Mi sveglio, aprendo gli occhi noto subito lo zaino davanti il mio letto, che mi ricorda della partenza. Oggi partiremo da casa, tutti assieme. Arriveranno dopo le sette. So che non è il momento adatto, ma sono eccitata, nella mia vita non ho mai affrontato niente di così entusiasmante. Mi lavo di corsa, restauro la mia faccia e lego i capelli con il mio solito elastico rosso. Scendo per fare colazione, ma vedo un intruso al tavolo.
- Shawn? Sono ancora sulle scale. Lui sorride con il latte in bocca e mi fa cenno con la mano. Io scendo sorridente, ma con sguardo ancora confuso. Gli stampo un bacio sulla schiocca sinistra e mi siedo di fronte a lui prendendo i miei cereali. Mia madre esce dalla cucina con dei toast con marmellata d'uva e burro di arachidi. Butto via la scatola dei cereali e lascio spazio di fronte a me in attesa dei toast. Mia madre scuote la testa lasciandomi solo il gusto nella mia immaginazione. Metto il broncio e Shawn ride sotto i baffi.
- Cosa ridi tu? Lui mi guarda e poi prende un cucchiaio di cereali e mi imbocca.
- Preferivo i toast. Lui inarca il sopracciglio e mi guarda con disprezzo.
- Permaloso. Lui ride guardando la sua tazza. Lui spalanca gli occhi, come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa, io lo guardo e lui alza il volto.
- Giulia, credo di aver dimenticato qualcosa di importante. Io lo guardo confusa.
- Dai Shawn, più importante del telefono, dei soldi, dei vestiti e delle mutande cosa può esserci. Lui arrossisce.
- Shawn non mi dire che...
- Ho dimenticato le mutande. Io scoppio in una risata fortissima, lui mette le mani in volto e ride. Il campanello suona, mia madre si dirige alla porta e rimane sconvolta dal numero di persone davanti ai suoi occhi
- Salve signora! Urlano tutti in coro.
- Preferivo essere chiamata Ilenia, ma grazie di tutto ragazzi.
Cameron scuote le chiavi, così salgo in camera a prendere il mio zaino. Esco, ma improvvisamente ritorno al mio comodino, dove si posa il biglietto, lo agguanto e lo ficco in tasca.
Saluto i miei genitori, mio padre mi ferma e mi prende a parte.
- Giulia, mi fido di te, prendi questa, è una carta di credito, basta che tu mi dia un colpo di telefono e faccio un bonifico, trova tuo fratello. Io annuisco prendendo la carta e mi reco alla porta salutando un'ultima volta i miei genitori prima di salire in auto. Cameron mette in moto.
- Ma prima dobbiamo passare da casa mia. Tutti guardano Shawn confusi. Io rido e annuisco.***
Non abbiamo idea di dove andare, il Canada è grande, quel deficiente potrebbe essere ovunque. L'unica cosa che mi disturba è il fatto che lui fosse a casa con il suo amico il giorno stesso in cui è scappato, non capisco cosa lo abbia spinto ad andarsene. È un diciassettenne, cosa può averlo disturbato così tanto da andarsene via senza lasciare tracce. Forse aveva bisogno di qualcuno con la quale confidarsi, forse dovevo essere una sorella migliore, ma del resto lui ha sempre cercato di tagliarmi fuori dalla sua vita. È da qualche ora che giriamo, senza meta, non è stata un'ottima idea non informare la polizia, ma mio fratello si sarebbe arrabbiato troppo.
- Cazzo. L'auto si ferma improvvisamente, io guardo Shawn preoccupata e noto che lui ha la mia stessa espressione.
Ma che squadra di intelligentoni che hai scelto
Ma io credevo avessero fatto benzina prima di passare da casa
- Cameron, seriamente non HAI MESSO IL CARBURANTE? Sbraita Elena scuotendo le braccia.
- Forse, o forse no. Un coro di schiamazzi si alza e Cameron disperato esce dal furgone in cerca di un benzinaio.
- Forse era meglio se partivamo io e te. Mi sussurra Shawn. Io, Shawn, Martina, Aaron, Matt e Alaska siamo nei sedili posteriori, disposti a ferro di cavallo e grazie a ciò riesco a notare la disperazione sui loro volti, mentre Gigi, Carter, Cam ed Elena nei sedili anteriori.
- Ti ricordo che un certo Shawn si era scordato le mutande. Lui apre la bocca per rispondere, ma si limita a farmi il solletico.
- Ragazzi. Cameron va alle conclusioni fuori dal furgone, con le mani ai capelli mentre Elena gira con il telefono in cerca di campo.
I ragazzi si incamminano in cerca di aiuto, mentre noi ci accostiamo sotto un albero all'ombra.
- Bene bene, allora dobbiamo passare tempo, che si fa? Incita Gigi.
- Obbligo o verità. Risponde Alaska. Ci sediamo in cerchio, io sono la più svogliata e "che fortuna" la bottiglia decide che è il mio turno. Scelgo verità.
- Allora, hai mai visto Shawn nudo? Io arrossisco.
- In mutande, solo così. Partono gli schiamazzi.
- Ah, ma lui lo fa in mutande? Mi sorprende la sfrontatezza di Elena, io spalanco gli occhi.
- Aspetta, COSA? Loro mi guardano.
- Mi vuoi dire che voi... insomma... niente? Io corrugo la fronte e scuoto la testa.
Loro continuano a giocare, io mi allontano e mi sdraio sull'erba a contemplare, siamo in giro da ore, ma non ho la minima idea di dove cercarlo. Tiro fuori il biglietto e inizio a giocarci con le mani, fino a quando il sole gli sbatte contro e noto qualcosa. Mi alzo di scatto, sbattendo la testa su un ramo. Esco dall'ombra e metto il foglio contro i raggi. Lo riconosco, usavamo questa tattica quando avevamo cinque anni e volevamo parlare senza farci scoprire da mamma e papà, usavamo l'acqua del rubinetto o le lacrime, le quali scrivevano meglio ed erano più evidente alla luce. Dalla chiarezza della scrittura capisco che è stata scritta con quelle. Effettivamente quel foglietto era troppo grande per contenere solo una frase. Inizio a leggere e rimango sconvolta da quello che leggo.
" Lo so che sei l'unica che potrà mai leggere questo, Giulia sono Charlie, l'altro giorno rovistando i cassetti ho trovato un certificato di adozione, il mio vero nome è Ross, ma preferisco il mio nuovo nome, non dire questo a mamma e papà, non sono scappato di casa, sto cercando di ricostruire il mio passato e capire da dove vengo, sono sicuro che un giorno riuscirai a trovarmi, sarà allora che tornerò a casa"
Una lacrima riga il mio viso, inizio a tremare. Perché i miei genitori mi hanno tenuto nascosto tutto ciò? Perché avrebbero tenuto ciò nascosto a Charlie per 17 anni?
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Understand - Shawn Mendes
Fanfiction" Certe volte guardo alla mia destra la notte, sperando di trovarti. Ma vedo il muro della mia camera verde e tu non ci sei, ma io ti sento. Le stelle parlano di te tutte le notti, amo ascoltarle sperando un giorno di poter ascoltare la tua voce. "...