Quando si dice: Iniziare una giornata con il piede sbagliato.

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  - Quando si dice: Iniziare una giornata con il piede sbagliato.


Dall'alto del suo ufficio, posto all'ultimo piano di un imponente palazzo a specchio, Gaara osservava la città di Tokyo. Le auto apparivano come tante piccole formiche che sfrecciavano veloci lungo le strade, mentre le persone ammassate sui marciapiedi gli apparivano come sciami di mosche. Aveva sempre trovato interessante come la vita caotica della città travolgesse le persone, rendendole inconsapevolmente schiave dei propri doveri.
"In fin dei conti... anche io sono schiavo della mia vita e di questa azienda!" Si ritrovò a constatare, volgendo lo sguardo verso il cielo.
Malgrado fossero già nel mese di Novembre, quella mattina il cielo era particolarmente limpido e azzurro, nemmeno l'ombra di una nuvola ad occultare quel cielo terso. Sospirò continuando a guardarsi intorno annoiato. Quella mattina era decisamente cominciata male. A dire il vero i problemi erano iniziati il giorno prima, quando il suo euforico amico biondo lo aveva chiamato annunciando allegramente che aveva trovato un appartamento.

Tornò a sedere dietro la scrivania, lasciandosi andare stancamente contro la poltrona. Socchiuse gli occhi, aprendoli un istante dopo, passando svogliatamente una mano tra i capelli. Il fatto che Naruto se ne stesse andando così presto gli dispiaceva. Da troppi anni viveva solo con i suoi dipendenti in quella grande casa.
"Avrei preferito che restasse da me ancora per qualche mese..." Sospirò nuovamente.
In quelle poche settimane di permanenza gli era quasi sembrato di tornare ai tempi del liceo, quando tutto andava bene; quando suo padre era ancora a capo dell'azienda, Temari non lo detestava e suo fratello...
"Mi serve una sigaretta!"
Agitato come non gli capitava da tempo, afferrò il pacchetto di sigarette, con le dita pallide e sottili tirò fuori una sigaretta portandola alle labbra, impugnando poi l'accendino.
Fece scattare l'accendino, lasciando che la piccola fiammella toccasse la punta della sigaretta bruciandola appena un po'. Inspirò il fumo, gettando poi distrattamente l'accendino sulla scrivania.
Tirò una profonda boccata, per poi poggiare la testa contro lo schienale della poltrona. Lasciò che il fumo impregnasse i polmoni fino in fondo, lasciandolo uscire lentamente dalle labbra creando una piccola nube di fumo grigiastra. Non poteva fumare in ufficio, sapeva perfettamente di dover uscire in terrazzo, ma non ne aveva la forza. In quel momento si sentiva nuovamente solo.

In quelle poche settimane si era sentito quasi come lo schiavetto di Naruto. Lo accompagnava a lavoro ogni sera, per poi andare a prenderlo in piena notte per tornare insieme. Gli aveva anche promesso che quel pomeriggio gli avrebbe dato una mano, accompagnandolo nel nuovo appartamento. Senza contare la famosa mattina, quando lasciò il suo ex e lo chiamò chiedendo il suo aiuto.
Tirò un'altra boccata alla sigaretta.
Il vibrare del cellulare sulla scrivania attirò la sua attenzione. Svogliatamente allungò un braccio verso lo smartphone, leggendovi su il nome del suo avvocato.
"Pronto?"
"Signor Sabaku, sono io!"
"È successo qualcosa? Non avevamo appuntamento tra due giorni?"
"Riguarda l'udienza fissata per il mese prossimo."
Il rosso si tirò su bruscamente drizzando la schiena. "Cosa?"
"È stata respinta... Di nuovo!"
"Che cosa?!" La voce palesemente alterata, malgrado il tono fosse rimasto normale.
"Mi dispiace, ma il giudice non è disposto a fissare un'altra udienza per il processo."
"Come diavolo è possibile? Questa è già la terza udienza respinta!" Il giovane sentiva la rabbia impadronirsi del suo corpo. Diede un forte tiro alla sigaretta cercando di placare tutta quell'ira, altrimenti avrebbe iniziato a urlare come un forsennato contro il cellulare che stringeva tra le mani.
"La quarta...!" Lo corresse l'avvocato all'altro capo del telefono.
Gaara in quel momento socchiuse gli occhi, concedendosi qualche minuto per calmarsi.
"Sa che le dico? Lei è licenziato! Sparisca! Non osi mettere più piede nel mio ufficio!" Il tono di voce si era alzato, complice la rabbia cieca che lo stava attraversando, irrompendo fin dentro le viscere come un veleno.
Riagganciò la chiamata e tirò un ultimo tiro alla sigaretta, per poi spegnere rabbiosamente la cicca all'interno del posacenere.
"Devo trovarmi un altro avvocato!" Sospirò, per poi afferrare un'altra sigaretta, accendendola.
Osservò il pacchetto di sigarette quasi vuoto abbandonato sul tavolo. Afferrò la cornetta del telefono.
"Sora, potresti mandare qualcuno a comprarmi un pacchetto di sigarette?"
Il ragazzo dall'altro capo della cornetta storse lo sguardo seccato. "Ma non doveva smettere di fumare?"
"Non oggi! Sono troppo nervoso!" Lasciò uscire il fumo dalle labbra, portando successivamente la sigaretta sul posacenere per far cadere la cenere in eccesso.
"Dovresti fare anche un'altra cosa! Procurami l'elenco di tutti i migliori avvocati di Tokyo!"
"Come vuole...!" Sospirò poggiando la cornetta.
Sbuffando sonoramente riafferrò la cornetta e digitò il numero del piano terra del palazzo. Chiese se qualcuno potesse occuparsi delle sigarette per il suo capo, rimettendosi poi a lavoro davanti al pc, come richiesto dal suo superiore.




Intanto...
Dopo aver pranzato in compagnia dei domestici, Naruto tornò al piano di sopra in quella che era temporaneamente diventata la sua camera. Doveva affrettarsi nel finire di fare i bagagli, Gaara sarebbe tornato a casa per le 16:00 del pomeriggio. Avrebbe avuto a malapena il tempo di raggiungere il nuovo appartamento, lasciare la sua roba, per poi raggiungere il lavoro. Il venerdì doveva presentarsi a lavoro in anticipo vista l'enorme affluenza di persone che invadeva il locale.
Doveva ricontrollare la fornitura di bibite, alcolici e che la fornitura di ghiaccio abbondasse. Poi controllare tutti i frigoriferi posti sotto al bancone, assicurandosi che non mancasse nulla. Inoltre doveva parlare con il suo nuovo collaboratore per dividersi i compiti e non creare confusione. Il ragazzo era un tipo alto, con degli sbarazzini capelli castani, occhi dorati e due particolari tatuaggi rossi sulle guance a forma di triangoli rivolti verso il basso. Oltre ad essere dannatamente figo!
Era stato assunto da poco come suo nuovo collaboratore, dopo che il vecchio barista aveva combinato un disastro dopo l'altro in appena una settimana di lavoro.

Il ragazzo, intento a infilare alcuni paia di boxer in un borsone, sentì bussare alla porta.
"Sei vuoi posso darti una mano nel sistemare le tue cose."
Il biondo si voltò, trovando la domestica sullo stipite della porta.
"Faccio da me! Comunque grazie!"
"OK... Fai come preferisci.!" La donna si allontanò, lasciando il ragazzo alle sue faccende.
Solo in quel momento Naruto decise di dare uno sguardo al cellulare, giusto per assicurarsi di non aver fatto tardi. Sapeva benissimo quanto Gaara detestasse aspettare.
"Le 15:00. Perfetto! Sono in anticipo!" Esultò incredulo. Raramente accadeva che fosse in anticipo su qualcosa.
Finì di sistemare le ultime cose, dando una controllata generale alla stanza.
"Credo di aver preso tutto!"
"Anche se avessi dimenticato qualcosa, puoi tornare a prenderla quando vuoi!"
Naruto sobbalzò nell'udire quella voce irrompere alle sue spalle e si voltò bruscamente verso il suo interlocutore.
"Gaara! Mi hai spaventato!"
"Scusami!"
"Sono già le 16:00?" Il biondo perplesso incrociò lo sguardo dell'amico.
Il rosso sostava sullo stipite della porta, le braccia incrociate al petto e lo sguardo intristito.
"Sono uscito in anticipo. Oggi non è proprio giornata...!" Sospirò giù di corda.
"Perché? Che è successo?" L'Uzumaki si allarmò immediatamente di fronte a quel tono e quello sguardo.
"Ti racconto in auto. Andiamo! Ti aiuto a portare giù tutte le tue cose!"


Caricate le valigie sul grosso Suv bianco, Naruto salì sul lato passeggero, seguito da Gaara che salì in auto allacciando la cintura e mettendo in moto.
Mentre caricavano i bagagli del biondo, rimasero entrambi in religioso silenzio. Naruto sapeva che l'amico gliene avrebbe parlato, doveva solo attendere i suoi tempi.
Il rosso, risentendo ancora dello stato d'animo di quella mattina, tirò fuori una sigaretta. Abbassò un pochino il finestrino e la accese.
"Questa mattina mi ha chiamato il mio avvocato." Esordì dando il via al discorso.
"Il giudice ha respinto la richiesta di tornare a giudizio."
"E...?" Adesso sì che il discorso si metteva malissimo. Quella sigaretta stretta tra le labbra del suo migliore amico in quell'istante appariva come un misero dettaglio.
"L'ho licenziato. Mi troverò un nuovo avvocato! Qualcuno davvero capace! Che sappia fare il suo mestiere! Quel tizio era un imbecille!" Proseguì sprezzante il giovane dai capelli rossi, tirando nervosamente qualche boccata dalla sigaretta.
Naruto chinò il capo, fissando le sue mani congiunte. Si sentiva maledettamente colpevole.
"Mi dispiace...!"
"Non è colpa tua!"
"Sì, invece!"
"Naruto..." Il biondo si voltò verso l'amico. "Piantala! Troverò un altro avvocato che tiri fuori di prigione mio fratello! Devo solo trovare un avvocato abbastanza astuto e ingegnoso! Uno che sappia il fatto suo." Proseguì serio il ragazzo.
Intanto il biondino era rimasto in silenzio. Sapeva quanto fosse complicata e difficile da sostenere quella situazione per il suo migliore amico, ma non aveva la benché minima idea di come potergli dare una mano.
"Ti dispiace che me ne stia andando a vivere da un'altra parte?" Esordì senza guardarlo in volto, sentendo solo un pungente odore di sigaretta irradiarsi nell'abitacolo dell'auto.
"Certo che mi dispiace! Mi sembrava di essere tornato ai tempi del liceo."
"Verrò a trovarti continuamente!"
"È una minaccia?" Chiese sarcastico l'altro.
"Ehi! Che vorresti insinuare? Che sono un rompi scatole?" Urlò a sua volta il biondo.
"Io non ho detto nulla. Stai facendo tutto tu!"
Il rosso si lasciò andare a un piccolo sorriso. Allungò una mano verso il biondo stringendola nella sua.
"Sai benissimo quanto io ci tenga a te! E poi... Non ho ancora avuto modo di conoscere il tuo coinquilino. Chi mi assicura che non ti cacci di casa dopo qualche settimana, ritrovandoti nuovamente a chiamarmi alle prime luci dell'alba per venire in tuo soccorso?"
"Sei un bastardo Gaara Sabaku! Sappilo!" Fu la risposta piena di disprezzo palesato dell'altro.
Il rossino scoppiò in una leggera risata di fronte all'espressione adirata del biondino. Lo trovava davvero tenero, con le braccia conserte, le guance gonfie d'irritazione e quel broncetto adorabile.


"Sasuke, calmati! Non è mica la fine del mondo!"
"Sì, invece!"
Il moretto teneva il cellulare poggiato sulla spalla mentre parlava con il fratello all'altro capo del telefono.
"Sono un idiota! Dopo il lavoro mi sono perso scrivendo la tesi per una materia... E mi sono scordato di fare la spesa!"
"Non farla tanto tragica! Non sei molto abituato! Ci siamo sempre occupati di tutto io e Shisui...! Mi pare logico!"
"Adesso stacco, se non ti dispiace! Sono appena tornato dal combini qui vicino, dove ho comprato un po' di tutto, e i sacchetti troneggiano ancora indisturbati sul tavolo della cucina!" Rispose acidamente allargando le braccia teatralmente, come se suo fratello dall'altro capo del cellulare potesse vederlo.
"Ok, ho capito! Ci sentiamo più tardi!"
"A dopo aniki!"
Il moretto riattaccò e rilasciò un sospiro esasperato, cominciando a sistemare la roba negli sportelli un po' come veniva. Fare la figura dello spilorcio che accoglie il suo nuovo coinquilino con il frigo vuoto non era il modo migliore per cominciare una convivenza. Decisamente.

"Spero che quel ragazzo sappia cucinare! Perché io non so davvero che farmene di tutta questa roba!" Prese a imprecare, mentre tentava di sistemare il cibo appena acquistato nel frigo.
Il suono del campanello irruppe.
"Cazzo! È qui!" Si tirò su accartocciando le buste in una palla indefinita, ficcandola nel primo sportello a sua disposizione, prima di raggiungere la porta.
Giunto all'entrata, tirò un profondo respiro riacquistando la sua aria calma e controllata. Si specchiò nella cornice appesa vicino all'entrata, dando una sistemata veloce ai capelli, per poi aprire il portone attendendo che il biondo salisse. Aprì la porta indeciso su cosa fare. Era indeciso tra: scendere giù e andare ad aiutare o restare lì ad attendere che salisse.
Udì distintamente il suono di passi lungo le scale. Sentendosi a disagio rimase in attesa.
Un folta chioma di capelli rossi fece capolino da dietro la porta.
Il ragazzo portava un enorme paio di occhiali da sole scuri, i vestiti casual, ma con quel tocco di eleganza che non guastava, e aveva una folta chioma rosso fuoco.
-Ma non era biondo?- Pensò ingenuamente l'Uchiha a primo impatto.
Prese ad osservare meglio quel tipo che teneva strette tra le mani due borse. Non era Naruto. Senza ombra di dubbio era davvero affascinante, ma non era lui. E allora chi era quel tipo che con aria imperiosa iniziò a scrutare tutto l'appartamento con occhio critico?
Di nuovo il rumore di passi, finché una familiare chioma bionda sbucò fuori dalla porta, entrando in casa.
"Ciao Sasuke!" Salutò il biondino.
"Lui è il mio amico Gaara Sabaku! Siamo venuti con la sua auto, mi ha dato una mano a salire i bagagli!"
"Ah. OK...!" Rispose semplicemente.
"Gaara?" Il biondino puntò lo sguardo sull'amico che sfacciatamente stava analizzando tutta la casa. "GAARA!!!"
"Cosa?" Il rosso si voltò appena un istante.
"Ti presento Sasuke Uchiha, il mio coinquilino!"
"Piacere." Rispose atono, tornando a ispezionare tutto.
Il moro sentì un sopracciglio tremare dall'irritazione nell'essere stato bellamente ignorato da quel tipo. Lo aveva appena conosciuto e già lo detestava.

Dopo aver esaminato per bene l'appartamento, Gaara rielaborò la frase pronunciata dall'amico voltandosi verso il tizio con i capelli neri. Era di appena qualche centimetro più alto di lui, capelli neri, occhi neri, pelle chiarissima, decisamente carino.
-Uchiha...!- Rifletté.
Sapeva già come prendere informazioni su quel tizio. Naruto era un bravo ragazzo, ma spesso e volentieri un po' troppo ingenuo, e questa cosa gli aveva creato problemi in passato. Ma non avrebbe più lasciato campo libero a quel biondino svampito. Doveva tenerlo sotto controllo da ogni angolazione.
Con disinvoltura il rosso si accomodò sul divano, accavallò le gambe elegantemente e sfilò finalmente gli occhiali da sole mostrando i suoi occhi chiari. Con un lieve movimento del capo ravvivò la chioma rossa, lasciando in bella vista il tatuaggio sulla fronte. Puntò poi lo sguardo sul moro.
"Parliamo di te!" Esordì. "Cosa fai nella vita? Quanti anni hai? Studi? Lavori? Hai la patente? Sei fidanzato? Single?"
"GAARAAAAAA!!!"
Il biondo, rosso di rabbia, urlò il nome dell'amico, mentre il moro inebetito fissava quel rossino.
"Visto che ci sei, vuoi chiedergli anche quante volte va al bagno?"
"Perché no?" Rispose scrollando le spalle in segno di ovvietà. "Quante volte..."
"LA VUOI PIANTARE!?!" Ricominciò a urlare l'Uzumaki.
Che Gaara fosse la sfacciataggine fatta persona, lo sapeva già. Sapeva anche quanto potesse divenire insopportabile quando si metteva a fare la mamma chioccia. Ma qui stava davvero superando il limite dell'assurdo.
"Non stavi per andartene?" Il biondo assunse un'espressione sinistra, volgendo lo sguardo verso l'amico con l'intento di fargli capire che doveva sloggiare.
"Dopo! Io e il tuo coinquilino abbiamo molto su cui discutere!" Rispose tranquillamente.
Sasuke stava elaborando già un modo per svignarsela in fretta e furia.
"No! Tu te ne vai adesso!" Ordinò il biondo raggiungendo quell'arrogante e trascinandoselo dietro per un braccio.
"Naruto, mollami! Adesso! O la mia rabbia si ripercuoterà su di te!"
"Sai che me ne faccio della tua rabbia...! Sloggia e non rompere le palle!"
Intanto l'Uchiha, sempre più esterrefatto, assisteva alla scena con occhi e bocca spalancati.
Il biondo, facendo forza sugli avambracci, si trascinava dietro il rosso che imprecava e minacciava in modo parecchio esplicito l'amico, tenendosi stretto allo stipite di una porta e scalciando contro quel dannato biondino che voleva impedirgli di mettere sotto torchio il suo coinquilino.
"Naruto...! Questo è l'ultimo avvertimento!"
"Vai a farti fottere da chi sai tu e non rompere!" Fu la pronta risposta dell'altro.
"OK, basta! Non farò il terzo grado al tuo coinquilino!" Offeso da quella frase, Gaara si arrese.
"Finalmente...!" Sbuffò a sua volta l'altro poggiando le mani sulle cosce e piegandosi leggermente in avanti sfinito.
"Ma sappi che questa non te la perdono!"
"Quale? Non averti lasciato torturare Sasuke o aver fatto una battuta personale su di te?"
"Entrambe! Adesso vado, ho da fare. Ti vengo a prendere dopo!"
"Non serve! Da qui il locale è vicinissimo!"
"Mmh... Ok, ciao!" Salutò ancora infuriato, uscendo in fretta dalla porta. Scese le scale e raggiunse la sua auto.
Sarebbe uscito dal portone del palazzo evitando in tutti i modo possibili la caffetteria dove lavoravano quelle lesbiche perennemente mestruate amiche di Naruto. Già la giornata era cominciata male e stava proseguendo in modo per nulla rassicurante, ci mancavano solo loro due e i loro scleri da yaoiste incallite per chiudere in bellezza.



In appartamento...
Naruto imbarazzatissimo raccattò i bagagli mantenendo lo sguardo basso. Nel momento in cui prese a litigare con Gaara non si curò molto del loro spettatore, mentre adesso... Sentire quei magnetici occhi neri su di sé lo stava mandando in iperventilazione.
"Qual è la mia camera?" Chiese evitando prontamente lo sguardo del moro.
Sasuke dal canto suo era rimasto sconcertato. Quel rossino voleva metterlo sotto torchio, ma Naruto era riuscito a sgominare i piani malvagi di quel tipo.
"La tua camera?" Chiese a sua volta, ridestandosi da quello stato di shock. "Seguimi."
Naruto sentiva le orecchie andare in fiamme, era più che certo di essere arrossito dalla vergogna per la figuraccia fatta poco prima. Capiva la preoccupazione di Gaara, ma senza dubbio stava esagerando. Era anche vero che in passato si era spesso messo nei casini con gli uomini, ma star lì a fare il terzo grado a un ragazzo che al massimo sarebbe diventato suo amico, era davvero troppo!

Sasuke, ancora disorientato, aiutò il nuovo coinquilino con i bagagli. Con un lieve movimento della mano aprì la porta della stanza.
"Questa è la tua camera." Esordì incrociando il viso del biondino.
Era rosso, talmente rosso da trovarlo maledettamente adorabile: la frangia bionda a coprire quei pozzi d'acqua cristallina, le guance rosse come pomodori maturi.
-Non potevo trovarmi in coinquilino brutto?- Rifletté ammaliato dalla tenerezza emanata da quel ragazzo. Ci mancava solo che iniziasse a vomitare arcobaleni e unicorni alati.
"Grazie." Naruto entrò nella stanza guardandosi intorno. Aveva visto la camera il giorno prima, ma non ricordava un granché. Gaara gli diceva sempre che era troppo sbadato e aveva ragione, anche su questo purtroppo.
Poggiò le borse sul pavimento, continuando a evitare lo sguardo di Sasuke che era rimasto lì impalato a fissarlo. Questo era anche più imbarazzante della scenata di prima. Era più che certo che il moro fosse ancora in stato di shock per la figuraccia di poco prima.
-Ti ringrazio Gaara! Bel modo per intraprendere una convivenza con un perfetto estraneo!- Rifletté.
Tirò un profondo respiro tentando di darsi un tono. Forse chiarendo il malinteso quel velo pietoso si sarebbe dissolto.
"Mi dispiace tanto per prima... Il mio amico..."
"Ma voi due litigate sempre in quel modo?" L'Uchiha esordì spiazzando l'Uzumaki dando voce alla sua mente.
"Ogni tanto...!" Ridacchiò nervoso l'altro. "È il mio migliore amico! "
"Questo lo avevo capito! Si vede che in fondo ci tiene a te!"
Il biondo sbarrò gli occhi. Una frase simile proprio non se l'aspettava. Sorrise spontaneamente.
"Già...! Se non ti dispiace, vorrei iniziare a sistemare le mie cose. Tra un'oretta dovrò andare a lavoro!"
Sasuke, rimasto a osservare incantato quello splendido sorriso, si ridestò lasciando un pochino di privacy al coinquilino. Avrebbero avuto tempo per conoscersi e fare amicizia.
-Forse dovremmo stabilire dei turni per le pulizie domestiche, come buttare la spazzatura e roba così...- Rifletté tra sé il moretto, mentre chiudeva la porta della camera alle spalle.
Anche lui doveva affrettarsi, mancavano solo una paio d'ore all'inizio del suo turno serale in caffetteria.



"Le 18:00!" Urlò il biondino osservando lo schermo del cellulare!
Era tardi. Normalmente avrebbe già dovuto essere al night a quell'ora. Ma perso com'era nel disfare le valigie se ne scordò.
Mollò i vestiti sul letto e afferrò la borsa contenente la divisa da barista del night club per cui lavorava, poi uscì dalla stanza come un forsennato. Inforcò il cappotto senza nemmeno curarsi di prendere sciarpa e berretto; cellulare in tasca pronto per andare. Proprio mentre stava per chiudesi la porta alle spalle...
"Le chiavi! Non posso tornare alle 4 del mattino e suonare per farmi aprire!" Urlò sempre più agitato.
Riaprì la porta trovando un piccolo mazzo di chiavi poggiato su un tavolo anonimo proprio accanto all'ingesso, poggiato accanto a un biglietto scritto a penna. La scrittura era bella, fine, elegante, senza il benché minimo errore di ortografia.
-Questa è la tua copia delle chiavi dell'appartamento. Io sono giù in caffetteria, oggi ho il turno serale. Se stasera non dovessimo vederci, ti auguro buon lavoro! A domani, Sasuke.-
Il biondo si imbambolò nell'osservare quelle due righe arrossendo, dandosi subito dopo dell'idiota per essere arrossito per una simile sciocchezza. Con fretta crescente, afferrò le chiavi ficcandole nel borsone. Chiuse la porta alle spalle e scese i gradini a tre a tre, aprendo successivamente il portone. Lo chiuse alle proprie spalle sempre più di fretta e iniziò a correre.

In un attimo, passando proprio davanti alla caffetteria, Naruto incontrò lo sguardo del suo nuovo coinquilino. Stava servendo ad un tavolo. Istintivamente sollevò una mano mimando il gesto di un saluto, ricambiato dal moro, per poi correre come un fulmine verso il night pronto ad affrontare un venerdì sera pieno di gente.



"Ahi! Ahi! Ahi! Ino, piano! Così mi spacchi una costola!" Sakura, dietro il bancone della caffetteria, stava preparando due caffè lunghi quando le poderose gomitate della sua ragazza le arrivarono come fendenti.
"Non puoi capire cosa ho appena visto!" Esultò la bionda battendo le mani felice, saltellando come una bambina.
"Cosa...?"
"Sasuke ha appena salutato Naruto, che è appena passato davanti alla vetrata! Si sono scambiati un timido saluto...! Erano così dolci e teneri...!" In quell'istante Ino sembrava davvero su di giri, le mancavano solo gli occhi a cuoricino.
Sakura fissava la sua ragazza con aria compassionevole. "Secondo me leggi troppi yaoi!"
"Secondo me, quei due si metteranno insieme! Me lo sento!"
La rosa storse lo sguardo scettica. "Sai quanto io ti voglia bene, ma non puoi farti filmini mentali romantici su ogni essere vivente che incroci sulla tua strada!"
"Questa è la volta buona, me lo sento!" La ragazza chiuse i pugni delle mani sollevandoli leggermente, alzando gli occhi verso il cielo.
"Lo dicevi anche di Choji! E poi si è messo con quella pazza squilibrata...! Come si chiamava...?"
"Ti prego...!" Ino teatralmente si lanciò tra le braccia della fidanzata. "Non me lo ricordare...! Ancora soffro!"
Sakura avvolse le braccia intorno alle esili spalle della fidanzata, mentre lei le stringeva la vita sottile. Il fatto che Ino fosse una yaoista sfegatata lo sapeva da anni, anche prima che decidessero di mettersi insieme. Da un lato doveva anche ringraziarla! Era merito suo se aveva imparato a conoscere il meraviglioso e romanticissimo mondo dei boys love, trovando davvero dolci e per certi versi interessanti quelle storie.
Sul fatto che fosse lesbica non aveva dubbi. Fin dall'adolescenza aveva trovato dannatamente attraente un seno prosperoso al posto di un glabro petto maschile. Eppure quei manga possedevano un fascino unico!
A causa della sua ragazza, anche lei era passata al lato oscuro, come amava definirlo giusto per far alterare la bionda, che al contrario riteneva quei manga una mano scesa dal cielo.

"Che Naruto è gay lo sappiamo già! Ma non credo che..." Constatò sempre la rosa.
"Fidati di me!" Ino si staccò appena un attimo, incrociando gli occhi verdi della fidanzata.
Infischiandosene del locale pieno di gente, protese il viso verso quello della ragazza, lasciando che le loro labbra si incontrassero in un bacio lieve e casto, ricambiato dall'altra, che le schioccò un secondo bacio un istante dopo.
"Ammetto che sarebbero davvero carini come coppia!"
"Ehi voi due! La volete finire di pomiciare dietro al bancone?!"
Una voce irruppe distruggendo letteralmente la dolce atmosfera che si era creata.
"Geloso?" Ino si strinse maggiormente alla rosa in un abbraccio. Era una provocatrice.
Sasuke inarcò un sopracciglio seccato. "Non voglio essere coinvolto nei vostri giochini erotici da lesbiche, perciò dateci un taglio!"
Entrambe la ragazze scoppiarono a ridere, mentre il ragazzo sbuffando raggiunse un cliente che lo aveva chiamato.
"Ha un bel caratterino...!" Sakura tornò a dedicarsi al biglietto con le ordinazioni lasciato lì dal moro.
"È un Uchiha, che ti aspettavi...?" Rispose sarcasticamente la bionda ripensando ad Obito.
"Non hai tutti i torti!" La Haruno si ritrovò a ripensare alla strigliata fatta dal suo capo pochi giorni prima per essersi presentata in ritardo per l'ennesima volta.
Ma adesso basta! Non voleva perdere anche quel lavoro...! Doveva solo organizzare meglio i suoi impegni e Ino era disposta ad aiutarla.



Naruto correva per una delle vie principali del centro di Tokyo, correndo a più non posso. Appena per un soffio era riuscito a evitare qualche passante, continuando a correre diretto verso il night. Svoltò l'angolo, ritrovandosi di fronte a un enorme palazzo. Entrò diretto verso la scalinata che lo avrebbe condotto al seminterrato. Il locale per cui lavorava infatti si trovava all'interno del palazzo nel suo seminterrato.
I proprietari avevano scelto un bel posticino per portare avanti i loro affari.
Aggirò il corridoio, preferendo scendere dalla scala di servizio, onde evitare di incrociare il suo capo. Per quel tipo anche il tempo era denaro. Se si fosse accorto del suo ritardo avrebbe detratto ogni minuto dal suo stipendio.
Scese le scale talmente di fretta da rischiare più di una volta di inciampare e sbattere violentemente il viso contro i gradini. Giunto agli ultimi quattro gradini, piegò bene le ginocchia compiendo un bel salto, balzando proprio di fronte alla porta, che aprì giungendo nel retro del locale. Aggirò il magazzino controllando che i fornitori al mattino non avessero sbagliato nulla nella consegna. Successivamente raggiunse gli spogliatoi, dove prese a cambiarsi sempre più di corsa.
"Speriamo almeno che Kiba mi abbia coperto...!"
Abbottonò gli ultimi bottoni della camicia, afferrando il cellulare e dirigendosi verso la porta.

"Eccoti! Stavo giusto chiedendo di te al tuo amico!"
"Allora? Hai controllato le consegne? Manca qualcosa?"
Naruto posò lo sguardo spiazzato su Kiba, non sapendo cosa rispondere. Il castano gli fece l'occhiolino sorridendo appena.
"Tutto ok! Tranquillo!" Agitatissimo il biondo cominciò ad agitare la mani, ricevendo un'occhiata seccata dall'altro tipo.
"Meno male! Non mi andava di sorbirmi il continuo sbraitare di Kakuzu! È talmente spilorcio...!" Proseguì sempre più scocciato.
"Mmh... Vado a controllare la pista da ballo per le spogliarelliste! Voi tenetevi pronti, tra un'ora apriamo bottega!"
"Agli ordini!" Rispose Naruto, mentre Kiba si limitò a fare un gesto di assenso con il capo.
Nemmeno il tempo di metabolizzare l'aver scampato la strigliata, che notò lo sguardo di Hidan. Lo stava fissando con un po' troppo interesse.
-Ha capito!- Pensò. La mente del biondino era già andata nel panico.
"Dovresti abbottonare per bene questa camicia, Na-chan...! Non vorrai mica accogliere i nostri clienti conciato in questo modo?"
L'albino si avvicinò al ragazzo di almeno 10 centimetri più basso di lui. Con maniacale lentezza posò le mani pallide sulla camicia bianchissima del biondino, sbottonando lentamente ogni singolo bottone fino ad aprirla completamente. Lanciò uno sguardo lussurioso sul petto brunito del ragazzo, carezzandogli il busto con lentezza, sfiorando appena i capezzoli con i polpastrelli.
In quel preciso istante Naruto arrossì per l'imbarazzo, stingendo le braccia e afferrando i lembi della camicia, richiudendola nervosamente. "Faccio io!" Affermò agitato.
"Faccio io!" Si impose il maggiore, afferrando il biondo per le braccia e stringendo i lembi della camicia tra le dita. Cominciò a chiudere uno ad uno i vari bottoni, lasciando liberi soli gli ultimi due bottoni sopra.
"Non vorrei combinassi altri casini...!" Riprese sornione, carezzando il viso del ragazzo che abbassò lo sguardo, lasciando che la frangia bionda coprisse i suoi grandi occhi azzurri, mentre Hidan se ne andava.
Kiba, ancora un po' confuso, si avvicinò al ragazzo posando una mano sulla sua spalla.
"Ehi...! Tutto bene?"
"Sì! Grazie per avermi coperto!" Naruto mostro un enorme sorriso, palesemente falso.
"Dovere, amico!" Il moro ricambiò con uno stiramento di labbra amichevole. Tornò alle sue mansioni ancora perplesso da quella scena.
Che l'albino fosse un maniaco era evidente. Non appena era arrivato in quel locale anche lui era stato oggetto delle sue proposte indecenti. Ma da quel poco che aveva visto, Naruto veniva letteralmente molestato da quel tipo.


"Se solo potesse, quel tizio si farebbe il tuo culo!" Kiba stava organizzando la sua postazione di alcolici mantenendo lo sguardo sulle bottiglie.
"Non sono così sprovveduto!" Si alterò il biondo.
Cos'era questa storia? Adesso anche il nuovo arrivato si metteva a psicanalizzarlo? Non bastava Gaara a fargli da balia?
"Non intendevo questo! Solo non mi piace il modo in cui ti tocca! Non lo trovo professionale!"
"Hai lavorato in altri posti prima d'ora?"
"Sì, ma la paga non era abbastanza! Anche se i proprietari sono dei gran figli di puttana, devo ammettere che pagano bene!"
"Già... Solo per questo non me ne vado!" La voce seccata, mentre organizzava il suo lato del bancone bar in attesa dell'arrivo dei clienti.
Il biondo si soffermò a osservare il castano. Doveva ammettere che era davvero carino. I capelli castani corti, il fisico perfetto, muscoloso al punto giusto, la vita sottile, le spalle larghe. E poi tutti quei tatuaggi...!
Kiba possedeva davvero parecchi tatuaggi: uno sui pettorali, uno sull'avambraccio sinistro, quelli sulle guance, uno sul retro del collo, un altro sul polpaccio.
-Chissà se oltre quelli visibili ne ha altri?- Rifletté sempre l'Uzumaki, osservando come la camicia bianca del castano aderisse perfettamente su quelle sue splendide spalle.
Si morse un labbro voglioso, posando una fugace occhiata a quel ragazzo.
"Naruto piantala di fissarmi con quell'aria da predatore! Ti vedo...!"
Il biondino preso in contropiede arrossì involontariamente. "Dici a me?"
"Vedi altre persone al momento qui?"
"Scusa...!" La voce palesemente a disagio. Sapeva perfettamente di aver fatto una figuraccia.
"Non scusarti! Non hai fatto nulla di poi così grave!" Ridacchiò gentile.
Ecco cosa non lo attraeva di Kiba. Era gentile, in senso buono. Anche Gaara sapeva essere gentile e premuroso, ma manteneva sempre quel pizzico di bastardaggine che non guastava. Al contrario, l'Inuzuka era davvero un bravo ragazzo.
Il tipico uomo apparentemente ruvido, ma dall'animo dolce.
"Sei fidanzato?" Intraprese sempre il biondo, sperando di cambiare argomento.
"Sì!" Sorrise l'altro. "È una ragazza dolcissima! Si chiama Hinata! Perché qualche volta non ci vediamo fuori dal lavoro, così te la presento?"
Era etero. Una motivazione in più per non filarselo, oltre al fatto che fosse già impegnato.
"Va bene!" Naruto ricambiò la proposta con un gran sorriso.
La trovava una splendida idea. Inoltre era appena uscito da una relazione opprimente, gli servivano distrazioni e tante nuove amicizie.




La musica a palla, le luci soffuse, i fari luminosi, a tratti colorati, che si alternavano da un palco all'altro; i pali per la lap dance posti con intorno una serie di tavoli sistemati a mo' di cerchio, sparsi un po' in giro per la sala; la folla, le cameriere in topless, i camerieri in tanga. Le spogliarelliste si esibivano sul palco mostrando i loro corpi nudi, sotto gli sguardi desiderosi degli spettatori.
Quel posto emanava erotismo allo stato puro. Ogni singolo dettaglio al suo interno era stato scelto con il preciso intento di stimolare la parte più perversa di ogni singolo essere umano che mettesse piede in quel locale.
Dopo aver raccolto le ordinazioni dei clienti, le cameriere semi nude raggiungevano il bar, dove i baristi si occupavano di tutto.
Il venerdì sera era sempre particolarmente caotico. I grandi dirigenti d'azienda spesso trovavano svago nell'osservare il corpo di una donna esibirsi in balli provocanti e sensuali.
Il locale presentava ogni genere di attrazione per soddisfare tutti i gusti, anche se le più richieste rimanevano sempre le belle donne.

Seduta al bancone del bar c'era una donna che sorseggiava il suo Martini, poggiando le voluminose labbra tinte di rosso sul bordo del bicchiere. Era alta, di bella presenza, bionda; i capelli presentavano degli enormi boccoli che le scendevano elegantemente sulle spalle.
"A lei, Madame!" Kiba con galanteria porse un altro bicchiere di Martini alla donna come da lei richiesto.
"Ohh...! Che galanteria! Dove sono finiti i gentiluomini, mi chiedo?"
La donna sventolò la mano accanto al viso, mostrando le unghie smaltate anch'esse di rosso, in tinta con il rossetto.
Il biondino super indaffarato stava preparando almeno una quindicina di cocktail per un tavolo pieno di dirigenti, intenti a godersi lo spettacolo da parte di alcune ballerine di lap dance. Intanto ascoltava i monologhi di quella donna su quanto la sua vita fosse stressante.
"Se può farle piacere, può anche rimanere qui al bar. Non credo che le sue amiche si siano accorte della sua assenza!" Ridacchiò Kiba puntando lo sguardo sul tavolo.
In un angolo della sala una decina di donne urlavano come matte lanciando soldi a destra e a manca, mentre osservavano lo streap tease di tre ragazzi molto muscolosi.
"Mmh... Hai ragione! E poi qui sono in buona compagnia!" Sorrise sorniona puntando lo sguardo sul castano.
Naruto si lasciò andare a un piccolo risolino, notando il modo fin troppo intenso in cui la donna osservava il suo collega. Da un lato non poteva darle torto, Kiba era davvero carino.

"E dimmi un po' bellezza! A che ora stacchi il turno?"
L'Inuzuka, colto alla sprovvista, inarcò sconcertato un sopracciglio.
"Molto tardi." Rispose asciutto, nella speranza di far intendere a quella donna che le sue avance non attaccavano. Stava seriamente pentendosi di averla invitata a rimanere lì al bar con loro.
"Sei single?" Riprese la bionda.
"Felicemente impegnato!" Rispose nuovamente, mostrando un lieve sorrisetto compiaciuto.
"Ohh...! Che peccato! Un così bel giovane dovrebbe essere libero come il vento! Non costretto a subire le costrizioni imposte da una relazione!"
"Ma io non subisco nessuna costrizione, signora!"
"Non chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia!" La donna riprese a sorseggiare il suo drink.
"Perché non vieni a sederti al mio tavolo con me? Se ci sei tu a tenermi compagnia, penso di poter sopportare quelle oche starnazzanti delle mie amiche!" La donna non cedeva.
Kiba disgustato tirò un profondo respiro. Doveva mantenere la calma ed essere gentile. Era pur sempre una cliente.
"Perché non chiede a Naruto di accompagnarla? Lui è felicemente single!" Sorrise poggiando le mani sulle spalle del biondo, che colto alla sprovvista si ritrovò a corto di parole.
"Mi prendi in giro?" Chiese la donna ridacchiando chiedendo un altro Martini.
"Riuscirei a suscitare l'interesse in questo bel biondino..." In quel momento tese una mano verso il ragazzo, afferrandogli una guancia e stringendola tra le dita. "Solo se magicamente mi spuntasse un cazzo tra le cosce!" Prese a ridere della sua stessa battuta.
"Pensi non sappia che questo bell'angelo è frocio?"
In quell'istante il castano aggrottò le sopracciglia rassegnato. Era ovvio ormai. Quella donna lo avrebbe molestato verbalmente per tutta la serata. Non aveva via di fuga.
Naruto si voltò verso il collega scrollando le spalle. "Mi dispiace Kiba, ma la signora frequenta questo locale da tanto tempo! Mi conosce!" Sorrise divertito, poggiando una mano sulla spalla del castano in segno di condoglianze.
"Allora? Accetti la mia proposta?" La donna, sventolando i boccoli biondi, si rivolse nuovamente al ragazzo.
"Mi vedo costretto a rifiutare! Stasera il locale è strapieno e se lascio qui Naruto da solo potrebbe combinare un disastro! Inoltre non mi va di essere licenziato per aver mollato il collega nel caos!"
Kiba soddisfatto per il suo discorso, si lasciò andare a un finto sorrisetto dispiaciuto. Era riuscito a evadere le avance della cliente senza risultare sgarbato. Doveva ammettere che i consigli che Hinata gli aveva dato stavano dando i loro frutti.
La signora dispiaciuta ordinò un alto Martini, salutando tristemente i due baristi e raggiungendo il tavolo.

L'Uzumaki sconcertato si voltò verso il collega.
"Sei riuscito a mandarla via?" Non riusciva ancora a crederci.
"Sappi che da questo momento in poi hai tutta la mia ammirazione!" Aggiunse quasi emozionato. Non era mai successo prima che qualche cliente si fosse arreso.
"Suvvia...! Non esageriamo! Sono solo stato molto fortunato!"
Proprio in quell'istante una cameriera praticamente nuda si avvicinò al bancone, sventolando l'enorme seno nudo come se niente fosse.
"Ragazzi, ho bisogno di entrambi! Il tavolo laggiù!" Indicò il tavolo con un gesto della mano.
"Hanno ordinato un'infinità di cocktail e li vogliono prima che inizi lo spettacolo!" Proseguì preoccupata.
"Non preoccuparti, ce ne occupiamo noi!" Le sorrise il biondo, mentre il castano si sforzava in tutti i modi di mantenere lo sguardo lontano da quel seno in bella vista. Non lo trovava corretto nei confronti della sua ragazza.



Trenta lunghissimi minuti erano trascorsi da quando la cliente "un pochino insistente" di Kiba era andata via. Ogni tanto il castano sentiva lo guardo della donna bruciare addosso. Era certo del fatto che quella donna non si fosse arresa con lui, di sicuro ci avrebbe riprovato.
Fu allora, nel tentativo di evitare gli sguardi di quella donna, che l'Inuzuka intravide la figura di Hidan girare tra i tavoli avvicinandosi sempre più a loro.
-Non vorrà molestare nuovamente Naruto adesso? Con il locale pieno di gente?- Pensò sbigottito.
"Naruto...!" Provò a richiamare la sua attenzione. Il biondo si voltò verso il ragazzo.
"Hidan sta venendo qui!"
L'Uzumaki repentino si voltò a sua volta notando la figura dell'albino, mancavano appena pochi metri e sarebbe arrivato di fronte a loro.
"Cazzo! E adesso che vuole?"
I due baristi si scambiarono un'occhiata complice. Dovevano darsi manforte.
I due ragazzi tornarono alle loro mansioni, facendo finta di nulla.
"Kiba! "
Giunto al bancone bar del nightclub, Hidan si rivolse al castano che si voltò sorpreso verso il suo capo.
"Sì?" Rispose senza troppo interesse, continuando a trafficare con bottiglie e bicchieri.
"È stata richiesta la tua presenta a un tavolo."
"La mia presenza?!" Sbottò quasi urlando. "Ma io non sono uno spogliarellista, né tanto meno un ballerino!"
"Che vuoi che ne sappia...!" Rispose seccato l'albino. "Questa tizia è andata da Kakuzu insistendo per averti al tavolo con lei. Inizialmente Kakuzu ha rifiutato, ma quando questa tipa ha affermato che avrebbe pagato una quota extra per usufruire della tua compagnia... Quel taccagno ha accettato! Perciò adesso muovi il culo e raggiungi il tavolo 13!"
"Ma...! Naruto non può occuparsi da solo di tutto!" Riprovò con la tattica del locale strapieno.
"Lo so! Infatti ti sostituisco io!" Un enorme sorriso beffardo si dipinse sul viso dell'uomo, che aggirò il bancone raggiungendo la postazione del castano.

L'Inuzuka era impietrito. Da un lato non voleva raggiungere quella pazza al suo tavolo, non sarebbe riuscito a sopportare a lungo quella stronza, e dall'altro lato... non se la sentiva di lasciare Naruto lì da solo con quel maniaco.
"Che diavolo aspetti ancora? Sbrigati!"
"Ok! Ok! Vado!" Rispose palesemente irritato.
Con calma aggirò il bancone del bar, camminò tra la folla fino a raggiungere il tavolo, dove una donna dai riccioli biondi lo accolse con un sorrisetto godurioso. Il ragazzo strinse i pugni, conficcando le unghie nel palmo delle mani per tenere a freno l'istinto omicida che gli ribolliva nelle vene. Si accomodò poi su una sedia accanto alla donna, che senza perder tempo gli poggiò una mano sulla coscia.
Sarebbe stata davvero una dura serata.


Dopo aver visto l'amico allontanarsi, Naruto aveva sentito chiaramente il cuore perdere un battito per l'agitazione. L'idea di restare lì con quel porco di Hidan lo faceva sentire come un prigioniero messo alla gogna, ma a causa delle circostanze, dovette ingoiare il boccone e sopportare.
Inizialmente tutto normale. Ognuno si occupava del suo lato del bancone preparando cocktail a più non posso. Di sfuggita lanciava qualche occhiata verso il tavolo dove il povero Kiba subiva passivamente le molestie di quella donna.
Mentre continuava a fissare Kiba, sentì una mano posarsi lascivamente sul suo sedere carezzandolo. Colto di sorpresa il biondino sobbalzò spaventato, facendo rovesciare una lattina di coca da usare per un drink.
"Cazzo...!" Imprecò notando il bancone tutto sporco di coca.
"Dovresti prestare più attenzione, Naru-chan!" L'albino si voltò verso il ragazzo, mostrando un sorriso beffardo.
Il biondino non rispose. Prese un panno pulito cercando di rimediare a quel casino come poteva, mentre dentro di sé imprecava come se non ci fosse un domani. Intanto sentiva lo sguardo di Hidan bruciargli addosso.
Quella serata stava andando di male in peggio.

Dopo il primo attacco andato a buon segno da parte dell'albino, il biondo alzò la guardia pronto a schivare ogni mossa da parte del suo "capo".
In meno di un'ora trascorsa dietro a quel bancone con Hidan, era riuscito a schivare la mano morta di quel depravato ben otto volte! Dopo aver servito l'ennesimo drink, e schivando anche l'ennesima molestia da parte dell'albino, il biondo si portò esasperato due dita alla radice del naso. Era appena passata la mezzanotte, gli sarebbe toccato sopportare quell'invasato per molte ore.
Nel frattempo un cameriere, con indosso solo un piccolo perizoma striminzito, porse al biondo un foglio delle ordinazioni di un tavolo. L'Uzumaki si diede alla preparazione dei drink continuando a tenere d'occhio Hidan.
Mentre scorreva con lo sguardo l'elenco scritto a penna dal cameriere...
"Questo è il mio primo bloody mary della serata!" Sorrise cominciando a guardarsi intorno alla ricerca del succo di pomodoro, non trovandolo.
"Dove cazzo è finito il succo di pomodoro?" Imprecò adirato.
Non poteva stare lì a perdere tempo alla ricerca di un dannato succo di pomodoro, aveva fin troppe ordinazioni di cui occuparsi.
"Eccolo!" Con grande stupore notò la busta del succo posta un po' troppo in alto. Si sporse sulle punte dei piedi tendendo il braccio, ma non era ancora abbastanza! Quella busta stava davvero troppo in alto.
"Come diavolo ci è finito qua su?" Si sporse ancora, riuscendo a sfiorarla appena con il dito medio.
"Se ti serve una mano basta chiedere!"
Hidan si avvicinò al biondo, premendo il proprio corpo contro quello del ragazzo, tendendo un braccio verso l'alto.
Naruto sentì il corpo premuto contro lo scaffale prepotentemente, mentre l'albino addossato a lui premeva con forza il bacino contro il suo sedere, riuscendo a sentire chiaramente l'erezione dell'altro sbattere sul suo di dietro, mentre fingeva di volergli dare una mano a prendere quel dannato succo di pomodoro.
Ritrovandosi intrappolato tra lo scaffale delle bevande e il corpo del suo capo, il giovane sentiva sempre più forte il senso di nausea alla bocca dello stomaco. Quel tipo gli dava ribrezzo e sentire il suo affare premere voglioso contro il suo corpo lo stava solo ripugnando.
"Ecco a te...!" Appena qualche attimo dopo, Hidan porse la busta al ragazzo mostrando un sorrisetto divertito.
Naruto indispettito non rispose, afferrò la busta e tornò al suo lavoro. Non gli avrebbe dato nessuna soddisfazione. Se quel maiale voleva giocare, aveva scelto la persona sbagliata.

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