicembre era splendida.


"Oddio...! Dobe fermati! Non ne posso più!"
"Che succede adesso?" Naruto saltellando si avvicinò all'altro, che fiaccamente di stava pian piano accasciando al suolo.
"Pietà...! Poni fine a questa tortura infernale...!" Lo supplicò.
"Su! Su! Alza il culo da terra e corri!"
"No, non ce la faccio...!"
"Teme piantala! Non attacca!" Il biondo rivolse uno sguardo serissimo sul moro.
"Per favore...!" Chiese implorante. Sentiva il sudore scendere lungo le tempie. Non aveva mai sudato tanto in vita sua.
"E va bene...!"
Quella corsa estenuante durò per altri 15 minuti prima che Naruto concedesse un briciolo di riposo al compagno.
L'Uchiha, a dir poco stremato, non si curò nemmeno di cercare una panchina o qualcosa di simile su cui accomodarsi. Si abbandonò a terra ed elemosinò dell'acqua.
"Acqua...! Acqua...!"
"Come sei melodrammatico...! Non me lo sarei mai aspettato!" Naruto ridacchiando si inginocchiò a terra, avvicinando la bottiglietta d'acqua alle labbra pallide e sottili del moro.
Malgrado la stanchezza, quello senza perder tempo si impossessò della piccola bottiglia in plastica, bevendo con foga sotto le risate divertite del biondino.
"Piantala di ridere Dobe! E poi ti ricordo che mi hai promesso una ricompensa se ti avessi seguito in questa folle attività!"
"È vero!" L'altro sorrise a trentadue denti.
Naruto, ancora in ginocchio di fronte a Sasuke, prese a guardarsi intorno attentamente, assicurandosi che il sentiero su cui si trovavano fosse deserto. Si avvicinò furtivo al viso del moro, schioccandogli un bacio veloce.
"Vedi? Mantengo sempre le mie promesse!" Sorrise beffardo alzandosi in piedi.
Al contrario Sasuke, travolto dalla velocità degli eventi, ammirava quel sorriso dolcissimo, che gli faceva contorcere le viscere.
"Su alzati! Torniamo a casa adesso!" L'Uzumaki gli porse la mano destra.
Il moro agguantò quella mano ambrata tirandosi su, percependo tutti i muscoli indolenziti.
Detestava fare sport, era più un topo da biblioteca, non era fatto per la vita all'aria aperta.




Per entrambi quel rientro a casa fu stranamente quieto e silenzioso. Una volta rientrati, il Teme si era impossessato del bagno prepotentemente, mentre il biondo si era accomodato sul divano attendendo che il bagno si liberasse per fare una doccia rinfrescante.
Da ben due mesi l'Uzumaki conviveva con quel Teme, due mesi trascorsi tra situazioni imbarazzanti e baci nati per sbaglio o intenzionali, ma senza una reale motivazione. Quell'antipatico gli piaceva, era evidente. Peccato che l'unico ad accorgersene pareva solo lui. Sasuke si limitava a pizzicarlo con quei suoi modi strani.
Delle volte lo ignorava completamente, mentre altre era dolce e gentile. Un atteggiamento del tutto contraddittorio. Eppure era certo di piacergli. Quella stessa mattina, il moro si era eccitato durante il loro piccolo scontro e quando lo aveva baciato aveva ricambiato quel bacio. Il trucco stava nel riuscire a carpire le sue intenzioni.
"Devo capire se per lui è soltanto un gioco o no!"
Steso sul divano attendeva che Sasuke uscisse dal bagno.
Lo squillo di un cellulare irruppe nella stanza. Annoiato il ragazzo si mise alla ricerca del telefono.
Era il cellulare del Teme che squillava abbandonato sul tavolo della cucina. Naruto lesse il nome del mandante della chiamata e si avvicinò alla porta del bagno.
"Sas'ke, tuo fratello ti sta chiamando!"
"Rispondi tu! Digli che sono nella doccia e lo chiamo dopo! Se non gli rispondo andrà in paranoia e in meno di 10 minuti arriveranno vigili del fuoco, polizia, guardia nazionale e persino l'esercito di autodifesa!"
Il biondo a quelle parole sgranò gli occhi allibito e lasciò scorrere il pollice sullo schermo del cellulare.
"Pronto?"
"Con chi parlo?"
"Ah... Itachi sono io, Naruto! Sasuke è nella doccia, ha detto che ti chiama appena finisce."
"Va bene, non preoccuparti! Volevo chiedergli se viene a pranzare da me. Vuoi unirti a noi?"
"I-io?" Ingenuamente indicò se stesso con un dito teso.
"Sì, tu! Mi farebbe davvero molto piacere!" La voce di Itachi risuonava così gentile dall'altro capo del telefono.
"V-va bene." Rispose incerto.
"Perfetto! Allora vi aspetto entrambi a pranzo!" Riattaccò immediatamente la chiamata.
Naruto, ancora incredulo e con occhi sgranati, udì il cigolio della porta.
"Che voleva?"
L'Uzumaki si voltò verso il suo interlocutore ancora stranito da quella brevissima conversazione. Ciò che gli si parò davanti fu anche più sconvolgente: Sasuke con indosso un misero telo bagno legato in vita, i capelli neri umidi e gocciolanti, la pelle arrossata dal calore, il corpo ancora imperlato dalle gocce d'acqua che scendevano lungo il torace, mentre sfregava un asciugamano tra i capelli.
Il biondo rimase imbambolato ad osservare quella splendida visione. La vita stretta, le spalle perfettamente proporzionate, i muscoli tesi e quella meravigliosa V creata dalle ossa del bacino sparire dentro il telo da bagno.
Anche se era magro, aveva davvero un bel fisico. Con un poco di allenamento sarebbe diventato uno schianto.
"Allora?" Il moro riformulò da domanda.
Naruto sbatté le palpebre un paio di volte, osservando ancora per qualche istante quella meravigliosa visione, ridestandosi imbarazzato.
"Ah... sì! Tuo fratello ci ha invitati a pranzo!" Rispose distogliendo lo sguardo.
"Che?" Sbottò l'altro.
Il biondo annui semplicemente.
"Tutti e due?" Domandò nuovamente sempre il moro.
"Sì. Mi ha detto che gli avrebbe fatto piacere se fossi venuto anche io...!" Sempre più a disagio, Naruto evitò in tutti i modi lo sguardo dell'altro.
Riflettendoci, cosa c'entrava lui con gli Uchiha? Niente. In fin dei conti era un pranzo informale, amichevole. Nulla d'importante. Eppure non poteva far a meno di sentirsi a disagio ripensandoci adesso. Forse l'essersi preso una cotta per il Teme e pranzare con il fratello di quest'ultimo non era il massimo.

Sasuke, ancora sconcertato, rimase immobile ad esaminare la frase appena udita.
Possibile che Itachi avesse invitato anche Naruto con l'intento di smuovere un po' le cose tra loro?
E adesso cos'avrebbe dovuto fare? Non poteva tirarsi indietro e nemmeno vietare a Naruto di venire. Sarebbe divenuto un gesto da maleducati. Si passò una mano sul viso riflettendo. Forse qualcosa poteva fare...!
Si voltò osservando la stanza in cerca del cellulare. Lo trovò abbandonato sul divano e lo recuperò fulmineo.
"Se vuoi puoi usufruire del bagno. Io ho finito, vado in camera mia a vestirmi." Esordì rivolto all'altro ragazzo, per poi raggiungere in fretta il corridoio sparendo dietro la porta della sua camera.
Naruto, ancora travolto dagli eventi, si limitò a rispondere con un: "Ok..." Poi raggiunse il bagno.

Chiuso nella propria camera, il moro sbloccò lo schermo del cellulare digitando un messaggio chilometrico diretto verso il fratello.
-Itachi, ti avverto! Se hai in mente qualcosa, vedi di farti gli affari tuoi! Non mi serve che tu e quell'altro deficiente di Shisui vi intromettiate nella mia vita privata. So gestirla da solo! Se tra me e Naruto deve accadere qualcosa, accadrà a tempo debito, senza che ci sia di mezzo il tuo zampino o quello di qualcun'altro. Mi sono spiegato? E vedi di tenere a cuccia la linguaccia di Shisui. A dopo.-
Inviò immediatamente il testo del messaggio, lasciando poi il cellulare abbandonato sulla scrivania. Aprì l'armadio, vestendosi rabbiosamente.




Puntuali come un orologio svizzero, i due ragazzi giunsero di fronte al palazzo dove alloggiava il fratello del moro insieme al fidanzato/cugino.
Sasuke fissava il portone con un cipiglio severo stampato in volto; l'irritazione palpabile, immaginando le battutine a doppio senso che suo fratello e il cugino avrebbero fatto dirette al Dobe, che ovviamente non avrebbe colto. Spesso e volentieri quel ragazzo era fin troppo ingenuo, ma lo adorava anche per quello. Nella sua spontaneità era adorabile.

Dal canto suo, Naruto sentiva le palpitazioni al cuore. Quel dannato muscolo aveva preso a battere troppo velocemente già sulla metro, aumentando il ritmo ad ogni minuto che passava, portandoli sempre più vicini all'abitazione dei parenti del coinquilino.
Continuava a ripetersi mentalmente che quel pranzo non era nulla di ufficiale. Non significava nulla. Lui e Sasuke non erano nulla, condividevano solo l'appartamento. Tutto qui!
Notò il dito di Sasuke premere su il campanello. La voce di Itachi distorta dal citofono fece capolino, mentre il portone veniva aperto.
Tirando una profonda boccata d'aria, Naruto seguì il moro all'interno del palazzo. Entrò in ascensore sempre più nervoso.
"Datti una calmata Dobe!"
Il ragazzo si voltò verso l'altro. Possibile che avesse intuito il motivo della sua agitazione? No, era impossibile.
"Scusami ma nessuno mi hai mai invitato a pranzo o a cena... Tranne Gaara, ovviamente!" Sorrise nervosamente grattandosi la nuca.
"Allora perché hai accettato?"
"Tuo fratello non mi ha dato nemmeno la possibilità di rispondere!"
-Dannato Itachi!- Imprecò mentalmente contro il fratello. Adesso ne aveva la certezza. -Lo ha fatto di proposito!- Proseguì i suoi pensieri.
L'ascensore si aprì rivelando l'immagine di una porta semi aperta con una targhetta dorata sull'anta.
"Uchiha." Lesse il biondino. Non seppe nemmeno per quale motivo lo disse ad alta voce.
Con naturalezza, Sasuke poggiò una mano sulla maniglia ed entrò nell'appartamento, invitando l'amico a seguirlo. Il moro richiuse la porta alle loro spalle e tolse le scarpe lasciandole all'ingresso. Sfilò a sua volta sciarpa e capotto, che appese sull'appendiabiti.
Dopo un primo attimo di smarrimento, Naruto eseguì gli stessi movimenti, vedendo una figura slanciata dai lunghi capelli corvini sorridergli appena.
"Vi stavamo aspettando!"
Sasuke puntò lo sguardo il quello del fratello e aggrottò le sopracciglia in un cipiglio furibondo.
"Hai letto il mio messaggio nii-san?" Domandò, fingendosi naturale.
"Ah sì...!" Rispose incurante l'altro. "Na-chan! Come stai?" Sorrise felice in direzione del nuovo arrivato, provocando un'ira furibonda nei confronti del fratellino.
"Bene, grazie!" Naruto non poté fare a meno di arrossire, portandosi una mano dietro la testa nervosamente. Perché aveva la brutta impressione che Itachi stesse tramando qualcosa?
"Su andiamo di là, Shisui ha quasi finito di cucinare!" Sempre con quell'espressione dolce, il maggiore invitò i due ragazzi a seguirlo.

Naruto seguì il padrone di casa lungo l'ingresso, raggiungendo il salotto. La casa era bellissima, arredata con mobili moderni in legno scuro opaco. Un enorme divano color crema troneggiava al centro della stanza, mentre la TV ultra moderna faceva bella vista sulla mobile del salotto posto di fronte al divano. Nel complesso l'arredamento era semplice e raffinato, con qualche quadro sparso qua e là che dava quel tocco in più.
Sasuke camminava in maniera del tutto naturale, era evidente che in quella casa ci fosse cresciuto. Al contrario di lui, Naruto osservava ogni misero dettaglio, sentendo l'imbarazzo sempre più palpabile.
Proseguirono raggiungendo la cucina: spaziosa, in bianco lucido e legno, il tavolo già apparecchiato per quattro.
Shisui, in piedi dietro i fornelli, stava mescolando il contenuto di una pentola.
"Eccovi qui finalmente!" Salutò.
"Che hai cucinato?" Con altrettanta sicurezza, Sasuke si avvicinò al cugino sbirciando il contenuto della pentola.
"Ti sono mancati i miei manicaretti?" Ghignò il maggiore, ricevendo un'occhiataccia in cambio.
"Tzè! Guarda che anche il Dobe cucina bene. Non ho bisogno di te!" La risposta del moretto arrivò dritta e tagliente.
Al contrario per Naruto quello era uno dei complimenti più belli che avesse mai ricevuto. Non si sarebbe mai aspettato una simile frase. Sempre che fosse un complimento?!
"Otouto sta buono! Va a sederti!"
"Ehi! Mi hai scambiato per un cane!?"
A quella uscita il biondino scoppiò in una risata mal trattenuta. Premette con tutte le sue forze una mano sulla bocca, tenendosi la pancia sempre nel tentativo di contenere le risate.
I presenti si voltarono verso il nuovo arrivato, venendo contagiati dalla risata.
"Mi dispiace...! Ma non sono riuscito a trattenermi...!" Naruto si scusò continuando a ridere.
"Tutti a tavola su!" Fu Shisui a lasciar cadere il discorso, preferendo evitare ogni forma di battibecco.
Si era dato da fare per cucinare un buon pranzo, l'idea che la sua sfaticata non venisse apprezzata a causa del cuginetto antipatico, del fidanzato impiccione e di quel biondino tanto adorabile, lo seccava.
Sasuke andò ad accomodarsi al suo solito posto di fronte al fratello, mentre Naruto stranito osservava le sedie indeciso su dove sedersi.
"Vieni a sederti accanto a me!"
L'Uzumaki fulmineo si accomodò accanto al Teme. Osservò Shisui trafficare con le portate, mentre Itachi tentava di dargli una mano, dandogli solo intralcio.
"Vai a sederti! Faccio io!"
"Voglio darti una mano!"
"Mi stai solo intralciando!" Sbottò al più grande.
Offeso Itachi assottigliò lo sguardo in direzione del fidanzato, mollando la presa sulla pentola contenente il riso.
Nell'effettuare quel brusco movimento, il moro urtò la mano contro un'altra pentola posta alla sua sinistra.
"Ah!"
"Itachi!" Shisui si mise subito in allerta, fiondandosi sul fidanzato e afferrandogli la mano. "Che ti sei fatto?"
"Non è nulla! Mi sono scottato solo un poco." Sentì la propria mano stretta in quella del compagno, sentendosi profondamente in imbarazzo. Naruto e Sasuke avevano concentrato la loro attenzione su di loro.
"Metti la mano sotto l'acqua fredda, ok?" Sollevato il maggiore dei tre Uchiha presenti schioccò un piccolo bacio sulle labbra del fidanzato. "Io mi occupo del resto."

Naruto era rimasto incantato ad osservare quel piccolo episodio. La complicità presente tra quei due era innegabile. Quel loro tono così spontaneo, il modo in cui l'uno si prendeva cura dell'altro, quel dolcissimo bacio. Erano perfetti. Inconsciamente si voltò ad osservare Sasuke, pensando al loro strano rapporto, non sapendo come definirlo.


Sentendo il bruciore alla mano migliorare, l'Uchiha tornò al suo posto, mentre il compagno sistemava a tavola le pietanze. Si accomodò poi a sua volta accanto a lui.
"Itadakimasu!"
Esordirono i presenti, cominciando a consumare il pranzo.
Naruto stava divorando le sue porzioni con immenso piacere. Era tutto squisito.
"I miei complimenti, è tutto buonissimo!" Esordì imboccando delle verdure.
"Ti ringrazio!" Shisui lusingato sentiva la felicità alle stelle. Quei due screanzati non lo ringraziavano mai. Si limitavano a divorare ogni cosa senza mai un grazie.
"Mi devi insegnare a fare questi involtini! Sono squisiti!" Riprese il ragazzo entusiasta.
"Quando vuoi! Sabato sono libero." L'Uchiha maggiore sentiva già d'adorare quel ragazzino dalla zazzera bionda. Lo stava riempiendo di complimenti come non avevano mai fatto quei due musoni di cui si era occupato per anni.
"Perfetto!"
Sasuke intanto osservava il fratello e il cugino con diffidenza. Non era certo del fatto che Shisui fosse coinvolto nel piano malefico di Itachi, ma mai fidarsi. Anche se quel deficiente senza spina dorsale non ne sapeva nulla, Itachi rimaneva pur sempre un osso duro da tenere a bada.
"Ieri ha chiamato il prozio Madara. Torna a vivere a Tokio con il marito."
Sasuke si voltò verso il fratello sorpreso. "Ma avrà tipo... sessantanni quel vecchio! Pensavo fosse già crepato!"
"Otouto! Ti pare il modo di parlare!? E poi non è poi così avanti con l'età. Sarà sulla cinquantina, ma se li porta bene."
Shisui stava soffocando con un boccone a causa delle uscite del cuginetto, mentre il biondino con occhi sgranati osservava i presenti, non riuscendo a capirci un accidenti.
"Madara è lo zio di mio padre. Quando ero piccolo, aiutò Itachi e Shisui con il mio affidamento, visto che Itachi non era ancora maggiorenne."
"Capisco...!" Asserì l'Uzumaki sentendosi terribilmente fuori luogo.
Stavano parlando di persone che nemmeno conosceva, anche se il Teme gli aveva accennato del loro passato, più o meno.

Itachi, al contrario, rimase allibito nell'accorgersi che Sasuke si era confidato con quel ragazzo. Solitamente non parlava del loro passato travagliato con nessuno.
-Tiene a quel ragazzo più di quanto immaginassi!- Rifletté.
"Come va la vostra convivenza?" Esordì improvvisamente facendo cenno al fidanzato di riempirgli la ciotola di riso, ormai vuota.
"Spero che Sasuke non abbia contagiato anche te con la sua serie TV mania?!" Aggiunse rivolgendosi a Naruto.
Dopo un attimo di sgomento, il ragazzo mise a fuoco l'ultima domanda ridacchiando nervosamente. Per un attimo aveva creduto alludesse al loro rapporto.
"No! Non ho molto tempo per quel genere di attività! Comunque stamattina ho portato Sasuke a correre! Penso gli faccia bene un po' d'aria fresca! "
Shisui sentì il cibo andargli di traverso, rischiando seriamente il soffocamento, mentre Itachi era rimasto con le bacchette ferme a mezz'aria fissando il biondo con occhi sgranati. Il più grande dei presenti bevette immediatamente un sorso d'acqua, riuscendo a non morire soffocato.
"Sasu-chan che va a correre!? Oh dio! Che fa, si droga?" Sbottò incapace di immaginare il cuginetto uscire in pieno giorno per fare attività fisica. Lo immaginava più come un vampiro che trae energia da internet.
La risata sguaiata di Naruto irruppe nella stanza, mentre Sasuke offeso sbatté un pugno sul tavolo.
"L'unico drogato in questa casa sei tu!" Sbottò furioso il moretto, sotto le risate del biondino. "E tu piantala Dobe o giuro che te la faccio pagare!"
Sasuke imbestialito sentiva il sangue ribollire nelle vene. In meno di due secondi tutti i presenti lo avevano offeso: Itachi con le sue domande inappropriate, il Dobe che raccontava i fatti loro e Shisui che non perdeva occasione per infierire.
"Dimmi come ci sei riuscito! Io ci provo da anni a separarlo dal pc e tu ci sei riuscito in due mesi!" Itachi era incredulo.
Qualsiasi cosa stesse facendo quel ragazzo a suo fratello, stava funzionando. E in meglio.
"Itachi!" Sentendosi tirare nuovamente in ballo, Sasuke tornò alla carica. "Se dovete continuare a prendervi gioco di me, me ne vado!" Sbottò.
Intanto Naruto era rimasto fermo alla domanda postagli dal fratello del suo coinquilino. Come aveva fatto a convincerlo? Con una promessa e un bacio. Non poteva mica andare a raccontare certe cose a quel tizio, lo conosceva appena e poi era davvero troppo imbarazzante.
"Come sei permaloso Sasu-chan...! Per caso ci stai nascondendo qualcosa?" Shisui sfoderò un ghigno divertito. Era ovvio che il suo cuginetto pendesse dalle labbra di quell'adorabile biondino.
"Io non sto nascondendo proprio un accidenti! Perché non imparate a farvi gli affari vostri?" Era seriamente pentito di essersi presentato a casa loro con Naruto.
"Sbaglio o qualche giorno fa dovevi vedere un potenziale cliente per un consulto? Com'è andata?" Teatralmente, il minore dei tre Uchiha presenti, si rivolse al fratello cambiando discorso.
Itachi in un primo momento dovette fare mente locale, non aspettandosi quella domanda. "È andata bene. Avrò parecchio da lavorare, ma penso di riuscire a vincere la causa."
Con voce pacata rispose, alzando lo sguardo sui presenti. Doveva parlare con Naruto, privatamente.
"Chi era il tizio che ti ha assunto?"
"Non ti riguarda!" Rispose nuovamente.
Shisui rimase in silenzio, consapevole delle clausole presenti nel mestiere del suo fidanzato. Spesso Itachi parlava con lui raccontandogli anche più del dovuto, solo per sfogare lo stress, ma aveva sempre finto di non sapere nulla per salvaguardare il lavoro del compagno.

Durante quel breve scambio di battute, Naruto si era sentito tirato in ballo. Sapeva che Gaara aveva contattato Itachi, accettando l'incarico. Per non parlare della veloce occhiata che il moro gli aveva lasciato mentre conversava con il fratello minore.
Era evidente che sapesse tutto. Improvvisamente si sentì a disagio in quella stanza, preferendo prestare attenzione al suo pranzo, non intromettendosi nel discorso.

Sasuke, invece, sempre più perplesso, aveva notato il silenzio del dobe, le occhiatine del fratello e lo strano sguardo fintamente innocente del cugino. Gli stava sfuggendo qualcosa? Gli stavano nascondendo qualcosa?
I presenti erano tornati a dedicarsi al loro pranzo silenziosamente, era evidente che nessuno volesse approfondire il discorso.
"Che lavoro fai Naruto?" Intraprese Shisui teatralmente.
"Il barista." Rispose sbrigativo. Quel pranzo stava assumendo una piega stranissima. Perché improvvisamente dire che lavorava in un nightclub gli sembrava volgare?
Sasuke parve captare l'improvviso disagio del coinquilino e intervenne.
"Se non vi dispiace, adesso dobbiamo proprio scappare! Naruto mi ha promesso che mi avrebbe accompagnato alla prima di un nuovo film e dobbiamo fare prima un salto a casa."
Terminato il pranzo, il ragazzo dai capelli corvini si alzò velocemente afferrando il braccio del biondo.
"Un attimo, non correre!" Altrettanto vigile, Itachi richiamò l'attenzione del fratello.
"Che vuoi ancora?" Sasuke inarcò un sopracciglio esternando quanto quell'intervento lo infastidisse.
"Ve ne andate cosi...?"
"Sì!" Affermò afferrando il biondino. "Andiamocene!"
Si trascinò dietro il ragazzo, raggiungendo la porta in fretta . Stare lì in quella casa ad ascoltare le insinuazioni di quei due stava seriamente minando il suo autocontrollo.
"Piano Teme!" Al contrario Naruto si stava opponendo.
"Cammina! Andiamocene!" Il moro rivolse uno sguardo furente al biondo, giusto per fargli intuire la situazione.
Di fronte a quei profondi occhi neri, velati di una profonda irritazione, sommati alle sopracciglia pericolosamente aggrottate e il modo duro in cui serrava le labbra, capì che doveva assecondarlo e filare via in fretta prima di venire travolto da tanta rabbia.
"Otouto aspetta!"
"No! Dobbiamo andare. Ti chiamo domani!"
Lampante il ragazzo infilò scarpe e cappotto, trascinandosi dietro il coinquilino che era inciampato un paio di volte nel tentativo d'infilare le scarpe in fretta e furia. Si chiuse la porta dell'appartamento del fratello alle spalle.


"Sas'ke...! Ma perché?" Adesso che erano soli avrebbe anche potuto chiedere.
"Perché mi chiedi? Perché quei due si stavano facendo troppo i fatti miei!"
"E a te dà fastidio?"
Intanto i due ragazzi entrarono in ascensore.
"Sì, mi dà fastidio." Asserì il moretto serio.
Certo che gli dava fastidio, non aveva mai amato gli impiccioni. Soprattutto non amava che Itachi e Shisui si intromettessero nel suo rapporto con Naruto.
Il biondino al contrario si intristì di fronte a quella risposta. L'idea che il coinquilino volesse mantenere riservato il loro strano rapporto gli fece intendere che un po' se ne vergognava.
Quei bellissimi occhi azzurri incupiti, fecero intuire all'Uchiha d'aver detto qualcosa di inappropriato.
"Ti va di uscire dopo? Potremmo andare a fare un giro e poi mangiare da qualche parte..."
"Mh?" L'Uzumaki stupito sollevò il viso incrociando il volto del coinquilino adornato da un piccolissimo e mite sorriso dolce.
"Ok..!" Rispose ricambiando quel sorriso con uno altrettanto dolce, appena accennato.
Intenerito Sasuke si avvicinò alle labbra del biondo, schioccandogli un fugace bacio sulle labbra.
"Andiamo a casa, è ancora presto. Dopo ti porto un po' in giro."




L'aria fresca di Dicembre diveniva sempre più fredda e pungente nel pomeriggio, quando il sole cominciava ad attenuarsi, divenendo sempre più leggero e tenue. La brezza fredda soffiava lieve e pungente, costringendo i passanti a stringersi nei cappotti invernali e annodare le sciarpe intorno al collo per proteggersi dal gelo.
Camminando l'uno a fianco all'altro, i due ragazzi passeggiavano per le vie del centro. Le mani affondate nei giubbotti pesanti e la voce distorta dalle sciarpe legate intorno al collo.
Dopo quel breve battibecco, preferirono concedersi una passeggiata, malgrado il freddo tipico di quella stagione. Entrambi necessitavano del tempo da trascorrere insieme per parlare e conoscersi, per capire cosa stava accadendo, cosa stava cambiando.
L'Uchiha, di appena una manciata di centimetri più alto, camminava con passo sicuro, fiero, la postura dritta, le mani pallide e sottili avvolte dai guanti neri, con indosso un cappotto blu notte, semplice, che enfatizzava la pelle chiara del suo viso.
L'Uzumaki, invece, nel suo giubbotto arancione, sorrideva e parlava animatamente, gesticolando in modo vistoso per accentuare il discorso narrato, stringendo la sciarpa altrettanto arancione in tinta con il berretto, dal quale sbucavano alcune ciocche bionde.

"Quindi sono dieci anni che Itachi e Shisui stanno insieme?!"
"Almeno è il tempo trascorso da quando ho saputo di loro, ma non mi stupirei se stessero insieme già da prima."
Naruto granò gli occhi sorpreso. "Ma quanti anni hanno? Non possono essere poi così grandi!"
"Itachi ha 26 anni, mentre Shisui 29."
"Si sono messi insieme quando erano due ragazzini?! E dopo tanto tempo stanno ancora insieme?!"
"Dobe abbassa la voce! Ci fissano tutti!"
"Come li invidio...! Anche io voglio trovare un persona con cui trascorrere il resto della mia vita...!"
A quella frase Sasuke si voltò verso il biondo, fissandolo interessato. Non lo faceva un tipo tanto romantico.
"Cosa cerchi in una persona?" La curiosità lo stava logorando. Voleva capire se mai avesse potuto avere qualche chance o doveva mettersi l'anima in pace.
Continuarono a camminare tra la folla. Naruto stupito dalla domanda rallentò il passo. Cosa avrebbe dovuto dire?
"Allora?" Sasuke sempre più curioso calcò la domanda.
"Ecco... Non saprei di preciso! Di sicuro non voglio un tipo egocentrico come il mio ex!"
-Ex?- Si domandò mentalmente l'Uchiha. L'idea che il Dobe avesse avuto degli ex lo infastidiva parecchio. -Ripensandoci... Anche io ho avuto le mie esperienze!- Si rassegnò di fronte all'evidenza.
"Perché non andiamo a mangiare qualcosa? Ho fame, e poi si gela!" Platealmente il biondino cambiò discorso.
Non era abbastanza evidente l'essersi preso una cotta per quel Teme? Faceva anche finta di non capire adesso?
"Mmm... Ok. C'è un locale niente male tra un paio di isolati."
"Fanno anche il ramen?"
"Credo di sì...!"
"Come sarebbe a dire credo?"
"Non ne ho idea! Non mangio mai il ramen!"
Naruto sconcertato dall'ultima affermazione, sgranò gli occhi allargando la bocca in un urlo muto.
"Non ti piace il ramen?
"No." Sasuke scrollò le spalle incurante.
"Ti dimostrerò quanto sia squisito il ramen!" Si impuntò l'altro.
"No! Non lo voglio!"
Il moro si sentì trascinare per la manica del cappotto nella direzione opposta. Svoltarono un paio di vicoli, giungendo nei pressi di un locale tipicamente giapponese.
"Ma c'è il pienone!"
"Conosco il proprietario, tranquillo!"
Con disinvoltura Naruto si avvicinò ad una delle cameriere salutandola calorosamente. A tempo di record la ragazza procurò loro un tavolo, prendendo le loro ordinazioni.

"Allora non scherzavi quando dicevi di conoscere il proprietario!"
"È un vecchio amico del mio padrino. Venivamo spesso qui a mangiare...!"
Sasuke notò il tono di voce dell'altro affievolirsi nel pronunciare quella frase.
"Ti manca?" Azzardò.
"Certo! Era un uomo eccentrico, ma gli volevo bene!" La voce palesava il ricordo malinconico.
"Com'è successo? Sempre se te la senti di parlarne." Sasuke fremeva dalla curiosità di sapere sempre di più sul ragazzo di fronte a sé.
Al contrario Naruto si sentì quasi messo in difficoltà, ma volle accettare e confidarsi con lui, quell'uscita serviva proprio a quello, conoscersi meglio.
"Come ho appena detto, era un uomo eccentrico. Faceva lo scrittore e spesso si ritrovava in viaggio per lavoro. Avevo 17 anni quando..."
Sasuke osservava l'espressione sul viso del biondo mutare, divenendo cupa e spaventosamente seria.
"Era volato in Australia per fare delle ricerche su un nuovo libro a cui stava lavorando. Durante il viaggio di ritorno uno dei motori dell'aereo andò in avaria e precipitò nell'oceano. Almeno è quello che mi disse l'agente di polizia che suonò alla mia porta comunicandomi la notizia."
Si soffermò un attimo, sospirando lievemente. Sasuke vide le sue mani ambrate giocare nervosamente con il tovagliolo posto accanto alle bacchette.
"Ero già abbastanza grande, perciò riuscii a non finire in orfanotrofio o sotto la custodia di una mia prozia che vive a Osaka, ma fu comunque abbastanza difficile. Il mio padrino mi aveva lasciato un piccolo capitale con cui poter terminare gli studi. Peccato che alcuni suoi parenti, residenti sull'isola di Shikoku... In questo momento mi sfugge il nome della città in cui vivono... !"
Si interruppe abbozzando un sorrisetto fintamente divertito.
"Beh loro, sfruttando il loro grado di parentela, riuscirono ad appropriarsi del capitale che Jiraya mi aveva lasciato."
"Ti hanno lasciato senza un soldo?"
"Già...! Ma Gaara mi diede un grandissimo aiuto. Andai a vivere a casa sua e mi mantenne finché non mi diplomai e trovai un lavoro."
L'Uchiha, sempre più sconcertato, osservava il biondo. Aveva avuto davvero una brutta infanzia, ma da quel poco aveva intuito il perché fosse tanto legato a quel ragazzo dai capelli rossi. C'era sempre stato per lui, anche nei momenti peggiori.
"Siete molto amici tu e il rossino?"
"Si chiama Gaara! E sì, ci siamo sempre stati l'uno per l'altro. Anche lui ha avuto i suoi momenti bui e io l'ho sempre sostenuto."
Ascoltando quell'ultima frase, a Sasuke tornò in mente l'episodio avvenuto circa un mesetto prima, quando tornando a casa aveva trovato quel ragazzo dormiente sul divano di casa sua in uno stato pietoso.
"Parlami di te adesso!" Naruto, poggiando i gomiti sul tavolo, incrociò le braccia e puntò i suoi grandi occhi azzurri in quelli neri del coinquilino.
Il moro sgranò gli occhi. "In che senso, scusa?"
"Raccontami un po' i fatti tuoi! Fai tu, non saprei...!"
"Se la mettiamo da questo punto di vista, anche tu sei stato molto vago!" Si impose l'Uchiha.
"Ok... Ok...! Cercherò d'essere più dettagliato."
Al contrario del moro, Naruto non parve molto infastidito.
"All'età di tre anni rimasi orfano. Io ero all'asilo quella mattina, a breve avrei compiuto quattro anni. I miei genitori andarono in banca per fare un prelievo, non ho idea di cosa dovessero farci con quei soldi! Degli uomini armati irruppero nella banca per fare una rapina. Uccisero parecchi ostaggi, tra cui i miei genitori. Ricordo davvero poco di loro... Ero troppo piccolo...!" Si interruppe stringendo le labbra in una smorfia triste.
"Poi Jiraya, il mio padrino, mi prese in custodia e il resto lo sai già! Dopo il diploma ho lavorato in vari posti finché non ho trovato l'impiego al nightclub in cui lavoro adesso come barista!" Concluse tornando ad incrociare gli occhi neri dell'altro.

"Anche per me non è stato semplicissimo...!" Intraprese a sua volta il moretto distogliendo lo sguardo.
"Avevo nove anni. Quella mattina saremmo dovuti andare al Manga Museum. Non era stato un viaggio programmato, a dire il vero. Itachi si comportava in modo strano in quel periodo, credo avesse litigato con Shisui."
"Stavano già insieme?" Naruto sgranò gli occhi sorpreso.
"Non ne sono sicuro...! Ma è probabile, visto lo stato di depressione in cui versava in quel periodo. Tornando a noi! Quella mattina ci dirigemmo verso uno dei musei di Manga di Tokyo. Durante il tragitto venimmo coinvolti in un incidente stradale. La nostra auto si ribaltò, mia madre e mio padre morirono sul colpo a causa del forte impatto. Io e Itachi, seduti sui sedili posteriori, ci salvammo. Io rimasi in coma per tre settimane. Al mio risveglio non ricordavo praticamente nulla dell'incidente."
Rivangare quel ricordo fu orribile, sentiva la tristezza premere. Con immensa dolcezza Naruto allungò le mani verso quelle pallide del moro, stringendole nelle sue. Per il biondo conoscere quel periodo della sua vita lo aveva turbato.
"I genitori di Shisui presero me e Itachi in affidamento. Io avevo 9 anni e lui 15, necessitavamo di qualcuno che si occupasse di noi. I primi mesi le cose andarono discretamente... Finché mesi dopo i miei zii beccarono Itachi e Shisui in atteggiamenti fin troppo intimi...!"
"Stavano facendo sesso?" Naruto, con occhi sgranati, pose la domanda palesando lo stato di stupore.
"Sì..." Sbuffò l'altro. "Da lì scattò la battaglia legale per il mio affidamento. Mio fratello aveva solo 16 anni, ma Shisui ben 19. Mio zio li cacciò di casa seduta stante la sera stessa in cui li beccò in flagrante. Itachi tentò in tutti i modi d'ottenere il mio affidamento, ma non fu affatto facile, era minorenne. Nonostante Shisui avesse abbandonato gli studi per trovare un lavoro, non fu semplice. Lì entrò in gioco il prozio Madara insieme al marito Hashirama, entrambi noti avvocati. Sfruttarono il comportamento aggressivo che mio zio aveva iniziato ad assumere nei miei confronti per togliergli l'affidamento."
"E poi...?" Il biondino si stava appassionando a quella storia.
"Fu complicato, ma riuscirono a fare in modo che venissi affidato a mio fratello. In quel periodo quasi ogni giorno venivano gli assistenti sociali per controllare che stessimo bene. Alla fine era stato Shisui ad assumersi la responsabilità di entrambi, visto che Itachi era ancora minorenne."
"Wow...! Perciò tuo cugino si è fatto carico di tutto così giovane?" Agli occhi del biondo Shisui era diventato quasi una guida, una persona responsabile su cui fare affidamento nei momenti difficili.
"Adesso che hai saputo della mia infanzia, raccontami qualcosa di te!" Sasuke preferì cambiare discorso. Voleva conoscere quanto più possibile sul Dobe.
"Cosa vuoi sapere?"

Intanto la cameriera fece il suo ingresso portando con sé le ciotole fumanti di ramen ordinate dal biondo.
Alla vista del ramen, il moro storse il naso.
"Guarda che è buono!"
"A me non piace molto!"
"Almeno assaggialo...!"
"Se lo assaggio, tu dovrai raccontarmi qualcosa di te!"
"È un ricatto?"
"Sì!" Asserì serio il moro.
Naruto sgranò gli occhi. "Ok, accetto! Ma dopo tu dovrai raccontarmi qualcosa di tuo!"
"Affare fatto!"
I due coinquilini si strinsero la mano, per consolidare l'affare appena stipulato.
Il biondo strinse le bacchette tra le dita, cominciando a divorare l'enorme ciotola di ramen voracemente, sotto gli sguardi scettici del moro, che fissava la ciotola fumante di dimensioni più contenute.
Sempre il moretto, strinse le bacchette tra le dita affondandole all'interno della ciotola. Catturò una manciata di spaghetti portandoli alle labbra. Ingoiò il boccone ricredendosi, non era male. Il ramen preparato in quel piccolo locale era buono tutto sommato. Chissà se anche gli altri piatti erano altrettanto buoni...
"Allora? È buono?"
"Non male."
L'Uzumaki stirò un sorrisetto divertito. "Sei sempre così altezzoso?"
"Io non sono altezzoso! Diciamo che non so fingere. Quando qualcosa non mi piace lo dico a chiare lettere!"
"Ammetto che nemmeno io sono molto bravo a mentire...! Almeno è quello che mi dice sempre Gaara...!" Imbarazzato Naruto si lasciò andare ad una risatina nervosa, grattandosi una guancia con l'indice.
"Raccontami dei tuoi ex. Ne hai avuti molti?"
"Eh?" A quella domanda il biondino strabuzzò gli occhi. Era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato di sentire.
"Hai capito bene!" Rimarcò il moro con disinvoltura, drizzandosi sulla schiena e incrociando le braccia sul tavolo.
"I miei ex... Non è che ne abbia avuti moltissimi...!" Quel Teme, con un'abilità fuori dal comune, era riuscito a ribaltare la situazione ponendo lui le domande, costringendolo a rispondere.
Sasuke continuava a tenere lo sguardo fisso in quello del Dobe, attendendo un numero e dei nomi.
"Credo tre! Più o meno...! Pain, il mio ex; poi Sai, un tipo un po' particolare con cui andavo a scuola: con lui durò parecchio, più di un anno; infine un tizio di cui non ricordo il nome. Quest'ultimo non credo si possa considerare proprio un ex visto ci vedevamo ogni tanto solo per baciarci. Nient'altro!"
Naruto, sempre più agitato mentre raccontava, lasciò vagare lo sguardo in giro per il locale pur di non incontrare gli occhi penetranti del Teme.
"Tutti maschi?"
"Sì! Mi pare di averti già detto che preferisco i maschi alle femmine."
"E il rossino? Cioè Gaara!" Si corresse Sasuke. Possibile che quel tizio non fosse compreso?
"Ah! Ah! Ah! No...! Io e lui siamo solo molto amici! E poi è già impegnato!"
"Quel tipo ha una ragazza?" br/> "Un ragazzo e si amano moltissimo!" Sempre Naruto stirò un bellissimo sorriso, ripensando a quanto fosse innamorato il suo amico. Un poco lo invidiava, lui che desiderava essere amato più di ogni altra cosa non riusciva mai a trovare nessuno che ricambiasse appieno i suoi sentimenti.
Al contrario Sasuke stava immaginando quale povera anima pia potesse mai sopportare quel rossino odioso. -Deve essere un santo quel tizio...!- Rifletté.
"Adesso è il tuo turno! Raccontami dei tuoi ex o delle tue ex!" Il biondo curioso sorrise, poggiando un gomito sul tavolo e posando il mento sulla mano. Puntò lo sguardo in quello del moro.

Gli occhi del Dobe brillavano come zaffiri esposti alla luce del sole. Quel dettaglio rischiò seriamente di far andare di traverso l'acqua che l'Uchiha stava ingerendo.
"Non saprei... Fin da piccolo ho avuto parecchie ammiratrici, ma poche ragazze. Alle medie mi misi con una tipa carina dai capelli albini... di cui non ricordo il nome. Alle superiori, finalmente Karin riuscì a convincermi a mettermi con lei. Durò poco, solo qualche mese, poi mi vidi un paio di volte con un ragazzo che faceva parte della squadra di baseball e poi con un tizio che praticava judo." Concluse abbassando lo sguardo, sentendosi messo in difficoltà da quegli occhi troppo azzurri e limpidi.
"Wow...! Ti sei dato da fare!" L'Uzumaki si sentiva insulso. Paragonato all'altro lui non aveva avuto molte esperienze.
"Adesso non esagerare! E poi ho sempre fatto l'attivo!" Per un attimo si era quasi sentito a disagio con quell'affermazione.
"Forse con le ragazze! Ma a guardarti... non sembri poi così... Attivo!"
"Nemmeno tu sembri poi così virile, Dobe! Non credere!" Questa sì che era un'offesa bella e buona.
Il biondino scrollò le spalle, lasciandosi scivolare quel commento come se niente fosse.
"Lo ammetto! Ho fatto anche il passivo, non me ne vergogno! Guarda che se il partner ci sa fare può essere molto appagante!"
"Io preferisco stare sopra! Ho fatto il passivo solo occasionalmente e non mi è piaciuto affatto. Quel deficiente non ci sapeva proprio fare!"
Sasuke storse lo sguardo scocciato, mentre Naruto sogghignò divertito.
"Si può sempre fingere...! Io l'ho fatto spesso con Pain, il mio ex!"
"Cosa? Hai finto di godere?" L'Uchiha sentì la mascella toccare terra tanto era sconcertato.
"È un tipo terribilmente egocentrico, anche nel sesso. Non si curava mai se a me piacesse o meno. Ho cominciato a fingere sperando che così facendo si sarebbe eccitato maggiormente e mi avrebbe compiaciuto..."
Affievolito da quel ricordo, il ragazzo dalla zazzera bionda si lasciò andare abbandonato sul tavolo con le braccia conserte e la testa poggiata su di esse.
"E invece nulla! Faceva quel che doveva e mi lasciava lì!"
"Che stronzo!" Sbottò Sasuke incapace di trattenersi.
Come poteva quel tizio non apprezzare un angelo come il Dobe? Spesso e volentieri si comportava da idiota, ma tutto sommato era una bella persona.
"Come diavolo hai fatto a fingere un orgasmo?" Doveva chiederglielo assolutamente.
"Ricordo che il tipo che faceva judo faceva schifo a letto, era davvero poco dotato. Infatti a malapena lo sentivo...! Penso ci sia rimasto di merda quando gli ho detto a chiare lettere che era penoso! Però arrivare a fingere...?!"
"Non è poi così complicato!" Il biondino fece cenno alla cameriera di avvicinarsi per portare via le ciotole di ramen ormai vuote, ordinando poi dei dango come dessert.
"Non ci credo!" Sasuke era del tutto scettico riguardo a ciò.
"Sta a vedere!" Naruto stirò un sorrisetto divertito, inspirando profondamente.
Il moro, ancora diffidente, si lasciò andare contro lo schienale della sedia incrociando le braccia al petto e sbuffando.

Naruto socchiuse gli occhi concentrandosi, per poi lasciar scorrere una mano lungo il torace, mordendosi le labbra e gettando la testa all'indietro.
"Mh!" Cominciò a gemere.
"Mhhh! Di più!" La voce roca.
"Ah! Sì! Ancora!" Il tono di voce più forte, mentre continuava a tenere gli occhi chiusi mordendosi le labbra.
"Ah! Ah! Così! Sì! Ancora! Ancora! AH! Sì! Sì! Di più! Ah! Più forte!"
Sasuke aveva assunto un'espressione sconvolta. La bocca spalancata, gli occhi sgranati, non riusciva a credere alle sue orecchie e ai suoi occhi.
Intanto il biondino continuava a gemere, la testa abbandonata all'indietro, mentre la mano sinistra scorreva lungo la felpa nera e arancione.
"Ahhh..." Concluse sospirando, per poi rimettersi dritto. "Mentre fingi, sarebbe meglio se ti fai una sega e ti concentri solo su quella!" Concluse.
L'Uchiha, ancora sconcertato, fissava il coinquilino chiedendosi ancora come diavolo avesse fatto.
"Oh mio dio! Non ci credo! Lo hai fatto sul serio?!"
"Visto? È fattibile, basta solo saperci fare!" Naruto sorrise compiaciuto, era riuscito a spazzare via l'espressione perennemente stoica del Teme.
"Vedo che il ramen è stato di tuo gradimento...!" La cameriera altrettanto sconvolta portò i dango al loro tavolo.
"Oh sì grazie! Era squisito!" Esultò l'Uzumaki, non cogliendo il reale senso della battuta.
La cameriera di allontanò ancor più scombussola, chiedendosi se quel biondino avrebbe reagito allo stesso modo dopo aver mangiato anche i dango.

"Ehi Dobe! Guarda che la cameriera si riferiva alla tua performance!"
"Davvero?" Naruto sentì le guance infiammarsi per l'imbarazzo.
Solo adesso si era accorto di aver finto un orgasmo in un locale pieno zeppo di gente.
"A-andiamo via Teme?"
"E i dango?"
"Potresti farli mettere in un contenitore? Tieni i soldi, io ti aspetto fuori!"
Fulmineo e con il viso paonazzo, Naruto si alzò infilando il giubbotto e attraversando il locale.
L'Uchiha fissava la banconota abbandonata sul tavolo, chiedendosi come diavolo si potesse essere tanto deficienti.
Chiese alla cameriera se poteva incartare i dango e pagò il conto, prima di raggiungere il biondo fuori.


Sasuke aprì la porta del locale, percependo l'aria fredda della sera investirlo in pieno. Un brivido percorse la sua schiena provocandogli un'ondata di freddo. Si guardò attentamente intorno alla ricerca del biondo. Seduto su una panchina a pochi metri, un giubbotto di un arancione sgargiante troneggiava nel buoi della sera, illuminato dal lieve bagliore del lampione proprio accanto alla panchina. Le mani affondate nelle tasche, il viso coperto dalla sciarpa, solo gli occhi azzurri erano visibili.
Con passo svelto raggiunse il ragazzo, notando il naso rosso a causa del gelo.
"Andiamo a casa!" Disse semplicemente.
Naruto non rispose, si limitò a seguirlo ancora imbarazzato per la figura pietosa fatta nel locale. Non avrebbe più messo piede in quel ristorante per il resto dei suoi giorni.

I due ragazzi camminarono in perfetto silenzio fino a raggiungere la propria abitazione.
L'Uchiha notò chiaramente il profondo imbarazzo dell'altro. Solitamente non stava mai zitto, parlava in continuazione, sempre, anche quando non doveva. Invece stavolta era in perfetto silenzio, con quel velo di vergogna ad adornare i suoi meravigliosi occhi azzurri come il cielo d'estate.
"Perché non mangiamo i dango?" Il moro tentò di ripristinare una conversazione.
Con passo felpato, l'Uzumaki si avvicinò al coinquilino raggiungendolo sul divano. Prese un bastoncino con infilzati tre dango, divorandolo sempre in perfetto silenzio.
Sasuke accese la TV, lanciando un'occhiata furtiva all'altro.
"Stavo pensando..." Intraprese. "Mi spieghi come faccio a capire se hai davvero un orgasmo o stai fingendo?"
"Che?" Naruto si voltò verso l'altro scioccato da quella domanda.
"Metti caso ci ubriachiamo e finiamo a letto insieme! Come faccio a sapere se ti è piaciuto davvero o hai fatto finta?"
Con una naturalezza disarmante Sasuke pose la domanda addentando un dolcetto di riso.
"Da dove diavolo ti escono simili ipotesi?"
Il biondino percepì un brivido d'eccitazione lungo la schiena. Per un attimo aveva immaginato lui e il moro a letto nudi.
"Era così per chiedere...! Prima sembrava così realistico, che mi è venuto il dubbio."
Quell'ultima affermazione non fece altro che far arrossire nuovamente il biondo.
"Smettila Teme! E guarda che so essere molto più attivo di quanto tu possa immaginare!" Incazzato prese a urlare senza nemmeno rendersene conto.
Sasuke divertito da quell'espressione palesemente irritata, ma contemporaneamente imbarazzata, si lasciò andare ad una risata spontanea.
"Sei adorabile quando arrossisci Dobe!" Veloce si avvicinò alle labbra del biondo, baciandole castamente.
Era una strana routine che avevano intrapreso già da qualche tempo, quella di baciarsi reciprocamente ad ogni buona occasione.
Indispettito Naruto si imbronciò e afferrò un altro bastoncino di dango.
A quell'espressione il moro non poté far a meno di lasciarsi scappare un'altra risatina.
"Adesso vado a dormire. Domattina le mie lezioni iniziano alle 9. Buonanotte Usarontokachi!" si avvicinò al biondino, posando un altro lieve e fugace bacio sulle sue labbra, per poi raggiungere la propria camera.

Naruto, ancora stranito, fissava l'angolo del corridoio dove la figura del Teme era sparita.
"Quel ragazzo mi farà ammattire!" Si disse sconsolato.
Si stava legando a quello stronzo e a quei suoi modo dolci e arroganti.

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