Capitolo 20

111 7 4
                                    

Siamo appena atterrati, il volo è andato bene. Anche se Marcus era un po' teso all'inizio poi si è rilassato e si è addormentato sulla mia spalla, io invece non sono riuscita a tranquillizzarmi. Il pensiero di rivedere mio padre dopo quasi un anno mi terrorizza. 

Il fatto è che mio padre non è una persona cattiva, non lo è mai stata e io ne sono consapevole, solo che nella mia testa ciò che ha fatto a mia madre e alla nostra famiglia supera qualsiasi altra cosa che lui faccia o abbia tentato di fare. Quando inizio a pensarci o quando vedo il suo volto non riesco a non pensare alle urla, ai pianti e a tutti i bei ricordi distrutti. So che ormai sono passati anni, ma il ricordo in me è ancora una ferita aperta.

"Tutto bene?" mi chiede Marcus mentre torna verso di me con le nostre valigie sotto mano e mi passa la mia.

"Si, cioè no. Ho paura di quello che potrò provare quando rivedrò mio padre" dico sinceramente.

"Tranquilla, andrà tutto bene. Hai me al tuo fianco" dice prendendomi la mano libera e lasciandomi un bacio sulla guancia. Gli sorrido e poi ci incamminiamo verso l'uscita dell'aeroporto.

Passo gli occhi tra tutte le persone presenti, alla ricerca di quella che conosco fin troppo bene. So che potrebbe essere in ritardo perché per lui il lavoro è più importante di tutto il resto, ma il mio cuore un po' ci spera di trovarlo in mezzo alla folla. Infatti quando riconosco i due occhi azzurri fra tutti gli altri perdo un battito e mi fermo sul posto.

Dritto davanti a me, abbastanza lontano, c'è l'uomo che mi ha generato e colui che più mi ha fatto soffrire al mondo. Indossa una maglia nera e ha una borsa appoggiata sulla spalla, i capelli sono perfetti come sempre. Guarda tra la gente in cerca della mia figura con un leggero sorriso sulle labbra, questo si allarga quando posa lo sguardo su di me e mi riconosce. Inizia a camminare verso di noi e io d'istinto faccio per fare un passo indietro, ma Marcus mi trattiene facendo passare un braccio intorno alla mia vita.

Mio padre è sempre più vicino e io non so se sono pronta per affrontare tutto questo.

"Ciao Samantha" dice con un sorriso fermandosi davanti a noi.

"Ciao papà" sussurro guardando il pavimento.

Rimaniamo un attimo in silenzio mentre lui continua a sorridere, non si avvicina per cercare un abbraccio o altro perché sa che non lo otterrà.

"Piacere signore io sono Marcus Dobre, il fidanzato di sua figlia" si presenta Marcus e dopo aver appoggiato la valigia per terra allunga la mano verso mio padre e si scambiano una stretta.

"Io sono Bradley, per caso ci conosciamo? Mi sembra di averti già visto" dice studiando attentamente il ragazzo alla mia destra.

"Non penso signore, mi ricorderei sicuramente di lei" afferma Marcus in modo formale.

"Ti prego, dammi pure del tu se no mi fai sentire vecchio" dice ridendo mio padre.

"Va bene" acconsente Marcus con un sorriso.

"Vogliamo andare allora? Abbiamo un bel pezzo in macchina da fare prima di arrivare a casa"







Quando mio padre apre la porta dell'appartamento un'ondata di ricordi mi travolge. Guardo il salotto e mi ricordo tutte le volte in cui io Aj abbiamo giocato su quel tappeto, o tutte le serate che ho passato con le mie amiche. Immagino i miei genitori abbracciati sul divano la sera mentre guardavamo un film. Faccio un passo indietro come se avessi ricevuto un colpo e urto Marcus, che mi appoggia una mano sulla schiena e mi lascia delle carezze cercando di tranquillizzarmi e un po' ci riesce.

"Se volete sistemarvi nelle camere fate pure, Marcus se vuoi puoi stare nella vecchia stanza di Aj" dice guardando il mio fidanzato che diventa rosso dall'imbarazzo e annuisce.

The Twin [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora