17- Again

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Shawn si addormenta sulle mie gambe di nuovo, così mi ritrovo sola nel mio mondo, circondata da pensieri. Forse ho sbagliato tutto, mio fratello, se posso ancora chiamarlo così, è venuto a conoscenza di qualcosa di così pesante da solo, non ha voluto neanche parlarne con me, è fuggito, non so se sentirmi esclusa o se sono io ad aver escluso lui. Ci fermiamo ad un autogrill. Decido di andare in bagno a rinfrescarmi. Torno dal bagno in cerca di un tè fresco, quando qualcosa mi disturba.
- Non fa niente, non verrà mai a saperlo, sono veloce. È Alaska a parlare, cerco di capire a chi abbia detto ciò, quando sento la voce di una risposta.
- Smettila, è da due anni che mi tormenti. Rimango ferma davanti al frigo, non riesco a muovermi, ferma dalla curiosità di conoscere la sua risposta.
- Ma dai, lo so che provi qualcosa per me, lo vedo come mi guardi. Stringo nervosamente la lattina, al tal punto da stritolarla.
- Come ti guardo? Chiede più spaesato.
- Con occhi di chi desidera, ma ha troppa paura di avere. Mi trattengo dal tirarle un pugno sul naso, voglio sentire cosa lui ha da dire.
- Io ho già quello che desidero, e non sei tu. Sento solo silenzio, allora mi giro a guardare e vedo le loro labbra a contatto, ma non si fermano, nessuno dei due ha intenzione di staccarsi. Lascio cadere la lattina a terra facendo girare tutti verso di me, riesco a scappare prima che uno dei due possa vedermi.
Questa volta sono certa di quello che ho visto. Cade una lacrima, che asciugo con orgoglio, mi metto a sedere su un muretto cercando di riprendermi, quando sento qualcuno sedersi di fianco a me.
- Vuoi un po' di birra? Mi chiede Matt. Io faccio cenno di no, spostando la bottiglia.
- Che succede? Io non so come dirglielo, ma anche lui deve venire a conoscenza dell'accaduto.
- Matt... lui mi guarda sconvolto, porta la mano al viso con sguardo distrutto. Io mi avvicino a lui e lo abbraccio, lasciandomi andare in lacrime sulla sua spalla.
Non posso crederci ancora, il mio cuore non ha più spazio per un'altra cicatrice, in questo momento ho la terribile voglia di fare quello che feci tempo fa. Stringo i pugni, così forte al punto da ferirmi con le mie stesse unghie, macchiando di sangue i pantaloni di Matthew. Chiedo scusa un centinaio di volte.
- Stai tranquilla, non mi importa, ma non farlo più, ti fai più male così. Giulia, vorrei dirti di non piangerci sù, ma prima dovrei dirmelo da solo e non riesco. Alziamo il volto entrambi sentendoci osservati.
- Scusatemi, che ci fate voi qui? Il mio istinto di alzarmi e di prenderla a pugni viene fermato da Matthew.
- Oh, niente, è morto il nostro attore preferito, sai siamo cresciuti con lui e Giulia è piuttosto sensibile. Ha qualcosa in mente, magari una vendetta, ma io non riesco a far finta di niente. Sento le sue braccia attorno alle mie spalle.
- Puoi venire un secondo? Shawn mi prende per un braccio. Non so se ha intenzione di confessare o mentirmi. Prendo un bel respiro e lo seguo. Le mie gambe tremano, forse per la paura di sentire lui raccontare ciò che avevo già visto e riviverlo o forse per la paura che menta e di sentirmi tradita, per la milionesima volta.
Stavolta non riesco a capire le sue emozioni, il suo sguardo non riesce a trasmettermi niente.
- Giulia. Il mio cuore inizia a battere, il respiro a farsi affannoso.
- Mi dispiace. Io stringo i denti, cercando di trattenere la dannata lacrima che sta per scendermi sul viso.
- Per favore, non dire niente. Mi scappa un singhiozzo. Inizio a correre per la vergogna, di essermi sentita presa in giro.
Saliamo di nuovo in auto, la tensione si può toccare con un dito. Shawn sale in furgone per ultimo, ha un aspetto strano, scomposto, come se avesse fatto qualcosa di impegnativo. Mi lancia uno sguardo di angoscia, mi limito a girarmi delusa. Alaska è seduta vicino a lui, cercando di avvicinarlo a se, mentre lui chiede a Carter di cambiare posto. Si siede di fronte a me, così che il mio sguardo prima o poi incontri il suo. Prendo io mio quaderno dei sogni, dove scrivo i miei pensieri e i testi delle mie canzoni.
Inizio a scrivere nervosamente.

"I gave you my heart, you took it and then you gave it to another girl"

Ricopro un'intera pagina, fronte e retro, non con delle semplici parole, ma con quelle che mi escono dalla mente, dallo stomaco e dal cuore. Sento ancora il suo sguardo sul mio. Anche lui prende un quaderno e inizia a scrivere freneticamente, poi volta pagina e scrive poche righe. Appallottola il foglio di carta e me lo tira.

" I didn't mean that, I didn't want it, she doesn't mean nothing to me, you are the only one and I know that it hurts, but you have to trust me. "

Continua a fissarmi in attesa di una mia risposta. Io lo guardo addolcita, facendogli capire che è tutto okay. Poi do il colpo finale riappallottolando il foglio e cestinandolo. Il mio sguardo non è mai stato così freddo nei suoi confronti. Lui abbassa lo sguardo, portando le mani in volto. Io non sento niente, non provo dolore, non provo passione, non provo niente, che non sia rabbia.

***
Passa qualche ora, passata ad ascoltare musica. Ma ecco che parte give me love, la quale mi fa ripensare a lui e a come la sua voce è capace di farmi stare bene, così cambio canzone.
- RAGAZZI SCENDIAMO QUI, STANOTTE SI DORME DI NUOVO IN TENDA, DOMANI SI ESCE DAL CONFINE.
Tutti sono intenti a montare la tenda, ad accendere il fuoco, mentre io mi allontano da sola, cercando un posto tranquillo dove poter stare in silenzio. Trovo una roccia, abbastanza liscia da poter permettere alla mia schiena di appoggiarcisi sopra. Osservo le stelle, per parecchio tempo, quando sento qualcuno chiamarmi.
- GIULIA È PRONTA LA CENA! Io mi alzo, consapevole del fatto che non mangerò niente. Mi siedo vicino a Elena e Martina che notano il mio disappunto. Tutti iniziano a sbranare le proprie porzioni di cibo, mentre io osservo il fuoco in silenzio, isolandomi da qualsiasi rumore esterno.

Understand - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora