Capitolo 2

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Rimaniamo a guardarci negli occhi per quelle che sembrano ore, finchè Lily non passa una mano davanti al mio sguardo perso per richiamare la mia attenzione. "Si?" domando. "E' carino, non è vero?" mi chiede "Em, penso di si" rispondo ancora un po' intontita.

Prima non lo avevo guardato bene perché ero troppo persa nei suoi occhi marroni, quindi ora che Lily mi ci ha fatto pensare mi soffermo ad osservarlo meglio. Ha i capelli ricci e neri spettinati e l'unica cosa ordinata è il ciuffo che gli cade sull'occhio destro, le sue guance sono magre e la mandibola è squadrata, quasi geometrica. E' alto e magro, non quel tipo di ragazzo senza un filo di carne, bensì muscoloso e abbastanza spesso. Sugli avambracci, lasciati scoperti dalle maniche della felpa, intravedo l'intreccio delle vene che sembrano messe in una precisa posizione come a formare un'opera d'arte.

Il professore interrompe questa mia indagine accurata ricominciando a parlare. "Voglio che oggi qualcuno di voi gli faccia fare il giro della scuola e gli spieghi come funziona qui. Signorina Lily, vuoi pensarci tu?" Il signor Hale osserva attentamente la mia amica con un sorriso sghembo, sapendo benissimo cosa le provoca, lei diventa subito rossa come un peperone e annuisce debolmente. "Bene. Marcus siediti pure vicino al signorino Juanpa" afferma l'insegnante indicando il banco vuoto davanti al mio. Il ragazzo si avvicina al suo posto e prima di sedersi i nostri sguardi si incrociano ancora una volta. 

Quando la lezione finisce Marcus si alza velocemente ed esce  subito dalla classe, lo osservo mentre si allontana a testa bassa nel corridoio, senza prestare attenzione a Lily che mi sta parlando. "Sam, mi stai ascoltando?" mi riprende la mia amica, io scuoto la testa come per scacciare via i pensieri e rispondo "No scusa, ero distratta. Che dicevi?" lei alza gli occhi al cielo e sbuffa. "Ti stavo parlando del Professor Hale" afferma con fare sognante. "Ma guarda un po', che novità" dico ridendo.

Da quando l'anno scorso Derek Hale è diventato il nostro insegnante di letteratura, Lily ne è rimasta subito affascinata e non fa altro che parlare di lui ed elogiarlo, ventiquattr'ore su ventiquattro, diciamo insomma che si è presa proprio una bella cotta. Devo ammettere che se anche a me piacessero gli uomini super intelligenti e più grandi di me mi sarei presa una bella batosta anche io, perché diciamocelo, è un uomo con un certo fascino e che sa anche farsi desiderare. E' il più giovane degli insegnanti della nostra scuola, ha ventotto anni, si tiene sempre molto in forma e il suo aspetto è curato e ricercato. E' inevitabile quindi che tutta la parte femminile della scuola gli sbavi dietro, compresa la mia migliore amica.

"Secondo me sono sulla buona strada per conquistarlo" afferma quest'ultima con fare convinto. "Sicuro" rispondo cercando di non ridere di nuovo. La nostra conversazione viene interrotta da Neels e Jake che ormai ci hanno raggiunto. Il mio ragazzo si avvicina e mi abbraccia per poi lasciarmi un bacio sulla fronte, io sorrido e lo stringo forte a me.

"Allora che ne pensate del ragazzo nuovo, quel Marcus?" chiede il mio migliore amico. "Secondo me è un po' strano, fuori di testa" afferma Lily appoggiando l'indice sulla tempia e mimando il gesto che si fa di solito per indicare i matti. "Perché?" chiedo "Io non l'ho trovato strano" e lo penso davvero, mi è sembrato un ragazzo come noi, solo un po' più riservato. "Ma come no? Non parla, non sorride e porta la felpa anche se oggi fa caldissimo". Effettivamente Lily ha ragione, da quando è entrato in classe non ha né parlato né sorriso, ma non per questo deve essere strano. 

"Secondo me è simpatico" afferma Jake e io annuisco in accordo. Neels mi fissa intensamente con uno sguardo indagatore, sta per chiedermi qualcosa quando la campanella suona e sono costretta a salutare i miei amici per andare a cercare il laboratorio di chimica.

Dannate ristrutturazioni! Per colpa dei lavori che stanno facendo in tutto il liceo la classe di chimica è stata spostata e io non la trovo, ho già girato mezza scuola e ora sono in ritardo. Continuo a camminare senza una meta precisa finchè da lontano non vedo il Professor Stark entrare in un'aula. Mi lancio verso la porta e poco prima che si chiuda riesco ad entrare.

"Signorina Mitchell, sempre in ritardo come vedo" mi riprende il signor Stark. "Mi scusi, farò in modo di essere puntuale la prossima volta" affermo imbarazzata. "Si come vuoi, ora prendi posto che non ho tempo da perdere". Annuisco e mi giro per cercare un posto e l'unico libero è vicino a quel Marcus, che con il cappuccio nuovamente alzato sta guardando fuori dalla finestra. Mi incammino verso il banco e mi siedo sullo sgabello accanto al suo.

Il professore inizia a spiegare, ma io non riesco a seguirlo perché sono intenta ad osservare il profilo del ragazzo vicino a me. Ha la mano appoggiata sotto il mento mentre studia con il suo sguardo triste qualcosa che c'è fuori. I suoi occhi marroni sono illuminati dalla luce del sole e sembrano quasi dorati, non posso fare a meno di pensare che siano gli occhi più belli e allo stesso tempo tristi che io abbia mai visto. All'improvviso, probabilmente perché si sentiva osservato, si gira verso di me e mi lancia uno sguardo interrogativo.

"Em...ciao. Io sono Samantha, ma puoi chiamarmi Sam se vuoi" dico con un sorriso imbarazzato porgendogli la mano, lui la guarda ma non accenna a muoversi e io la ritiro. "Quindi vieni da New York, anche io vivevo lì. Ma guarda un po' che coincidenza" cerco così di iniziare una conversazione, ma fallisco miseramente e allora ci rinuncio.

Per tutto il resto dell'ora continua a guardarmi e io non posso fare a meno di sentirmi a disagio e di muovermi in continuo sullo sgabello. Quando la campanella suona provo un senso di libertà e sono già pronta a correre fuori dalla classe, ma purtroppo le mie gambe si incrociano con quelle del tavolo e i miei piani di fuga vengono  fatti a brandelli dalla mia rovinosa caduta di faccia sul pavimento, che provoca la risata di tutti i miei compagni e anche del professore. Mi tiro sù lentamente e rimango seduta per terra, massaggiandomi la guancia dolorante e raccogliendo i libri, quando ad un certo punto una mano entra nel mio campo visivo.

Guardo in alto e mi stupisco nel vedere gli occhi di Marcus pieni di divertimento, il suo sorriso appena accennato coronato da due splendide fossette e il braccio teso verso di me mentre aspetta che io afferri la sua mano. Dopo un attimo di indecisione la prendo e con il suo aiuto mi alzo dal pavimento e inizio a sistemarmi i vestiti, controllando di essere a posto. Faccio per ringraziarlo, ma quando guardo di nuovo davanti a me, lui non c'è già più. Mi giro verso la porta e lo osservo mentre esce dall'aula con lo zaino in spalla, il cappuccio nuovamente alzato, lo sguardo di nuovo serio e sul viso nessun segno di felicità.

Mi affretto ad uscire anche io perché sono già in ritardo per la prossima lezione, come sempre d'altronde. Camminando per i corridoi della scuola, in mezzo a tutto il casino provocato dagli studenti, mi ritrovo a pensare all'ora appena trascorsa. 

Allo sguardo insistente di Marcus su di me, a come mi studiava. Ripenso alla mia caduta che, per quanto dolorosa e imbarazzante, ha provocato una reazione in lui: un sorriso. Ripenso alla sua mano tesa verso di me in segno di aiuto. Ripenso a quello che ho provato io guardandolo: curiosità. Perché questo nuovo ragazzo mi incuriosisce, ha un non so che di misterioso che mi fa venir voglia di conoscerlo meglio, di scoprire cosa c'è sotto la sua maschera di tristezza e serietà. Mentre mi preparo ad affrontare le ultime ore di lezione decido che scoprirò cos'ha da nascondere, cosa lo rende sempre triste. Scoprirò chi è davvero.

Perché sono fatta così, voglio salvare le persone, anche se non è compito mio e anche se non le conosco. Fin da piccola sono sempre stata il clown di turno, quella che aiutava un uccellino con l'ala spezzata, che dava una mano agli anziani e che stava con i bambini che non avevano nessun amico.

Ho sempre messo, e sempre metterò, il bene degli altri prima del mio e questa volta non sarà diverso. Salverò qualcuno e quel qualcuno è Marcus Dobre.

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