Il segreto per una vita serena, è instaurare dei buoni rapporti.

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-Il segreto per una vita serena, è instaurare dei buoni rapporti.

Ticchettando nervosamente le dita sul manubrio dell'auto, l'uomo da penetranti occhi scuri fissava lo schermo del cellulare aggrottando le sottili sopracciglia nere con sguardo riflessivo e concentrato.

"Mmm???" Mugugnò mentre spostava una ciocca di capelli dal viso.

Quell'anno il mese d'Agosto era maledettamente caldo, malgrado l'aria condizionata nell'auto, cominciava a sentire la pelle delle cosce e della schiena appiccicarsi hai sedili in pelle della sua bella macchina nuova.

"Che faccio lo chiamo?" Si domandò increspando le labbra.

Con sguardo incerto continuava a fissare il cellulare, afferrando la lunga coda nera tirandola su con le mani nel sentire quei dannati capelli attaccarsi al collo, malgrado fossero legati.

"Dannato caldo! Perchè deve fare così tanto caldo?!" Imprecò, riaccendendo l'auto e mettendo in moto per l'ennesima volta l'aria condizionata, mentre digitava il numero di cellulare di suo fratello.

Il primo, il secondo, al terzo squillo...

"Pronto?"

"Madara ciao!... Come va' fratello?" Con voce falsamente serena, Izuna intraprese la conversazione, mentre sventolava la lunga coda davanti al viso come fosse un ventaglio.

"Izuna?"

"No, sono la fata turchina!" Ironizzò l'uomo, nervoso già di per sè a causa del caldo cocente dell'auto. "Certo che sono io! Non mi pare tu abbia altri fratelli che ti rivolgano la parola a parte il sottoscritto!"

Madara si battè una mano in fronte dall'altro capo del telefono. Perchè davano a lui dello scorbutico? Quando Izuna sembrava avere perennemente una tarantola appesa alle parti basse.

"Ok. Che diavolo vuoi?"

"Sei solo in casa?"

Madara si battè ancora una volta la mano sul viso. "Se volevi venire a trovarmi, potevi dirlo subito."

"Lo sai con non voglio avere nulla a che spartire con i Senju!"

"Ti ricordo che ne ho sposato uno!" Il maggiore ci tenne a precisarlo. Passi tutto! Tranne che offendesse il consorte.

"Ecco infatti! Allora sei solo in casa?" Rimarcò il più piccolo dei due fratelli ricevendo un sì come risposta.

Riattaccarono la chiamata, Izuna già sotto casa del fratello, uscì dall'auto sentendo un caldo torrido investirlo in pieno, maledicendo il fatto che avesse indossato un pantalone lungo e la camicia di lino con le maniche arrotolate sugli avambracci.

Trovò il portone del palazzo già aperto, catapultandosi in fretta verso l'ascensore lanciando una veloce imprecazione nel passare di fronte alla rampa di scale. Le scale mai e poi mai.

Giunto a destinazione, le porte dell'ascensore si aprirono, dando bella mostra di suo fratello Madara con indosso un pantaloncino rosso e una canottiera grigia, un po' troppo larga per essere sua, i capelli lunghi legati in una coda bassa e gli occhiali piantati sul naso.

"A cosa devo la visita inaspettata?"

Esordì il maggiore, ottenendo in cambio uno sbuffo. In effetti Izuna non si faceva vedere molto spesso, per lo più si sentivano via cellulare, le volte in cui riuscivano a vedersi erano rare e difficili da organizzare.

Il minore entrò dentro l'appartamento con uno sbuffo lanciando occhiatacce in giro per la casa. "Siamo soli giusto? Sono usciti tutti e due?"

Madara incrociò le braccia al petto. "Si. Yuri è uscito con un suo amico, mentre Hashirama aveva un appuntamento con Tobirama."

Tutto qui accadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora