Capitolo 17

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« Aspetta, fammi capire! -la ragazzina alza una mano davanti a sé, come se dovesse fermare fisicamente il suo interlocutore- Tu hai un magnete di uno strano metallo nel petto per evitare che delle schegge di una bomba ti arrivino nel cuore? » 


« E mi avvelenino il sangue, uccidendomi... Sì! -sbuffa Tony Stark- Non credevo che mi sarei mai stufato della gente interessata a me! »

« Ti sto dando noia? »

« No, ma... Mi hai fatto raccontare la mia vita tre volte e non sembri ancora soddisfatta! Ti piace davvero così tanto sentirmi raccontare della gente che ho visto morire? »

« Non lo so... Forse? È che mi interessa sapere di più di quello che è successo prima dell'anno scorso... »

« Ed è giusto, ma perché ora non racconti mi un po' di te? Siamo ancora a metà viaggio e non ho più nulla da raccontare a parte... No, è inadatto a te. »

« Cosa? »

« Le mie... vicende amorose... »

Bianca mima un conato di vomito.

« Già... Allora parlando di me... Mmm... Sono stata in un Hotel&Casino di Las Vegas fino all'estate scorsa con mio fratello minore. -inizia a raccontare- Poi un avvocato ci ha fatti uscire, siamo stati in una scuola militare fino a dicembre, quando, alla festa della scuola dei ragazzi (uno aveva i piedi da capra) ci hanno salvato da un professore che si era trasformato in un mostro-non-so-cosa, ma avevano perso una di loro. Sono arrivate anche delle ragazze immortali che danno la caccia ai mostri e ci hanno spiegato che io e mio fratello non eravamo e non siamo del tutto umani... Io ho scelto di unirmi alle quelle Cacciatrici, mi avevano promesso una nuova famiglia -spiega con un sorriso mesto- e che il mio fratellino Nico sarebbe stato al sicuro... »

In breve spiega di essere salita su un autobus-sole, guidato da una ragazzina che non sapeva guidare. Di essere atterrata in un Campo, o più precisamente nel suo lago, popolato da ragazzi che dicevano di essere figli di dei greci istruiti da un centauro in sedia a rotelle.

« Poi la mummia di un'Hippie ha detto qualche frase in rima senza alcun senso e siamo partiti in quattro (poi cinque, perché un altro ragazzo ci aveva seguiti) per ritrovare la dea cui le Cacciatrici prestano voto... »

« In che senso, prestano voto? » chiede Tony interrompendola per la prima volta.

« Giurano di non avere mai alcun interesse amoroso e di dedicare la loro vita ad... Artemide. Comunque, come stavo dicendo, abbiamo viaggiato su e giù per gli USA, poi siamo arrivati ad un'enorme discarica, ho raccolto qualcosa per mio fratello, una statuina da collezione che gli mancava. Così facendo ho scatenato l'automa gigante che faceva la guardia a quel posto. Non riuscivamo a sconfiggerlo da fuori, quindi ho pensato di farlo da dentro, ce l'avevo fatta. Poi ha cominciato a collassare su sé stesso, mi sono concentrata al massimo per uscirne... Poi... black-out e mi sono risvegliata mesi più tardi in un ospedale, il resto credo che tu lo sappia. »

Tony resta in silenzio qualche istante, poi scoppia a ridere. « Bella storia! Ho capito che non vuoi raccontarmi niente! Comunque davvero, ottima narrazione, potresti scrivere libri meravigliosi con la fantasia che hai! »

Il volto di Bianca cambia diverse volte espressione. Sorpresa, confusione, irritazione, furia, imperscrutabilità e, infine, malizia. Con uno sguardo omicida si alza in piedi per poter guardare dall'alto in basso l'uomo.

« Non mi credi proprio eh? » domanda con una calma glaciale. Avanza di qualche passo.

