Capitolo 14

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Gioco con la bottiglia di birra davanti a me per poi prenderne un sorso mentre aspetto che Wesley risponda alla mia domanda. Siamo seduti uno davanti all'altra e ci guardiamo imbarazzati, in silenzio, mentre dal salotto sentiamo le voci divertite dei miei amici che stanno portando avanti la loro piacevole serata. Aspetto pazientemente, non lo spingo a parlare anche perché non so se sono pronta a  sentire quello che ha da dire. Si passa una mano tra i capelli con fare nervoso e poi inizia a parlare.

"Prima di dirti quello che so io, dovresti dirmi cosa sai tu e di come ne sei a conoscenza" dice guardandomi dritta negli occhi, quello sguardo mi colpisce come un fulmine e mi porta a rispondere senza esitazioni.

"Ho visto alcuni video, mentre cercavo di aiutare un mio amico con una cosa e in uno di questi sono quasi certa al cento per cento che ci sia tu. Non so molto, solo che ci sono molti incontri e che in ognuno di questi c'è un uomo con lo stesso tatuaggio dell'aquila che hai tu sul ventre. Che cosa indica o cosa rappresenta non lo so , per questo lo sto chiedendo a te. Ho bisogno di avere delle risposte" dico lentamente per fargli assimilare tutte le parole.

Rimane un attimo in silenzio e si guarda le mani strette tra loro, poi punta il suo sguardo su di me con un espressione che non saprei decifrare e beve un sorso di birra.

"Prima di tutto voglio dirti che da quando frequento Olivia non faccio più quelle cose, ne sono uscito o quasi, ci sto mettendo tutto me stesso per allontanarmene. Il video che hai visto è probabilmente di qualche mese fa quando ancora non la conoscevo" precisa per poi fare una pausa e riprendere subito dopo. "Come avrai immaginato quello è un giro di incontri clandestini che vengono organizzati nei bassifondi di New York, non so dirti da chi perché colui che sta al vertice non si è mai fatto vedere, non è stupido, fossi stato al posto suo avrei fatto anche io così. Sta di fatto che ogni due settimane, in un luogo diverso viene organizzato un incontro, normalmente tra i due più forti del quartiere in cui si tiene. Chi sa di questa cosa può andare e fare delle scommesse su chi crede sia il vincitore. Quando si arriva alla fine del mese, il giorno trenta di solito, si tiene la sfida tra i vincitori degli incontri precedenti, colui che vince quest'ultima partita viene considerato il vincitore dei vincitori e come riconoscimento al posto di avere una coppa si riceve parte dei soldi e come simbolo ti viene tatuata un'aquila con le ali spiegate" spiega per poi tirarsi su la maglia e mostrarmela, indicando un punto vicino all'ala destra. "E vicino ad essa c'è la data della tua vittoria" dice spostando il dito.

Mi alzo, faccio il giro intorno al tavolo e mi avvicino a lui per osservare meglio il disegno e la scritta. Si legge chiaramente la data: 30 Giugno 2015.

"Hai vinto due anni fa? Quando avevi diciotto anni?" chiedo mentre mi allontano e torno a sedermi, cosa che fa anche lui.

"Si. Ero il più giovane tra tutti i partecipanti, nessuno credeva che io potessi vincere. Quando i miei sfidanti mi vedevano pensavano che fosse tutto uno scherzo e mi ridevano in faccia, era divertente quando poi alla fine si ritrovavano per terra pieni di lividi e sangue a piangere come delle femminucce" dice ridendo, poi mi guarda, vede la mia espressione confusa e smette. "Scusa, so che può sembrarti strano che io mi diverta con queste cose ma quei mostri se lo meritavano" afferma serio.

"Perché dici così?" chiedo curiosa.

"Prima di me partecipava mio fratello a questi incontri per portare qualcosa a casa essendo che mia madre non aveva un lavoro e mio padre ci aveva abbandonati. Era anche lui uno dei migliori in quel periodo e agli altri vincitori questo non stava bene, quindi una sera dopo un incontro lo hanno preso da parte in gruppo e lo hanno picchiato provocandogli molti danni, è rimasto in coma per più di un mese e poi è riuscito a riprendersi. Dopo questa cosa ho deciso di vendicarmi entrando nel giro e dandole di santa ragione a quei bastardi" spiega con i pugni stretti e un espressione di rabbia sul viso che quasi mi spaventa.

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