NOSTALGIA DI CASA

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Nicol's pov

19:00,17 dicembre

Mi hanno appena comunicato della dimissione: finalmente lascio questo posto di merda.Odio gli ospedali e sono stata qui dentro fin troppo.
Ho deciso di ricominciare da capo:torno a Milano per stare con la mia famiglia e continuare gli studi,sia a danza che a scuola.
Mentre mi lavo la faccia nel bagno della camera sento la porta chiudersi e deduco che ci sia qualcuno,forse un medico.
"Arrivo,un secondo!" grido.
Mi asciugo la faccia e appena esco rimando sbalordita. "Nicol..." poi corre verso di me e mi stringe forte che potrei scoppiare...ma non è di lui che ho bisogno per stare meglio,e lo capisco solo ora sentendo che un suo abbraccio e la sua presenza non cambiano assolutamente nulla. "Marco... sto bene." dico staccandomi dall'abbraccio. "Ho solo bisogno di andarmene via,di stare con la mia famiglia." "Ti capisco ma...noi due?".Capisco che si preoccupi del nostro rapporto,ma in questo momento mi sembra più che egoista. "Scusa,ma te lo devo dire:non c'è un 'noi' e non ci sarà mai...voglio andare via,lontano da tutto ciò che è successo e tutte le persone che ho conosciuto ultimamente.Sono veramente avvelenata e so che farò fatica a guarire,ma voglio stare bene e stare qui continuerà a farmi stare male.Per una volta voglio essere egoista anch'io e scegliere ciò che in primis fa stare bene me, indipendentemente dal pensiero e dai sentimenti di qualcun altro... incluso te".Sta zitto con la mascella serrata e mi guarda dritto negli occhi. "Come vuoi... allora me ne vado, non vorrei farti star male" e se ne va via sbattendo forte la porta.Non lo fermo,non ho intenzione di farlo.Sono stata stronza,forse,ma so che è giusto così e voglio che sia così.
Penso che ora andrò a casa di mia zia e domani mattina prenderò il treno per tornare a Milano il prima possibile.
Mi siedo sul lettino e inizio a pensare a tutto ciò che potrà accadere nella mia vita d'ora in avanti: l'unica cosa che so per certo è che continuerò a ballare, perché è l'unica cosa che mi fa stare realmente bene.
"Ciao, amore mio!",entra mia zia che mi coglie di sorpresa.Leggo la gioia nei suoi occhi:lei per me è stata come una madre, soprattutto quando era piccola.Inizialmente viveva in provincia di Varese e non era tanto lontana da noi,quindi ogni volta che mio padre ne combinava una mia madre mi mandava subìto da lei per qualche giorno,anche se poi in realtà non smetteva di combinare stronzate e casini anche quando tornavo a casa.
"Dai,andiamo a casa che così ceniamo:non hai idea di cosa abbia cucinato!" "Zia,credimi:non avevo dubbio che una volta tornata a casa avrei mangiato tanta roba e roba buona,non deludi mai!Luca e Ale sono a casa?" "Sì,ma non ti preoccupare, c'è abbastanza posto per tutti.Abbiamo camere a volontà e non devi assolutamente pensare che ci dai fastidio, come al tuo solito." "Lo so,zia...comunque domani mattina prendo il treno per tornare a Milano: sai quanto io adori stare qui con voi ma sinceramente mamma,Giuli,Fede e Paco mi mancano troppo." "Certo,amore.Fai come preferisci: sappi che sei la benvenuta da noi".Dopo un caldo abbraccio usciamo insieme da questa orribile stanza che per me è stata come una cella di prigione,scendiamo al piano terra e saliamo nella fantastica Range Rover di mia zia.
"Va bene questa?",mi chiede dopo aver acceso la radio.È partita 'Stitches' di Shawn Mendes e sinceramente per quanto possa essere bella come canzone mi rattrista ancora di più.Ma nonostante questo le dico di lasciarla. Pensavo di poter sopportare questo dolore ma quando parte il ritornello la prima lacrima amara mi riga la guancia destra e così decido di girare il volto verso il finestrino per non farmi vedere da mia zia,che sicuramente non prenderebbe bene la cosa. Quando scendiamo dalla macchina vedo Luca e Ale nel giardino che ci aspettano e mi si riempie il cuore a vedere quanto è cresciuto il mio piccolo cuginetto. "Ciao,pezzo di gnocco!" scherzo con lui per poi abbracciarlo. "Beh,devo dire che anche tu non sei da meno" e mi fa l'occhiolino;scoppiamo tutti e quattro a ridere. Poi Luca,il compagno di mia zia:"Ciao Nicol,è un piacere rivederti...da quanto tempo!" "Eh infatti:con tutte le cose da fare non si ha mai il tempo di fare nulla,persino di incontrare i propri familiari".Ci abbracciamo ed entriamo in casa.
Neanche il tempo di arrivare in salotto che Ron mi salta addosso. "Ciao patatone!Lo sai che mi sei mancato tanto tanto?Ciccione che non sei altro".Lo coccolo un po' e poi andiamo in cucina per cenare.La verità è che ho talmente tanti pensieri e tante preoccupazioni che non ho neanche fame.Così lo dico a mia zia, che è un po' come le nonne: se non mangi ciò che ha cucinato si offende e la prende sul personale. Nonostante ciò mia zia è molto comprensiva e,probabilmente sapendo che non è un periodo semplice per me,decide di non darci troppo peso.
