Have you asked?

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Demyx si sedette su una panchina del parco accanto alla scuola.
Aveva bisogno di restare da solo con i suoi pensieri almeno per qualche ora, si era sorpreso a osservare due bambini che giocavano in un'aiuola piena di fiori.
Il primo era un ragazzino di sei anni circa con lunghi ricci castani e vivaci occhi azzurri, la seconda invece era una ragazzina di circa nove anni con i capelli biondi a caschetto e magnetici occhi verdi.
Lo sguardo gli si riempì di malinconia, quella bambina era identica a sua sorella, la stessa aria allegra e riflessiva, i suoi stessi modi pacati.
Ormai avrebbe dovuto avere tredici anni, avrebbe dovuto affrontare le prime cotte e lui avrebbe dovuto minacciare tutti i ragazzi che le facevano il filo.
L'immagine di una lapide marmorea irruppe con la forza nei suoi ricordi. 
Demyx e sua sorella avrebbero avuto molte cose da dirsi, avrebbero scherzato insieme, avrebbero litigato per chi avrebbe dovuto mettere a posto la stanza e lui in fine le avrebbe insegnato come suonare la chitarra.
Quello solo se sua sorella fosse stata ancora lì con lui, ma non c'era, come tutti i membri della sua famiglia.
Era rimasto solo, solo con il ricordo di quello che era stato e che non sarebbe tornato mai più.

Quello che accomuna i membri dell'organizzazione è il ricordo del loro passato, la loro memoria.

Gli aveva detto una volta Axel, all'inizio non aveva capito, adesso però quella frase lo faceva riflettere.

Sentì dei lievi passi avvicinarsi  e scorse una figura sedersi accanto a lui.
Era tentato di posare lo sguardo sulla persona silenziosa che aveva interrotto i suoi pensieri, ma i suoi occhi erano inchiodati sulla sagoma appannata di quell'esile bambina.

-Strano come la vita ti pari davanti gli ostacoli proprio quando credevi di averli superati...-
Sentì una voce molto familiare  provenire dalla sua destra.

-Ciao anche a te Zexion.-
Lo salutò il musicista senza distogliere lo sguardo dalla malinconica scena.

-È tutto un crudele gioco del destino, tutto uno scherzo di chi ci osserva dall'alto; per questo preferisco non credere alla religione, la mia unica certezza è la scienza... e la tua?-
Il ragazzo dai capelli blu parlò con voce spenta, priva di ogni emozione.

-Neanch'io penso ci sia qualche essere superiore che perde il suo tempo a torturare noi povere anime, ma la scienza non è la mia più grande passione mi spiace.
Credo che faremmo tutti meglio a vivere la vita in modo leggero, tutti muoriamo, alcuni prima di altri... e allora perché sprecare la propria vita a rincorrere obbiettivi irraggiungibili o desideri imposti da altri? Pensaci, è molto probabile che un giorno qualcuno mi uccida durante qualche missione oppure che mentre percorro da scuola la strada che va verso casa qualcuno mi investa. Perché bisogna preoccuparsi del futuro?
Se si ha un presente da vivere bisogna impiegarlo al massimo.-
Demyx distolse lo sguardo dalla bimba per puntare gli occhi azzurri in quelli grigi dello scienziato.

Zexion lo squadrò attentamente, di rado aveva visto quel ragazzo dire qualcosa di sensato e profondo come il discorso che aveva appena fatto.
In realtà lo aveva sempre valutato uno sciocco, sin da quando lo aveva visto la prima volta, da quando lo aveva scorto passeggiare nei corridoi dell'organizzazione insieme ad Axel e gli era sembrato un deficiente, per non parlare di quella volta che si era presentato alla riunione con il soprabito al contrario...
Eppure in un certo modo gli era sempre stato simpatico, in cuor suo ammirava l'allegria con cui Demyx riempiva le sue giornate, quando faceva finta di non capire le cose (perché ne era sicuro, lui capiva tutto), quando lo spiava mentre suonava, quando si incrociavano nei corridoi e lui è Axel facevano qualche battutaccia sul suo ''muso lungo''
Adorava la sua musica, era molto espressiva, più volte lo aveva seguito di nascosto mentre andava al parco a suonare; in realtà quel giorno era lì per lo stesso motivo, ma vedendo che il ragazzo dai capelli a spazzola non era deciso a toccare il suo amato strumento aveva deciso di fare quattro chiacchiere.

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