TUTTO HA UNA FINE

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Andreas' pov

Stiamo fermi tutti e due.Entrambi abbiamo paura:lei ha paura di sapere la verità,io ho paura di dirgliela.La paura comune è quella di perderci e non ritrovarci.Si risveglia da quella sorta di trance in cui era entrata e dice,piangendo impanicata:"Ti giuro che se è successo quello che penso,non mi vedrai mai più in vita tua!Ma proprio mai!".È finita,lo so.Ho perso la cosa più bella che avessi mai avuto.Vede che non rispondo e,sedendosi sul marciapiede,comincia a piangere. "Che...che cosa...pensi?" "Ovviamente penso che tu mi abbia tradita!".Mentre mi dica non guarda me,guarda per strada e cerca di evitare nello sguardo perché sa di aver capito.Non riesco a parlare,non riesco a dire assolutamente niente e questo irrita Nicol.Infatti,si asciuga le lacrime e si alza. "Quindi?Non dici niente?". Devo farmi forza,devo dirglielo. "Avanti Andreas,una puttana in più o una in meno non cambierà nulla.So che mi hai usata come facevi con tutte le altre!" "Cosa!?No,no,no!Non devi neanche pensare queste cose,non devi pensarle!Non è assolutamente vero!" "Ed è vero che mi hai tradita?Voglio solo sì o no". Devo dirle la verità. "Sì...".

Nicol's pov

Me lo sentivo che sarebbe stata questa la risposta,ma quando ha pronunciato quel 'sì'...mi gira la testa,non so dove sono,con chi sono,chi sono...non ci capisco niente.

Andreas' pov

Comincia a camminare indietro, è come se stesse perdendo l'equilibrio.È pallida,fragile,sudata e trema.Io ho paura,tanta paura.Ho paura che stia per succedere qualcosa di brutto.
"Nicol!".È caduta per terra e ha sbattuto forte la testa. "Nicol,cazzo!Apri gli occhi!Non fare così,dai.Ti prego,Nicol,ti prego!".Chiamo subito il 118. "Buonasera! ... sì sì.Via Cesare Battisti 8.Vi prego,fate il più veloce possibile,vi spiego tutto dopo!"

22:12

Andreas' pov

Siamo in ospedale da dieci minuti,ma nessuno dei medici mi ha dato notizie sulla salute di Nicol.Spero non sia niente di grave...
All'improvviso esce dalla stanza dov'era stata ricoverata Nicol un medico e vado subito a chiedere che succede. "Quindi?È qualcosa di grave?Che cos'ha?" "Signore, può stare tranquillo.Secondo i nostri esami,la sua fidanzata, è soltanto molto stressata.Deve riposarsi molto.Ha sbattuto la testa quando è svenuta,vero?" "Sì." "Bene,allora le dico che ci metterà un po' di più a svegliarsi,ma i nostri esami non hanno intercettato danni celebrali o cranici." "Oh mio dio,grazie mille,davvero.Posso entrare a vederla?" "Sì,certo.Può entrare,ma appena si sveglierà sarà meglio non parlarle molto o farle domande.Come vi ho detto,deve proprio riposare." "Certamente.Grazie mille." "Si figuri.Arrivederci." "Arrivederci".Entro subito dentro e la vedo sdraiata su quel lettino,pallida come un lenzuolo,con le flebo nelle braccia e le labbra socchiuse.Mi siedo su una seggiola vicino a lei e le prendo la mano.Proprio quando gliela accarezzo,muove il pollice,poi l'indice.Le guardo il viso e vedo che sta cercando di aprire gli occhi. "Tu?" "Io..." "Che-che cosa ci fai qui?" e tenta di alzarsi appoggiandosi prima sui gomiti poi sulle mani. "Non alzarti,stai sdraiata.Il medico ha detto che non hai niente di grave,ma è tutto a causa dello stress.Ha detto che devi riposare tanto..." "E giustamente tu pensi che finché tu sarai al mio fianco io mi riposerò..." dice sdraiandosi di nuovo.Non so cosa rispondere,ma so che ha pienamente ragione. "Puoi andartene?".Ha gli occhi chiusi ed è pietrificata,non muove niente se non le labbra per parlare. "Ma poi non saprei..." mi interrompe:"Andreas,sto bene.Ti dirò come sto appena torno a casa." "Comunque credo che ti dimetteranno presto..." "Bene,meno male." "Già." "Già." "Non sei più arrabbiata?" "Sono delusa..." "Lo so..." "E schifata." mi guarda negli occhi con un'espressione veramente schifata, talmente tanto da far sentire anche me stesso uno schifo. "Io vado." "Andreas..." dice quando sono alla porta. "Addio". Addio? È veramente un addio?No,non ci credo.
Apro la porta,la guardo per l'ultima volta, sbatto la porta e corro fuori da questo ospedale di merda.Perchè ogni volta che succede qualcosa devo sempre piangere?Non ce la faccio più!Ad un tratto,mentre sono fuori dall'ospedale,seduto su una panchina,sento una mano posarsi sulla spalla sinistra e una voce femminile comincia a parlare:"Sei Andreas Müller?Il ragazzo di Amici?".Ma santo cielo,proprio ora doveva venire questa ragazza?Non mi sembra il momento...
Asciugo le lacrime e la guardo:"Ehm, sì.Sono io.Vuoi un autografo e una foto?" "Non voglio niente,in realtà." e si siede accanto a me. "Sai che mi hanno chiamato dagli studi di Amici?Mi hanno detto che una delle ballerine ha lasciato volontariamente la scuola e che ora c'è un posto libero." "Ah,bene." "Comunque piacere,sono Alessia." "Piacere,il mio nome lo sai già." "Già,infatti...che cos'hai?" "Sono cose personali e scusa,ma devo andare.Ci vediamo domani allora". Non mi va di parlare con nessuno in questo momento,quindi mi alzo e me ne vado verso la macchina.Appena arrivo alla macchina sento qualcuno dietro di me e mi giro: è ancora lei! "Potresti dirmi qual è il tuo problema?Non capisci che non sono nelle condizioni di parlare?" "Calmati,volevo solo cercare di capire e di farti sentire un po' meglio".Si avvicina e mi abbraccia. "So che perdere delle persone importanti non è molto semplice.Io ti capisco e ti sono vicina, d'altronde pochi giorni fa mio nonno è morto e ora mio padre non sta bene: è per questo che ero in ospedale." "Oh,mi dispiace,davvero tanto.Io non ho perso nessuno,o meglio:quel qualcuno è ancora vivo,ma l'ho perso".Staccandosi dall'abbraccio con una faccia curiosa mi chiede:"Che vuol dire?" "Senti,non mi va di parlarne.Scusa,davvero,ma sono delle questioni private." "Oh,okay,sì,va bene.Hai ragione." sembra confusa e offesa. "Senti,mi dispiace davvero" le afferro le mani per consolarla "Sia per tuo nonno e per tuo padre,sia per il fatto che non voglio aprirmi e parlare dei fatti miei.È solo che non ci conosciamo,proprio per niente..." "No,hai ragione...davvero." e mi fa un sorriso staccandosi le mani dalle mie. "Allora ci vediamo domani?",le dico aprendo la portiera. "Beh, speriamo".Ci salutiamo e salgo in macchina, pronto per tornare non solo alla scuola di Amici,ma anche alla solitudine:so già che non riuscirò a sopravvivere senza Nicol,ma ci proverò, perché è questo che dovrei fare.

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