Amatevi di nascosto. Dura di più

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- Amatevi di nascosto. Dura di più.

Lo scroscio incessante della pioggia batteva indisturbato sul parabrezza dell'auto, che sfrecciava per le periferie di Tokyo.

Nonostante mancasse poco meno di un settimana a Natale, le vie della metropoli non erano ancora state imbiancate da quel manto pallido e freddo, suggestivo. La neve non aveva ancora fatto la sua comparsa in quell'inverno.

La pioggia battente era fastidiosa, rendeva l'asfalto scivoloso. Doveva prestare attenzione o avrebbe rischiato grosso, vista l'entità del temporale.

Finalmente, giunto in prossimità del carcere di Tokyo, parcheggiò l'auto e sospirò seccato nell'osservare quell'acquazzone.

"Mi bagnerò tutto..." Sospirò, voltandosi poi verso il lato del passeggero per afferrare un ombrello che aveva portato con sé per sicurezza.

Aprì la portiera dell'auto e tirò fuori l'ombrello, che aprì immediatamente uscendo fuori dall'abitacolo. Richiuse l'auto e si diresse a passo spedito verso l'entrata del carcere, osservando come il pantalone del suo bel completo elegante si stesse inzuppando a causa del diluvio che si era abbattuto quel giorno nella regione del Kantō.

Giunto all'interno del complesso, l'uomo dalla lunga chioma corvina, raccolta in un codino basso, raggiunse una delle guardie poste all'entrata.

"Buongiorno!"

"Buongiorno avvocato Uchiha. A cosa devo la sua visita?"

Il moro porse alla guardia il documento con annesso il permesso del giudice per vedere il suo assistito.

Verificata l'autenticità del documento, la guardia permise l'acceso all'uomo.

Con passo sicuro si addentrò lungo l'atrio principale, stringendo nella mano destra la valigetta contenente alcuni dei fascicoli riguardanti il caso che gli erano stati consegnati da Gaara.

Aveva trascorso giorni interi a leggerli ed esaminarli. Mancavano pochi fascicoli alla fine, ma prima voleva conoscere il suo assistito, fare quattro chiacchiere con quel tizio e prendere informazioni sulla sua condotta in carcere. Quelle informazioni gli potevano tornare utili.

Proseguì raggiungendo un altro grande atrio, da cui si aveva accesso alle suddivisioni dei vari bracci del carcere. Giunto in prossimità del braccio in cui era detenuto il suo assistito, dovette sottoporsi ai solito controlli di routine, potendo poi finalmente raggiungere la stanza dove sarebbe avvenuto il colloquio con il Sabaku.

La guardia carceraria scortò l'Uchiha fino alla stanza adibita a colloquio con gli avvocati, pregandolo di attendere un paio di minuti. Intanto il moro si accomodò dietro il tavolo e poggiò la borsa contenente i documenti sul tavolo accanto a sé.

Quell'attesa era senza dubbio noiosa, ma era la prassi e andava rispettata.

Quella mattina Kankuro stava lavorando presso il laboratorio di falegnameria come di consueto, quando una guardia irruppe nella stanza, interrompendo il suo lavoro, per scortarlo verso la zona adibita ai colloqui. L'ultima volta che aveva sentito suo fratello pochi giorni prima, si era premunito di informarlo riguardo all'assunzione di un nuovo avvocato. Ma non credeva si sarebbe fatto vivo tanto in fretta.

Camminando lungo il corridoio, il giovane ventiduenne continuava a riflettere su ciò che Gaara gli aveva spiegato telefonicamente. Avevano avuto solo pochi minuti a disposizione per parlare, tanto quanto bastava per comunicargli lo stretto necessario.

-Non sa nulla della nostra relazione. Devo stare attento e capire che tipo è!- Rifletté.

Nessuno dei precedenti avvocati assunti negli anni passati era mai venuto a conoscenza del loro particolare legame. Non si fidavano, consci della loro insolita unione.

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