6-Cheerleaders

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- Shawn più veloce! Geme Gigi davanti ai miei occhi pieni di lacrime.
- GIULI SVEGLIATI! FARAI TARDI A SCUOLA! Mi alzo sudata. Che incubo, Shawn e Gigi che... lasciamo stare. Mi vesto, solito mascara e scendo le scale di corsa per fare colazione con i miei soliti cereali al miele.
- Buongiorno! Mi saluta mia madre. Io faccio un cenno con il capo.
È da una settimana che mi chiedo cosa sia successo a Gigi di così grave fino a portarla ad essere così odiosa. Devo indagare. Ieri ho avuto la genialata, oggi iniziano le selezioni per le cheerleaders e io parteciperò. Ho fatto dieci anni di danza classica, la grazia non era il mio forte, ma le spaccate le so fare. Costringerò anche Elena, non voglio stare da sola.
- Pronta? Chiedo in preda al panico correndo sul posto per scaldarmi.
- No. Risponde Elena gelida.
- Bartolino, prego. Io vado avanti verso il tavolo dove sono sedute le tre capo squadra e il capitano della squadra di hockey, Cameron. Per fortuna non c'è Gigi, altrimenti non avrei alcuna possibilità.
Inizio di spalle per poi voltarmi, salto, gambe in aria, movimenti di testa e gran finale SPACCATA VERTICALE IN ARIA. Le tre applaudono e Cameron mi fa l'occhiolino.
- Bene Giulia, ti faremo sapere. Dice una delle tre e io annuisco.
- Elena. La chiama Cameron e lei inizia a tremare. Elena non sa fare spaccate, arabesque e cose del genere, ma ha un gran senso del ritmo. Ma mi lascia a bocca aperta quando termina lo stacchetto con una capriola in aria. Io inizio ad applaudire.
- Bene Elena, ti faremo sapere. Sempre la stessa ragazza risponde.
*DRIIIIN* ora di pranzo.
- L'hai messa! Urla Shawn guardando la spilla appuntata sulla felpa. Io gli sorrido e gli do un bacio.
- A cosa è dovuto? Chiede confuso.
- Era un buongiorno visto che non mi hai ancora salutata. Ridiamo e prendiamo posto al solito tavolo. Sento tuoni e lampi, arriva una tempesta la sento. Gigi si avvicina a me ed Elena.
- Non so quali siano le vostre intenzioni, ma io sono una cheerleader da tre anni e non vi permetterò di averla su di me okay?
- Gigi, siamo di prima, avanti, come potremmo rubarti la scena ANDIAMO! Lei alza il sopracciglio e torna da quel maniaco di Taylor.
Cameron torna dopo le selezioni e si siede.
- Com'è vedere tutte quelle tette muoversi in un giorno? Chiede Shawn. Io sputo l'acqua che stavo bevendo e mi alzo.
- Andiamo! Stavo scherzando. Io continuo ad andare, mi diverto a fare l'arrabbiata. Lui si alza e inizia a seguirmi.
- Andiamo, non fare la permalosa. Io mi volto e lo guardo con sguardo assassino.
- Non mi picchiare ti prego. Io non posso non ridere.
- Comunque questa me la segno. Ricordati, signorino Mendes, che nessuno NESSUNO è mai riuscito a controllare il mio istinto vendicativo. Ricordalo, quando meno te lo aspetti. Lui alza gli occhi al cielo e mi prende i fianchi.
- Okay, ma mentre che aspetto, oggi pomeriggio vieni a casa mia? Ho bisogno di lezioni di matematica, ho preso D al compito.
- Caspita peggio di Elena! Comunque non lo so, non sei già capace a contare le tette? Gli faccio la linguaccia.
- Vieni in autobus okay? Io annuisco.

***

Eccola che viene con furia verso di me, lanciandomi fiamme dagli occhi.
- TU! Mi urla mentre continua a marciare verso la mia morte. Io non indietreggio, non ho paura.
- Come hai osato? Sei qui da due mesi e cerchi già dì intralciare il mio percorso? Fidati, è solo l'inizio. Gigi mi respira sul volto, un respiro affannoso pieno di rabbia.
- Effettivamente si, sto cercando di intralciare il tuo percorso. Sai quando la gente mi fa qualcosa non sono il tipo che porge l'altra guancia. Scosto i capelli e mi avvio verso l'autobus.
- Stai attenta. Io non mi volto.
- Come sta la mia cheerleader? Mi chiede Shawn sedendosi di fianco a me. Io arrossisco.
- Guarda che non sono ancora cheerleader.
- Si che lo sei, per me. Gli lascio un bacio a stampo.
- Ho paura di Gigi, mi ha minacciata, ma quando si tratta di guerra non mi tiro indietro.
- Giulia, stai attenta, quella ragazza è pericolosa e lo so per quello che ha fat- si trattiene, mi sta nascondendo qualcosa.
- Cos'ha fatto? Lui guarda in basso e scuote la testa. Anche Shawn è coinvolto? Che sta succedendo? Questa scuola nasconde troppi segreti.
- Allora per pomeriggio? Chiede cambiando discorso.
- Contaci, ho avvertito i miei. Scendiamo dal bus e ci fermiamo di fronte ad una casa graziosa, color panna e circondata da alberi.
- Shawn! Sei a casa. Una donna mi guarda sorpresa- Oh ciao, sono Karen, la madre di Shawn e tu sei? Io le stringo la mano.
- Giulia piacere, sono qui per aiutare Shawn in matematica.
- È la mia ragazza. Io arrossisco e calo lo sguardo sorridendo come un'ebete. Lei guarda Shawn con gli occhi gioiosi, come se fosse molto felice per questo.
- Ciao, sono la sorella! Aaliyah piacere. Si presenta una ragazza con i lineamenti simili a quelli di Shawn, con i capelli lunghi e castani.
- Piacere mio Giulia! Saliamo in camera, O MADONNA QUANTE CHITARRE HA? Le conto. 12 chitarre sono appese al muro della sua stanza. Nota il mio stupore.
- Non ti aspettavi che uno come me facesse altro oltre all' hockey? Io sorrido mentre continuo a scrutare le bellissime acustiche.
- Quando finiamo potresti farmi sentire qualcosa ti prego? Lui mette la mano dietro la testa e ride per l'imbarazzo.
- Okay, solo perché sei tu. Io sorrido.

***

- Quindi il teorema di Pitagora è? Chiedo sfinita
- Allora, radice quadrata di cateto maggiore alla seconda più cateto minore alla seconda. Emetto un gridolino di gioia. Mi batte il cinque e si sdraia sul letto.
- Ehm. Tossisco io.
- Si, prendo la chitarra. Dice alzando gli occhi al cielo e sorridendo. Inizia a fare degli accordi, li riconosco è Thinking out loud di Ed Sheeran, quanto lo amo. Ma non si limita a suonare, ad un certo punto inizia a cantare e io rimango senza parole. La mia bocca vorrebbe dire qualcosa, ma il mio cervello non è capace di formulare una frase di senso compiuto. Ha una voce pazzesca. Non riesco a controllarmi così inizio a cantare con lui, il quale alza la testa di botto e mi sorride.
- Perché non mi hai detto di saper cantare così dannatamente bene? Chiedo con gli occhi più vivi del solito.
- Potrei farti la stessa domanda. Io arrossisco.
- Io non so cantare. Rispondo. Lui alza il sopracciglio.
- Senti, ascoltami, tu sai cantare okay? Sarai anche più brava di me in matematica, ma io di musica ne capisco, e T U  S A I  C A N T A R E. io arrossisco di nuovo. Lui mi prende il volto baciandomi, mai così a lungo. Mi stacco con il fiatone e inizio a ridere.
- Ti amo Giulia.
- Anche io. Ci sdraiamo e mi poggio sul suo petto.

Understand - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora