20.

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<<Prego?>>
Rouge guardò Mori davanti a sè incredula. <<Hai capito bene.>> rispose lui calmo.
<<Non indagheremo su queste morti.>> lo sconforto si fece strada nella ragazza <<C'è qualcuno che si spaccia per me in giro per Yokohama!>>
<<Lo so, ma, a meno che tu non abbia prove che essi siano un pericolo per la Mafia, non ho intenzione di spendere risorse.>>
Lei rimase in silenzio, non sapendo come rispondere. Mori aveva ragione, non poteva usare i suoi uomini senza una buona ragione. Stava semplicemente agendo da boss e lei doveva agire da sottoposto.
<<Ma so bene quanto tu sia impicciona e di come Chuya sia pronto a seguirti, perciò...>> Pose un plico di fogli sulla sua scrivania.
<<In virtù della collaborazione precedente, ho chiesto un piccolo favore ai Detective.>> Glielo porse elegantemente.
<<Qui ci sono tutte le informazioni e deduzioni di Edogawa. >
Lei lo prese contenta. <<Vi do al massimo una settimana per sistemare questo caso, ma dopo non dovranno esserci ulteriori distrazioni. Chiaro?>> Rouge annuì con un mezzo sorriso e si recò soddisfatta dal suo partner.
Chuya era altrettanto contento di poter risolvere il caso e lesse attentamente i documenti.
<<Le vittime non si conoscevano. Non c'è collegamento tra loro.>> Sbuffò poi andò alla pagina successiva.
<<Però c'è un posto in cui diverse sono andate prima di sparire.>>
<<Ovvero?>>
<<Suribachi.>> Rouge azzardò un mezzo sorriso. <<Il posto dove siamo cresciuti.>> Chuya annuì, ma non ricambiò il sorriso. Quel luogo era stato teatro di diversi atti della sua vita e tutti si ricollegavano a distruzione e problemi. Il fatto che esso fosse collegato a quei crimini non lo fece ben sperare.

Il giorno dopo i due erano a Suribachi, il bacino creato quindici anni prima da una tremenda e violenta esplosione. Chuya guardava intorno a sé pensieroso, ricordando i tanti momenti che aveva passato lì. Da quando era il leader della Sheep a quando la sua stessa gang lo aveva tradito a causa di Dazai, costringendolo a entrare nella Mafia.
<<Andiamo?>>
La voce di Rouge lo riscosse dai suoi pensieri. Lui annuì e la seguì.
Vagarono a lungo nella città, mostrando a tutti quelli che incontravano le foto delle vittime, ma nessuno sembrava volerli aiutare.
Diverse persone si rifiutavano di parlare, diffidenti.
A fine giornata si ritrovarono entrambi sconsolati e senza risposte.
<<Chiamo qualcuno per venire a prenderci.>> Disse lui, ma Rouge non lo sentì nemmeno. Guardava malinconica l'orizzonte, senza parlare.
<<Stai bene?>>
Lei sospirò. <<Chissà se mia madre vive ancora qui.>>
Chuya non seppe come rispondere. La madre di Rouge l'aveva diversi anni prima lasciata ai monaci quando lei era solo una ragazzina. Abbandonata, gettata via come spazzatura.
<<Andiamocene.>> Si limitò a dire lui.

Rouge annuì e lo seguì, quando sentirono dei passi alle loro spalle.
<<Ehi voi!>>
Si voltarono per vedere un ragazzino sui quattordici o quindici anni, con un ciuffo di capelli neri che spuntava fuori da una piccola coda di cavallo. Li guardava coi suoi occhi castani e disse <<Siete della Port Mafia?>>
I due si guardarono confusi, poi Chuya rispose <<Può darsi. Come mai ti interessa?>>
<<Voglio entrarci anche io un giorno!>>
Stavolta fu Rouge a parlare. <<Non so se ci entrerai.>> Si avvicinò a lui sorridendo. <<Ma puoi iniziare con il darci una mano.>> Prese le foto delle vittime e gliele mostró una a una.
<<Hai mai visto queste persone?>>
Lui le guardò attentamente, poi annuì vigorosamente. <<Le ho viste girare da queste parti.>>
<<Ottimo.>> Esultò lei. <<Esattamente dove sono state?>>
Il ragazzino ci pensò su, corrugando la fronte.
<<C'è il bar del signor Hatoshi, tante persone vanno lì e rimangono anche di notte. Credo che siano state lì.>>
<<Ci porteresti da questo Hatoshi?>>
Lui annuì sorridendo e li guidò fino a un piccolo bar, sulla quale troneggiava un insegna luminosa che recitava "Gold Fire".
<<Ironico.>> Commentò Rouge leggendo.
Il ragazzino li guardò soddisfatto.
<<Ragazzo...>>
<<Mi chiamo Eijiro.>>
Lei sorrise. <<Sei stato di grande aiuto, sai? Cosa vuoi in cambio?>>
<<Parlate di me al vostro capo. Magari presto diventeremo colleghi.>>
<<Lo faremo allora.>>
Lui se ne andò salutandoli e i due non avevano altra scelta che entrare nel bar.

All'interno era un locale angusto, illuminato da diverse lampade attaccate alle pareti. C'erano solamente due clienti, una coppia di ragazzi seduti a un tavolo, che li guardarono stupiti appena i due entrarono.
Chuya li ignorò e si sedette in uno sgabello di fronte al bancone, imitato da Rouge.
Un anziano uomo con capelli bianchi a spazzola li accolse da dietro il bancone.
Si irrigidì nel vederli, poi tentò di apparire rilassato.
<<Desiderate?>>
<<Vorremmo delle informazioni.>> disse diretto Chuya mostrandogli le foto delle vittime.
<<Ha mai visto queste persone?>>
Lui annuì dopo aver esaminato le foto. <<Sono passate qui un po' di tempo fa, non le avevo mai viste prima.>>
Guardò furtivamente la coppia seduta al tavolo, che si era messa a confabulare, non senza dare uno sguardo ai nuovi arrivati.
<<Ci sono gruppi di ragazzi che vengono qui, ma non so cosa facciano.>> continuò il barista abbassando la voce di un tono.
<<Gang?>>chiese Rouge.
<<A volte penso siano addirittura sette. >>
<<Quindi non può aiutarci.>> sbuffò Chuya, pronto a alzarsi.
<<Aspettate.>> rispose nervosamente l'uomo.
Si guardò ancora intorno, poi abbassò ulteriormente la voce. <<Io non voglio problemi. Sopratutto con voi della mafia.>>
<<Posso cercare di ottenere informazioni per voi, ma poi non mi metterò più in mezzo.>>
I due annuirono.
<<Tre giorni.>> Disse Rouge severa. <<E poi lei dovrà avere ciò che cerchiamo. >>
Lui fece un breve e rispettoso inchino e infine i due uscirono.

Il signor Hatoshi prese in mano un bicchiere e lo strofinò lentamente, fissando la porta dalla quale erano appena usciti i due.
<<Capo.>> disse uno dei ragazzi al tavolo.
<<Sono loro?>>
L'uomo non lo guardò neanche, ma sorrise.
<<Sì. Abbiamo cercato a lungo la Fenice.>> posò il bicchiere sul bancone <<E ora è lei a venire qui.>>
<<Che facciamo ora?>>
L'uomo uscì da dietro il bancone per avvicinarsi ai due.
<<Beh, avete sentito la signorina: abbiamo tre giorni.>>
Ghignò contento. <<E poi potremo prenderli.>>

Spazio autrice:
Ho  un'abilità fantastica nello sparire:)
Spero comunque vi sia piaciuto, alla prossima!

Inflamatus| Bungou Stray DogsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora