Capitolo 28

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Bianca si sente ingabbiata. Ormai da tre giorni è sempre in casa e può a malapena andare in giardino. Si chiede da quando Natasha sia cosi protettiva.

Ora è seduta sui gradini, davanti alla porta. Per combattere la noia si è messa a fissare una piantina in un vaso lì vicino.

Ne accarezza una foglia e questa un pochi secondi si secca e cade. Poi una seconda. Infine tutta la pianta in un colpo.

« Ops... » sussurra ridendo.

Natasha esce in quel momento e le domanda. « Perché ridi? » 

« Non lo so. »
In effetti è vero: non ne ha la minima idea. È stata una sensazione piacevole, la forza vitale che lasciava un altro essere vivente e passava dentro di lei.

« Visto che non lo sai, che ne dici di aiutarmi a preparare le valigie? »

« Solo se poi mi spieghi cosa sta succedendo in questi giorni. -replica alzandosi- Non mi fai andare a scuola (non che abbia qualcosa in contrario), ma non mi lasci quasi stare qui fuori. E da ieri parli di andare via senza dirmi dove vuoi portarmi. »

Natasha lascia sospesa la domanda per una buona mezz'ora. « Andiamo a New York » spiega infine. Bianca lascia cadere la maglietta che ha in mano. Non se l'aspettava. Non pensava da tempo a quella città e aveva cercato di dimenticare certi avvenimenti e certe persone.

« Perché? »

« Devo fare alcune commissioni... »

« Non me la dai a bere... Dimmi la verità! »

« Fury vuole incontrarti. » concede la donna. Non è tutta la verità, ma nemmeno una menzogna.

« OK... Però ci andiamo in macchina: non voglio volare... »

« Ma ci vorranno diverse ore! »

« Diversamente non riuscirai a muovermi da qui. » ribatte seria la ragazzina.

 . . .

Dopo ore di viaggio New York appare all'orizzonte, i raggi del sole cominciano ad inclinarsi verso ovest.

« Dobbiamo proprio venirci, neh? »

« Questa è la prima volta da quando siamo partite che apri bocca -commenta sorpresa la rossa- e mi chiedi questo! »

« Primo: stavo dormendo. Secondo: ho una brutta sensazione... »

« Non  farti venire paranoie e vedrai che andrà tutto bene, pensa ad altro." suggerisce Nat celando le proprie preoccupazioni.

. . .

« Ehi, fermati un momento! -esclama ad un certo punto la ragazzina dai lunghi capelli corvini- È una mia impressione o su quel grattacielo c'è scritto STARK? »

« No, no. Hai letto bene, il tuo caro amico Tony ha progettato e fatto costruire l'edificio. »

« Passiamo a trovarlo? » domanda Bianca speranzosa.

La risposta della rossa è categoricamente negativa.

« E dopo che avremo parlato con il tuo capo? Dopo possiamo passare a salutare il signor Stark? »

Natasha esita « Vedremo... »

Vedremo... Nat non era molto convinta, riflette la semidea, è evidente che la donna sta nascondendo qualcosa, qualcosa che la riguarda personalmente.

Tuttavia non c'è molto tempo per riflettere: il motore della macchina è spento. Sono arrivate a destinazione.

« È troppo tardi per andare alla Sede Centrale dello S.H.I.E.L.D. » spiega la rossa, mentre si dirigono a piedi verso un condomino.

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