Salgo su in camera e i ricordi mi tornano in mente:quella notte fantastica passata insieme alla persona più importante della mia vita,che ormai non posso più avere al mio fianco. Non ho mai sentito in vita mia un dolore così forte ed esserne consapevole fa male... non mi fido mai di nessuno e sapere di essere tradita l'unica volta che ho abbassato la guardia,oltre a farmi male, mi fa incazzare...soprattutto perché lui lo sapeva. Sapeva che non mi fidassi di nessuno e che per me lui era veramente una persona importante e speciale...e nonostante questo se n'è altamente fregato. E mi sono anche rotta le scatole di piangere continuamente,di non far altro che soffrire...non mi merito un po' di pace e felicità anch'io,dopo tutto quello che ho passato? Forse è meglio che smetta di sprecare così il mio tempo per chiamare mia mamma per dirle che domani torno a Milano. Ma quando la chiamo non risponde.Chiamo Giulia,mia sorella. "Ciao,Nicol!" "Giuli,ciao!Come va?Tutto okay?" "Sì,dai.Non ci lamentiamo.Tu?" "Idem...ma sei con mamma ora?" "No,no. Sono uscita mezz'oretta fa;mamma è a casa. Sono fuori con Ste, Sofi e Luca.Perché?" "No,nulla di che. L'ho chiamata ma non mi ha risposto." "Ah,non saprei." "Fa niente,caso mai dopo riprovo a chiamarla. Comunque volevo darti una notizia." "Lo so già." "In che senso?" " So già che hai lasciato la scuola. Sai che ti ho sempre appoggiata in tutto ma penso che lasciare il programma per un ragazzo del cazzo sia stata una scelta completamente sbagliata.Per te.Perché te lo meritavi...".E' veramente triste e delusa,riesco a sentirlo dalla sua voce.Ma sicuramente non quanto me,dopo aver capito con chi avessi a che fare.
"Non parlavo di questo..." "Ah,okay.E non me ne avresti neanche parlato?" "Certo che te ne avrei parlato,ma in un altro momento.Sono stati giorni abbastanza...intensi,diciamo.Ora voglio solo tornare a casa." "Stai dicendo che torni qui a Milano!?" riesco a percepire uno stupore e una felicità nella sua voce che mi scaldano l'anima e mi fanno sentire amata e protetta.Mi mancava questa sensazione. "Sì,domani mattina" e ridacchio.Poi mia sorella continua:"Non hai idea di quanto sia felice!!La mia Nini torna a casa da me!Sai quanto si sentiva la tua mancanza?" "Immagino ahahah" "Mmm,la modestia è andata a fottersi?" "No, purtroppo." e ridiamo insieme.
"Piccolina,ora devo andare.Chiami te la mamma per dirglielo?" "Sì, tranquilla.Ci vediamo domani allora." "A domani...non vedo l'ora!Ciao Nini" "Ciao Giuli" e mentre ci salutiamo sento un 'Bella Nico' probabilmente pronunciato da Stefano,il ragazzo di Giulia.Quanto mi manca la mia vita,la normalità,la serenità.
Decido di richiamare mamma per assicurarmi che sia tutto okay.
Stavolta risponde.
"Amore, ciao!" "Mamma, perché hai il respiro affannato?" "Lascia stare.C'è qualche problema?" "Dimmelo tu,mamma.Dai,sputa il rospo".Sta un po' in silenzio e l'unica cosa che sento è il respiro affaticato dettato probabilmente da una seria corsa. "Mi stavano per rubare la borsa,allora mi sono messa a correre." "Oh dio,come stai?",questa non ci voleva. "Sì,tutto okay.Penso che dovrei ricominciare ad andare a correre però, perché non sono molto in forma" e scoppia a ridere,e io la seguo.Vorrei essere positiva come mia madre,che trova sempre una luce anche nel tunnel più buio al mondo.
"Ti hanno rubato qualcosa?" "No,per fortuna.Ma ci sono andati vicino.Mi sono infiltrata nella viottola dei Portinari,quella stretta e isolata vicino a casa nostra e mi sono nascosta dietro al muretto verde,hai capito quale,no?" "Sì, sì.Mamma mia,che culo." "Puoi dirlo forte.Tu come stai invece?" "Domani torno." "Wow, davvero!?Mi mancavi così tanto...ma ti ho chiesto come stai,non quando torni...che è successo?" "Ne parliamo quando torno a casa,non è una conversazione da telefono" "Non è niente di serio, vero?" "Sono in buona salute,viva e vegeta,se è questo che intendi come qualcosa di serio." "Quando dici così so che c'è qualcosa,lo sento.Ma se preferisci parlarne quando sarai qui,con me,allora faremo così.Non vedo l'ora di domani,piccola." "Anch'io,mamma." "Ma cosa vuoi che ti cucini?" "Ah,mamma!Secondo te mi importa sul serio di cosa mangerò domani?" "Beh,no.Ma mi piacerebbe farti qualcosa di speciale.Sai:il cibo è capace di curare ogni ferita e fornirci un immenso piacere." "Sai di cosa ho voglia?Voglio l'arista al latte." "Detto,fatto,Miss Cervini." "La ringrazio,signora Mariani." "Che stupide!" "Parli per lei,chef Mariani!" e scoppiamo a ridere.Mia mamma ha sempre amato cucinare e io e mia sorella l'abbiamo più volte incitata ad andare a 'Masterchef' ma lei ci ride sempre in faccia.Così scherziamo spesso chiamandola 'Chef Mariani'.
"Ci vediamo domani,Niki." "A domani,mamma."

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