Capitolo 19

147 8 7
                                    


"Pronto? Cyrus?" risponde Marcus con voce seria e allo stesso tempo preoccupata.

Non riesco a sentire cosa gli stia dicendo in questo momento e faccio altrettanta fatica a decifrare l'espressione del suo volto. Gli lascio una carezza sulla guancia mentre ascolta le parole di suo fratello, quando arrivo vicino alle labbra lui prende la mia mano e ci lascia un lieve bacio sopra che mi fa sorridere. I nostri sguardi si incontrano e sento qualcosa smuoversi dentro di me. Inizio a giocare con le sue dita, guardo quanto la mia mano sia più piccola in confronto alla sua fino a quando lui non mi ferma.

Alzo lo sguardo per cercare di capire se qualcosa nella telefonata lo abbia turbato e vedo che nei sui occhi c'è un espressione preoccupata.

"Sei sicuro che sia lui?" chiede quasi in preda al panico. "Si, ok. Ma come avete fatto a trovarlo?"

Trovarlo? Chi? Potrebbe trattarsi di Lucas? Non posso esserne sicura, so solo che mi si è formato un nodo all'altezza del petto e faccio fatica a respirare. Se fosse davvero suo fratello allora tutto cambierebbe, lui potrebbe tornare ad essere davvero felice, la sua vita sarebbe di nuovo completa.

Mi mordo l'interno della bocca in preda all'ansia mentre aspetto che finisca di parlare con Cyrus, sono ansiosa di sapere cosa si stanno dicendo, tutta questa attesa mi sta uccidendo.

Sembra passare un'eternità, ma poi vedo che finalmente Marcus saluta suo fratello e chiude la telefonata e io non posso fare a meno di iniziare a tartassarlo di domande.

"Cosa ti ha detto? Chi è che hanno trovato? E' Lucas?" chiedo velocemente in preda alla curiosità.

"No, non si tratta di Lucas" dice facendomi spostare dalle sue gambe e alzandosi, per poi iniziare a camminare avanti e indietro lungo il marciapiede.

"E allora di chi? Ti prego dimmelo, non sopporto più tutta questa ansia" affermo alzandomi a mia volta e posizionandomi davanti a lui, fermando i suoi movimenti.

"Si tratta di Mick Rory, lo hanno trovato in un bar e lo hanno arrestato" spiega guardandomi intensamente negli occhi.

"Non ci posso credere" dico sottovoce mentre mi risiedo sulla panchina.

"Neanche io ci credevo, ma è così. Adesso Cyrus mi ha chiesto di andare a New York per assistere all'interrogatorio, ma non posso stare da lui perché dorme a casa di un suo collega che non può ospitarmi e ora non ho soldi per permettermi un albergo. Non so come fare, devo andare ma non posso permettermelo e non posso chiedere i soldi ai miei genitori."

Inizia a buttare fuori un sacco di parole e stringe i pugni talmente forte che le nocche gli diventano bianche. Quando passa vicino a me afferro il suo braccio e lo obbligo a fermarsi. Mi guarda, io lo guardo e poi lo faccio sedere vicino a me e gli dico di calmarsi. Rimaniamo in silenzio per un po', cerchiamo entrambi di assimilare ciò che è appena successo.

Immagino che se sto così male io lui deve stare molto peggio, per questo anche se mi costa molto so cosa devo fare per risolvere la sua situazione.

"Andremo a stare da mio padre" affermo piano, cercando di mascherare l'insicurezza nella mia voce.

"Sam, non devi farlo davvero, se vuoi cerco di trovare un altro modo" dice costringendomi a girarmi verso di lui e a guardarlo negli occhi.

Dice così perché gli ho raccontato come sono i rapporti con mio padre, e non sono buoni.

C'è un motivo per cui mia madre si è voluta traferire qui e lasciare mio padre.

Quando avevo circa undici anni, un anno prima del trasloco e prima che tutto si rovinasse, mio padre e mia madre andavano molto d'accordo e la nostra sembrava la vita più felice del mondo. Uscivamo quasi tutti i weekend e facevamo dei brevi viaggi, era una tradizione di famiglia e ci divertivamo un sacco. Passavamo sempre il tempo libero insieme ed economicamente stavamo bene grazie al lavoro di entrambi. Mia madre faceva l'avvocato in un importante studio, mentre mio padre era ed è tutt'ora uno dei più ammirati neuro-chirurghi di tutto lo stato. Non potevamo lamentarci.

The Twin [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora