Respiro profondamente mentre esco dal cancello della scuola e mi appoggio al muretto vicino a mio fratello per aspettare Marcus.
"Oh mamma, non ce la facevo più a stare seduta in quella classe" dico stancamente. "A te com'è andata oggi?" chiedo ad Aj mentre mi tolgo lo zaino dalla spalla e lo butto per terra. Quando mi accorgo che non mi sta rispondendo mi giro verso di lui e noto che è troppo concentrato a messaggiare con qualcuno e a ridere sotto i baffi. Riceve un altro messaggio e alza il viso all'improvviso con un sorrisetto sulle labbra e guarda davanti a sé, penso per cercare l'emittente del messaggio.
Punto anche io lo sguardo davanti a noi, noto un gruppetto di ragazze intente a guardare il cellulare di una di loro e poco lontano un ragazzo appoggiato ad una colonna che ascolta la musica ed è occupato anche lui a scrivere al telefono. Torno ad osservare il gruppo di ragazze che dopo aver riso tra loro, si voltano e puntano lo sguardo su mio fratello per poi ridere di nuovo come un branco di oche isteriche.
Il ragazzo le guarda male, si stacca dalla colonna e dopo aver gettato uno sguardo verso di noi, probabilmente per capire a cosa era dovuto il comportamento di quelle ragazzine, se ne va.
Riporto lo sguardo sulla ragazza con il telefono in mano e non posso fare a meno di notare che è proprio carina: capelli neri, occhi azzurri, non tanto alta.
"E bravo il mio fratellino" dico dandogli una pacca sulla spalla che lo porta ad alzare lo sguardo verso di me e posare infastidito il cellulare nella tasca.
"Perché?" chiede con fare annoiato mentre toglie la mia mano dalla sua spalla.
"Beh, la tua ragazza è molto carina" dico indicando davanti a me.
"Lei? Non è nessuno, neanche la conosco" afferma sbuffando.
"Certo" dico ridendo mentre gli faccio un occhiolino, lui alza gli occhi al cielo e poi si allontana dal muretto.
"Come vuoi. Ora devo andare a canto, ci vediamo dopo cena" dice mentre va via.
"Ehi Aj aspetta, ma oggi è giovedì non hai canto!" urlo per farmi sentire. Ma ormai è troppo lontano e non mi sente, così scrollo le spalle e mi riappoggio al muretto.
"Hey Sam." La voce di Marcus mi giunge all'orecchio senza preavviso, ormai le persone sono quasi tutte andate via e io sono qui da quasi mezz'ora, la mia pazienza è terminata già da un po'. Alzo lo sguardo verso di lui pronta ad urlargli contro, ma quando i miei occhi si soffermano su di lui le parole mi muoiono in gola.
Le sue guance sono arrossate, probabilmente ha corso, i capelli sono più scompigliati del solito e le labbra sono aperte in un grande sorriso. Tutte queste cose insieme creano in me un misto di sensazioni che non riesco a gestire e che mi costringono a distogliere lo sguardo velocemente.
"Scusa per il ritardo, ma un professore mi ha trattenuto" dice passandosi una mano tra i capelli mentre aspetta che io reagisca in qualche modo, ma non succede. "Tutto a posto?" chiede preoccupato mettendomi una mano sulla spalla.
Mi riprendo al suo tocco e in un momento di panico mi sposto indietro per allontanarmi da quel contatto, nei suoi occhi passa uno sguardo confuso, deluso e io cerco subito di rimediare a questa situazione imbarazzante.
"Si, sto benissimo" dico raccogliendo lo zaino da terra e iniziando a camminare. "Andiamo? Abbiamo un sacco di lavoro da fare" affermo con un sorriso per poi girarmi e dargli le spalle.
Non sento subito i suoi passi dietro di me, sarà ancora confuso da ciò che è appena successo, ma dopo poco lo vedo apparire affianco a me e iniziamo a parlare della nostra giornata mentre camminiamo verso casa sua."No, non ci credo. Non puoi averlo fatto davvero" dice Marcus ridendo dopo aver ascoltato una delle mie storie imbarazzanti di quando andavo alle elementari. "Non puoi aver quasi lanciato una sedia su un tuo compagno solo perché ti aveva preso la gomma."
Alzo le spalle in segno di indifferenza mentre lo guardo prendere le chiavi dalla tasca per aprire la porta di casa.
"Se lo meritava" affermo convinta, lui ride ancora per poi invitarmi ad entrare.
Guardo la porta senza sapere cosa aspettarmi all'interno, non sono mai stata a casa dei Dobre, non ho mai incontrato i genitori di Marcus e sono elettrizzata all'idea di conoscerli.
Faccio un passo avanti e quando entro mi trovo in un grande atrio che da una parte dà sulla cucina e dall'altra sul salone, davanti a me ci sono le scale che portano al piano di sopra. Non è molto diversa da casa mia, ma le pareti al posto di essere viola sono di un beige chiaro che mi mette a mio agio.
Ci sono molte fotografie incorniciate e mi perdo a guardarle. C'è la foto del matrimonio dei suoi genitori dove sono entrambi sorridenti e non posso fare a meno di sorridere anche io.
Sposto lo sguardo sulla foto successiva dove ci sono due bambini che tengono in braccio due neonati. In quella dopo sono stati immortalati due ragazzini quasi identici che si abbracciano e sorridono, riconosco subito Marcus tra i due e mi soffermo a guardare quello che immagino sia Lucas, ha un sorriso luminoso e nei suoi occhi si vede la felicità del momento che è riflessa nello sguardo del fratello che tiene stretto a sé.
Senza pensarci allungo una mano e passo le dita sulla figura di Marcus, che sembra felice come non l'ho mai visto.
"Sono bellissimi, vero?" afferma una voce all'improvviso da dietro di me, sobbalzo e sposto subito la mano per poi girarmi di scatto e ritrovarmi davanti una donna dai lunghi capelli neri, un sorriso sul volto e gli occhi puntati su di me.
"Em...si molto" dico imbarazzata mentre mi sposto una ciocca di capelli da davanti al viso e la porto dietro all'orecchio.
"Erano molto felici quel giorno" dice mentre riguarda la foto sorridendo. "Comunque io sono Aurelia, la madre si Marcus. Tu devi essere la famosa Sam" dice porgendomi la mano che poi io stringo.
"Si, sono io. È un piacere conoscerla" dico sorridendo a mia volta.
"Dammi pure del tu che se no mi fai sentire una vecchia signora" dice ridendo, sento le mie guance avvampare e poi annuisco.
"Mamma, la stai già assillando?" chiede Marcus mentre esce dalla cucina con due bicchieri in mano e me ne porge uno.
"Grazie" dico prendendolo e iniziando a bere.
"No, certo che no. Volevo solo conoscerla, ora vado al lavoro. Fate i bravi" dice mentre prende la giacca dall'attaccapanni, poi lascia un bacio sulla guancia al figlio ed esce.
"È simpatica" dico sorridendo per poi portarmi il bicchiere alle labbra. Guardo Marcus che alza gli occhi al cielo e va in cucina, dopo un attimo di esitazione lo seguo.
"Pensavo di mangiare qualcosa e poi andare di sopra a fare quello per cui sei venuta, cosa ne dici?" chiede mentre tira fuori qualcosa dal frigo.
"Uh...certo, va benissimo" rispondo dopo aver posato lo zaino per terra. "Stupiscimi con le tue abilità culinarie" dico con un ghigno.
Lui si gira verso di me ed alza gli occhi al cielo sbuffando, prende poi del pane, un coltello e con il prosciutto e il formaggio che ha tirato fuori dal frigo inizia a fare due panini.
"Voilà" dice dopo cinque minuti mettendomi il piatto davanti.
"Oh mio Dio, sono davvero sconvolta. Sai addirittura fare un panino" affermo ironica, spalancando gli occhi e mettendomi una mano sul petto.
"Non giudicare, questo sarà il pranzo più buono che tu abbia mai mangiato."
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The Twin [SOSPESA]
FanficAll'inizio del suo ultimo anno di liceo Samantha Mitchell è felicemente fidanzata,ha un gruppo di amici su cui può sempre contare, un fratello con cui litigare e una routine da seguire. Non può immaginare però che l'arrivo di un nuovo compagno le sc...