Words and silence

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(Sopra gft)

Evitare lo shopping era stato piuttosto complicato.
Dato che: tre di loro insistevano per andare per i negozi e altri tre invece no, si erano ritrovati in un punto morto.
Solo quando Naminè aveva tirato in ballo la questione Kairi
Sora si era deciso ad accettare lo shopping.
Ma né Roxas né Axel avevano intenzione di cedere sull'argomento.
Alla fine era stata sempre Naminè a trovare la soluzione:
i due sarebbero andati in giro per conto loro fino a quando gli altri non sarebbero tornati dai negozi.
Axel sapeva che la ragazza aveva fatto quella proposta per lasciarli soli e gli era grato per questo.

Ora si trovavano in un imbarazzante silenzio mentre camminavano senza una meta precisa.

-Ti va di andare al parco?-
Propose il rosso vedendo Roxas molto pensieroso.

-Sì, è una buona idea.-
Rispose il ragazzo senza alzare lo sguardo dal pavimento.

-Posso chiederti una cosa Roxas?-

-Me la stai già chiedendo...-
Precisò il ragazzo.
Axel sbuffò infastidito da quella risposta acida.

-Ti faccio paura?-
Il rosso fece quella domanda con ironia, eppure non riusciva a capire perché il ragazzo non riuscisse ad aprirsi.
Roxas si voltò verso Axel, quella domanda lo aveva colto di sorpresa.

-Perché me lo chiedi?-

-Perché non parli, stai sempre in disparte.-
Mentre parlavano erano arrivati al parco, Axel individuò due altalene e fece segno al biondo di seguirlo.

-Non mi fai paura, e comunque non sono affari tuoi.-
Rispose brusco Roxas mentre si sedeva sull'altalena imitando il rosso accanto a lui.

-Non c'è bisogno di alzare la voce, se è una cosa di cui non ti piace parlare lo capisco.-
Axel usò un tono di voce dolce, ma il suo suonò lo stesso come un rimprovero alle orecchie del ragazzo.

Roxas odiava che la gente gli dicesse che lo capiva, facevano tutti buon viso a cattivo gioco.
Parlavano di ingiustizie e lo confortavano, ma quando aveva realmente bisogno di loro non c'erano mai.

-No, tu non capisci! Nessuno capisce che significa avere i segni dei pugni di qualcuno sulla pelle.
Non capite com'è sentirsi chiamare asociale quando in realtà sono tutti gli altri ad emarginarti! Nella vostra vita perfetta non c'è nulla del genere!-
Gli urlò contro tutta la rabbia che aveva.
Non era realmente arrabbiato con Axel, ma aveva sopportato troppo a lungo quel peso.
Le domande del rosso avevano risvegliato in lui un senso di rabbia e impotenza che da qualche parte sarebbe pur dovuto uscire.
Eppure il senso di liberazione che provò una volta lasciato uscire quel fiume di parole durò ben poco.

Lo sguardo di Axel infatti incenerì il ragazzo che tremò davanti a tanta rabbia.
-La nostra vita perfetta? Tu non ci conosci Roxas, come fai a dire che la mia vita o quella di qualsiasi soggetto intorno a te sia perfetta? Ti ricordo che Naminè è stata quasi stuprata! E anche se tu non lo sai quando aveva sette anni Demyx ha visto tutta la sua famiglia essere uccisa, Kairi poi è stata rapita due anni fa, le hanno fatto di tutto prima che il riscatto fosse consegnato! E io... io...-
Axel vide le proprie mani tremare.

Calma! Hai affrontato situazioni ben peggiori, mantieni la calma.

Fece un respiro profondo, poi si alzò dall'altalena su cui era seduto e prese Roxas per un polso.

Il ragazzo lo guardò spaventato non sapendo dove il rosso lo volesse trascinare, una cosa era certa però:
aveva sbagliato a parlare.
Arrivarono dietro ad alcuni alberi.
Axel si girò verso il biondo lasciandogli il polso.

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