Blue hair, yellow eyes and past memories.

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(Sopra Saïx)

Passò un'ora e il rosso ancora non la smetteva di fare domande, anzi più Roxas cercava di rispondere a monosillabi più il diciottenne lo incalzava.
Axel era i ragazzo più tenace che avesse mai conosciuto, continuava a parlare a raffica senza neanche prendere fiato e ad un certo punto il quindicenne si domandò se tra qualche istante non sarebbe crollato a terra morto per mancanza di ossigeno.
Quando in preda ad una crisi di nervi stava per dire ad Axel di stare zitto egli si interruppe bruscamente smettendo anche di camminare.
Roxas lo guardò confuso e dopo seguì la direzione del suo sguardo fino alla fine del corridoio.
Davanti a loro un ragazzo ancora più alto di Axel camminava a grande velocità in sua direzione.
In quel frangente di tempo in cui se lo ritrovò davanti Roxas squadrò per bene il nuovo arrivato.
Indossava dei pantaloni neri, gli anfibi e una maglietta azzurra con una luna insanguinata stampata sopra.
Il volto incorniciato da lunghi capelli azzurri che gli arrivavano fino alla base della schiena. 
Era decisamente appariscente, quasi più del rosso.
Gli occhi gialli erano sottili, Roxas rabbrividì:
quegli occhi nascondevano una scintilla malvagia, erano gli occhi di un sadico.
Tra di loro passava una cicatrice scura che formava una vistosa X.
Non tutti erano capaci di notare quella scintilla malvagia eppure Roxas aveva imparato da tempo a distinguere le persone con quello sguardo e sapeva bene che molto spesso sotto il bell'aspetto si nascondono veri mostri.
-Axel! Dove ti eri cacciato stupido coglione?-
Urlò il ragazzo raggiungendo il rosso in due falcate.
-Che vuoi Saïx? Ho da fare.-
Nel dirlo Axel indicò il biondo.
Quello che sembrava essere Saïx puntò gli occhi gialli in quelli azzurri del primino.
Roxas rabbrividì, avrebbe preferito di gran lunga che il rosso non avesse mai attirato l'attenzione su di lui.
-Ho bisogno di te... Adesso.-
Il tono di Saïx non ammetteva repliche.
-Scusa ma ti ho già detto che ho da...- Axel non riuscì a finire la frase perché l'altro lo prese per la maglietta spingendolo contro il muro.
-Tu sei mio e fai ciò che voglio io.- disse l'aggressore rivolto al rosso che in quel momento sembrava stranamente tranquillo.
Poi si avvicinò al ragazzo baciandolo con foga proprio davanti al biondo che fissava la scena allibito.
Axel non sembrava ne dispiaciuto ne arrabbiato per il contatto improvviso, anzi per alcuni minuti ricambiò il bacio infilando le mani nei capelli azzurri del ragazzo.
Roxas sentì il sangue bollire nelle vene.

Ma si può sapere che mi succede oggi?

Si chiese scioccato.

Io odio le effusioni in pubblico.
Sarà di certo questo.

Poi Axel respinse bruscamente Saïx facendolo allontanare di qualche passo.
-Io non sono di nessuno, lo sai perfettamente. Faccio quello che voglio quando voglio. Chiaro?-
Disse il rosso continuando però a sorridere.
-È anche per questo che mi piaci.
Ci vediamo a casa tua alle quattro, ho bisogno di sfogarmi.-
Ribbattè l'altro allontanandosi senza aspettare una risposta da parte di Axel.
-Contaci.- gli urlò lui da lontano.
Poi si rivolse a Roxas che era rimasto a guardare la scena a bocca aperta.
-Devi scusarlo, è un po' nervoso di questi tempi.-
Disse gettandosi la nuca imbarazzato.
-È il tuo ragazzo?- chiese il biondo.
Roxas non era contro i gay, ma  non si aspettava certo che la sua guida fosse uno di loro.
Axel sbarrò gli occhi.
-Certo che no! È solo un mio vecchio amico, ci conosciamo da prima di venire in questa scuola.
Anche se una volta stavamo insieme ora è tutto finito.-
Disse il rosso rabbuiandosi.
-Non sembra un tipo apposto.-
Disse Roxas tra se e se.
-No, non lo è. Una volta non era così.- Disse Axel in tono cupo.
Il biondo si domandò come avesse fatto a sentirlo nonostante avesse parlato sottovoce.
-Comunque ti conviene stargli lontano, è un tipo pericoloso.
Got it memorized?-
Disse portandosi il dito indice alla tempia e avvicinando il volto a quello del ragazzino.

Perché la frase in inglese?

Per un attimo Roxas smise di respirare, poteva sentire il fiato del rosso sulla pelle.
Sapeva di mare, gli ricordava la brezza marina che soffiava sulle spiagge nei giorni di piena.
Axel si allontanò dal biondo controllando l'orario sul telefono.
-Porco Xemnas! È tardissimo!- esclamò.
-Che hai detto?- chiese Roxas ancora confuso dalla vicinanza con il rosso.
-Lascia perdere, devo ancora farti vedere un casino di cose!-
Poi prese il ragazzo per mano e cominciò a correre per i corridoi trascinandolo dietro.
-Axel... aspetta, perché tutta questa fretta?- chiese Roxas cercando di prendere fiato.
In occasioni come quelle l'asma si faceva sentire.
-Ho le prove più tardi e non posso  proprio mancare o mi buttano fuori dal gruppo.-
Spiegò frettolosamente il rosso.

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