Dark Side

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Tutto sembrava tranquillo in quella sera di inizio ottobre, non c'era un alito di vento in tutta la città così come non si vedeva nessuno camminare per le stradine buie, nessuno tranne un ragazzo seduto sui gradini della stazione.
Era mezzanotte e la poca luce prodotta dai lampioni si rifletteva sulla sua chioma argentata, lacrime amare scendevano sul suo viso candido.
Si teneva la testa tra le mani cercando di calmare i singhiozzi.

È il tuo dovere Riku!
Tu ci deludi.
Non credevo che mio figlio potesse essere così vigliacco.
Sei debole!
Smettila di fare di testa tua e ascolta ciò che ti diciamo!

Le voci nella sua testa erano come pugnali.

-Basta... basta vi prego.- sussurrava tra un singhiozzo e l'altro.

-Basta! Io non sono così!- le mani gli tremavano mentre cercavano di spostare dal viso le ciocche argentee bagnate dalle lacrime.
Il rumore del suo piato era talmente forte da coprire qualsiasi altro suono nei dintorni, fu per questo che non sentì i passi del ragazzo arrivare.

-È inutile chiederglielo, con chiunque tu stia parlando non la smetterà di certo. Non se lo tieni ancora dentro di te.- disse una voce proprio sopra di lui.
Istintivamente alzò il capo trovandosi di fronte l'ultima delle persone che si sarebbe aspettato di vedere.

-Axel?- disse sorpreso.
Il diciottenne dalla chioma infuocata sorrise squadrandolo dall'alto in basso, il suo però assomigliava più a un ghigno malefico che ad un sorriso confortante.

-Dovresti proprio darti un contegno sai? Piangere in questo modo in un luogo pubblico... forse non sei l'uomo di ghiaccio che tutti credono.- lo ignorò sfottendolo.

-Che vuoi Flames?- chiese acido.
Axel storse il naso nel sentire il suo cognome.

-Niente, o per lo meno niente da te. Passavo di qua di ritorno da lavoro e ho visto questa scena, come dire... deprimente? No, credo che la definizione giusta sia esilarante.-
Riku sbuffò infastidito, che cazzo voleva quel ritardato?

-Lasciami in pace, ho da fare.-
Sì asciugò una lacrima con la manca per poi guardare la stoffa bagnata disgustato, odiava farsi vedere debole e in più il rosso rigirava il coltello nella piaga.

-Oh, si... lo vedo quanto sei impegnato. Ma credo che quelle scale siano state pulite già abbastanza, non c'è bisogno di un ulteriore lavata, perciò smettila di piangere. Sei penoso.-
Continuò a provocarlo. Riku balzò in piedi ormai al limite della sopportazione afferrandolo per il colletto della felpa e tirandolo verso di se.

-Stai cercando guai Flames? Sei così disperato da dover occupare il tuo tempo infastidendo gli altri?- gli ringhiò contro.
Axel ghignò divertito, sovrastava il ragazzo dai capelli argentei di almeno quindici centimetri.

-Tu che pensi?- chiese con sfida.
Riku si staccò sbuffando per l'ennesima volta.

-Penso che tu sia un idiota.-
Il suo sguardo venne catturato da alcuni dettagli sul viso del rosso: aveva un occhio nero e un labbro che sanguinava copiosamente.

-Comunque i tuoi guai li hai già avuti dico bene?- chiese tornando a sedere sulle scale.
Il diciottenne si sedette accanto a lui appoggiandosi stancamente coi gomiti alle ginocchia.

-Sì, decisamente. Direi anche che i miei guai picchiano piuttosto duro.- rise nervosamente.
Riku sollevò un sopracciglio, la curiosità era forte da gestire.

-Che ti è successo?-
Axel si massaggiò le tempie e l'altro poté notare che le sue unghie erano imbrattate di sangue secco.
Non seppe spiegarsi il perché ma ebbe la spiacevole sensazione che quel sangue non fosse il suo.

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