Capitolo 15

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«Ehy, ragazzina! »

« Sì, signor Stark? »

« Innanzitutto, chiamami Tony: mi fai sentire vecchio. Comunque, volevo darti questo. » spiega Iron Man porgendole un braccialetto metallico.

« Grazie, sig... cioè Tony. Perché questo regalo? »

L'uomo sorride. "Primo, perché mi stai simpatica. Secondo, questo braccialetto è anche un passepartout: potrai entrare e uscire di casa, gironzolare per il giardino e cose così senza che ci debba essere qualcuno ad aprirti la porta o a disinserire allarmi e sistemi di sicurezza ausiliari. »

Bianca sorride mentre infila il bracciale al polso sinistro. « Grazie. »

« Un'altra cosa, piccola... Ti andrebbe di vedere cosa faccio di lavoro? » le domanda con fare enigmatico.

« Certo! »

« Allora seguimi. »

. . .

« Che te ne pare? »

« È incredibile! Hai davvero costruito tu, tutte queste cose? »

« Beh, le automobili no, non tutte almeno... Ma, per quanto riguarda il resto, si tratta di opere del sottoscritto. »

« Wow! Tutto quanto è fortissimo. »

« Ti andrebbe di fare un giro con me, mentre indosso un'armatura e sfreccio nel cielo? »

« Ehm... » Bianca lo guarda attonita, cominciando a dubitare della sua sanità mentale.

« Questo è fuori discussione! -una voce femminile alle spalle dei due li interrompe. Pepper sembra sul punto di prendere a schiaffi Tony- Natasha ha chiesto espressamente che la ragazzina resti viva, intera e priva di traumi psicologici. »

« Andiamo, non può aver detto così! » si lamenta Stark, comportandosi quasi un bambino delle scuole elementari.

« Tony, possiamo scambiare due paroline? »

« Io vado in giardino! » annuncia Bianca salendo le scale di corsa.

« Allora? Che vuoi dirmi, Pepper? »

« Uno, due, tre...-La donna espira profondamente, dopo essersi accertata che la ragazzina non sia più a portata d'orecchio sbotta contro il compagno.- COME, ACCIDENTI, TI È SALTATO IN MENTE DI PROPORLE DI FARE UN GIRO SULLA TUA ARMATURA? MA DICO, SEI IMPAZZITO? HAI SBATTUTO LA TESTA DA QUALCHE PARTE? È UNA BAMBINA! »

« Amore, calmati... »

Pepper si passa le mani nei capelli. "COSA SAREBBE SUCCESSO, SE NON FOSSI SCESA A CONTROLLARE E LEI AVESSE ACCETTATO? COSA SAREBBE SUCCESSO SE SI FOSSE FATTA MALE? CREDI CHE LO S.H.E.I.L.D TE L'AVREBBE DATA BUONA? CHE L'AGENTE ROMANOFF CI SAREBBE PASSATA SOPRA? »

« Scusa, hai ragione, tesoro. »

. . .

Sul tardo pomeriggio Pepper ha convinto (N.d.A. leggere: minacciato di andare a letto senza cena se si fosse rifiutata) Bianca a fare qualche esercizio di matematica.

Dopo cena la ragazzina si è detta stanca e si è ritirata nella camera assegnatale.

. . .

Adesso Bianca sta disegnando, scarabocchiando a suo dire, quello che vede dalla finestra su un quaderno a quadretti. Usa soltanto una matita grigia, passando più volte in certi punti crea l'illusione dei colori grazie alle sfumature della grafite.

Una volta calato il sole, si lava i denti e indossa il pigiama, ad essere precisi si tratta di una camicia da notte bianca con una fantasia di fiorellini colorati che le arriva appena sotto al ginocchio (ma qui la precisione è un optional).

Si infila tra le lenzuola e si lascia sprofondare nel mondo dei sogni.

. . .

Nel pieno della notte Bianca si sveglia; quando se ne rende conto, è già in piedi accanto al letto.

Voglio andare a casa. È il suo unico pensiero. Meccanicamente si dirige verso la porta della camera. È accostata. La apre e si dirige verso le scale, ma non vede quasi niente per via del buio e non riesce ad orientarsi dato che non conosce abbastanza l'edificio. Chiude gli occhi e allunga le mani avanti.

Voglio andare a casa. Si concentra su quel pensiero. Devo trovare la strada.

Ad un certo punto tocca una parete con la punta delle dita, fa un altro passo per accostarsi al muro, ma vi sprofonda dentro.

Si ritrova nel vuoto per l'ennesima volta, pensa un poco infastidita.

Ma questa volta c'è qualcosa di diverso, sembra più... consistente. È un paradosso bello e buono, ma consistente è il termine più indicato. Le pare di essere in macchina con Nat, a tutta velocità e con i finestrini abbassati, ma da sola, senza automobile e nel buio più totale.

Nonostante tutto si sente sicura, adesso sente di aver trovato la strada per casa. Pochi istanti dopo sente nuovamente il pavimento di una stanza sotto i piedi.

È in una casa dall'aspetto famigliare. Una debole luce filtra dalla finestra: si trova nella sua cameretta a Washington D.C. e lì, a meno di un metro da lei c'è il suo letto intatto.

Bianca è presa da un improvviso torpore e decide di coricarsi. Si riaddormenta chiedendosi se quanto di ciò che le è appena successo sia reale e quanto sia un sogno...

. . .

« Come sarebbe a dire "Lei non è qui" ? » sbotta Pepper.

« Intendo dire che non c'è... J.A.R.V.I.S. puoi controllare l'intera proprietà? »

«L'ho già fatto, signore. Tre volte. -risponde l'intelligenza artificiale- Non c'è alcuna traccia della piccola ospite. E, rispondo all'ovvia domanda che insorge: no, nessuno è entrato od uscito stanotte. »

La mente di Tony comincia ad attivarsi. Un'idea si fa largo nel suo cervello.

« E se... J.A.R.V.I.S., rintraccia il segnale del bracciale che ho regalato ieri alla ragazzina, dovremmo trovarla in questo modo. »

«Trovato, signor Stark. Il segnale è stato rintracciato nella periferia di Washington DC. »

« Come diamine è finita dall'altra parte del continente, Tony? » chiede la bionda preoccupata.

« Non lo so, ma sto per scoprirlo. » risponde il genio scendendo le scale. Fortunatamente per lui, Pepper non sente che ha aggiunto un lo spero.

. . .

Io spero che vi stia piacendo... (Vedrò di aggiornare appena posso.)

Mancano due minuti a mezzanotte e voglio aspettare a pubblicare, il modo da vedere la data di domani sul "ultimo aggiornamento o quel che l'è" e sentirmi meno in colpa se non dovessi finire il prossimo capitolo in tempi decentemente umani...

(Potrei pubblicare tra un giorno, così come fra un mese).

Ora è scattata l'ora: buona notte (o buon giorno fate un po' voi).

Leti.

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