Capitolo 27

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« Sbrigati che hai scuola e sennò arrivi in ritardo!!! »


« Non ho voglia! Non ci vado! »

« A costo di trascinarti in classe in pigiama, ti prometto che arriverai in orario. »

« E va bene... Mi alzo. »

. . .

[Attention Please: Se siete dei maschietti schifati dal sangue saltate questo paragrafo]

Dopo aver fatto colazione, va in bagno per lavarsi e vestirsi.

Quasi subito Natsha la raggiunge e bussando alla porta le chiede il permesso di entrare.

« Cosha scè? » chiede la ragazzina senza smettere di lavarsi i denti.

« Tua madre, quando eri più piccola... -inizia la donna imbarazzata- ti ha... Ti ha mai parlato del ciclo mestruale? »

Bianca si sciacqua la bocca e la guarda stranita. « Il periodo del mese? » domanda dopo qualche secondo.

Nat annuisce.

« Mi ha detto qualcosa di vago a proposito di una perdita di sangue... Perché? »

« Se tu guardassi la sedia su cui hai fatto colazione, la tua camicia da notte e, suppongo, le lenzuola del tuo letto, non ti servirebbe che alcuna risposta da parte mia ... »

La giovane gira su se stessa cercando di guardare il retro della sua vestina azzurra poi sussurra « Oh... Ancuo so 'na fìa... » 

« Che? »

« Oggi sono una ragazza, una signorina e non più una bambina. » Spiega la mora che non si era neppure accorta di aver pensato ad alta voce tanto meno nel proprio dialetto.

« Allora, dato che non sei più una bambina, farai tu le faccende di casa? -ribatte la donna ridendo. La fanciulla scuote il capo accennando un sorriso.- Finisci di lavarti che vedo se ho ancora qualcosa per evitare che ti sporchi tutta oggi... »

. . .

In macchina Bianca trova il coraggio di fare una domanda molto personale alla rossa.

« Tu non ce l'hai mai, il tuo periodo, vero? »

La donna è percorsa da un brivido e stringe le mani sul volante.

« Preferirei non parlarne e che non si sapesse in giro. »

« So che non è una cosa da fare... Ma io ti giuro che non parlerò mai di questa tua cosa senza il tuo permesso, lo giuro su...- sul fiume Stige le suggerisce qualcosa o qualcuno- lo giuro sul fiume Stige. »

Natasha sorride di fronte a tutta quell'innocenza.

« Ah, un'altra cosa... Adesso so perché il tuo capo ha detto a te di prenderti cura di me -aggiunge poco prima di scendere dall'auto- così anche tu sei una mamma, almeno per un po'... Ciao! »

La spia non lo da a vedere, ma è terribilmente commossa dalle parole della giovane.

. . .

Qualche giorno dopo

Bianca non ha voglia di andare a scuola, anche perché si sente dentro che qualcosa andrà storto quel giorno.

Si alza ancora assonnata. Quella notte ha sognato il regno di suo padre, ma non il palazzo in cui dimorano il dio e la sua consorte e nemmeno i Campi Elisi. Non si trattava neppure dei Campi della Pena: era qualcosa di molto più  terribile. Un buco, un pozzo, forse.

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