5.

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Rouge sospirò e si guardò intorno. Era in una stanza piccola e poco illuminata, con solamente un letto, per di più scomodo, e una pallida luce al neon. Aveva dei muri di mattoni rossi e, dove sarebbe dovuta esserci un' entrata, c'era una serie di sbarre di ferro.
Era in una cella.
Non sapeva da quanto tempo era lì, forse un'ora, forse tutta la sera, forse solo venti minuti.
Chiuse gli occhi, ripensando alla giornata appena trascorsa e a come era finita in quella prigione.

La mattina era iniziata normalmente, con il solito "buongiorno partner" di Chuya e il buongiorno di risposta di Rouge. Durante la mattinata non era successo nulla di interessante, se non qualche messaggio di Francis, a cui ormai aveva fatto l'abitudine, come un ombra che la seguiva da dietro uno schermo e poche parole scambiate con Chuya.
Poi, durante il pomeriggio Mori aveva mandato lei, Chuya e Akutagawa in missione.
Doveva essere un lavoro semplice, occuparsi di una gang affiliata alla  Port Mafia e controllare che tutto andasse nel modo giusto. Stava andando tutto bene, finché il capo della gang non aveva minacciato di rinunciare agli accordi con la mafia e denunciarli anonimamente alla  polizia. Iniziò così una rissa, che aveva finito per coinvolgere quasi tutti i presenti. Rouge aveva cercato di tenersi fuori il più possibile, ma uno degli uomini rivali aveva tentato di colpirla con una sbarra di ferro. Lei rispose d'istinto con il fuoco, che incendiò i vestiti dell'uomo.
Il suo gesto non fece che peggiorare le cose. Tutta la gang si gettò su di lei, alla quale non restava altro se non i suoi poteri.
In poco tempo lei perse il controllo e il magazzino dove si trovavano fu invaso dalle fiamme e dal fumo.
Chuya urlò più volte il suo nome, ma la sua voce era coperta dalle grida delle persone bloccate dalle fiamme.
Si guardò intorno e trovò il modo di uscire da quella situazione: puntò la sua pistola verso l'alto e colpì il tubo di metallo, dal quale uscì un fiotto d'acqua che riuscì a domare le fiamme.
Prese per mano Rouge, che sembrava in un'altra dimensione e uscirono, seguiti da Akutagawa.

La ragazza si girò nel letto.
Akutagawa aveva riferito tutto a Mori e poi il capo lo aveva mandato da lei. Senza dire una parola, Akutagawa l'aveva subito attaccata e fatta svenire e lei si era risvegliata nella cella.
Maledí se stessa e la sua perdita di controllo. Se la mafia era capace di metterla in una cella per aver perso il controllo, che cosa avrebbe fatto se avesse scoperto della sua affiliazione alla Guild?
Mentre si crogiolava nella sua tristezza, sentì dei passi nel corridoio; temette fosse Mori o Akutagawa, ma quando la figura di avvicinò si accorse che era Chuya, con una bottiglia di vino in una mano e una busta di stoffa nell'altra.
<<Se ti può consolare, non sei la prima persona a cui capita.>>
Lei sbuffó, irritata dal suo tono divertito e gli diede le spalle.
<<Senti, io non sono d'accordo con questa...cosa.>>
<<Lo sapevi?>> La ragazza era sempre più seccata.
<<No, l'ho appena scoperto. Ho appena discusso con Mori per fare in modo che cambi idea.>>
La ragazza si rilassò, ma continuò a restare di spalle.
<<Ha detto che passerai la notte qui.>> Le avvicinò la busta <<Ti ho portato da mangiare.>>
Rouge finalmente si voltò verso di lui e allungò la mano verso la scatoletta di noodles.
<<Yu, hai fame?>>
Dal buio della cella a fianco alla sua avanzó una figura bassa che si muoveva lentamente. Quando la luce la illuminó, apparve un bambino vestito con una camicia sporca e spiegazzata, dei calzoncini bianchi e scarpe nere. I suoi capelli, metà neri e metà bianchi, erano arruffati da sotto il cappellino con il fiocco. Guardo entrambi con i suoi occhi neri e sorrise.
<<Chuya-saan ci ha portato da mangiare?>> Rouge annuì e gli diede i suoi noodles, mentre Chuya era pietrificato. <<Cosa ci fa lui qui?>>
<<A quanto pare, è qui da anni. Mi passi il vino?>> Rispose la ragazza indifferente.
<<Hai idea di quanto sia pericoloso?>>
<<È un bambino.>>
<<Si ma...>> Le immagini degli uomini morti a causa di Q gli balenarono nella mente. <<Tu non capisci.>>
La ragazza sbuffó <<Senti, se hai intenzione di rimanere puoi farlo, ma smettila di lamentarti.>>
Lui ci pensó un momento, poi si sedette. Aprì la bottiglia di vino e gliela porse.
Rouge bevette un sorso e gliela passò.
Continuarono così e, tra un sorso e l'altro, parlavano tra loro, mentre Yumeno mangiava in silenzio, controllato a vista da Chuya.
<<Mi dispiace di aver perso il controllo.>>
<<Non ti preoccupare. Mori non ci avrebbe dato tanto peso se Akutagawa non avesse fatto il bambino lagnoso.>>
Rouge sorrise debolmente, poi scoppiò in una risata cristallina.
Chuya sussultó e venne riportato indietro nel tempo.
Era lei.
La stessa risata, la stessa ragazza, la sua amica.
Risero insieme come bambini e si fermarono  dopo cinque minuti solo per riprendere fiato.
<<Ti ha fatto molto male?>
<<Chi, mister tosse?>> Rispose la ragazza <<Non tanto. Non ho paura di lui.>> Bevve una lunga sorsata di vino <<Né tantomeno di un bambino.>>
Chuya stava per rimproverarla, ma lei scoppiò in una forte risata, stavolta data dall'alcol.
Il ragazzo prese la bottiglia <<Stai bevendo troppo. Vai a dormire.>>
<<Rimani qui stanotte.>> Biascicó Rouge. <<Non voglio che piagnucolone-gawa mi faccia del male.>> Rise e si mise nel letto.

Resterò tutto il tempo che vorrai.
Chuya si appoggió alla parete. Anche Yumeno si era addormentato e lui rimase a esaminare i lineamenti della ragazza fino a che non scivoló lentamente nel sonno, con la risata di Rouge ancora in testa.

Spazio autrice:
Papà, mamma e figlioletto :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!
Kiss💗

Inflamatus| Bungou Stray DogsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora