Two people in this world

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Roxas non sapeva più da quanto tempo stesse camminando, non che gli importasse granché in effetti.
Quello che sapeva era che nonostante i piedi stessero cominciando a fargli male la rabbia non era scemata affatto. 
In quel momento stava percorrendo una stradina buia piuttosto mal ridotta: i lampioni della luce erano per lo più rotti, molti rifiuti occupavano il marciapiede.
Eppure era talmente assorto dai suoi pensieri da non accorgersene.

Maledizione, avrei fatto meglio a non nascere.
Se solo avessi una famiglia normale... 
No! La sua famiglia era normale, era lui ad essere diverso.
Roxas era il ragazzo che preferiva i libri alle persone, che preferiva restare a casa ad ascoltare la musica piuttosto che uscire con un gruppo di amici.
Roxas era il ragazzo che preferiva i ragazzi alle ragazze.

Venne distratto dal rombo del motore di una moto.
Si girò  per controllare chi fosse e per poco non venne accecato dal faro del veicolo.
La moto si fermò a pochi metri da lui, il panico lo assalì.

E se fosse un malintenzionato?
Che devo fare?

Accelerò il passo nella speranza che il proprietario della moto non fosse interessato a lui.

-Roxas!?- esclamò l'uomo, il ragazzo si bloccò.
Quella voce gli risultava estremamente familiare, aveva un leggero accento straniero e una vaga nota sarcastica ciò nonostante restava squillante e melodiosa.

-Axel?- chiese stupito girandosi verso il rosso.

-Che ci fai qui? È tardino per girare da solo.-
Roxas lo guardò meglio.
Sì,  era senza ombra di dubbio Axel: i capelli rossi erano in aria come al solito e il trucco era leggermente sbavato, aveva un'aria stanca e assonnata.

-Avevo bisogno di uscire, anche se devo ammettere di essermi perso.- spiegò.

-Dovresti fare più attenzione a dove vai, ci sono tanti malintenzionati in giro, se vuoi ti do un passaggio verso casa.-
Propose.
Roxas scosse il capo.

-No grazie, preferisco rimanere fuori. Tu piuttosto non è tardi anche per te?-  lo rimbeccò.
In quel preciso istante il biondo ebbe modo di vedere quanto velocemente potesse cambiare l'umore dell'altro.

-Non riuscivo a dormire...-
I suoi occhi smeraldini si incupirono e Roxas ebbe l'impressione che Axel in quel momento non fosse realmente lì ma che la sua mente stesse vagando nel ricordo di qualcosa sicuramente poco piacevole.
Un attimo dopo però era tutto finito e il rosso aveva riacquisto il suo solito sorriso strafottente.

-Ti va di fare due passi allora? Non mi piace l'idea di lasciarti solo in questa zona, potremmo andare al parco vicino scuola.-
Se c'era una cosa che Roxas aveva imparato sul di lui era che se si metteva in testa una cosa nulla sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
Sbuffò consapevole che non sarebbe riuscito a rimanere da solo, anche se in realtà la compagnia di Axel era più che gradita.

-Ok, mi arrendo andiamo al parco.- disse montando sulla moto del diciottenne.

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Nonostante fosse iniziata malissimo quella serata stava avendo decisamente un risvolto positivo, una cosa che gli piaceva particolarmente era sentire il corpo di Roxas schiacciato contro il suo.
Il ragazzino non era mai salito su una moto ed adesso si era aggrappato ad Axel così forte che se il rosso fosse stato solo un po' più esile gli avrebbe rotto qualche costola.

-A-Axel... t-ti prego rall-enta!- lo supplicò il biondo terrorizzato, ma lui invece di rallentare accelerava, solo per sentire il più piccolo stringersi a se e godere della sensazione di averlo schiacciato addosso.
Purtroppo però arrivò il momento di scendere dalla moto. Axel l'arrestò davanti all'entrata del parco scendendo per primo e aiutando il biondo a smontare.

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