7.

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Nei giorni a seguire il rapporto tra Chuya e Rouge si raffreddò sempre di più, come se fossero sconosciuti.
Sembrava di essere ritornati ai primi giorni della ragazza all'interno della mafia, quando lei era composta e impassibile e lui cercava in ogni modo un contatto con lei.
Chuya aveva sperato che dirle il suo vero nome avrebbe fatto riemergere qualche ricordo, ma ciò non era successo, anzi aveva ottenuto l'effetto opposto.
Forse c'entrava l'uomo che aveva incontrato? Li aveva visti parlare da lontano e lei era sembrata molto turbata dalla sua presenza.
Mi ha scambiato per un'altra
E se anche lui la conoscesse come Yasuko?
Lui non aveva mai visto quell'uomo prima d'ora e temeva che la ragazza fosse in pericolo.
Chuya smise di farsi domande e decise di parlarle, che Rouge volesse o meno.
La ragazza, dal canto suo, aveva deciso volontariamente di ignorare Chuya, seppur a malincuore.
L'incontro con Francis l'aveva turbata più di quanto credesse e aveva deciso di comportarsi freddamente, sperando così di proteggere il suo partner dalla forza della Guild.
Il nome Yasuko la stava perseguitando; era importante, forse era il suo vero nome. Allora perché i ricordi non ritornavano?
Forse sarebbe riuscita a fuggire, a scappare dalla Guild, così come era riuscita a scappare da quel monastero, tanti anni prima, e poi avrebbe trovato indizi sulla sua vita passata e capito perché Chuya le era così familiare.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto da qualcuno che la chiamava fuori dalla porta.
Aprì e si ritrovò davanti Higuchi. <<Il capo vuole parlare con te, penso per un incarico.>>
Rouge si diresse nell'ufficio di Mori, ma davanti alla porta trovò nientemeno che Chuya.
<<Devo entrare, Mori vuole parlarmi.>>
Lui la prese per mano e la trascinò via, ignorando le sue proteste.
<<Mori non deve dirti niente, era solo una scusa.>>  Entrarono nella stanza di Chuya e si guardarono con aria di sfida.
<<Fammi uscire.>>
Lui chiuse a chiave la porta <<Non prima di aver parlato.>>
Lei sbuffò, ma dentro di sé sapeva cosa voleva. <<E di cosa?>>
<<Siamo partner, Rouge. E, che la cosa ti piaccia o meno, dobbiamo lavorare insieme.>>
<<Come se non lo sapessi.>>
<<E allora perché hai improvvisamente deciso di trattarmi come uno sconosciuto?>>
La ragazza si morse il labbro. In quel momento avrebbe voluto dirgli tutto, confessare la verità e chiedergli disperatamente aiuto, ma non poteva rischiare la sua vita e quella del ragazzo in quel modo.
<<Senti, non è colpa tua, è solo che...>>
<<C'entra quell'uomo dell'altra volta, vero?>>
Rouge rimase senza parole dal suo tono; sembrava quasi geloso
<<Ti ha detto qualcosa che ha sembrato turbarti. Se è una minaccia per la Mafia...>>
Lo é.
E lo sono anche io.
<<Non c'entra niente con la Mafia.>> Mentì lei. <<Mi aveva scambiato per un'altra persona.>>
<<Non ti credo.>>
Rouge non ne poteva più di quella conversazione. <<Allora non farlo. E poi perché dovrei dirlo a te?>> Urlò. <<Chi sei tu davvero?>>
<<Potrei farti la stessa domanda.>> Sibilò Chuya ormai anche lui al limite.
<<Chi sei davvero, Rouge? È davvero questo il tuo nome?>>
<<S-sì.>> Balbettò lei, poco convinta.
<<E chi eri prima che gli altri ti dicessero chi devi essere?>> 
<<Non lo so. Tu sai dirmi la risposta?>> Esplose la ragazza.
<<Ormai non ne sono più sicuro.>>  disse scuro, poi aprì la porta e con un gesto la invitò a uscire dalla stanza, stanco e amareggiato.
Lei uscì in silenzio e vide gli altri membri della Mafia fissarla, evidentemente attirati dalle urla dietro la porta.
Il passo si trasformò in corsa e appena fu fuori dall'edificio decise di girare per la città, sperando di non incontrare Francis.
Ma che importa?
Si disse. Avrebbe comunque dovuto tradire una delle due organizzazioni e in entrambi i casi avrebbe fatto del male a qualcuno.
Vagò senza una meta precisa ,cercando in tutti i modi di liberare la mente, ma spezzoni del discorso con Chuya le ruotavano intorno, come fastidiose zanzare. Più tentava di allontanarsi dal covo della mafia, più sentiva che essa la seguiva imperterrita e lo stesso faceva la Guild, entrambe soffiandole sul collo.

A furia di girare si ritrovò nel centro di Yokohama, tra alti palazzi e negozietti decorati.

Aveva visto qualunque persona in quelle strade, ma mai si sarebbe aspettata di incontrare loro .
<<Dov'è Rouge?>> chiese Mori, vedendo Chuya da solo. il ragazzo scrollò le spalle con indifferenza e si avviò verso la propria stanza, volendo rimanere da solo.
<<Avete litigato?>> il ragazzo guardò il suo capo con aria colpevole. <<Non guardarmi così,  le vostre urla si sono sentite in tutto l'edificio.>>
Chuya sospirò, ripensando alla discussione con la ragazza  pieno di tristezza e rimorso. Sentiva di essere stato troppo cattivo con lei e che avrebbe dovuto aiutarla anzichè urlarle contro.
Era davvero capace di essere buono? Viveva nella Mafia da troppo tempo per trovare un lato buono di se stesso, ormai abituato a tutta la violenza che lo circondava.
<<Che cosa aspetti?>> il ragazzo si riscosse <<Eh?>> Mori sbuffò <<Chiamala e falla tornare. Non mi piace che i miei sottoposti se la spassino in città senza avvertire. Chuya obbedì e compose il numero della partner. Dopo pochi squilli, lei rispose con voce affannata.
<<Rouge, dovresti ritornare. A Mori non piace che tu stia in giro.>>
<<Al momento sono un tantino impegnata.>> Chuya non ebbe tempo di chiederle cosa intendesse, perché sentì dall'altro capo una voce che conosceva bene.
<<E' maleducazione parlare al telefono durante un combattimento.>>
Dazai
Rouge era in pericolo.
<<Dove sei?>> riuscì a sentire un "centro" poi la telefonata si interruppe bruscamente. Prese il proprio cappotto e corse fuori, pieno di preoccupazione.

spazio autrice:
vi lascio la suspence eheh
Alla prossima :3

Inflamatus| Bungou Stray DogsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora