21- See you again

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Dopo aver superato il casello stradale, Cameron si ferma due secondi.
- Ragazzi stiamo per varcare il confine. PROOONTI? Un sonoro "si" si espande per le larghezze del veicolo. Siamo ufficialmente negli Stati Uniti, sento come un'adrenalina all'interno del mio corpo, forse per l'eccitazione di trovare mio fratello, o forse perché mi sento di nuovo a casa, il New Jersey è dove sono cresciuta, con i miei nonni e i miei zii, poi a dodici anni abbiamo deciso di trasferirci per il lavoro di papà. Apro il finestrino e respiro a tutti polmoni, aria di casa. Shawn esce la testa dal finestrino vicino a me.
- Annusi? Chiede preoccupato per la mia salute mentale.
- No, respiro casa. Lui mi poggia il braccio dietro la schiena e torniamo a sedere.
- Allora, ci vorranno circa quattro orette per arrivare a Brooklyn, questo è l'ultimo passo, poi è fatta Giulia, troverai tuo fratello! Annuncia Martina, io annuisco felice, poi sposto lo sguardo verso Laura, che guarda me come io guardo lei, poi mi giro di scatto per non attirare troppa attenzione. Prima o poi dovranno saperlo, sono venuti con me in viaggio fino a qui, mi hanno aiutata, non posso tenere tutto ciò nascosto.
- Ragazzi io e Laura dobbiamo dirvi una cosa. Lei mi guarda con panico negli occhi. Io faccio cenno di sì con la testa,
lei prende un bel respiro.
- Ieri sera è uscita fuori una cosa sconcertante. Abbiamo scoperto una cosa che doveva essere scoperta molto tempo fa, ma al tempo si rimedia. Nulla di constatato, ma mio fratello, Charlie, e Laura, sono. Sento la tensione, Elena e Martina si stringono le mani, con gli occhi spalancati verso di me. - Sono gemelli. Silenzio tombale, nessuno dice niente, poi Carter interrompe.
- Ma siete sicuri di ciò? Non è stato mica provato scientificamente! Noi spieghiamo tutto per filo e per segno.
- Ci di-dispiace. Balbettano Matthew e Cameron.
- Lo direte a Charlie, vero? Chiede Alaska.
- Si, lo faremo. Risponde Laura secca.
Passano un paio di ore, mentre Shawn continua a scrivere su quel quaderno, Elena legge Shadowhunters, Martina ascolta la musica, Cameron guida, Gigi disegna, Carter e Matthew giocano al telefono e ogni tanto urlano GOAL, mentre Alaska fa un cruciverba e Laura è al telefono con il suo Harry.
- Amore, lo so, ti amo da morire e mi manchi. Degli EW generali, ma lei ci fulmina con lo sguardo e torniamo in silenzio. Io sono l'unica che non ha niente da fare, così mi appoggio alla spalla fi Shawn. Lui chiude il quaderno di scatto.
- Ma che ti prende? Gli chiedo sempre più confusa.
- Ti ho detto che è una sorpresa! Io sospiro e alzo gli occhi al cielo. Inizia ad accarezzarmi dolcemente il viso, io prendo la sua mano e me la poggio sulle labbra. Lui mi lancia uno sguardo ammiccante.
- Ti avrei già mangiata se non ci fossero tutti questi spettatori. Mi sussurra all'orecchio.
- Nessuno ti impedisce di darmi un bacio. Mi prende il volto tra le dita e mi bacia, con la solita passione che accende una campanella nella mia testa, che questa volta sono costretta a zittire. Sorrido tra i baci, era da un po' di giorni che non ci baciavamo. Mi stacco per tornare alla normalità e mi accorgo di essere fissata.
- Quando lo fanno Matt e Alaska è okay? Sbotta Shawn, tutti impacciati distolgono lo sguardo.
- Avremo tempo, resisti. Gli sorrido e lui mi lascia un bacio sul naso.
- Lo spero per loro. Dice con aria minacciosa.

***

Mancano cinque minuti alla meta, il mio corpo inizia a tremare, i miei occhi sono attenti e il mio cuore batte a mille. Stringo, o meglio, stritolo la mano di Shawn. Cameron accosta, siamo evidentemente arrivati a destinazione. Guardo fuori, un enorme edificio grigio, è il centro di adozione. Provo a respirare lentamente e rilassarmi, tentativi futili. Varco la porta di ingresso e mi guardo attorno.
- Salve, mi chiamo Giulia Bartolino, volevo chiederle, se per caso negli ultimi giorni è venuto a trovare un certo Charlie, è mio fratello. La segretaria mi guarda confusa.
- No gioia, nessun Charlie. Io guardo in basso con le lacrime agli occhi, quando Laura si fa avanti.
- Ross. La signora annuisce, riempendo di nuovo il mio cuore di speranza.
- Si si, bravo ragazzo, passa di qui ogni giorno, ci dà una mano con i bambini. Io mi riavvicino al bancone.
- Mio fratello è stato adottato qui. Lei mi guarda sorpresa.
- Non credo, aspetta, controllo le cartelle. L'attesa sembra durare anni.
- Eccola qui tesoro. Ho paura a leggere il cognome, se corrisponde a quello di laura tutte le nostre congetture saranno confermate.
"Ross Dylan Mitchel" Io perdo un battito. Mi allontano dal foglio e mi vado a sedere. Shawn si avvicina, ma lo fermo con una mano, devo stare sola. Rimango in silenzio con gli occhi nel vuoto, seduta su una poltrona nera. Non so quanto tempo passa, mi alzo e vado da Laura, lei senza dire niente, con le lacrime agli occhi mi abbraccia, forte.
- Scusi, sa per caso dove possiamo trovarlo? Chiede Shawn.
- Si certo, risiede proprio nell'Hotel qui di fronte.
- Grazie mille, di cuore. La segreteria mi sorride e mi saluta.
Attraversiamo la strada, io penso a quanto sarà difficile spiegarlo a Charlie.
- Salve, volevano sapere se qui risiede un certo Ross Mitchel. L'uomo alla reception annuisce.
- Stanza 208. Lo ringrazio e saliamo per le scale. Ci troviamo di fronte alla stanza, la mia mano trema e mi avvicino per bussare, quando sento picchiettare la mia schiena.
- Non è il momento. Rispondo secca.
- Ah, allora aspetta che apro la porta. Mi giro di scatto, lo abbraccio con tutta la forza che ho, il mio fratellone di nuovo tra le mie braccia.
- Sapevo che mi avresti trovato. Apre la porta e ci sediamo tutti sul letto, iniziamo a ridere e scherzare, come se tutto fosse passato, ma un dolore alla testa mi ricorda il mio dovere.
- Ross. Dico abbastanza confusa.
- Chiamami Charlie, è questo il mio nome.
- Charlie, io e Laura dobbiamo dirti una cosa che vorremmo non doverti dire. Lui alza il sopracciglio.
- Mi chiamo Laura, Laura Mitchel. Lui si congela per qualche istante. - Sono nata il 28 Febbraio, ho diciotto anni. Lui non fiata, vedo solo i suoi occhi lucidi.
- La nonna diceva sempre che non ero la sola e io continuo ad avere incubi da quando sono nata, vedo qualcuno che mi porta via, lasciando un altro neonato piangere nella culla.
Lui non si smuove neanche. Restiamo tutti in silenzio qualche secondo, quando Charlie si alza e la abbraccia senza preavviso. Questa è la scena più bella che abbia mai visto, tutto quello che avevo creduto era svanito, ero anzi contenta di ciò.
- Perché non mi hanno voluto? Chiede dopo aver preso posto di nuovo.
- La mamma è un'alcolizzata e papà non so dove sia. Lui abbassa lo sguardo.
- Per questo mamma e papà ci hanno nascosto tutto. Si rivolge a me. Il fatto che li chiami ancora mamma e papà mi rincuora.
- Ma questo non risponde alla mia domanda. Perché non io? Laura non sa rispondere a questa domanda e lascia Charlie deluso.
- Dovrai parlarne con mamma. Risponde Laura. Lui annuisce, consapevole a cosa sta andando in contro.

CIAO RAGAZZI! È da un po' che non faccio uno spazio scrittrice, ma mi dimentico sempre, bene! Vi dico che la storia sta per volgere al termine, mancano pochi capitoli, ma sono già pronta con un'altra storia che non vedo l'ora di scrivere! Intanto commentate con le vostre idee per il finale della storia. Ci vediamo al prossimo capitolo

Understand - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora