(Sopra Demyx)Roxas non sopportava più tutto quel Silenzio, da quando erano usciti dal laboratorio Axel si era chiuso in se stesso e non aveva pronunciato una sola parola.
Si era appena abituato al suo continuo chiacchiericcio che il rosso si era improvvisamente ammutolito.Chissà cosa può avergli fatto cambiare umore così in fretta?
Sul volto del diciottenne infatti era comparsa un'ombra e gli occhi verdi erano diventati scuri e ancora più profondi.
-Axel, tutto a posto?- chiese Roxas dopo aver cercato a lungo il coraggio di farlo.
Il rosso sembrò svegliarsi di colpo e tornare alla realtà.
-Eh? Oh, si certo!- disse agitato.
-Stavo solo pensando.- pronunciò quest'ultima frase quasi sottovoce.
-E a che pensavi?- chiese Roxas curioso.
La domanda sembrò cogliere Axel di sorpresa perché un espressione malinconica e rassegnata si fece spazio sul suo viso.
-Niente di importante.- concluse in fine, eppure il biondo lo vide stringere i pugni.
Proprio in quel momento si accorsero di essere arrivati in un aula distanziata dalle altre.
Axel fece cenno a Roxas di avvicinarsi.
Bussarono alla porta, poco dopo una ragazza venne ad aprire.
Non era molto alta, aveva i capelli biondi tirati indietro mentre davanti si dividevano in due ciuffi simili ad antenne.
A Roxas ricordò una formica.
-Oh, Axelluccio! Sei di nuovo in ritardo!- disse la ragazza con fare civettuolo.
-Azzardati ancora a chiamarmi Axelluccio e quelle antenne che ti ritrovi te le faccio mangiare, capito Larxene!?- ringhiò il rosso
mentre l'altra apriva completamente la porta.
Una volta eliminato l'ostacolo visivo che essa rappresentava Roxas ebbe modo di osservare pienamente Larxene.
La ragazza era vestita in un modo osceno: aveva una minigonna bianca che lasciava ben poco all'immaginazione, un top giallo super aderente e uno scaldacuore dello stesso colore della gonna, le scarpe avevano un tacco vertiginoso.
Roxas non riuscì a trattenere un'espressione disgustata e fu sicuro che la ragazza se ne fosse accorta perché gli lanciò un'occhiataccia ben evidente.
Il biondo si sentì attraversato da un brivido: Larxene aveva gli stessi occhi sadici di Saïx, con l'unica differenza che quelli di Saïx erano freddi e calcolatori mentre quelli della ragazza avevano una forte nota di pazzia. -Chi è il moccioso?- chiese rivolta ad Axel.
-Lui è il ragazzo di prima che mi è stato affidato, si chiama Roxas.-
Rispose il rosso.
Roxas fece un sorriso mentale notando che la sua guida non lo aveva chiamato ''primino''.
-Sai che odio i bambini.- disse la ragazza.
Roxas si sentì indignato.
Aveva quasi sedici anni! Non era affatto un bambino.
-Sai che non me ne può fregare di meno, ora spostati e lasciaci passare.- disse tranquillo Axel.
Larxene si spostò lasciando entrare i due nell'aula.
La prima cosa che Roxas vide fu una specie di palco addossato alla parete destra; sul palco erano posizionati diversi strumenti musicali tra cui due chitarre, una tastiera, una batteria e un basso.
L'altro lato della stanza era riempito con delle sedie e alcuni tavoli messi ai lati.
Seduti sulle sedie c'erano diverse persone.
Con sua sorpresa Roxas riconobbe Sora e Riku che chiaccheravano allegramente, accanto a loro c'era un ragazzo dell'età di Axel, forse più grande.
Se ne stava in piedi a braccia incrociate ascoltando suo fratello e Riku parlare.
Fino a quel momento Roxas era convinto di aver incontrato tutti i tipi più strani della scuola, ma a quanto pareva si sbagliava.
Quel ragazzo infatti aveva i capelli lunghi che gli ricadevano sulle spalle di un assurdo color rosa antico, gli occhi erano azzurro-grigi.
Indossava dei jeans strappati bianchi, degli stivaletti neri e una maglietta di ''la bella e la bestia'' che ritraeva la rosa della bestia nella teca di cristallo.
Il primo pensiero che Roxas ebbe quando lo vide fu:
Ma è maschio o femmina?
Poi però lui si girò verso di loro.È maschio. Altro che se è maschio!
Concluse Roxas guardando il cavallo dei pantaloni del ragazzo.
Subito dopo però si sentì un pervertito e distolse lo sguardo.
Axel sembrò accorgersene perché ridacchiò avvicinandosi all'orecchio del biondo e susurrandogli:
-Tranquillo, tutti noi abbiamo avuto lo stesso dubbio.-
Roxas arrossì ancora più di prima, ma stavolta non per il ragazzo dai capelli rosa ma per quello dai capelli rossi.
Sentiva infatti il fiato del rosso sul collo, situazione che gli provocava migliaia di brividi che non riusciva a spiegarsi.
Poi d'un tratto Axel si allontanò.
Roxas si guardò in torno in cerca del motivo di quel brusco allontanamento.
Davanti a lui c'era il ragazzo dai capelli rosa che fissava Axel con aria interrogativa, attaccata a lui c'era Larxene che accarezzava il petto del ragazzo in modo lascivo.
-Roxas, ti presento Marluxia, il ragazzo della zocco... ehm di Larxene.-
Disse Axel correggendosi all'ultimo momento e guadagnandosi un'occhiataccia da parte della diretta interessata.
Roxas soppresse un sorriso.
-Piacere di conoscerti Marluxia.-
Disse porgendogli la mano e trattenendosi dal dire:
''Bei capelli! ''
Marluxia ricambiò il saluto.
D'un tratto si sentì un botto fortissimo e poi un tonfo.
-Aaaaaahhhhhhh!!!-
Urlò una voce dietro di loro.
I ragazzi si girarono.
La porta era spalancata, una marea di spartiti musicali erano disseminati per terra e in mezzo a loro era sdraiato Demyx.
Poco dopo dalla porta fece capolino Naminè.
-Demyx, ti sei fatto male?- chiese piegandosi sul ragazzo dai capelli a spazzola.
-Come mi chiamo? Dove mi trovo?- mugunò lui.
-Axel! Aiutami.- Naminè richiamò il rosso che per tutta risposta scoppiò a ridere.
Poi però si incamminò verso i due è sollevò il suo migliore amico facendolo sedere su una sedia.
-Axel... gli unicorni!- farfugliò Demyx.
-Larxene puoi prendere del ghiaccio per favore?- chiese Axel.
La ragazza sbuffò.
-Ok, vado.- Si girò e uscì dall'aula attenta a non pestare gli spartiti.
-Naminè potresti raccogliere gli spartiti?- chiese Axel ancora girato verso Demyx.
La ragazza non rispose.
-Naminè?- Axel si girò verso la bionda per vedere cosa l'avesse zittita.
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Only in your eyes.
FanfictionSTORIA YAOI. Roxas è un ragazzo introverso e a volte presuntuoso. Figlio di un'attrice e di un famoso imprenditore ha sempre vissuto all'insegna di una vita quasi nobiliare frequentando scuole private e stando lontano dalla ''gente comune'' come la...