Non c'è istinto pari a quello del cuore

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Non c'è istinto pari a quello del cuore.


Il mese di Dicembre in Giappone era sempre suggestivo.

Durante l'ultimo mese dell'anno, le luci sparse per il centro urbano e i centri commerciali si moltiplicano come funghi. Le strade e i viali pullulano d'illuminazioni in modo quasi esagerato. Da un punto di vista più malevolo, appariva come se i nipponici volessero mostrare al mondo il loro apprezzamento per quella festività non tipica del loro paese, ma che grazie alla globalizazzione, diventò parte delle loro usanze: con addobbi, festeggiamenti e regali.

Gli alberi decorati sparsi per le vie del centro, ghirlande, fiocchi, luci. E con la neve... Il tutto, assumeva un atmosfera ancor più magica. Incantata.

L'autunno quell'anno si era rivelato piuttosto freddo e piovoso, con l'arrivo dell'inverno la situazione era solo peggiorata.

La neve arieggiava dietro l'angolo, attendeva solo il momento giusto per imbiancare le strade con il suo candido manto freddo. Donando un'atmosfera che sembra presa da qualche dipinto o film natalizio.

Come di consueto, lo Sharingan Cafè era addobbato a festa e Obito non era mai da meno di fronte a quella festività. Specie dopo aver vissuto per anni in Europa, viveva quel mese come un incantevole magia, fatta di lucine colorate e addobbi di ogni tipo.

Quella mattina erano di turno Sakura e Sasuke, a Ino spettava il suo giorno libero settimanale. D'altronde se lo meritava. Si occupava della caffetteria con una cura e un affetto per i clienti, davvero invidiabile. E poi, dopo l'innaugurazzione del ristorante, la Yamanaca sarebbe diventata la responsabile dello Sharingan Cafè, mentre il titolare del locale tornava al suo mestiere di chef.

Mancava una settimana al Capodanno, e proprio come accaduto l'anno precedente...

In quel mese che per tutto il mondo era tinto di incantata magia, Sasuke aveva letteralmete smarrito il suo fidanzato, per l'ennesima volta, dietro il bancone dell'Akatsuki.

"Dannate feste e dannato Nitht club!"

"Che hai da borbottare tanto?"

Con un sorriso, Sakura si avvicinò al collega nel sentirlo borbottare come un vecchietto burbero.

"Niente che ti riguardi!" Sbraitò, afferrando l'ennesimo vassoio dal bancone, dirigendosi verso i clienti che lo avevano ordinato.

La ragazza, impietrita da tanta furia, sospirò pazientemente. Il locale era pieno, continuavano a servire tavoli senza un attimo di tregua. Forse era meglio accantonare il discorso ad un momento più propizio.

Senza alcuna fretta, Haruno lasciò trascorrere la mattina e l'ora di pranzo, che in prossimità delle festività di fine anno, diveniva più caotica del solito, fino al tardo pomeriggio. Momento in cui la popolazione rincasava lasciando loro un po' di meritato riposo.

Per tutto il giorno non aveva fatto altro che osservare Sasuke, sembrava infastidito da qualcosa. E forse... Aveva capito da cosa.

"Si tratta di Naruto vero?"

"Ti sembra il modo di sorprendere la gente alle spalle?"

Il giovane moro sobbalzò istintivamente, Sakura che gli si era avvicinata di soppiatto, lanciando quella domanda indiscreta, senza il minimo preavviso.

Con altrettanta sfacciataggine e mostrando una particolare forza spropositata, sempre la ragazza, trascinò il moro verso un tavolo afferrandolo per un braccio e facendo pressione per farlo sedere.

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