Stark non credeva di poter essere spaventato da una bambina, ma si trova costretto a rivedere i suoi standard di terrificante. Gli occhi della ragazzina stanno riflettendo tutto ciò che vorrebbe dimenticare di sé e della propria vita.

« Scusa, credo di poterti concedete il beneficio del dubbio, se torni a sederti e smetti di fissarmi. Adesso continua pure a raccontare. Ad esempio... Quale dei tuoi genitori sarebbe una divinità? »

Bianca non è convinta che l'imprenditore le creda davvero, ma decide di rispondere comunque.

« Allora, non sono sicura, ma credo che sia mio padre... Lo vedevo raramente e non era sposato con mia madre. A causa di questo mia madre non era sempre benaccetta ovunque: una donna che ha ben due figli da un uomo che non è suo marito, non è una buona cosa. -a quest'affermazione Tony sbuffa, ma la ragazzina continua.- Adesso, so che non mi crederai, quindi non commentare e non interrompermi. Io sono nata, se ricordo bene, a marzo tra il 15 e il 20, non so esattamente il giorno visto che sono stata registrata all'anagrafe qualche giorno dopo... sono nata in casa, sai. Fatto sta che era la seconda metà dell'Aprile 1930. »

Tony sputa lo spumante che stava bevendo e che gli è andato di traverso. « COSA? »

« Ti avevo chiesto di non interrompermi... Bene, quando avevo nove anni la Germania attaccò la Polonia. A metà del 1940, mio nonno decise di trasferirsi in America: non voleva che succedesse qualcosa a mia madre, a me o a mio fratello. Ci sono voluti più di tre mesi fra tutto, gran parte del viaggio è stato in nave... Sono stata male quasi tutto il tempo... Per un mese non ho mangiato quasi niente. »

Bianca spiega di essere arrivata a Washington DC e di esserci restata per un po', fino alla morte della madre in seguito ad un'esplosione. Poi lei e il fratello erano stati portati a Las Vegas e due mesi dopo erano passati quasi settant'anni.

« E io che credevo di aver avuto un'infanzia difficile... -commenta alla fine Stark.- Se ti chiedessi di dirmi quanti anni hai, cosa risponderesti? »

« Direi ottantuno oppure tredici, come vuoi tu. »

« Vada per tredici, dire ottantuno è inquietante. »

« Questo vuol dire che mi credi ora? »

« Sono più convinto e molto, molto più confuso... Ora, cosa c'è nel tuo zaino? Sei andata a prenderlo prima di partire, ne desumo che dentro ci sia qualcosa di importante. »

La giovane apre lo zaino. « Ho il mio arco, -comincia mostrando il braccialetto che ha al polso- il coso che mi hai dato ieri sera, un coltello da caccia e una tenda. »

« Quello è un fazzoletto di stoffa. »

« È una tenda impregnata di magia, comodo no? »

« Come vuoi... Mi fai vedere il coltello? »

« Ecco, non farti del male. »

« Non sono un bambino. E ho dei seri dubbi sul fatto che tu possa legalmente possedere una lama del genere... » Sostiene osservando l'arma.

« Prima cosa, mi è stato donato. Secondo potrei essere tua madre. -Bianca si riprende il coltellaccio- Terzo con questo ho ammazzato uno scheletro. »

« Hai ucciso uno scheletro? Come puoi aver ucciso qualcosa che per definizione è morto? »

« L'ho disintegrato... Vedi la lama è in argento, ma stirata di nero, credo sia ferro... È così da quella volta, non me ne ero accorta subito... Tra quanto atterriamo? » la domanda, posta a bruciapelo, è chiaramente un'esortazione a cambiare argomento.

« Non molto. »

« Bene. »

« Vuoi che chiami Pepper e la avvisi che stiamo arrivando? »

« NO! Cioè, meglio di no. Aspettiamo di tornare a terra. È più sicuro. »

. . .

Spazio Autrice

Scusate se questo capitolo è risultato un po' noioso. Prometto che il prossimo sarà più interessante.

Leti🌋

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