Capitolo 12

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E' una giornata nuvolosa di Dicembre e sono sdraiata sul letto in camera mia a pensare.

Sono passati poco più di due mesi da quando io e Marcus abbiamo iniziato a fare ricerche sulle lotte, non abbiamo scoperto molto, solo che ci sono più incontri di quanti potessimo immaginare. Abbiamo guardato quelli che mi sembrano migliaia di video e ho rivisto il primo che mi ha fatto vedere tante volte che ormai lo conosco a memoria e se vedessi uno dei due lottatori dal vivo li riconoscerei subito.

Sui tatuaggi e il loro significato non abbiamo scoperto niente, ma abbiamo constatato che ci sono diverse persone che lo portano, talvolta ci sono uomini che abbiamo già visto e altre volte sono degli sconosciuti.

I luoghi in cui si tengono gli incontri sono sempre diversi, in quanto cercano di tenersi al sicuro dalla polizia, questi sono sempre scantinati, cantieri o edifici abbandonati.

Da quello che abbiamo capito le persone si recano a vedere questi uomini combattere e scommettono soldi su quello che pensano possa essere il vincitore, purtroppo non siamo riusciti ad individuare la persona che organizza questi eventi nella folla, ma speriamo di riuscirci presto.

In questi mesi io e Marcus abbiamo passato molto tempo insieme per ovvi motivi, siamo diventati sempre più uniti e poche volte facciamo le cose separati. Quasi tutti i giorni lui era a casa mia o io a casa sua, e quando i nostri amici ci chiedevano di uscire noi eravamo già insieme. Abbiamo imparato a conoscerci meglio e quello che prima sentivo per lui, quella piccola scintilla, è divampata sempre di più fino a diventare una vera e propria fiamma. Provo qualcosa per lui che neanche con Neels avevo provato, è un qualcosa di nuovo e stravolgente che non riesco a spiegare e che ho paura di confessare, non ne ho parlato nemmeno a Lily. Mi sto tenendo tutto dentro e per ora ci sto riuscendo.

Il mio momento di riflessione viene interrotto dallo sbattere di una porta al piano di sotto e da delle urla. Mi precipito subito giù dal letto e scendo le scale il più veloce possibile, salto gli ultimi due gradini e mi ritrovo nell'atrio. Sento di nuovo dei rumori, come se qualcuno stesse prendendo a pugni qualcosa e capisco che vengono dal salotto e quindi corro subito lì.

Quando entro mi ritrovo davanti Aj in preda alla rabbia che sta lanciando i cuscini del divano ovunque, sta dicendo qualcosa che non riesco a capire perché sono ancora troppo confusa per concentrarmi sulle sue parole. Non ho mai visto mio fratello comportarsi così, non l'ho mai visto così furioso e fuori di sé.

"Aj" dico piano cercando di attirare la sua attenzione, ma senza successo. Mi avvicino a lui e appoggio le mani sulle sue spalle, per poi forzarlo a girarsi verso di me e a guardarmi. I suoi occhi sono lucidi, non capisco se per la tristezza o per la rabbia, al loro interno vedo un insieme di emozioni mischiarsi e non riesco a decifrare ciò che prova.

"Aj, stai bene?" chiedo anche se so quanto possa essere stupida questa domanda adesso. Lui rimane un attimo con lo sguardo fisso dietro di me e poi sembra riprendersi all'improvviso, le lacrime sembrano sparire e sul suo volto compare una maschera di serietà.

"Si, sto benissimo grazie. Ora vado in camera mia a studiare." Così dicendo si libera dalla mia stretta ed esce dal salotto, per poi salire sopra e capisco che è arrivato nella sua stanza dallo sbattere della porta.

Mentre inizio a ripulire il casino che ha fatto cerco di capire perché si è comportato così, anzi perché si sta comportando così e adesso che ci penso nelle ultime settimane era strano. A scuola parlava poco con i suoi amici, a casa stava sempre sulle sue e non aveva neanche voglia di andare a lezione di canto, che per lui è qualcosa di sacro. Però non riesco a capire cosa ci sia dietro al suo comportamento, forse una questione di ragazze perché ultimante lo vedevo uscire con una ragazza della scuola, quella con cui si stava scrivendo il giorno che sono andata da Marcus.

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