21.

180 12 6
                                    

Rouge si sedette nello scomodo sgabello di fronte al bancone. Era stata in quel bar tre giorni prima e ora era ritornata insieme a Chuya, sperando di avere le informazioni che cercavano.
Il signor Hatoshi uscì dal retro del locale e li accolse dietro il bancone sorridendo.
<<Eccovi qui.>> prese due calici <<Ho qualcosa che potrebbe servirvi.>>
<<Ha indagato su quei ragazzi?>> chiese Chuya.
L'uomo annuì e versò del vino nei bicchieri. <<Lasciate prima che vi offra da bere. Questo è il mio miglior vino,  di produzione artigianale. Sono sicuro che vi piacerà.>>
Chuya sorseggiò lentamente e a ogni sorso sentiva un retrogusto strano, mai sentito prima in un vino. Solo arrivato a metà bicchiere si accorse di cosa stava succedendo.
Posò violentemente il bicchiere e guardò accanto a sé, notando con orrore che il bicchiere di Rouge era completamente vuoto.
Lei lo guardò interrogativa e lui si alzò di scatto, guardandosi furtivamente intorno.
Guardò il barista, che stava lentamente indietreggiando.
<<Cosa c'era nel vino?>>
L'uomo alzò le mani, ma alla sua espressione di sorpresa si sostituì un ghigno malvagio.
<<Lo scoprirete molto presto.>>
Con uno scatto, Rouge scavalcò il bancone, pronta a usare il suo potere. Il signor  Hatoshi riuscì a evitarla in tempo.
Chuya cercò di aiutarla, ma un gruppo di persone incappucciate irruppe nel bar attaccandolo.
Lui combatté usando il suo potere, eppure le sue gambe iniziavano a essere scosse da tremiti. Qualunque cosa quell'uomo gli aveva messo nel bicchiere, essa lo stava indebolendo rapidamente.
Troppo rapidamente.

Rouge si appoggiò alla parete, sentendo le sue gambe vacillare. Strinse i pugni, ripetendosi di non svenire, e una fiamma nacque sulla sua mano.
Il signor Hatoshi di fronte a lei sorrideva trionfante, poi indicò il soffitto.
<<Le pareti e il soffitto sono tutte di legno. Se usi il fuoco, questo posto diventerà un inferno. >>
Lei finì in ginocchio, mentre macchie bianche si annidavano sui suoi occhi.
<<Che cosa volete?>> riuscì a dire stancamente.
L'uomo si avvicinò e si abbassò tanto da guardarla in viso <<Vogliamo solo liberarti, Fenice.>>
Rouge cercò di rispondere, ma la sua testa iniziò a girare violentemente e lei si accasciò, finendo tra le braccia del vecchio.

Chuya guardò l'intera scena in ginocchio, circondato dagli individui incappucciati. Anche lui stava perdendo le forze e sentiva che presto sarebbe svenuto.
Riuscì a sferrare un pugno nello stomaco di uno dei suoi aggressori, poi si ritrovò con al guancia che premeva sul freddo pavimento.
E poi il buio.

...
Un vento freddo le sfiorò dolcemente il viso. Alle sue orecchie arrivavano mormorii di voci e sul naso pizzicava un odore selvatico di foglie.
Rouge aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco ciò che aveva davanti.
Era in alto e si accorse in un momento di essere legata a qualcosa, come un palo.
Provò a muovere le mani e sentì un tocco guantato dietro di sé.
<<Sei sveglia.>> disse Chuya, legato come lei ma dalla parte opposta.
<<Dove siamo?>>
<<Non lo so.>> sospirò lui. <<Credo in un qualche bosco.>>
Lei strinse le catene che tenevano entrambi bloccati, provando a bruciarle, ma non ottenne nulla. Intorno a loro si erano radunate decine di persone, tutte con cappucci scarlatti.
Vide un bagliore arancione e ci mise poco a capire che si trattava di una fiamma.
Un oggetto infuocato stava passando di mano in mano, fino a arrivare alla persona più vicina a loro, che si tolse il cappuccio rivelando l'uomo del bar.
<<Fenice.>> tuonò lui solennemente. <<Abbiamo passato tanto tempo a cercarti. Molte volte ci siamo ritrovati in questi boschi per donarti in sacrificio gli infedeli. >>
<<Che diavolo sta dicendo?>> sbuffò Chuya trafficando con le catene. Rouge non rispose, continuando a ascoltare l'uomo. Qualcosa dentro di lei le diceva che quelle parole non erano deliri,  che erano importanti.
<<Ora sei qui, e insieme a te c'è Arahabaki.>>
Chuya sussultò.
<<Possiamo finalmente avverare la profezia. Liberarvi dai vostri gusci umani così che potrete ritornare alla forma divina che siete.>>
Qualcosa salì lentamente nella gola di Rouge, come un rigurgito amaro, per poi fermarsi sulla sua bocca, che parlò senza che lei riuscisse a controllarla.
<<Vi sbagliate.>> una voce melodiosa e amplificata si diffuse nell'aria.
<<Noi non possiamo abbandonare la nostra vita umana. Creeremmo una distruzione tale da distruggere il paese, se non metà del mondo.>>
L'anziano sorrise. <<Siamo pronti a accettare le conseguenze. Voi siete destinati a bruciare insieme.>> con un gesto teatrale abbassò il ramo infuocato, fino a farlo incontrare con l'erba secca intorno al palo. Essa prese subito fuoco e le fiamme si arrampicavano velocemente, sempre più vicini ai due partner.
Chuya prese in mano le catene usando il suo potere e con uno scatto riuscì a spezzarle.
I due fecero un breve volo, evitando le fiamme e rotolando a terra.
Rouge si rialzò per trovarsi circondata da persone, che tenne lontano con il suo fuoco. Mentre combatteva, si accorse della trappola intorno a lei.
Fasci di rami e erba secchi erano sparsi in diversi punti della radura, alcuni anche vicini a lei.
Se avesse esagerato con il suo potere, avrebbe creato una prigione di fuoco in cui lei e Chuya sarebbero rimasti rinchiusi.
Si limitò a tenere lontano i suoi nemici, cercando di trovare Chuya.
Lui nel frattempo non aveva perso tempo e aveva subito combattuto coma sua abilità, riuscendo a liberarsi, poi corse verso di lei.
Prima che riuscisse a raggiungerla, però, qualcosa lo bloccò.
Grosse catene si avvolsero intorno a lui e, per quanto provava a distruggerle, ogni tentativo era inutile.
Hatoshi si avvicinò ghignando. <<La mia abilità mi fa creare oggetti sempre più resistenti. Non puoi liberarti, Arahabaki.>>
Chuya capì in quel momento cosa fare, ma doveva prima proteggere la sua partner.
<<Rouge!>> la chiamò.
<<Fai come quando andavamo dietro il 6!>>
Lei capì.  Il 6 era il numero della sua casa da bambina, dietro la quale lei e Chuya andavano per giocare e spesso usare i propri poteri. Voleva che lei si nascondesse.
Il cerchio di fuoco si alzò sempre di più e lei indietreggiò fino a arrivare dietro un albero.
Poi le sue fiamme si mossero in un secondo, andando addosso alle persone incappucciate, i cui vestiti presero subito fuoco.
Chuya era a terra, incatenato, e faceva dei respiri profondi. Guardò Rouge e sillabò la parola <<Perdonami.>>

Lei cercò di avvicinarsi, mentre lui sussurrava qualcosa. Rouge ne percepì solo l'ultima frase.
Non risvegliarmi di nuovo.
Le catene si spezzarono.
E poi il caos.

Inflamatus| Bungou Stray DogsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora