Capitolo 32

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Bianca guarda la mano tesa innanzi a lei per dieci eterni secondi, allunga in direzione di la propria destra, ma all'ultimo la ritira.

« E così... È questa la tua decisione? » le domanda Loki. Il suo tono non è più gentile o ammaliante: è diventato sprezzante, quasi rabbioso.

« No. -la voce della ragazza è determinata- Questa è la mia scelta. »

Comincia a correre verso la soglia della stanza. Si concentra al massimo su Washington D.C. Sa che andare fino a laggiù le costerà parecchia energia, ma le farà anche guadagnare tempo. E le serve tempo per trovare un modo per sconfiggere Loki o, almeno, per ricongiungersi agli altri ed aiutarli nell'intento.

Diventa tutto nero e pochi istanti dopo Bianca piomba in un giardino. « Devo migliorare gli atterraggi! - quasi esclama dopo essere apparsa in aria e aver fatto un volo, o meglio una caduta con stile di quasi due metri.- E capire dove sono finita... » 

Ad aggravare la già pessima situazione in cui si trova, infatti, non bastano solo la fame e la stanchezza dovute al Viaggio nell'Ombra: è dovuta anche finire in una zona della città che non conosce bene!

Sbuffando per l'ulteriore imprevisto, si alza in piedi e si spolvera gli abiti. Poi controlla il suo piccolo arsenale: l'arco, sotto forma di pendaglio a spicchio di luna, è attaccato al bracciale che porta al polso, la spada ha ripreso la sua forma ed è ben salda alla cintura, il coltello da caccia...

« Dannazione, ce l'avevo in mano! » 

Fortunatamente si trova a pochi passi da lei. Una volta raccolto, Bianca lo fissa alla cintura sul fianco destro, opposto alla spada.

Comincia a guardarsi attorno, quando sente dei passi: qualcuno si sta avvicinando. Mette mano alla spada e, girandosi di scatto, la sguaina.

Poi lancia un urlo in contemporanea con l'intruso. In realtà è lei l'intrusa, realizza, ma questo non è il momento di perdersi in tali sottigliezze.

Impiega qualche istante ad inquadrare chi ha di fronte: un ragazzo della sua età che brandisce goffamente una mazza da baseball.

« Thomas? » domanda incredula, rinfoderando la spada che realizza essere ancora a pochi centimetri dal naso di lui.

« Bianca? -il giovane sembra ancora più sorpreso- Ma cosa ci fai qui? E, soprattutto, come ti sei vestita!? »

« Una domanda alla volta, Tho... Un momento! Tu vedi la spada e tutto il resto? »

« Ehm... Sì? -al ragazzo pare la cosa più ovvia del mondo- Non dovrei? »

« Teoricamente... No. Mi faresti entrare? Sono stanca morta. »

« Come vuoi... Ma ti dico che non ci sono i miei... »

« Visto quello che ho intenzione di dirti, è meglio così... Ehi, hai una voce strana: stavi piangendo poco fa? »

Thomas scrolla le spalle. « Vieni, poi ti dico. »

. . .

« Guarda qui - Tom poggia alcuni fogli sul tavolo della cucina - In pratica tutti questi fogli dicono che sono stato adottato... »

« E c'è scritto anche qualcosa sui tuoi genitori naturali? » domanda Bianca mangiando un sandwich che l'amico le ha preparato.

« Da quello che ho capito mia madre, la mia vera madre, era la sorella minore di mio padre, del mio padre adottivo cioè, aveva quasi diciotto anni e, purtroppo, è morta di parto... Così mi hanno adottato loro, dato che mamma non può avere figli, o almeno è quello che c'è scritto qui. »

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