UN GRAN CASINO

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Andreas' pov

"Vuoi qualcosa da bere?Io prendo una birra"le chiesi con gentilezza.Nicol rispose subito di si:"Prendo quello che prendi tu".Era molto carina quella sera,vestito attillato e nero,tacchi e trucco parrucco.In quel momento mi venne in mente di farle alcune domande per conoscerci meglio.Insomma eravamo rimasti noi due da soli:Michele era con Carlotta,la sua ragazza e Alessio era con Elena.Mentre io ero con Nicol.Stavo per iniziare a farle delle domande quando lei mi interrompe:"Sei fantastico"poi ripete:"Nel senso che sei un ballerino fantastico".Pensava solo alla danza o era una paraculo? Perché sinceramente con "sei fantastico" secondo me,non intendeva parlare di danza."Anche te".A quelle parole arrossi così tanto che anche con il buio misto alle luci di diversi colori le sue guance rossastre si notavano.Era davvero imbarazzata e non mi aveva neanche ringraziato:sorrideva e se ne stava zitta.Le sue labbra carnose e rosse erano ricurve verso l'altro e si muoveva leggermente a ritmo della canzone.Lei non mi guardava,ma io non riuscivo a staccare gli occhi da lei.Ad un certo punto si girò e mi disse ridendo:"Che te guardi?".Quello è stato forse uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita.Avevo perso le parole e non sapevo cosa risponderle.E non fu neanche utile la risposta.Appoggiò le sue labbra sulle mie,delicatamente.Era un bacio a stampo quello che mi aveva dato.Ma io non mi accontentai e le presi il viso tra le mie mani e cominciai a baciarla.Non era un bacio movimentato e pieno di passione,era dolce, semplice e delicato.Come lei.Appena staccatisi i nostri visi,la vidi nuovamente sorridere.Questa volta maliziosa,mordendosi le labbra.Poi mi chiese di andare a ballare e non seppi negare.Ci divertimmo quella serata,era tutto perfetto."Andreas,devo andare un attimo in bagno.Torno subito".Le proposi di accompagnarla ma non volle:"Andreas,ti ricordo che ho 18 anni, cioè 1 in meno di te...non ne ho 15."Poi rise e si allontanò dalla mia vista.Decisi di andare verso il barista che ci aveva dato le birre, quando vidi una persona che non avrei voluto vedere.Cercai di ignorarla,ma lei mi fermò:"Dove vai così di fretta?Non mi saluti?"e poi rise maliziosa come per prendermi in giro."Non starmi addosso,levati dal cazzo e ignorami,grazie.Mi faresti un gran favore".E per quello che mi aveva fatto,ero stato fin troppo dolce quella sera."Ma Andreas,amore,non parlarmi così.Non ricordi quello che abbiamo passato insieme?"lì non risposi.Rimasi fermo come una statua di gesso.Con gli occhi verso il cielo,per paura di guardare i suoi.Ma poi presi forza e continuai quella sorta di lite:"Ascolta,Gessica,quello che è successo è successo e purtroppo non posso cambiare nulla.Avessi potuto rifare tutto da capo,non sarei venuto a letto con te.Anzi,avessi saputo com'eri,non t'avrei manco rivolto la parola".Rimase zitta,e sembrava incazzata."Ascoltami bene,sappiamo entrambe che non riesci a farne a meno di me.Mi pensi dal momento in cui ti ho lasciato lì in spiaggia,solo,avvolto nelle coperte.Sei rimasto amareggiato,ma mi desideri ancora oggi,non negare".Sembrava seria,ma Gessica non lo era mai.Ormai con lei avevo finito,ma non se lo voleva mettere in testa.Così sbuffai,ma fui bloccato dal suo respiro sul mio collo.Pian piano si avvicinava al viso,e poi...mi baciò appassionatamente.

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